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Autore: its_sof    03/09/2013    2 recensioni
Prese la penna ad inchiostro blu:
“Cari One Direction,
grazie per tutto, grazie veramente.
Vi amo con tutta la mia anima.
Sincerly, me”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A volte ci si innamora senza rendersene conto. A volte si soffre per amore. A volte lo si lascia andare, stanchi di morire dentro. Ma, a volte, il vincitore è un semplice sognatore che non ha mai mollato.
 
Sophie, una semplice ragazzina di 13 anni con una semplice vita. Veniva sempre trattata da principessa, ogni suo desiderio era un ordine per i suoi genitori.
Prima della classe, forse per questo che i suoi non le facevano mancare nulla. Ma c’è una cosa, una piccola malattia(se si può chiamare così), che nessuno poteva comprare per lei. La doveva cercare e trovare da sola.
Aveva un fratello, più grande di lei all’incirca di due anni.
Lui era il suo esatto contrario.
Lei, prima della classe. Lui, il peggiore.
Lei, ragazza per bene. Lui, non conosceva regole.
Lei, tutto il giorno a casa. Lui, si vedeva solo alle 20 per cenare.
Lei, introversa. Lui, estroverso.
Lei, nessuna idea della vita fuori da casa. Lui, ne aveva già fatto la pelle.
Alla sua età si deve intraprendere una strada, ma le vie sono solo due.
O decidi di essere un’emarginata, sfigata per il resto del liceo, o iniziare a far uso di droghe, andare a letto con i “fighi del quartiere”.
Lei, alla sua età, non sapeva ancora dell’esistenza di queste due ramificazioni nella vita di ogni singolo adolescente. E neanche nella sua.
 
Novembre 2011
Domenica pomeriggio.
Imbattutasi in un video della band anglo-irlandese, il suo stomaco iniziò a stringersi. Strano effetto del suo organismo che lei non aveva mai provato. 
Iniziò a cercare su internet più informazioni su questa band, lesse la loro storia, sentì le loro canzoni.
Il cuore iniziò a battere all’impazzata, non seppe che fare, si era immobilizzata davanti allo schermo del suo Mac. Iniziò a piangere, senza motivo, lei era la prima che voleva saperlo.
Non aveva mai pianto così tanto in tutta la sua vita.
“che cosa mi sta succedendo?” continuava a chiedersi a se stessa mentre asciugava una lacrima uscita dai propri occhi.
Non si era resa conto che aveva appena contratto la malattia citata prima. Non si era resa conto di aver trovato l’amore. Non si era resa conto di aver intrapreso la strada dell’emarginata e della sfigata per il resto del liceo.
 
 
Novembre 2012
Ormai la ragazzina aveva compiuto 14 anni a giugno. Era venuta a conoscenza delle due ramificazioni della vita di ogni adolescente. Era venuta a conoscenza della strada intrapresa da lei stessa.
Aveva passato il suo ultimo anno delle medie amaramente. Veniva denigrata, giudicata, maltrattata da tutti i compagni. Ma soprattutto, veniva picchiata.
Solo che lei se ne fregava di tutto quanto. Se ne fregava perché si sentiva bene quando si metteva quelle maledette cuffiette. Aveva sempre in mente che “la gente cerca ciò che per lei sarebbe la loro felicità, cerca di portarti verso il loro ‘paradiso’, dipende solamente che paradiso decidi di scegliere”.
Non le interessavano i bulli che la picchiavano solo per dei gusti musicali, non le interessava per niente. Voleva soltanto stare bene, e con delle cuffie alle orecchie si sentiva più che bene.
 
 
Ogni giorno sempre più speranzosa che un giorno incontri quei cinque ragazzi che le hanno rubato il cuore.
Quel giorno arrivò. Era l’1 novembre 2012.
Ma non fu la volta buona.
Andò in Malpensa, loro erano in hotel.
Andò nel hotel sbagliato.
Sua madre si arrabbiò con lei per i terribili voti a scuola.
La madre sempre più disperata, voleva sapere che cosa stesse succedendo alla figlia perfetta desiderata da lei.
 
Uscirono i biglietti per il loro concerto qui in Italia due giorni dopo dell’accaduto con la madre. Quest’ultima, essendo arrabbiata, non comprò alla figlia il biglietto. Si congedò con un semplice “hai già i loro cd, ascoltali lì”.
La figlia, sempre più disperata, delle notti non dormiva, mangiava dalla mattina alla sera, aveva gli occhi lucidi tutto il giorno, tutti i giorni. Non sapeva con chi confidarsi, le venne in mente di andare da uno psicologo, ma non aveva soldi per pagarlo. Decise di comprare, o meglio, rubare, un diario. Nessuno la capiva, tranne, secondo lei, la band tanto amata. Decise di esprimere sentimenti, problemi e situazioni famigliari dentro quel diario.
 
Iniziò a scrivere:
“cari One Direction,
ho deciso di scrivervi attraverso questo diario.
Non avrò mai la possibilità di vedervi e dirvi tutto ciò che ho da dirvi, non mi basterebbero 5 secondi, ovvero il tempo di firmare un autografo. Allora vi scrivo qua, lo so, sono consapevole che non leggerete mai quello che ho da dirvi.
Il solo pensarvi mi ha fatto venire la voglia di scrivervi. Vi scrivo per liberarmi, per esprimere pensieri, sentimenti e problemi.
Sono solamente stanca, perché vi amo con tutto il cuore, vi amo più di qualsiasi altra persona che ho amato per lungo tempo.
Non posso andare avanti così, non ci riesco.
Ho bisogno di sapere che voi ci sarete sempre per me. Ho bisogno di voi al mio fianco, tutto il giorno e tutta la notte.
Voi significate tutto per me, non posso rischiare l’unica chance che ho di incontrarvi.
Vi amo tanto, per sempre e sempre.
Non ho mai pensato che tutto questo potesse accadere. Sono in lacrime in questo momento sapendo che vi amo tanto, ma voi non sapete nemmeno chi sia io. E questo è ciò che mi fa morire dentro.
Noi ci vedremo, ve lo prometto.
Forever yours”
       
 
Maggio 2013
Il mese dopo la ragazza avrebbe compiuto 15 anni. Ormai era alla fine del suo primo anno di liceo. Si riprese abbastanza nello studio, ma non era ancora arrivata al livello desiderato della madre.
Non più vittima di bullismo, la ragazzina iniziò la sua vita normale. Chiese aiuto a suo fratello, ormai di 17 anni, per capire come muoversi in caso di una ‘rissa’. Il ragazzo non sapeva che sua sorella era vittima di bullismo fino a un anno fa. Le diede lezioni, lei man mano che i giorni passavano apprendeva una mossa nuova. Certo, non poteva essere al livello di suo fratello, ma i ‘passi base’ li aveva appresi. Ora lei era più forte, lei ora poteva ritornare dai bulli delle medie e dargli una lezione.
L’unico momento di vulnerabilità assoluta durante tutte le 24 ore, era il momento in cui apriva quel diario in cui ci scriveva di tutto.
 
7 maggio 2013, ore 19:58. Data molto importante per la ragazzina. Quel giorno capì di aver raggiunto il suo obbiettivo scritto nella prima pagina del diario: “Noi ci vedremo, ve lo prometto.”
Quel giorno aveva capito di aver soddisfatto sua madre, tanto da poterle comprare un biglietto per vedere la band tanto amata.
Settore B23
Fila 6
Posto 18
 
Prese il diario e scrisse:
“cari One Direction,
ce l’ho fatta, vi vedrò il 20 maggio.
Ve lo avevo promesso.
Ci vediamo presto.
Forever Yours”
 
 
Giugno 2013
La scuola era finita, la ragazzina ormai aveva 15 anni. Non era più la ragazzina indifesa di 13 anni, ora lei era più forte.
Era passato il concerto, solo il giorno dopo si era resa conto di aver visto la ragione della sua vita davanti agli occhi. Si era ritrovata a terra, con un cuscino al petto, rannicchiata su un loro poster, a piangere, a urlare, a gridare, a parlare da sola.
Il 20 giugno si creò una playlist con la scaletta del concerto e alle 20.40 si mise le cuffie e se l’ascoltò tutta.
Solo in quel momento capì quanta differenza ci fosse fra una voce registrata e una sentita dal vivo. Più la playlist andava avanti con le canzoni più le lacrime scendevano. Più la playlist andava avanti con le canzoni più lei sentiva quest’ultime come canzoncine canticchiate da loro cinque. Si era resa conto che le canzoni registrate non dessero molte emozioni come le danno le canzoni sentite dal vivo.
Continuò a scrivere sul suo diario, tutti i giorni. Continuava a scrivere quanto li mancasse e quanto li volesse al loro fianco.
Scriveva due pagine al giorno. Appena prendeva la penna e scriveva iniziava a piangere. Fin quando non si stancò della sua situazione e smise di scrivere e seguirli.
Da quando messe il diario infondo al cassetto, piangeva tutti i giorni.
 
Non era più la ragazza forte di 15 anni, bensì la ragazzina indifesa di 13 anni. Più i giorni passavano, più lei si indeboliva.
 
Luglio 2013
Non riusciva più a sopportare quelle giornate.
Aprì il cassetto che si era promessa di non aprire e ne estrasse il diario.
Iniziò a sfogliare le pagine e arrivare a quella vuota, che aspettava di essere riempita di inchiostro blu.
“Cari One Direction,
come state?”
 
la ragazza si fermò, non scrisse più, perché non aveva nulla da dire. A distanza di tre settimane, non aveva nulla da dire. Infondo in quelle tre settimane piangeva e basta.
Si sentiva in colpa per tutto quello che è successo.
Chiuse il diario e lo ripose al suo posto.
Due giorni dopo sarebbe partita. Due giorni dopo sarebbe stato il 15 luglio. Due giorni dopo, per arrivare alla meta desiderata, passò davanti ad un luogo. Due giorni dopo, passò davanti al Forum di Assago.
Quando lesse “Assago, 700 metri”, si preparò psicologicamente.
“sarò in grado di non piangere?” si domandò infinite volte.
Ma poi passò davanti a quel forum, e le lacrime scesero da sole, come automatiche.
Aveva la sensazione di essere finalmente ritornata a casa, dopo due mesi di totale solitudine.
Lo guardò con le lacrime agli occhi e pensò che fosse ritornata al giorno del concerto. Solo che, a due mesi di distanza, il forum era vuoto. L’unica cosa che sentiva erano le urla delle ragazzine, quelle urla la fecero sentire a casa. Quelle urla le fecero capire che aveva fatto uno sbaglio grosso a non scrivere più su quel diario. Quelle urla le fecero capire che si stava uccidendo da sola. Quelle stesse urla la salvarono.
Prese il diario, messo nello zaino, tra i libri delle vacanze. Iniziò a leggere tutto ciò che scrisse nell’arco di quasi due anni.
Solo quando arrivò all’ultima pagina, scritta il 12 luglio 2013, capì quanto sia cresciuta, quanto sia diventata più forte, quanto quei cinque ragazzi l’hanno accompagnata durante il suo percorso dell’adolescenza.
 
Prese la penna ad inchiostro blu:
“Cari One Direction,
grazie per tutto, grazie veramente.
Vi amo con tutta la mia anima.
Sincerly, me”
 
Queste furono le ultime parole che scrisse su quel diario prima di chiuderlo e riporlo nello zaino.
 
 
 
Adesso quel diario è insieme a tutti gli altri poster dei One Direction dentro una scatola, nella parte più alta del guardaroba.
Adesso quella ragazzina di 13 anni è cresciuta, vive la propria vita da “directioner” durante le ore del giorno e da ragazza trasgressiva la sera in discoteca.
Adesso quella ragazzina non teme più niente, perché adesso lei è una guerriera.




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saaaaaalvee peopleee!
spero vi sia piaciuta la storia!
il mio primo racconto, spero vi sia piaciuuto.

questo racconto lo dedico alla mia migliore amica che oggi compie gli anni (auguri amoreee).
questo racconto lo dedico a te, Ilaria.
lo dedico a te per tutte quelle volte che mi chiedevi "sophie, che hai?" e io ti rispondevo con un semplice "sto bene", solo perchè non sapevo come risponderti. solo perchè non trovavo le parole giuste per risponderti.
spero lo apprezzi, così almeno ora sai come sto (:

detto questo, vi auguro un buon rientro a scuola.. STO SCHERZANDO! OGGI E' IL TRE LUGLIO!
BUONE VACANZEEEE
okay no, sophie smettila.
se vi è piaciuta la storia mettetela tra i preferiti, recensite o quel che volete fare fatelo.

per qualsiasi cosa mi trovate qua:
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