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Autore: syssy5    02/09/2013    6 recensioni
Quando l'amore gioca strani scherzi sulla magia riesce a trasformare una ragazza apatica in un lieto fine
[ Questa storia ha partecipato al contest ‘Finiamola!’ indetto da (Gaea) sul forum di EFP ]
[ Questa storia si è classificata seconda al contest ‘7 vizi capitali Contest [Multifandom & Originali]’ indetto da KatherineXx sul forum di EFP ]
[ Questa storia si è classificata seconda al contest ‘Viva l'infanzia!’ indetto da karter95 sul forum di EFP ]
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scherzi di Aedara

Stavo fissando quella fotografia da tanto, troppo tempo. Era sgualcita dalle tante volte che l'avevo stretta tra le mani e sbiadita dalle innumerevoli lacrime che ci avevo versato sopra. Non era tanto il soggetto a crearmi quel dolore, quanto i ricordi legati a lui.
La sfiorai con i pollici, quasi potessi eliminare tutto ciò che le avevo fatto, poi la sistemai accuratamente in un portafoto vuoto sul mio comodino. Sarebbe stato il mio monito, la persona da non imitare; ma anche il mio rimpianto, l'unico uomo che avevo amato con tutta me stessa e che ora era perduto. Per sempre.
La mia amica Simona mi chiamò dalla finestra: mi aveva convinta ad accompagnarla al parco dei divertimenti, sicuramente un pretesto per farmi distrarre. ‘Ti fidi di me?’ mi aveva chiesto, ma non aveva atteso la mia risposta e così fui costretta ad accettare il suo invito.
Afferrai la borsa e corsi all'ingresso, sbirciando la mia immagine di sfuggita nello specchio per controllare il mio aspetto. A differenza di tutte le altre volte non avevo pianto, non serviva a nulla, mi lasciavo solo trasportare dagli eventi della vita come se un torpore malinconico si fosse insinuato da qualche parte dentro di me.
Simona mi saltò addosso appena mi vide uscire, esibendo un sorriso a trentadue denti che a malapena ricambiai, poi mi prese per mano e mi trascinò letteralmente via con sé.

Sbatte velocemente le ali. Per lei è un frullio familiare, come lo è volare in maniera disomogenea. Si confonde facilmente tra le bancarelle dei giochi a premi del parco dei divertimenti.
Ora vola bassa cercando di evitare le gambe della gente, ora vola alta per sovrastare la zona alla ricerca della sua meta. Raramente si posa da qualche parte, non ha bisogno di riposo, e le sue ali non smettono di rullare neanche quando è ferma.
Attraversa l'impalcatura della ruota panoramica, davanti a lei solo il mare. Con una giravolta torna indietro e si tuffa nuovamente tra le varie attrazioni.

Non impiegammo molto ad arrivare e anche all'ingresso non trovammo molta fila. Simona voleva iniziare dalle montagne russe, ma io proprio non ne avevo voglia – come non avevo voglia di stare lì, del resto – così le proposi un'altra attrazione indicandola: era alla mia sinistra ed era quella che mi aveva colpita di più sul momento.
«Michela, sei sicura? Quella non mi sembra granché.»
Annuii e mi misi in fila. Simona fu costretta a seguirmi.
Non ci volle molto prima di entrare, ci accomodammo nello stesso mezzo, lei alla mia sinistra, e assicurammo la sbarra di sicurezza; dopo poco il piccolo veicolo iniziò a muoversi sulle rotaie e fummo inghiottite dall'oscurità.

Si è nascosta in un tunnel buio, ma lei brilla come fosse fatta di luce. Nessuno si accorge di lei, anche chi scorge il suo bagliore la vede solo per pochi istanti prima di essere trascinato via dall'attrazione.
Sospira e continua a pulsare come una stella, il suo lucore vibra velocemente come un rullo di tamburi. E un po' della sua magia cala su tutti coloro che sfrecciano sotto i suoi piedi. La pace vibra in lei, su di lei, tutt'intorno a lei.
Poi un fascio laser la colpisce. Stordita precipita sui binari, ma non vi atterra. Cade invece sulla chioma di una ragazza.

«Ma che cosa...?» quasi urlai dallo spavento, quando qualcosa finì tra i miei capelli. Mi tastai la testa freneticamente, ricordavo ancora quel maledetto piccione e il suo regalino; poi mi resi conto che in quel tunnel non potevano esserci uccelli e mi calmai tornando alla mia apatia, mentre le mie dita si chiudevano su di un corpicino minuto.

Qualcuno l'ha afferrata. Lei prova a dimenarsi ma lo sa, non ha più scampo. La sua fine è giunta.

Non credetti ai miei occhi: stavo stringendo una piccola, piccolissima donna con due ali sulla schiena che sbattevano all'impazzata. All'inizio rimasi abbagliata dalla sua luce, quando i miei occhi si abituarono scorsi uno sguardo spaventato su quel viso piccino.
«Scusami.» mi affrettai a dire allentando un po' la presa per non farle male.
«Dici a me?» chiese Simona prima di voltarsi dalla mia parte. Quando vide ciò che stringevo lanciò un urlo spaventata. «È un insetto? Buttalo, buttalo via subito.»
Diede un colpetto sulle mie mani per farmi eseguire il suo ordine, ma stringevo troppo bene la creaturina che quindi non se ne andò da nessuna parte.
«Non dire idiozie, Simona. Come può un insetto trovarsi qui dentro?» le risposi con tono neutro.
«Allora cos'è?» Era la domanda che mi stavo ponendo da un po'; senza un reale interesse, a dire la verità, mi accorsi di avere quella domanda in testa solo quando la mia amica la formulò a parole.
«Aedara è una fatina,» rispose quella «Aedara è il mio nome.» aggiunse.
Simona strillò di nuovo, non si aspettava che quella piccola creatura parlasse. Io continuavo a ostentare la mia solita indifferenza.
«Per favore, non urliamo. Ad Aedara non piace.» La sua voce era sottile, ma non stridula. Ti entrava direttamente in testa.
«E cosa piace ad Aedara?» le chiesi come se mi stessi rivolgendo a un bimbo piccolo.
«Questo!»
Fece turbinare le sue ali più forte; erano così veloci che sembrava avvolta da una specie di bozzolo luminoso, poi il bozzolo si ruppe.

La sua magia cala anche su quella ragazza, ma inaspettatamente lei non ne viene scalfita. Sembra immune.

«Cos'è successo?» chiese Simona.
«Sembra nulla.» dissi. Non riuscivo a capire, per un attimo ero rimasta abbagliata dalla sua luce, quasi affascinata – o forse impaurita? – ma era durato solo un istante prima di tornare al mio torpore.
Poteva sembrare strano, ma in quel momento non mi chiesi né il motivo per cui stessi ancora stringendo quella fatina, né realizzai che quella creaturina fosse reale e non un frutto della mente di scrittori così geniali da concepire l'esistenza di esseri simili. Ero rimasta semplicemente a fissarla con quell'apatia che mi portavo dietro da qualche giorno.
La piccola donna si riscosse dopo un po' e disse: «Aedara ha fallito? Perché Aedara ha fallito, Aedara non fallisce mai.»
Stavo per chiedere in che cosa aveva fallito, ma desistetti, lei era così sconvolta da non ascoltare nessuno. Simona invece sembrava confusa: dopo un primo momento in cui aveva scambiato Aedara per un insetto ora la fissava incuriosita, come se vedesse fatine tutti i giorni. Per entrambe sembrava normalissimo avere davanti un esserino simile.
I raggi del sole ci colpirono all'improvviso: eravamo giunte alla fine del tunnel, presto saremmo dovute scendere dall'attrazione. All'esterno Aedara non brillava più, o almeno non così tanto come prima; sembrava addirittura diversa fisicamente<. Non ero ancora riuscita a capire se fosse nuda o vestita, l'abito che pareva indossare era quasi come una seconda pelle: lunghe maniche e una gonna che le copriva le gambe e le nascondeva i piedi, ma non si vedeva lo scollo, la sua pelle semplicemente diventava l'indumento. I suoi lunghi capelli invece parevano evanescenti, un attimo c'erano, l'attimo dopo sembravano spariti.
Arrivò la fine della corsa e io e la mia amica scendemmo meccanicamente. Ci spostammo verso una panchina nascondendo Aedara a occhi indiscreti. Non volevo ancora lasciarla andare, forse volevo capire cosa avesse cercato di fare poco prima, forse volevo una scusa per riscuotermi e ricominciare a vivere.
La scossa finale però me la diede lui. Stavo ancora fissando la piccola fata cercando di catturare tutti i dettagli della sua figura, non mi accorsi che Valerio mi aveva scorta tra la folla e mi aveva raggiunta.
«Michela...» iniziò, ma lasciò la frase in sospeso. Bastò quella parola – quella voce – a farmi provare la prima emozione dopo giorni. Sentii anche la stessa sensazione che avevo avvertito quando il bozzolo di luce di Aedara era esploso nel tunnel.
Stupita, smarrita, intimorita, arrabbiata e anche con una sorta di pace nel cuore non mi accorsi che aveva lasciato la presa sulla piccola creatura. Aedara volò subito in cerchio su di noi; entrambi la ignorammo, continuando a guardarci negli occhi, a perderci ognuno dentro l'altro.

La sua magia cala anche su quel ragazzo, l'unico che sia riuscito a riscuotere la ragazza. Sorride compiaciuta, per un attimo la sua magia le ha fatto uno scherzetto, ma ora è tornata a funzionare correttamente.
Saluta con la mano mentre vola via, anche se è certa che nessuno può vederla, che nemmeno le due che hanno parlato con lei pochi istanti prima potranno mai ricordarla.
Aedara è felice così.

«Michela, io... non volevo lasciarti, hai capito male. Le mie intenzioni in realtà erano ben altre, ero solo spaventato dalla tua reazione.» Parlava a fatica, si toccava i capelli, distoglieva lo sguardo. Sembrava spaventato e allo stesso tempo smanioso. Volevo parlare, chiedergli quali erano queste sue intenzioni, ma le mie labbra non ne vollero sapere di schiudersi, né la mia voce di venir fuori.
Simona intanto si era defilata senza che ce ne accorgessimo, probabilmente esibendo quel sorrisetto compiaciuto che le vedevo fare ogni volta che ci trovava insieme, per lei noi eravamo la coppia perfetta. Passarono istanti, ore forse, non me ne resi conto persa nel suo sguardo, in attesa che continuasse.
«Desidero che tu sia mia per la vita. Michela, vuoi sposarmi?» mi chiese prendendo le mie mani tra le sue e fissandomi con così tanta intensità che – ne sono certa – stava leggendo la risposta direttamente nella mia anima.
Fui presa alla sprovvista, ma indubbiamente la felicità che stavo provando fu tradita dalla mia espressione. Lacrime di gioia mi spuntarono agli angoli degli occhi e non riuscii a trattenerle. Singhiozzai, annuii e poi, per sottolineare il mio assenso, dissi: «Sì.» Un singulto comparve alla fine smorzando quell'unica sillaba, ma il senso era fin troppo chiaro per lui: mi abbracciò, mi fece volteggiare e poi mi baciò.
Era questo quindi? Stava meditando su cosa gli avrei risposto? Era per questo che quella sera sembrava così imbarazzato, così impaurito dalla mia reazione? E io che ero certa mi avesse tradita, avevo capito male. Mi diedi della stupida, ma sorrisi. Non mi lasciò andare nemmeno quando ci avviammo verso la ruota panoramica, per suggellare la nostra unione nel posto in cui ci eravamo messi insieme.
Ed è proprio qui che ha inizio la nostra storia. Il finale, questa volta, non sarà affatto scontato.



Inizio col dire che questa storia doveva essere molto molti diversa e ben più lunga; doveva esserci dolcezza (ma io non sono capace di scriverne, quindi non so nemmeno se questo elemento sia rimasto o meno), una scena rossa, incomprensioni e dei personaggi ben definiti. Tuttavia non tutti gli elementi sono cambiati, i nomi dei protagonisti sono rimasti gli stessi così come il personaggio della fatina, la fotografia iniziale e il parco dei divertimenti come ambientazione. Aedàra si pronuncia con l'accento sulla seconda "a" (sapete quanto io ci tenga alle pronunce corrette dei nomi).
Qui il font del titolo è, dato che parliamo di fate, FairyScrollDisplay (alternativo: Mistral), mentre del testo il mio adorato Cambria. Questa storia doveva essere scritta per un contest in cui ho perso l'ispirazione e ho riciclato gli elementi che ho descritto sopra per altri tre contest: ‘Finiamola!’ indetto da (Gaea), ‘7 vizi capitali Contest [Multifandom & Originali]’ indetto da KatherineXx e ‘Viva l'infanzia!’ indetto da karter95; per il primo dovevo usare la frase finale che trovate sopra, per il secondo dovevo scegliere un vizio capitale (ho scelto l'"accidia" e l'ho interpretato non solo come semplice "pigrizia", ma proprio come "apatia" totale) e per il terzo dovevo usare la frase "Ti fidi di me?".
Con molta probabilità domani dovrei postare il primo capitolo di una storia di 5 capitoli, nel frattempo vi lascio in attesa dei giudizi e vi saluto invitandovi come sempre a scrivermi due righe per farmi sapere se la storia vi è piaciuta o meno. ^_^
syssy5

Finiamola!

7 vizi capitali Contest [Multifandom & Originali]

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