Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: TeddySoyaMonkey    02/09/2013    4 recensioni
"I due fratelli si scambiarono uno sguardo e da quel solo sfiorarsi con gli occhi capirono come per magia l’uno i mali dell’altra. Non ci volle molto prima che le braccia di Edmund circondassero la vita di Lucy fino a stringersela al petto, tanto forte da toglierle il respiro, tanto forte che Lucy non riuscì a ricordare di essere stata stretta in modo simile né da Susan, né da Peter, né mai."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aslan, Caspian, Edmund Pevensie, Lucy Pevensie
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: Incest
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II
Un grigiore condiviso
 
Lucy alzò lo sguardo dalla lettera, rivolgendolo al fratello, che si era voltato di scatto verso di lei completamente basito, con aria lamentosa:- Qualche altro mese?- Piagnucolò la ragazza. –Come faremo a sopravvivere?-
Il tono della sorellina fece dimenticare ad Edmund lo sconcerto iniziale, così le si sedette accanto, prese la lettera e con aria che era al contempo pratica e consolante le disse:- Tu sei fortunata, hai la tua camera. A me tocca stare con quel pesce lesso.-
-Susan e Peter sono fortunati.- Ribatté Lucy, alzandosi dal letto. –Loro ce l’hanno l’avventura.-
Come la ragazza si alzò Edmund si sdraiò sul letto, con la lettera davanti agli occhi, pensando distrattamente a quanto fosse ingiusto che non potesse condividere la stanza con Lucy. –Certamente. Loro sono i più grandi e noi siamo i più piccoli. Noi contiamo meno di loro.-
Disse, con quel tono che era insieme amareggiato e consolante e che riusciva sempre a mettere se stesso e la sorella sulla stessa barca, a condividere la stessa ingiustizia, facendosi forza l’un l’altra.
Solitamente parole simili erano abbastanza per scambiarsi uno sguardo d’intesa piuttosto triste che, quando Eustachio faceva particolarmente l’antipatico e zio Harold li ignorava più del solito, riusciva anche a sfociare in un abbraccio.
Quella volta però, vuoi per la distanza che li separava, vuoi perché Lucy era ancora una volta impegnata a rimirarsi allo specchio, non successe.
Anzi, la piccola Pevensie, ancora memore del mittente della lettera sorrise alla sua immagine riflessa e si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, come aveva visto fare alla biondina poco prima.
-Secondo te io ricordo Susan?- Chiese candidamente, cambiando discorso.
Edmund finse di non averla sentita. Non poteva fare nulla per impedire a sua sorella di essere… be’, una ragazza, ma chiedergli di guardarla dall’alto in basso, di osservare tutte le forme di quel corpo ancora un po’ acerbo e di paragonarle a quelle floride di Susan era troppo. Certo, dire che non si soffermasse a guardare la sorella era falso. Lucy era pur sempre una giovane donna, l’unica con cui stesse a contatto tanto spesso, ed era impossibile per lui non osservarla crescere, apprezzare la curva leggera del seno e le gambe snelle, ma ammetterlo era tutto un altro paio di maniche.
Così sbuffò, lasciò cadere la lettera di Susan sul letto e si alzò, optando per cambiare discorso e puntando lo sguardo sul quadro che sempre catalizzava la sua attenzione quando entrava nella stanza della sorella.
-Lucy, hai mai visto questo veliero?- Chiese.
Come sempre la ragazzina si dimenticò di quel tremendo miracolo che era l’adolescenza, per rifugiarsi ancora una volta tra le calde braccia del ricordo della terra magica di cui era regina.
-Sì, sembra un veliero di Narnia, non è vero?.- Disse, voltandosi per guardare il fratello con un sorriso luminoso sul volto.
-Sì.- Sospirò Edmund con amarezza, alzandosi per avvicinarsi al quadro. –Proprio per ricordarci che siamo qui e non lì.-
Lucy spostò lo sguardo sul fratello, cercando le parole per consolarlo, ma prima che potesse provarci Eustachio entrò senza bussare, quasi di soprassalto, e l’equilibrio di quei momenti magici e privati che condivideva con Edmund, parlando di Narnia ma anche di tutti i dubbi che le attanagliavano lo stomaco, si ruppe, si disgregò e volò  fuori dalla porta che il cugino aveva prepotentemente aperto.
 
Angolo di Ted: Provo sentimenti conflittuali per la cosa qui sopra. Da una parte ci sono elementi che trovo carini, dall’altra cose che mi fanno ribrezzo ma che non riesco a sostituire.
Tra l’altro questo capitolo l’ho scritto per fare da collegamento tra il primo\prologo e il terzo. Mi spiace non avervi ancora dato qualcosa di “buono” da leggere, ma vi garantisco che non vi pentirete del prossimo.
Che altro dire? Spero vi sia piaciuto.
Teddy
  
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