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Autore: germangirl    03/09/2013    5 recensioni
Qualche mese dopo "Un'estate speciale"....
Jeff compie gli anni e tutti sono invitati a Edmonton.
Anche Stana.
Come andrà l’incontro con la famiglia di Nathan?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Un'estate speciale'
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“Oh, povero piccolo Nathan, ti sei sentito abbandonato… Vediamo se riesco a farti cambiare idea…” Mi accarezza piano il volto, avvicinandomi a sé. Cominciamo a baciarci e, come se fossero dotate di vita propria, le mie mani si spostano lungo la sua schiena, percorrendo un corpo che ormai conosco bene. Sul più bello, però…

“NATHAN FILLION, ma insomma!” grida una voce femminile a me ben nota.

“Mamma! Io… noi… ecco… insomma…”

Improvvisamente sono tornato ad essere il quindicenne beccato a pomiciare con Judy Danton sul dondolo davanti alla casa dei miei.

Stana non è messa meglio: osservandola con la coda dell’occhio vedo che le sue guance hanno assunto una colorazione tendente al rosso cremisi, ha spalancato gli occhi e si sta mordendo il labbro inferiore.  Bel modo di incontrare per la prima volta la futura suocera. Oddio, ho detto futura suocera?

L’imbarazzo di entrambi è palpabile, lo si potrebbe tagliare con il coltello.

Come se non bastasse, dietro mamma scorgo la figura imponente di mio padre, il quale trattiene a stento le risate e poi prende in mano la situazione. “Oh, lascia perdere, figliolo, sappiamo bene cosa stavate facendo. Ciao Stana, siamo felici di incontrarti. Era ora che questo ragazzaccio mettesse la testa a posto. Ci ha fatto penare parecchio… Fatti abbracciare, su!”

Mio padre Bob la stringe fra le braccia, manifestandole il suo affetto in modo forse un po’ ruspante ma assolutamente sincero. Credo che anche lei lo abbia percepito, perché – pur imprigionata in una presa che praticamente le toglie il respiro – inizia a sorridere e ricambia il suo abbraccio. “Signor Fillion, il piacere è tutto mio! Nathan non fa altro che parlare di voi…”

“Chiamami Bob e credimi, non hai idea di quanto lui ci abbia parlato di te. Da anni. Santo cielo, non pensavo che avrei mai visto questo momento! Mi ero già immaginato di dovermi sedere a tavolino con lui per spiegargli per bene come ci si comporta con una bella signora!”

“Oh, Bob, lascia in pace questa ragazza, da chi credi che abbia preso tuo figlio! Ciao cara, vieni, gli uomini di questa famiglia sono dei gran tontoloni a volte, ma rendono decisamente migliore la nostra esistenza!” aggiunge mia madre prima di salutare a sua volta Stana con un abbraccio, un po’ meno irruento di quello di papà ma altrettanto amorevole. E io ancora una volta vengo messo da parte. Deve essere il tema della giornata. Ma vedere l’affetto con cui i miei genitori hanno accolto Stana e, più che altro, vedere lei tutto sommato così a suo agio mi riempie il cuore.

Nel frattempo Imogen e Juliet ritornano in cucina e hanno una strana espressione sul viso, come se volessero chiedere qualcosa ma non sapessero come farlo. Salutano i nonni con i soliti abbracci affettuosi, ma si vede che in realtà hanno altro in mente. Se ne rende conto anche Abby, che osserva entrambe e chiede loro: “Allora, ragazze, che succede?”

“Ehm… volevamo chiedere una cosa a Stana, ma non sappiamo se….” comincia Juliet.

“Sì, insomma… non vorremmo approfittarne, però…” continua Imogen.

“Beh, se non chiedete non saprete mai…” risponde loro la diretta interessata, sorridendo per incoraggiarle.

“Ti va di venire nella nostra stanza e di aiutarci ad acconciarci i capelli per la cena?” riprende Imogen.

“Sì, dai, ti prego… tu sei sempre così bella!” conclude la sorella.

“Molto volentieri! Andiamo, su!” Le ragazze sprizzano felicità da tutti i pori e rapiscono la mia compagna – per l’ennesima volta in questa giornata. A volte ho la sensazione di essere trasparente oggi. Abby mi si avvicina, mi prende sotto braccio e mi dice: “Capisco perché ti sia innamorato di lei. E’ bella dentro e fuori. E’ una donna speciale, Nathan, non fare casino con lei, altrimenti ti scatenerò contro le tue nipoti, è chiaro?”

Sorrido. Le mie nipotine sanno essere molto convincenti ed esercitano un potere sconfinato su di me.

“Non ne ho alcuna intenzione, credimi. Mi è bastato temere di perderla questa estate per quel terremoto in Mongolia e non voglio ripetere l’esperienza. Mai più.” Rabbrividisco al ricordo di quella notte e all’angoscia che ho provato non avendo sue notizie e temendo il peggio. “Finalmente ho capito che questa donna risiede stabilmente nel mio cuore da tempo e non ho alcuna intenzione di sfrattarla.”

“Bene, bravo il mio cognatino! Spero che tu glielo abbia detto e le abbia dimostrato con i fatti quanto tieni a lei. Ora fila a farti bello per la cena, ok? Abbiamo un compleanno da festeggiare!”

Una volta rilasciata dalle sue deliziose carcerieri, Stana mi raggiunge nella nostra stanza e anche noi riusciamo a prepararci. E’ una cena in famiglia, quindi ci vestiamo in modo assolutamente informale: io con jeans e camicia, lei con un paio di pantaloni e un maglioncino. La festa per Jeff può finalmente avere inizio. Tutti facciamo onore alle pietanze che abbiamo cucinato nel pomeriggio e il resto della serata trascorre serenamente, in un clima di grande naturalezza e spontaneità, come se Stana facesse parte di questa famiglia da sempre. La consapevolezza di quanto sia giusto averla finalmente accanto a me mi infonde una pace tale da inebriare i miei sensi.

Dopo aver spolverato le altre prelibatezze, Abby porta la torta e il suo ingresso viene accompagnato da tutti noi che cantiamo “Happy birthday to you” per il mio fratellone, con la splendida voce della mia Stana che spicca sulle altre. Mi piace da morire sentirla cantare. Oddio, mi piace tutto di lei!

Dopo cena mio fratello riaccompagna a casa papà e mamma, che prima di salutarci si fanno promettere da Stana che torneremo a trovarli presto. Da lei, mica da me! Imogen e Juliet ci augurano la buonanotte e così fa anche Abby.

Finalmente in camera nostra, mi avvicino a Stana, le accarezzo un braccio e le chiedo: “Beh, direi che è andata alla grande, no?”

“Sì, sono stata proprio bene… Bob e Cookie sono deliziosi e la famiglia di tuo fratello è uno spettacolo. Ora capisco perché tu sia tanto legato a loro… Sono contenta di essere qui, sai? C’è una bella atmosfera.” Mi risponde con un tono di voce sommesso ma sereno.

“Oh, non hai idea di quanto sia felice io di averti qui con me…”

“Grazie per avermi invitato!”

“Grazie a te per aver accettato di partecipare a questa full immersion familiare!”

“Beh, vado a prepararmi per la notte, dammi qualche minuto, ok?” Mi lascia un bacio a stampo e si avvia verso il bagno.

“Certo, non ti preoccupare.”

Nel frattempo mi sfilo scarpe e calzini e gironzolo per la stanza. Mi piace camminare a piedi nudi sul parquet, lo facevo sempre da bambino e mi fa tornare indietro nel tempo. Poi tolgo la camicia e i pantaloni, sistemandoli con cura su una sedia e rimanendo solo con i boxer. Voltandomi, ecco che vedo Stana riapparire sulla porta del bagno. La sua visione mi lascia completamente senza parole e devo appoggiarmi alla scrivania per evitare di collassare a terra. Il bello con lei è che riesce a sorprendermi continuamente. Indossa un négligé di seta nero, che le arriva a metà coscia, ha uno spacco inguinale e una profonda scollatura che lascia intravedere parte del suo seno. Una roba che in qualche Stato probabilmente potrebbe essere dichiarata illegale. Forse in più di uno, a pensarci bene.

Apro bocca ma non emetto alcun suono. Ci riprovo e riesco ad articolare a malapena: “Wow… Stana… quello… tu… accidenti…wow!”

“Questa vecchia cosa?” Replica lei con nonchalance, avvicinandosi a me con una camminata provocante e con un’espressione che è tutto un programma.

Need I remind you that I have already seen your stuff? E questo, credimi, non l’ho mai visto… Me ne sarei ricordato… Non c’è alcun dubbio…” Con un dito seguo il percorso delle minuscole spalline che tengono su quel nonnulla, poi cambio direzione, le cingo la vita con le braccia e faccio scivolare le mani sulla sua schiena, passando dalla seta alla sua pelle, non smettendo un momento di osservare con attenzione quanto sia splendida e di godermi ciò che ho di fronte. Credo di essere rimasto a bocca aperta e di avere l’espressione di un pesce lesso.

“Deduco che ti piaccia…” Mi sussurra in un orecchio, lasciandomi una serie di baci sensuali lungo la mandibola, percorrendo delicatamente con le mani le mie braccia fino alle spalle e allacciandole dietro la mia nuca.

Mi scuoto dal torpore estatico nel quale sono scivolato e rispondo: “Oh, sì, decisamente…. Sei la donna più sexy che io abbia mai incontrato… Però…”

Stana smette di accarezzarmi e mi rivolge uno sguardo interrogativo. “Però? Non mi sarei mai aspettata che questo – indicando il suo négligé – potesse suscitare un ‘però’ come reazione.”

“No, la reazione è palesemente altra e lo sai bene” La stringo ancora di più a me, per farle capire quale effetto abbia scatenato il suddetto négligé e il suo sguardo birichino rivela quanto ne sia soddisfatta. “… Ma le bambine dormono qui accanto…”

“Ah sì? E questo è un problema per te?” Continua a torturarmi il lobo dell’orecchio e io cerco di mantenere il controllo, ma so già che è una partita persa in partenza.

“Beh, diciamo che potrebbe esserlo… Però…”

“Ecco, questo ‘però’ mi piace già più del primo… Andiamo, Nate, un po’ di spirito di iniziativa…” Il luccichio che scorgo nei suoi occhi non mi lascia scampo.

“Magari… Facendo piano piano….” Tocca a me adesso sussurrarle all’orecchio e restituirle quei baci umidi lungo il collo, soffermandomi in un punto che ho scoperto essere particolarmente sensibile. Il brivido che la scuote mi fa capire quanto le stia piacendo tutto questo.

“Vedi che quando ti applichi sei in grado di fare tutto…” mi risponde sorridendo e regalandomi un’occhiata che non ha bisogno di sottotitoli.

“Oh sì, you’ve no ideaMa non dobbiamo farci sentire, ok?” No, dai, sarebbe troppo imbarazzante!

“Certo, agiremo silenziosamente….”

“Del resto, sarebbe un peccato che questo ben di Dio andasse sprecato…” Le dico con voce roca mentre faccio scivolare una spallina, portando alla luce quel corpo che venero da tempo e che ho la fortuna di poter accarezzare.

“Oh sì, sarebbe davvero un gran peccato…”

E così, anche se il festeggiato è mio fratello, sono io a ricevere un bellissimo regalo.

Nella camera degli ospiti della casa di Jeff.

A pochi metri dalle mie ignare nipotine.

Ah, che meraviglia essere innamorati!

 

Nota dell’autrice.

Nella sua recensione a “Sesta stagione” Ivi87 mi aveva scritto che nel prossimo capitolo sarebbe dovuto toccare a mamma Fillion mettere in imbarazzo Stana, per par condicio. Confesso che questo episodio è nato proprio dalla sua osservazione. Spero di averla accontentata!

Grazie come sempre al mio angelo custode per i suoi irrinunciabili suggerimenti, commenti e “aggiustamenti” e grazie a chi di voi mi ha dedicato il proprio tempo ed è arrivato fino qui.

Baci,

Germangirl

  
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