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Autore: demilennon    03/09/2013    4 recensioni
"Mi prometti che rimarrai con me fino all'ultimo giorno della mia vita? E ,che ogni volta che ti farò del male,mi perdonerai? Ma soprattutto mi prometti che mi amerai ogni minuto della tua vita come farò io?"
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                      Baby, it's you

Prologo.

 

12-09-1958

“Sveglia Stella, sono già le 8 meno un quarto, non vorrai fare tardi il primo giorno di scuola!”

La voce acutissima di mia madre risuonava in tutta la stanza, certe volte pensavo che quella donna era sulla buona strada per diventare una cantante lirica. E cosa dite, non è un buon modo per iniziare l’anno scolastico quello di essere svegliati da una voce del genere? Non nel caso in cui con fare sinistro ti chiede di abbandonare un comodo rifugio come il letto. Ma sfortunatamente le sveglie erano troppo “silenziose” per svegliare un ghiro come me e potevo fare affidamento solo su quella voce stridula per ricordare che era già il dodici di settembre e stava per iniziare di nuovo la scuola.

Sì, la scuola, un misto tra amore e odio, dolce e salato, chiaro e scuro. Potrebbe essere meravigliosa senza i compiti, le interrogazioni, i prof apatici e le lunghe spiegazioni che a volte sembrano più ninne nanna che altro. Tutto sommato non potevo di certo lamentarmi dei miei voti, piuttosto nella media.

“Altri 5 minuti, ti prego.”
“Assolutamente no, se perdi l’autobus vai a piedi, e l’autobus passa esattamente tra 27 minuti.”


Scesi dal letto guardando mia madre in cagnesco e mi diressi verso il bagno. Ottimo, i miei capelli avevano creato una massa informe  così cercai di aggiustarli al meglio nelle mie possibilità, dopo presi la prima gonna che trovai nell’armadio e la indossai. Era una gonna nera, ampia e a vita alta, ovviamente lunghissima. Decisi di abbinarla ad una camicia bianca. Con il black&white si va sempre sul sicuro, del resto. Feci velocemente colazione e una volta uscita, sorpresa delle sorprese, incontrai John, il mio migliore amico.

“John!” urlai sorridendo “Finalmente un volto amico.”
“E che volto...” Rispose con fare soddisfatto indicando il suo bel faccino
“Modesto, eh?”
“Come sempre. La mia bella Stellina è pronta a passarmi tutti i compiti in classe per un altro anno e soprattutto ad ascoltare tutte le mie stronzate?”
“Ho vie di scampo?”
“No, ovviamente”

“Ottimo, allora direi che dovrò proprio adattarmi” e gli stampai un bacio sulla guancia sinistra.

John era uno di quei ragazzi che si comportavano da duri ma che in realtà avevano un cuore d’oro. La sua era una specie di corazza. Lo conoscevo da almeno 15 anni perché sua zia Mimi e mia madre erano molto amiche, e così da piccoli ci trovavamo spesso a giocare insieme mentre le sue signore prendevano il tè delle cinque. Avevo imparato a comprenderlo ed in fondo avevo capito che non era così male come voleva far credere. Sotto sotto era un ragazzo dolcissimo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per le persone alle quali voleva bene, che si potevano contare sulle dita di una mano, nonostante il mondo fosse stato crudele con lui non concedendogli una famiglia normale. In questo campo avevamo molto in comune, poiché mio padre era morto in guerra e mia madre aveva sposato un uomo che non avevo mai sopportato, jack. John era un po’ tutto; era il mio confidente, il mio amico, il mio consulente, il padre che mi era sempre mancato, e non lo avrei abbandonato per nulla al mondo.

“Diana, Carly, come state?”
“Bene!”
Risposero insieme.
“Stella, sai dov’è finito John?” Mi chiese Diana.
“Si, guarda, è all’entrata.” Risposi

Odiavo quella ragazza. Faceva l’oca con tutti i ragazzi, leggenda narra che se li fosse scopati tutti, John compreso, il quale era stato con centinaia di ragazze. Una bella coppia in termini di fedeltà, insomma.

Carly mi prese per una mano.
Lei si che mi capiva, ci conoscevamo da poco più di un anno, eppure mi sembrava di conoscerla da sempre. Chissà, forse in una vita passata ci eravamo incontrate. A lei confidavo tutto, o quasi.

 
  
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