Film > The Phantom of the Opera
Segui la storia  |       
Autore: ErikaDanielle    02/09/2013    1 recensioni
Sono passati quattro anni dal terribile incendio del Don Juan. L'Opèra Populaire di Parigi è stata ricostruita e cantanti e ballerine si affannano a ricominciare gli spettacoli. Christine felicemente sposata è tornata a Parigi, rimpiangendo la sua passata carriera musicale e preda dei fantasmi del suo passato. Tutto sembra tornato alla normalità, almeno finché una misteriosa ragazza incappucciata non giunge all'Opèra. Chi è lei? Perché tutti la scambiano per il fantasma dell'Opèra? E Erik è davvero morto? Nell'oscurità sfavillante dei sotterranei dell'Opèra la musica della notte è pronta a divampare un'ultima volta, feroce e sublime, travolgendo ogni singola cosa. Eppure solo i fantasmi sono in grado di sentirla, e di leggere oltre la sua straziante maschera...
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christine Daaé, Erik/The Phantom, Meg Giry, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The Music

of

The Night





 

Prologo
It’s over now the Music of the Night

 
 
“Take the boat
leave me here
never to tell
the secret you know
of the angel in hell...”

 


I mille frammenti degli specchi precipitavano al suolo in una cascata lucente, illuminando la Dimora sul Lago di dardeggianti riverberi.
Lontano, oltre le acque increspate, si sentivano le urla dei gendarmi, i rimbombi delle pistole e il sibilo del fuoco che divorava l’Opèra Populaire.
Ma tutto questo era solo un sussurro inesistente, privo di valore, perché nella mente di Erik continuava ad agitarsi senza sosta l’immagine di Christine che gli rendeva l’anello, che si voltava per l’ultima volta, che se ne andava per sempre con quell’insolente ragazzino...
Che fossero maledetti entrambi!
Il damerino biondo e Christine.
L’aveva abbandonato, tradito, rinnegato. Lui. Lui che le aveva dato tutto, che le aveva insegnato a cantare, che era stato la sua guida per così tanti anni, che le aveva offerto la sua stessa anima.
E ora cos’era rimasto? Cosa?!
Aveva messo a rischio tutto per lei, aveva toccato l’apice della felicità, anche se solo per un istante. Ora non gli restava più niente, nemmeno la dignità.
Che fosse maledetto per aver creduto di poter uscire da quell’oscurità!
Quell’oscurità che era la sua condanna, la sua eterna prigione e che ora sembrava esserglisi avvinghiata ancora più addosso.
A quel pensiero colpì con maggiore forza la lastra scintillante dello specchio.
Le schegge di vetro caddero a terra e si infilzarono come aghi nella sua carne.
Non gli importava.
Anzi, una parte di lui sperava ardentemente che quelle lame taglienti incidessero più a fondo, che gli dilaniassero quel corpo.
Quel dannato corpo!
In fondo era solo colpa sua, colpa di quella mostruosità che si ritrovava addosso. Se solo fosse stato uguale agli altri, se solo avesse potuto mostrarsi agli uomini senza quella maschera, allora avrebbe dimostrato al mondo chi era veramente.
Invece no!
Lui era il mostro, il reietto, il deforme. E chi avrebbe mai potuto amare quell’orrore?
Aveva voglia di urlare, di risorgere dalle tenebre e mostrare al mondo intero la sua disperazione, le sue sofferenze.
Ma a cosa sarebbe servito? Nessuno poteva sentirlo. L’avrebbero deriso, umiliato, disprezzato. Ancora una volta.
Colpì di nuovo lo specchio, con maggiore forza, con tutta la rabbia che gli bruciava dentro, finché non rimase che la cornice dorata e lo sfondo di legno, e poi si accasciò a terra con un singhiozzo soffocato.
Forse era ora di farla finita con quella miserabile vita. In fondo non c’era più nulla che lo tenesse ancora legato al mondo. Niente e nessuno.
Mentre respirava affannosamente si ritrovò a pensare quasi con sollievo all’ignoto della morte, all’annullamento di ogni singolo ricordo.
Non aveva mai creduto in Dio – e come avrebbe potuto farlo – ma forse era meglio così. In questo modo di lui non sarebbe rimasto più nulla, lo avrebbero...
Ma a quel punto i suoi pensieri si bloccarono.
Lontano, oltre le acque del Lago, sentì ancora i passi e le voci agitate dei gendarmi. Si stavano avvicinando, presto lo avrebbero trovato. E ucciso.
Ma no, no! Non poteva morire così, non ora.
Le mani gli tremarono dalla furia e dall’agitazione e come se una forza invisibile si fosse impossessata di lui spalancò gli occhi chiari e balzò in piedi.
Non aveva perso tutto, no, restava ancora una soddisfazione, un compito da portare a termine prima di farla veramente finita.
“Vendetta...” pronunciò quella parola come se si trattasse di un profumo inebriante e subito dopo gli angoli della sua bocca si piegarono in un ghigno diabolico.
Si sarebbe vendicato.
Non c’era nulla di malvagio in quella decisione, in fondo si trattava solamente di restituire ciò che il mondo gli aveva gentilmente donato.
Barcollò in avanti, come ubriaco, e si inoltrò a fatica nello stretto corridoio buio che lo avrebbe portato fuori da quell’odiosa catacomba, da quel teatro in fiamme, finché i suoi passi si estinsero nell’oscurità e la sua stessa ombra venne ingoiata dal cunicolo.
Quel giorno la musica della notte era sparita per sempre, l’Angelo della Musica era morto.
Ma il Fantasma...
Oh, il Fantasma non era mai stato più vivo di allora.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Phantom of the Opera / Vai alla pagina dell'autore: ErikaDanielle