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Autore: JaneBenn    02/09/2013    0 recensioni
Un mondo diviso in quattro o quattro quarti che formano un mondo?
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel mondo del Sud le cose erano diverse e non lo erano.
A Est c’erano questi omoni alti quanto giraffe e grossi come orsi. Le loro teste bucavano la nuvole e i loro occhi non vedevano che il cielo.
Potrebbe sembrare bello poter guardare sempre verso l’alto, ma non per loro.
“Mamma”, disse uno di quelli, “sono stanco di vedere uccelli e sentire il vento che mi scompiglia i capelli! Voglio andare giù, toccare il terreno, vedere cosa c’è ‘sotto’!”
La madre lo guardò un po’ scocciata sentendosi rivolgere per l’ennesima volta la solita domanda.
“Te l’ho già detto, non ci è permesso dalle leggi della natura di conoscere altro da questo cielo e da questi volatili. Se ‘sotto’ ci fosse qualcosa di particolare o utile non pensi che riusciremmo a prenderlo? Se ci fosse realmente qualcosa necessario alla nostra sopravvivenza non credi che ne potremmo avere accesso? Su ora smettila di parlare e torna con gli occhi su” ribatté la donnona facendo a sua volta rotare gli occhi verso l’azzurro.
Il più piccolo sbuffò di nuovo e rivolse un’occhiata veloce a Ovest dove, oltre il Fiume, oltre le distese di verde e oltre la nuvole bianche c’era il Regno dei Tutti.
La confusione che regnava lì non aveva eguali in nessun’altra parte: case su case costruite l’una sopra l’altra, uomini e donne che correvano da una parte all’altra della città in mezzo a macchine, animali, vestiti..
I semafori cambiavano colore in base al tempo e ognuno dormiva dove più gli piaceva.
Visto dall’alto sembrava una macchia di colori vivaci e sempre in movimento.
“Spazio! SPAZIOOOOOOO!” urlò un ragazzino in sella alla bici, mentre con grande prontezza scavalcava un vecchietto intento a leggere il giornale in mezzo alle strisce pedonali.
C’erano insomma piccoli spazi e troppe persone.
In mezzo a questo regno vi era un monte altissimo con una gabbia di elefanti rosa sulla cima. (Non cercate un senso a questo, dubito che ne avesse uno ma era così).
All’improvviso un giorno ci fu un qualcosa, che potremmo chiamare terremoto ma non sarebbe appropriato, che fece cadere la gabbia lungo il monte: questa si aprì e tutti i duemila elefanti che vi erano contenuti rotolarono in tutti i luoghi facendo tremare l’intero mondo.
Il Grande Fiume straripò e una forte corrente d’aria attraversò tutto il globo.
Il risultato fu che alcuni dei nostri abitanti si trovarono spostati ben oltre i loro confini.
I regni si confusero e niente sembrò più essere come prima.
Certo lo shock iniziale parve all’inizio insuperabile, ma non ci volle molto perché tutti apprezzassero le nuove collocazioni: gli omoni poterono facilmente tirare giù i frutti degli alberi più alti ai piccoli omini che lavoravano la terra, ricevendo da loro in cambio frutta e verdura.
Il triste Abitante solo fu più che lieto di ospitare nel suo regno un po’ di coloro che erano stipati nel Regno dei Tutti e da quel momento in poi non fu più solo, e ebbe la gioia di conoscere l’amicizia e l’amore.
Benefici, insomma, ce ne furono in abbondanza per tutti, ma sarebbe sleale dire che un nuovo mondo urge di nuove regole.
Così furono varate leggi e nominati prescelti per farle rispettare.
Avevano sbagliato a non essere curiosi, a non andare oltre, perché quella paura aveva precluso loro moltissime cose.
Ci furono momenti belli e brutti, ma quando quel mondo fu riunificato e i quarti divennero un uno,la gioia nello scoprire “l’altro” riempì il vuoto che avevano sempre avuto nel cuore.
 
 
 
  
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