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Autore: Ceci Princessofbooks    02/09/2013    0 recensioni
Una notte di dicembre, la neve, due mani intrecciate. Due vite che si incontrano da secoli in questo solo giorno, e che da secoli si devono lasciare. Una piccola storia dedicata all'amore, al coraggio di scegliere, alla bellezza del mondo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E bianca neve scender senza venti


...aria serena quand'apar l'albore

e bianca neve scender senza venti”

Guido Cavalcanti


La neve cadeva, senza rumore.

I fiocchi bianchi e gonfi turbinavano contro il cielo nero, scivolando nello sciame di luci della città, piume gelide che nelle sciabolate dei fari scintillavano come cristallo. Era la vigilia di Natale, le strade erano fiumi di mormorii, cappotti, risate; ragnatele di decorazioni si intrecciavano alle facciate dei locali e delle case. In un piccolo diner discosto dal marciapiede, gli arredi di cuoio rosso rischiarati dai neon azzurrati, due giovani sedevano in silenzio, le mani intrecciate. La ragazza aveva tratti pallidi e delicati come porcellana, dita affusolate, e una cascata di onde d'oro intorno al viso; sotto il riverbero del viale, ombre leggere disegnavano intorno al suo viso un'aura eterea. Ma il dettaglio più notevole del suo aspetto erano gli occhi: grandi, frangiati da folte ciglia chiare, di una sfumatura di celeste tanto profonda da sfiorare l'indaco. Ogni volta che muoveva la testa, il suo sguardo palpitava di riflessi violetti. Il ragazzo non si sarebbe mai stancato di osservarli.

-Ogni anno diventa più difficile- sussurrò, stringendole un poco la mano.

Indossava abiti comuni, un maglione rosso e un paio di jeans neri, i capelli una fiammata scarlatta che si sollevava sul volto magro, affilato. C'era in lui una certa scarna eleganza, una severità infranta dalla bocca, rossa, morbida e sensuale come un bocciolo di rosa sulla neve.

La giovane immaginò quella bocca sulla propria, su quell'incavo della spalla che sembrava nato per lei, sul suo corpo, e trattenne a stento un grido di frustrazione. Si morse un labbro, costringendosi a rispondere. -Anche per me. Ma altrimenti non sarebbe una condanna, no?-

-Vorrei solo restare con te, Hahaiah. Restare con te, per fare le cose più stupide: guardare le vetrine, osservare la gente che passa, camminare lungo il fiume...come tutti gli altri.-

I suoi occhi blu erano polle d'acqua salmastra, troppo saggi e ombrosi per il suo volto.-Ti prego, non roviniamo tutto, adesso. Non pensiamoci. Adesso c'è solo questo momento, solo questo conta. Stringimi la mano, e guardiamo la neve.-

Rimasero un poco in silenzio; ma era un silenzio confortante, fitto di riflessi e di memorie. Lo sguardo giallo come zolfo del ragazzo divenne caldo.

-Ti ricordi l'ultima volta che l'abbiamo guardata così, a Mosca? Il freddo entrava nelle ossa, e c'era il bosco, le ombre che ricamavano il ventre bianco della terra. Io ti tenevo stretta, avvolta nelle pellicce, sulla slitta. Tu indossavi un abito di seta d'argento che brillava nel buio, come una stella.-

-Sì, me lo ricordo bene. Come mi ricordo tutti gli altri anni..- Il suo tono si fece scuro; come sempre, la sua voce tradiva ogni sentimento, ogni sussulto, come corde di un'arpa. -Vorrei solo che ci fosse una soluzione. Vorrei solo potermi svegliare ogni giorno accanto a te...-

-...comprare una casa...-

-...avere dei bambini...-

-...chiacchierare di tutto facendo colazione...-.

I contorni di quel sogno scintillarono nell'aria, prima di svanire morendo come fiocchi nel buio. Con un sorriso antico, senza rancore e senza speranza, scivolarono in piedi tenendosi per mano, e si avviarono nella sera fragrante di zucchero e voci.

Il ragazzo sollevò il mento. -Sai, stavo pensando che in fondo assomigliamo ai fiori d'inverno: ciò che c'è tra di noi sboccia solo una volta all'anno, quando il gelo morde il mondo e gli uomini si stringono l'uno all'altro, e si spegne di nuovo dopo una notte. Ed è così fragile; e tuttavia torna, ogni volta.-

-C'è qualcosa di così triste, in questo...di così prezioso.-

-Credi che ci stancheremo mai? Credi che il tempo ci vincerà?-

Lo sguardo della ragazza pungeva come argento.-Non finché le mani mi tremeranno così quando ti vedo. Non finché scruterò il cielo ogni giorno, in attesa di questa sera.-

-Nonostante la guerra? Nonostante quello che ci ripetono da secoli?-

-Questa guerra è un gioco insensato, un gioco crudele come tutti quelli stupidi. Ne noi né voi ricordiamo più perché è cominciato; né noi né voi dovremmo continuare a soffrire per motivi che non capiamo. Non bisognerebbe mai soffrire per ciò che non si comprende, o non si ama.-

-Sei disposta a soffrire per me?-

-Non ti comprendo, ma ti amo. Ma ora non parliamo di questo. Guarda la neve, guarda come cade leggera, senza pensiero, senza dolore.-

-Come tanti ci credono: belli e irraggiungibili e vuoti come cristallo. Che delusione, se sapessero che anche noi ci agitiamo, ridiamo, viviamo. E ci innamoriamo. Ma hai ragione, questa notte è troppo bella per passarla a lamentarsi di ciò che è, o di ciò che non è.-

Camminarono un poco in silenzio, cercandosi senza saperlo: una mano, i capelli, il collo. Lei affondò le dita nelle tasche del cappotto. -C'è qualcosa di confortante, nella bellezza del mondo; di fronte alle sfumature di un tramonto, o alle danze lente dei fiocchi, non esistono più vere differenze, e le anime si toccano, oltre i bordi frastagliati dei corpi; e non importa più la luce o l'ombra, il futuro o il passato, ma solo la meraviglia di fronte al potere splendido e terribile della natura.-

-E si è così simili, agli occhi distanti di quel potere. È così che ci siamo innamorati. Ricordi, ricordi quel giorno?-

-Ricordo tutto. Ricordo il sole che calava sulle mura bianche della città, le tenebre alte che piovevano sulle vie polverose; ricordo il lampo dei tuoi gioielli d'oro, che avvampavano come fuoco; ricordo il tuo sguardo, i tuoi occhi che erano così vivi e trionfanti e indifesi, e il desiderio che ho provato di poterli proteggere per sempre.-

Il ragazzo sospirò. -Era ancora tutto così nuovo, così giovane, allora. Forse è per questo che mi piace tanto la neve. Dopo tutte le fiamme e le scintille e la luce feroce che vedo durante l'anno, è bello osservare qualcosa che monda e accarezza, e sotto il cui tocco il mondo può rinascere.-

-Credi che anche noi potremo rinascere?- domandò la ragazza, mentre svoltavano in un vicolo. - Che possiamo sperare, un giorno, che qualcosa cambi?-.

-Noi non siamo creature della speranza, Bianca. Abbiamo rinunciato alla morte, ma questo significa anche rinunciare al cambiamento, alla metamorfosi. Non possiamo cambiare ciò che siamo, non possiamo alterare il nostro sentiero. Le nostre anime sono troppo assolute, troppo lontane dai cuori frammischiati di terra degli uomini, per poter mutare forma come i loro. Siamo fatti d'oro e di diamante, Hahaiah, non di creta. Se non questa notte.-

-Allora stringimi, Semjaz. Stringimi, finché saremo di carne, e potremo dimenticare quello che siamo.-

-Oh, tutte le cose che vorrei dirti- le accarezzò piano i capelli -tutte le memorie che vorrei raccontarti, tutti i pensieri che non ti ho mai rivelato...-

-Non importa, amore mio. Importa solo questo momento. Non c'è nulla, nulla di più bello e giusto e luminoso. Come può un abbraccio come questo non essere parte della melodia, dell'armonia che trama il mondo? Come può non essere una gioia per chi ci ha creati? Oh, perché è successo? Perché vi siete ribellati?-

-Non lo so più, Hahaiah. So solo che eravamo giovani, terribilmente giovani, e invidiavamo gli uomini e le loro vite e le loro risate. Sì, credo sia stato per questo che abbiamo iniziato a combattere. Per poter anche noi scegliere e amare e sbagliare; per poter apprendere e stupirci. Oh, tu non hai idea di quanto sia affascinante l'ombra: quanto sia meraviglioso dover scavare per scoprire i tesori, quanto risplenda la luce accanto al buio. Prima, quel bagliore mi aveva nauseato, quella soddisfazione immutabile mi annebbiava; ma dopo, oh, dopo, quanto l'abbiamo desiderata, quanto l'abbiamo cercata. Abbiamo perso la luce solo per ritrovarne il sapore, Hahaiah.-

-Mi dispiace. Mi dispiace tanto di non essere arrivata fino in fondo, Semjaz. Ma non credevo che non ci sarebbe stato perdono. Non credevo che questo patto si sarebbe disteso su tutto il nastro del tempo.- rabbrividì contro il suo petto. -E poi, poi non potevo lasciare i miei protetti. Non avrei potuto sopportare di non poter più aiutarli, di non poterli più proteggere mentre vivono, anche a costo di non vivere a mia volta. Solo stare tra le tue braccia mi fa sentire così accettata e così appagata come vegliare su di loro. Io,io sentivo di essere nata per questo. Ma sento di essere nata anche per stare accanto a te. E questo dubbio mi spezza il cuore.-

-E così ora abbiamo solo una notte, ogni anno, da trascorrere insieme.-

-Mi dispiace così tanto.-

Il ragazzo chiuse gli occhi, come in un perdono, come in una preghiera. -Non importa, Hahaiah. Non c'è tempo per scusarsi, non c'è tempo per i rimproveri e i rimorsi. C'è solo la neve, e ci sei tu, e questo mi basta.-

La ragazza sollevò il volto, e la sua luce lo colmò e gli bruciò il cuore.

Si fermarono; l'aria era fredda e candida, già dolce d'alba. Piano, un bagliore d'argento cominciò a tralucere dalle loro mani, dai loro visi, come scintille racchiuse nella carne. Con un sussulto, le loro dita si lasciarono.

Dietro di lei, l'argento si librò come ragnatele lucenti, e sulle sue spalle si distesero i riflessi di piume bianche, alte sopra la schiena. Veli evanescenti la avvolsero come corolle di fiori, una nebbia d'oro le incorniciò il volto. -Credi che un giorno potremo stare davvero insieme, Semjaz? Credi che il nostro amore sia abbastanza forte?-

Un fuoco nero avviluppò il ragazzo, aggrovigliandosi, e si rapprese in un paio di frastagliate ali di cuoio scuro; corna ricurve gli crebbero sulla fronte.-Non lo so; ma, anche se non apparteniamo alla speranza, io continuo a vederlo: noi che compriamo una casa...-

-...abbiamo dei bambini...-

-....chiacchieriamo di tutto mentre facciamo colazione...-

L'angelo e il demone si osservarono, e nei loro occhi visse tutta la gioia e tutto il dolore di millenni di notti, di millenni di baci. Poi i loro mondi li richiamarono, e anche quell'anno ognuno vide svanire l'altro.

La neve continuò a cadere, senza rumore.




   
 
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