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Autore: Alley    03/09/2013    4 recensioni
Lavorare per lo S.H.I.E.L.D. comporta innumerevoli vantaggi: cospicue anticipazioni su catastrofi mondiali e minacce planetarie (dovrebbe trattarsi di informazioni riservate ma, ehi, non è mica colpa di Darcy se l’ufficio di Coulson non è insonorizzato e dalla sua postazione si sente tutto), aitanti agenti che ti sfilano davanti agli occhi con divise attillatissime, una lauta retribuzione…
Certo, c’è anche qualche effetto collaterale. Può capitare, per esempio, di venir avvicinati da sedicenti distributori di buoni sconto da spendere da Kiko e, un secondo dopo, ritrovarsi legati e bendati all’interno di un’auto, un camion o un furgone.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Agente Phil Coulson, Clint Barton/Occhio di Falco, Darcy Lewis, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Darcy's world ~ Diario di una fangirl'
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N.B. Questa storia è legata alla one shot I want to be (a) famous (fanwriter), appartenente alla stessa serie. Non è necessario averla letta per poterla comprendere, ma sono presenti dei rimandi.




Lavorare per lo S.H.I.E.L.D. comporta innumerevoli vantaggi: cospicue anticipazioni su catastrofi mondiali e minacce planetarie (dovrebbe trattarsi di informazioni riservate ma, ehi, non è mica colpa di Darcy se l’ufficio di Coulson non è insonorizzato e dalla sua postazione si sente tutto), aitanti agenti che ti sfilano davanti agli occhi con divise attillatissime, una lauta retribuzione…
 
Certo, c’è anche qualche effetto collaterale. Può capitare, per esempio, di venir avvicinati da sedicenti distributori di buoni sconto da spendere da Kiko - sì, sua madre le ha insegnato che non bisogna dar confidenza agli estranei (ora che ci pensa, gliel’ha detto anche Coulson quando l’ha reclutata), ma da Kiko vendono smalti favolosi e il tizio aveva un badge e sembrava veramente un bravo ragazzo. Forse un po’rozzo e parecchio più grosso della norma, ok, ma aveva un sorriso gentile e poi, parliamoci chiaro, quale donna avrebbe resistito ai buoni sconto per Kiko? - e, un secondo dopo, ritrovarsi legati e bendati all’interno di un’auto, un camion o un furgone. Aveva già gli occhi coperti quando è stata scaraventata nel mezzo in questione, quindi non sa di cosa si tratti, ma propende decisamente per il furgone. Nei film, almeno, usano sempre quelli per i rapimenti.
 
“Mettila lì” ordina perentoria una voce maschile e Armadio A Due Ante – il finto distributore di buoni sconto con il sorriso (apparentemente) gentile - sbuffa contrariato.
 
“Fallo tu” replica seccato “Io l’ho già trascinata fin qui. Pesa come un elefante.”
 
“Credo che tu abbia bisogno di un altro po’di palestra” si intromette Darcy, piccata “Ho perso dieci chili negli ultimi due mesi.”
 
Forse non proprio dieci - due o tre, forse quattro – ma di sicuro non pesa come un elefante.
 
“E va bene” acconsente l’altro e Darcy viene afferrata per la vita ed inchiodata ad una sedia.
 
“Ehi, potresti essere un po’più delicato? Gli ostaggi vanno trattati con riguardo, altrimenti niente riscatto.”
 
“E chi ti ha detto che vogliamo un riscatto?” domanda Armadio A Due Ante, mentre il suo collega incatena le caviglie di Darcy ai piedi della seggiola.
 
“Beh, di solito è così che funziona” risponde lei, facendo spallucce “Ma, vi avverto, mio padre fa l’operaio e mia madre la casalinga. Hanno a stento i soldi per pagarmi l’università, quindi non-”
 
“Non ci interessa il denaro” la interrompe Armadio A Due Ante e, nel frattempo, l’altro malfattore le intrappola i polsi dietro lo schienale.
 
“E allora cosa volete?”
 
“I Vendicatori”
 
“Come?”
 
“I Vendicatori” ripete Armadio A Due Ante e il suo amico, portato a termine il lavoro, si rimette in piedi.
 
“Sappiamo che lavori per loro.”

“Non proprio, in realtà. Tecnicamente, sono quasi la cognata di Thor, ma non si può dire che-”
 
“Se non si consegneranno entro le prossime ventiquattro ore-”
 
“Mi ucciderete.”
 
“Esatto.”
 
“Prevedibile” commenta Darcy, reprimendo un sospiro “E come avete intenzione di contattarli, sentiamo?”
 
Il silenzio che ottiene in risposta è estremamente eloquente.
 
“Beh, noi…”
 
Fantastico. Si è fatta rapire e imbalsamare da due trogloditi.
 
Brava Darcy, ottimo lavoro. Coulson ti butterà fuori a calci
 
“Prendete il mio cellulare. È nella tasca di destra.”
 
“È proprio quello che avevamo intenzione di fare.”
 
“Certo, come no.”
 
“Chi dobbiamo chiamare?”
 
“Scorri la rubrica, sotto ‘Camille’, che è mia sorella, troverai ‘Capitan America’.”
 
Darcy sente il ticchettio dei tasti ed è solo perché è legata che non sbatte la testa contro il muro.
 
“Non lo trovo…”
 
“Santo cielo, pensi che abbia davvero il numero di Capitan America?”
 
Magari…
 
“Hai quella di Iron Man?”
 
“Non ho i numeri dei Vendicatori.”
 
“E allora come facciamo a chiamarli?!”
 
Darcy sente un rumore di passi ed un istante dopo viene strattonata violentemente.
 
“Ascolta ragazzina, se ci stai prendendo in giro sappi che-”
 
“Non vi sto prendendo in giro!” ribatte Darcy, cercando di sottrarsi alla presa “Chiamate ‘Phil Coulson’ e parlate con lui.”
 
“E chi sarebbe? Hulk?”
 
“No” risponde Darcy e non sa se ridere o piangere “Non è un Vendicatore, ma potete rivolgervi a lui, ve lo garantisco.”
 
“Spiegagli la situazione” ordina Armadio A Due Ante e le preme il cellulare contro l’orecchio.
 
“Pronto?”
 
Oh, no
 
“Barton?”
 
“Lewis?”
 
“Perché mi hai risposto tu? Non voglio parlare con te.”
 
“Nemmeno io” replica l’altro, seccato “Come fai ad avere il numero di Coulson?”
 
“Rimanda la scenata di gelosia ad un altro momento, per favore, e passamelo.”
 
“Che cosa vuoi?”
 
“Niente proposte indecenti, tranquillo.”
 
“Vai al sodo” sibila minaccioso Armadio A Due Ante e Darcy decide che è meglio non mettere alla prova la sua pazienza. Il fatto che sia stupido non lo rende necessariamente innocuo.
 
“Mi hanno rapita.”
 
“Ma davvero?” chiede Barton e il tono non è affatto quello di una persona dispiaciuta né tanto meno preoccupata.
 
“Non ti dico di metterti a piangere, ma almeno non mostrarti entusiasta.”
 
“Chi è stato? Voglio mandargli dei fiori per ringraziarlo.”
 
Quando Darcy sente la voce di Coulson – Barton, quante volte ti ho detto di non toccare il mio telefono?! – tira un sospiro di sollievo.
 
“Signorina Lewis, che succede?”
 
“Agente, per fortuna!” esclama sollevata “Ascolti, mi hanno…”
 
Darcy si rende improvvisamente conto di quanto sia imbarazzante dover raccontare al proprio capo d’esser cascata nella trappola di due finti distributori di buoni sconto senza cervello ed esita per qualche istante.
 
“…assalita. E poi legata.”
 
“È ferita?”

“No, sto bene.”
 
Un peccato si leva dall’altra parte della cornetta e Darcy si sforza di ignorarlo.
 
“I rapitori vogliono...i Vendicatori.”
 
Coulson zittisce immediatamente la risata scoppiata in sottofondo.
 
“I Vendicatori?”
 
“I Vendicatori. Se non si presenteranno entro le prossime ventiquattro ore-”
 
“La uccideranno” conclude Coulson desolato. Darcy pensa che i supercattivi dovrebbero rinnovare il proprio repertorio.
 
Prima che la giovane abbia il tempo di aggiungere altro, Armadio A Due Ante allontana il cellulare dal suo volto.
 
“Metti il vivavoce” mormora il compagno e poi alza il tono affinché le sue parole siano udibili dall’interlocutore “Niente scherzi. Se non avremo i Vendicatori, ve la restituiremo a pezzi.”
 
“Magnifico. A quel punto basterà non rimontarla.”
 
“Non sono un mobile Ikea, Barton.”
 
“Se domani a quest’ora non saranno tutti qui, le taglieremo un orecchio.”
 
“Un orecchio?” chiede Armadio A Due Ante, perplesso “Non avevamo detto un dito?”
 
“Non si potrebbe fare una ciocca di capelli o un’unghia? Le orecchie mi servono – mi hanno appena restituito l’iPod – e per usare la tastiera le dita sono indispensa-”
 
“Io propongo la lingua.”
 
“Nessuno ha chiesto il tuo parere, idiota.”
 
“Signore, la sua segretaria mi sta calunniando.”
 
“Silenzio!” tuona Armadio A Due Ante “O le taglieremo direttamente la gola.”
 
“Non ce ne sarà bisogno” interviene Coulson, il tono asciutto e conciliatore “La faccenda sarà risolta entro domani.”
 
“Sarà meglio per la vostra amica” ringhia l’uomo e, per la prima volta, Darcy sente un brivido di terrore attraversarle la schiena.
 
“Andrà tutto bene, signorina Lewis” la rassicura Coulson, quasi come se l’avesse avvertito, e la sua voce è così confortante che Darcy non può fare a meno di crederci.
 
*
 
Quando si sveglia, chissà quante ore più tardi, Coulson è inginocchiato di fronte a lei e sta sciogliendo le corde che le bloccano le caviglie.
 
“Buongiorno, signorina Lewis.”
 
“Agente!” esclama sbalordita “Come ha fatto a trovarmi?”
 
“Non posso svelarle i trucchi dello S.H.I.E.L.D., altrimenti…”
 
“Dovrei ucciderla” l’anticipa Darcy “È meglio che non me lo dica, allora. C’è già abbastanza gente che vuole farmi fuori.”
 
“È sicura di star bene?”
 
“Assolutamente. Sono solo un po’indolenzita – questa sedia è terribilmente scomoda – e ho un torcicollo tremendo, ma per il resto sono a posto.”
 
Mentre Coulson armeggia con le funi, Darcy si guarda attorno. Non si trovano in un furgone, ma in quello che ha l’aria di essere un magazzino abbandonato – altro clichè terribilmente scandente. Probabilmente, Armadio e il suo amico l’hanno portata lì quando si è addormentata.
 
“Dove sono?” domanda all’improvviso “I rapitori, dove sono?”
 
“Non li ho incrociati. Saranno andati a prendere qualcosa al bar di fronte.”
 
“E se tornassero?” chiede Darcy allarmata “Quello che mi ha, ehm…attaccata è bello grosso. Non ci sono i rinforzi?”
 
“Più o meno” risponde Coulson, che nel frattempo ha districato il primo nodo “Ma non ce ne sarà bisogno, mi creda.”
 
“Ehi! Che diavolo stai facendo?”
 
Armadio A Due Ante compare sulla soglia e a Darcy pare ancor più grosso di come lo ricordasse. A giudicare dall’espressione inferocita che sfoggia, non è per niente contento.
 
 “Salve” lo saluta Coulson, senza smettere di trafficare con le corde “Sto liberando la mia segretaria.”
 
“È uno scherzo?”
 
“Nient’affatto” risponde e Darcy deglutisce rumorosamente mentre Armadio avanza verso di loro.
 
“Agente, non pensa che sarebbe meglio-?”
 
“Forse non sa” riprende Coulson, ignorandola “che il sequestro di persona è un reato.”
 
“Avevamo fatto un patto!” protesta Armadio e Coulson aggrotta la fronte “Davvero? A me non risulta.”
 
“Ieri al telefono-”
 
“Ieri al telefono le ho detto che la faccenda sarebbe stata risolta, ma non le ho detto come
 
Il volto di Armadio si contrae in una smorfia ancor più irritata. A Darcy non piace per niente il modo in cui digrigna i denti e comincia a pensare che Coulson nutra un po’troppa fiducia nel prossimo per parlare a quel modo e mantenere quella calma.
 
“Va bene” ribatte Armadio, ormai giunto ad un passo da loro, e Darcy spera che almeno non gli riservi una morte dolorosa “L’hai voluto-”
 
A quel punto, accade l’incredibile.
 
Nel momento stesso in cui Armadio si china su di lui, Coulson piega il braccio e il suo gomito lo centra in pieno lo stomaco. L’uomo geme e non ha nemmeno il tempo di coprirsi con le braccia che l’agente gli assesta un’altra gomitata. Darcy vede Armadio piegarsi su se stesso con un lamento ancor più forte.
 
“Mi perdoni, signorina Lewis.”
 
Coulson si alza, si volta e il pugno con cui colpisce Armadio è seguito da uno scricchiolio sinistro che, probabilmente, sta ad indicare un naso rotto, uno zigomo fratturato oppure entrambe le cose. A giudicare dalla quantità di sangue che ricopre il viso dell’uomo, la terza opzione è quella più plausibile.
 
Segue un calcio sferrato negli stinchi e Armadio crolla a terra con un tonfo.
 
È lo spettacolo più terribile ed eccitante al quale Darcy abbia mai assistito.
 
“Lei è un criminale e anche un maleducato. Non si trattano così le signore” lo rimprovera Coulson, sistemandosi la giacca, e Darcy è ben felice di essere legata come un salame, perché altrimenti gli salterebbe addosso sedutastante e no, non sarebbe molto professionale da parte sua.
 
Un rumore – una via di mezzo tra un singhiozzo e un miagolio – risuona all’improvviso e tutti e due – Darcy e Coulson. Armadio non è nelle condizioni di muoversi – si girano verso la porta.
 
Un uomo basso e tarchiato è fermo – impietrito – sulla soglia, con la bocca spalancata e gli occhi sgranati. Malgrado non l’abbia visto in faccia, Darcy è sicura si tratti dell’altro rapitore.
 
“Posso fare qualcosa per lei?” domanda Coulson in tono cordiale e Dio mio, Barton ha ragione, è la cosa più sexy che abbia mai visto in vita mia
 
L’uomo se la dà a gambe senza rispondere – era l’altro rapitore, sì – e Coulson si pulisce la mano sporca di sangue con la giacca prima di superare la sedia e accovacciarsi nuovamente.
 
"Agente, lei è davvero-"
 
"Sorprendente"
 
Barton, l’arco stretto in mano e la faretra in spalla, appare all’improvviso sul davanzale della finestra e lo scavalca con un balzo.
 
"Stark è stato in analisi per un mese, dopo averlo visto sul campo la prima volta."
 
"Almeno a lui è bastato un mese" osserva Coulson e, anche se non può vederlo in volto e il tono non lascia trapelare alcunché, Darcy è sicura che stia sorridendo.
 
Barton finge di non cogliere la frecciata e lancia un’occhiata sconsolata ad Armadio, ancora riverso sul pavimento.
 
“Perché non mi ha aspettato? Volevo divertirmi anch’io.”
 
“L’ho fatto” replica Coulson serafico “Sei tu che sei in ritardo.”
 
“Lo so” ghigna Barton in risposta “Tra dieci minuti sarebbe scaduto l’ultimatum e avrebbero cominciato a farla a pezzi. Valeva la pena temporeggiare.”
 
Nel frattempo, Coulson ha sciolto l’ultimo nodo e Darcy, finalmente libera, è pronta a riservare a Barton lo stesso trattamento ricevuto da Armadio.
 
Fa per alzarsi dalla sedia quando un’idea di gran lunga più appetibile le balena in mente e si lascia teatralmente ricadere.
 
“Ahi, la gamba!” si lamenta, chinandosi a massaggiarla.
 
“Ce la fa ad alzarsi?”
 
“Non credo” risponde, fingendosi desolata “Accidenti.”
 
“Ma se fino a un attimo fa non avevi nulla?”
 
“Barton” lo ammonisce Coulson, lanciandogli un’occhiataccia, e Darcy si concede un sorrisetto compiaciuto mentre nessuno dei due la guarda.
 
“È la verità! Si stava rimettendo in piedi e poi-”
 
“Mi fa malissimo.”
 
“Non si preoccupi, ci penso io.”
 
Coulson le cinge la vita, le solleva delicatamente le gambe e la prende in braccio. Darcy si aggrappa al suo collo come un koala e si gode l’espressione indispettita di Barton e il modo in cui serra la presa attorno all’arco.
 
“Grazie, agente. Lei è un uomo d’altri tempi.”
 
Quando raggiungono l’uscio, Darcy volta la testa, sorride amabilmente in direzione di Clint e gli fa la linguaccia. Darebbe qualsiasi cosa per poter scattare una foto alla sua faccia in quel momento.
 
*
 
“Darcy, stai bene?”
 
Jane le getta le braccia al collo e Darcy ricambia l’abbraccio.
 
“Sto bene, sta tranquilla.”
 
Dopo qualche secondo, Jane si allontana e la squadra preoccupata.
 
“Sei sicura che questo lavoro non sia troppo pericoloso?”
 
“Sicurissima” ribatte Darcy, risoluta “Se non avessi accettato quest’incarico, non avrei mai scoperto che Coulson è un incrocio tra un ninja e Jackie Chan.”
 
“Coulson?” domanda Jane perplessa “Che vuoi dire?”
 
“Stasera vai sulla mia pagina autrice e lo scoprirai.”
 
Avere sempre qualcosa da raccontare. Questo è un altro degli innumerevoli vantaggi che lavorare per lo S.H.I.E.L.D. comporta.
 
*
 
Quando Tony legge l’introduzione dell’ultima storia postata non può fare a meno di sgranare gli occhi.
 
“Incredibile!” esclama sbalordito “La gente sarebbe disposta a qualsiasi cosa pur di raccattare recensioni!”
 
“Tony, che succede?” domanda Pepper, facendo capolino da dietro la porta.
 
“Niente, tesoro” risponde lui, abbassando lo schermo del portatile “Stavo leggendo un articolo su…la meccanica, ecco, ed è pieno zeppo di imprecisioni. Non è facile accettare l’ignoranza altrui, quando sei un genio.”
 
Pepper scuote la testa con divertita esasperazione e torna in cucina.
 
“Adesso la segnalo” borbotta Tony a bassa voce “Così questa ‘Avengerina86’ impara a scrivere sciocchezze come Tratto da una storia vera per attirare i lettori!”












Note
- "Kiko" è un marchio italiano di cosmetica. Le mie amiche ne adorano gli smalti e ho deciso di omaggiale attribuendo la stessa passione a Darcy.
Colgo l'occasione per chiedo perdono a tutti coloro che stanno seguendo la mia long e le mie raccolte, ma in questo periodo riesco a scrivere soltanto storie estremamente stupide leggere e non so proprio quando troverò il tempo e il modo di aggiornare quelle in corso. Spero abbiate la pazienza di attendere.
Riguardo a questa storia, non ho molto da dire. Semplicemente, ho una voglia matta di scrivere di Darcy - perchè amo il suo personaggio e mi diverto moltissimo a raccontarlo - e, allora, ho trasformato "I want to be (a) famous (fanwriter)" in una serie, di cui questa one shot costituisce il secondo episodio.
*saluta con la manina*
  
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