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Autore: Eynis96    02/09/2013    2 recensioni
Questa fanfiction riposa nei documenti del mio computer da diverso tempo e in effetti non sono proprio sicura di volerla pubblicare ma l'ultima parola spetta a voi lettori :)
Dal testo: -Diciamo che ho perso una scommessa con Alice...qualche anno fa-
-Una scommessa eh?!-
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Renesmee Cullen | Coppie: Alice/Edward, Bella/Edward
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Successivo alla saga
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Dire che la curiosità mi stava logorando era quantomeno riduttivo.

Prima di uscire per andare a prendere Reneesme, che era rimasta per qualche ore a casa di mio padre Charlie, il mio gentil consorte Edward Cullen aveva dichiarato di non potermi accompagnare perchè doveva assolutamente fare una cosa con Alice, sulla quale non aveva voluto assolutamente esprimersi.

Forse stavo cominciando ad essere paranoica, ma mi sembrò di intravedere un lampo di...vergogna nei suoi occhi ambrati.

Questa “cosa” mi preoccupava non poco considerato chi coinvolgeva, e mi faceva venire in mente certi sgradevoli e annebbiati ricordi umani tipo il ballo di fine anno!

Comunque cercai di non sembrare troppo diffidente e non chiesi nulla, ma la mia inquietudine probabilmente mi si leggeva in faccia, perché Edward scoppiò in una fragorosa risata e mi stampò un bacio sulle labbra prima di andarsene, lasciandomi vagamente disorientata.

Vampira o no il suo effetto su di me era sempre lo stesso.

Quindi ora stavo sfrecciando sulla strada perennemente umida verso la casa di mio padre, più veloce del solito, per poter scoprire cosa stavano tramando quei due.

Appena arrivai sul vialetto e scesi dalla macchina fiutai un odore tanto sgradevole quanto familiare, e affacciandomi alla finestra vidi una scena topica della mia quotidianità: il mio migliore amico/ licantropo/ futuro fid...no, non ce la facevo seriamente a contemplare l'idea, che giocava allegramente con una Reneesme di appena sei anni.

Probabilmente anche lui fiutò il mio odore, perché mi aprì subito la porta di casa.

-Ciao Bella!-mi salutò con un gran sorriso

-Hei Jake!-ricambiai io, subito dopo però mi venne incontro Rennesme,che mi abbracciò e mi appoggiò una manina sulla guancia per raccontarmi la sua giornata dal nonno, tuttavia si interruppe subito poiché quest'ultimo stava scendendo le scale.

-Ciao Bella, sei venuta a prendere la piccola?- chiese mio padre con un'espressione rilassata.

Non c'era dubbio la presenza di Reneesme lo rendeva molto più tranquillo.

-Si papà, come stai? E Sue?-

-Mah non mi lamento, Sue è uscita a fare la spesa, sta sera grande cena- aggiunse soddisfatto.

Fui sinceramente contenta che avesse trovato qualcuno che si prendesse cura di lui.

-E il mio genero dov'è?- questa sua domanda riaccese la mia curiosità momentaneamente assopita.

-è rimasto a casa, doveva sbrigare delle cose con Alice- a quel nome Charlie si illuminò di nuovo e mi chiese anche di lei.

Alla fine dopo mezz'ora riuscimmo a partire, ma dovetti portare anche Jacob alla riserva perché non aveva voglia di trasformarsi, dopodiché visto che stavo guidando Reneesme mi raccontò la sua giornata, e appresi con piacere che aveva apprezzato la lezione del mattino con Carlisle.

Infatti mio suocero, si era offerto, con sua somma gioia, di fare da pedagogo alla piccola, visto che ovviamente non poteva frequentare una scuola normale.

Una volta arrivati a casa Cullen scesi dalla macchina, e presi mia figlia per mano, ma sebbene fossi in garage sentii con chiarezza una melodia che proveniva dall'interno.

Guardai Reneesme con aria interrogativa, ma la piccola si limitò a sorridere e a trascinarmi in soggiorno.

A quanto pare tutti sapevano qualcosa che io ignoravo, come al solito.

Quando entrammo nel soggiorno, o meglio nell'enorme salone dalle pareti color panna, ciò che vidi mi lasciò senza fiato.

Sul piano rialzato a sinistra c'era Edward che suonava il pianoforte con maestria, e per un momento mi persi a fissarlo, fino a che lui alzò lo sguardo, e ci rivolse uno dei suoi meravigliosi sorrisi, poi però alzò gli occhi al cielo facendo un cenno alla mia destra.

Lì a un metro e ottanta da terra Alys si stava librando in aria solo per atterrare perfettamente padrona di se stessa, poi si allungò e fece una quadrupla piroetta, vidi i muscoli delle sue gambe contrarsi e darle lo slancio per percorrere parte del salone con una grazia inumana quasi senza toccare il pavimento, mi accorsi solo allora che ai piedi aveva un paio di scarpe particolari, non mi ero mai interessata di balletto, ma credevo che si chiamassero punte.

Nel frattempo Reneesme affascinata dai movimenti della sua zia preferita si era avvicinata, e la osservava in ginocchio, la vampira se ne accorse subito, e con una grazia degna di una farfalla le si avvicinò come se questo movimento avesse fatto parte della coreografia, e le stampò un piccolo bacio sulla fronte.

Infine quando la musica terminò Alice smise di danzare rompendo quel momento magico ed intimo che stava condividendo con il fratello assumendo una posa perfetta.

Ormai ero vampira da qualche mese, ma ricordo che anche da umana avevo ammirato il portamento di mia cognata, quindi questa sua ulteriore prova di armoniosità mi aveva lascito senza parole.

Evidentemente anche Reneesme la pensava come me perché corse ad abbracciare la zia, la quale si presentò con un sorriso abbagliante.

-Zia per favore insegnami-supplicò la piccola

-Certo, quando sarai un po più grande ti insegnerò, ma vedrai che sarai bravissima- le promise Alice.

Nel frattempo Edward mi si era avvicinato posandomi una mano sui fianchi.

-Era questo che dovevi fare?- chiesi sbigottita.

Al che lui mi rivolse uno dei suoi sorrisi innocenti e splendenti ammiccando.

Poi però rivolse uno sguardo denso di sottintesi alla sorella, la quale si strinse nelle spalle sorridendo come per ringraziarlo, nel mentre in cui si girò piombò a terra da una delle travi del soffitto Jasper, che si complimentò con la sua compagna :-Ottima performance mia cara- la lodò con la morbida cadenza di un altro secolo, dopodiché uscirono tranquilli a braccetto.

-Diciamo che ho perso una scommessa con Alice...qualche anno fa- si giustificò Edward prendendo Reneesme in braccio, la quale immediatamente gli posò una mano sul volto marmoreo per comunicargli tutto quello che non sarebbe riuscita ad esprimere a parole.

-Una scommessa eh?-lo punzecchiai, scorgendo, ben nascosta, una ferita ancora aperta nonostante gli anni.

-Beh non sono perfetto come credi tu- mormorò quasi imbarazzato, come se fosse una sua grave mancanza.

Conoscevo bene quell'espressione, era quella che appariva sempre sul bellissimo volto di Edward quando univo all'interno della stessa frase le parole “noi” e “futuro” immediatamente volli stringerlo a me e giurargli che non conoscevo creatura più perfetta di lui, ma il fiato mi morì in gola.

Reneesme si turbò nel sentire il tono del padre così cupo, e gli toccò il collo con la mano fissandolo con i suoi occhioni marroni così simili ai miei.

Io rimasi incantata dall'intensità di quello sguardo, osservandoli assieme, che si sfioravano compresi quanto davvero tenessi a loro e seppi che li avrei protetti ad ogni costo.

I miei pensieri vennero interrotti dallo scoppio di una fragorosa risata di Edward, che accese di gioia anche gli occhi di Reneesme, a quanto pare ella aveva trovato il rimedio alla tristezza del padre.

Mio marito scosse la testa continuando a sorridere e fece scendere la piccola dalle sue gambe, la quale corse di sopra a giocare con l'espressione di una bambina che aveva appena salvato il mondo.

-Potresti spiegarmi, di grazia, cosa sta succedendo qui?Ma perchè sono sempre l'ultima a capire la cose sia da umana che da vampira!?- borbottai lievemente stizzita dalla mia inettitudine, se non lo avessi già scoperto avrei potuto pensare che quello era il mio super-potere da immortale: una goffaggine degna di me da umana ma bensì elevata al quadrato!.

Edward mi rivolse uno dei suoi sorrisi sghembi per i quali, se avessi avuto ancora un cuore, avrei di certo avuto un infarto.

-Beh diciamo che tua figlia ha una spiccata dote nell'osservare i comportamenti delle persone, ed ha intelligentemente notato che l'unica cosa che mi fa stare meglio quando il lato cupo di me stesso prevale per un attimo...- esitò per un momento prendendomi il mento.

Io trattenni il fiato:- Sei tu-

Poi mi baciò con trasporto, in un modo che trasudava amore, passione e desiderio di conforto.

Ovviamente, se pensava che io avrei smesso per prima si sbagliava di grosso, l'autocontrollo non era mai stato il mio forte, quindi mi strinsi ancora di più a lui affondando le mani nei suoi capelli ramati cercando di trasmettergli tutto quello che provavo per lui che era indescrivibile a parole.

-Direi che nostra figlia ha un ottimo spirito di osservazione- mormorai staccandomi da lui per riprendere fiato.

Non mi ero accorta che ci fossimo spostati, ora eravamo sdraiati sull'enorme divano di casa Cullen color della neve.

Edward mi guardava ormai sereno ed io mi accoccolai ancora di più contro di lui.

Lui era il mio porto sicuro, la mia roccia, la fonte della mia felicità.

E lo sarebbe stato per sempre.

  
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