“Oh,
povero piccolo Nathan, ti sei sentito abbandonato… Vediamo
se riesco a farti
cambiare idea…” Mi accarezza piano il volto,
avvicinandomi a sé. Cominciamo a
baciarci e, come se fossero dotate di vita propria, le mie mani si
spostano
lungo la sua schiena, percorrendo un corpo che ormai conosco bene. Sul
più
bello, però…
“NATHAN
FILLION, ma insomma!” grida una voce femminile a
me ben nota.
“Mamma!
Io… noi… ecco…
insomma…”
Improvvisamente
sono tornato ad essere il quindicenne
beccato a pomiciare con Judy Danton sul dondolo davanti alla casa dei
miei.
Stana
non è messa meglio: osservandola con la coda
dell’occhio vedo che le sue guance hanno assunto una
colorazione tendente al
rosso cremisi, ha spalancato gli occhi e si sta mordendo il labbro
inferiore. Bel modo
di incontrare per la prima volta la
futura suocera. Oddio, ho detto futura
suocera?
L’imbarazzo
di entrambi è palpabile, lo si potrebbe
tagliare con il coltello.
Come
se non bastasse, dietro mamma scorgo la figura
imponente di mio padre, il quale trattiene a stento le risate e poi
prende in
mano la situazione. “Oh, lascia perdere, figliolo, sappiamo
bene cosa stavate
facendo. Ciao Stana, siamo felici di incontrarti. Era ora che questo
ragazzaccio mettesse la testa a posto. Ci ha fatto penare
parecchio… Fatti
abbracciare, su!”
Mio
padre Bob la stringe fra le braccia, manifestandole
il suo affetto in modo forse un po’ ruspante ma assolutamente
sincero. Credo
che anche lei lo abbia percepito, perché – pur
imprigionata in una presa che praticamente
le toglie il respiro – inizia a sorridere e ricambia il suo
abbraccio. “Signor
Fillion, il piacere è tutto mio! Nathan non fa altro che
parlare di voi…”
“Chiamami
Bob e credimi, non hai idea di quanto lui
ci abbia parlato di te. Da anni. Santo
cielo, non pensavo che avrei mai visto questo momento! Mi ero
già immaginato di
dovermi sedere a tavolino con lui per spiegargli per bene come ci si
comporta
con una bella signora!”
“Oh,
Bob, lascia in pace questa ragazza, da chi credi che
abbia preso tuo figlio! Ciao cara, vieni, gli uomini di questa famiglia
sono
dei gran tontoloni a volte, ma rendono decisamente migliore la nostra
esistenza!” aggiunge mia madre prima di salutare a sua volta
Stana con un
abbraccio, un po’ meno irruento di quello di papà
ma altrettanto amorevole. E
io ancora una volta vengo messo da parte. Deve essere il tema della
giornata. Ma
vedere l’affetto con cui i miei genitori hanno accolto Stana
e, più che altro,
vedere lei tutto sommato così a suo agio mi riempie il cuore.
Nel
frattempo Imogen e Juliet ritornano in cucina e hanno
una strana espressione sul viso, come se volessero chiedere qualcosa ma
non sapessero
come farlo. Salutano i nonni con i soliti abbracci affettuosi, ma si
vede che
in realtà hanno altro in mente. Se ne rende conto anche
Abby, che osserva
entrambe e chiede loro: “Allora, ragazze, che
succede?”
“Ehm…
volevamo chiedere una cosa a Stana, ma non sappiamo
se….” comincia Juliet.
“Sì,
insomma… non vorremmo approfittarne,
però…” continua
Imogen.
“Beh,
se non chiedete non saprete mai…” risponde loro la
diretta interessata, sorridendo per incoraggiarle.
“Ti
va di venire nella nostra stanza e di aiutarci ad
acconciarci i capelli per la cena?” riprende Imogen.
“Sì,
dai, ti prego… tu sei sempre così
bella!” conclude
la sorella.
“Molto
volentieri! Andiamo, su!” Le ragazze sprizzano
felicità da tutti i pori e rapiscono la mia compagna
– per l’ennesima volta in
questa giornata. A volte ho la sensazione di essere trasparente oggi.
Abby mi
si avvicina, mi prende sotto braccio e mi dice: “Capisco
perché ti sia
innamorato di lei. E’ bella dentro e fuori. E’ una
donna speciale, Nathan, non
fare casino con lei, altrimenti ti scatenerò contro le tue
nipoti, è chiaro?”
Sorrido.
Le mie nipotine sanno essere molto convincenti
ed esercitano un potere sconfinato su di me.
“Non
ne ho alcuna intenzione, credimi. Mi è bastato
temere di perderla questa estate per quel terremoto in Mongolia e non
voglio
ripetere l’esperienza. Mai più.”
Rabbrividisco al ricordo di quella notte e
all’angoscia che ho provato non avendo sue notizie e temendo
il peggio. “Finalmente
ho capito che questa donna risiede stabilmente nel mio cuore da tempo e
non ho
alcuna intenzione di sfrattarla.”
“Bene,
bravo il mio cognatino! Spero che tu glielo abbia
detto e le abbia dimostrato con i fatti quanto tieni a lei. Ora fila a
farti
bello per la cena, ok? Abbiamo un compleanno da festeggiare!”
Una
volta rilasciata dalle sue deliziose carcerieri, Stana
mi raggiunge nella nostra stanza e anche noi riusciamo a prepararci.
E’ una
cena in famiglia, quindi ci vestiamo in modo assolutamente informale:
io con
jeans e camicia, lei con un paio di pantaloni e un maglioncino. La
festa per
Jeff può finalmente avere inizio. Tutti facciamo onore alle
pietanze che
abbiamo cucinato nel pomeriggio e il resto della serata trascorre
serenamente,
in un clima di grande naturalezza e spontaneità, come se
Stana facesse parte di
questa famiglia da sempre. La consapevolezza di quanto sia giusto averla finalmente accanto a me mi
infonde una pace tale da
inebriare i miei sensi.
Dopo
aver spolverato le altre prelibatezze, Abby porta la
torta e il suo ingresso viene accompagnato da tutti noi che cantiamo
“Happy
birthday to you” per il mio fratellone, con la splendida voce
della mia Stana
che spicca sulle altre. Mi piace da morire sentirla cantare. Oddio, mi
piace
tutto di lei!
Dopo
cena mio fratello riaccompagna a casa papà e mamma, che
prima di salutarci si fanno promettere da Stana che torneremo a
trovarli
presto. Da lei, mica da me! Imogen e Juliet ci augurano la buonanotte e
così fa
anche Abby.
Finalmente
in camera nostra, mi avvicino a Stana, le
accarezzo un braccio e le chiedo: “Beh, direi che
è andata alla grande, no?”
“Sì,
sono stata proprio bene… Bob e Cookie sono deliziosi
e la famiglia di tuo fratello è uno spettacolo. Ora capisco
perché tu sia tanto
legato a loro… Sono contenta di essere qui, sai?
C’è una bella atmosfera.” Mi
risponde con un tono di voce sommesso ma sereno.
“Oh,
non hai idea di quanto sia felice io di averti qui
con me…”
“Grazie
per avermi invitato!”
“Grazie
a te per aver accettato di partecipare a questa
full immersion familiare!”
“Beh,
vado a prepararmi per la notte, dammi qualche
minuto, ok?” Mi lascia un bacio a stampo e si avvia verso il
bagno.
“Certo,
non ti preoccupare.”
Nel
frattempo mi sfilo scarpe e calzini e gironzolo per
la stanza. Mi piace camminare a piedi nudi sul parquet, lo facevo
sempre da
bambino e mi fa tornare indietro nel tempo. Poi tolgo la camicia e i
pantaloni,
sistemandoli con cura su una sedia e rimanendo solo con i boxer.
Voltandomi,
ecco che vedo Stana riapparire sulla porta del bagno. La sua visione mi
lascia
completamente senza parole e devo appoggiarmi alla scrivania per
evitare di
collassare a terra. Il bello con lei è che riesce a
sorprendermi continuamente.
Indossa un négligé di seta nero, che le arriva a
metà coscia, ha uno spacco
inguinale e una profonda scollatura che lascia intravedere parte del
suo seno.
Una roba che in qualche Stato probabilmente potrebbe essere dichiarata
illegale. Forse in più di uno, a pensarci bene.
Apro
bocca ma non emetto alcun suono. Ci riprovo e riesco
ad articolare a malapena: “Wow… Stana…
quello… tu… accidenti…wow!”
“Questa
vecchia cosa?” Replica lei con nonchalance,
avvicinandosi a me con una camminata provocante e con
un’espressione che è
tutto un programma.
“Need I
remind you that I have already seen your stuff? E
questo, credimi, non l’ho mai visto… Me ne sarei
ricordato… Non c’è alcun
dubbio…” Con un dito seguo il percorso delle
minuscole spalline che tengono su
quel nonnulla, poi cambio direzione, le cingo la vita con le braccia e
faccio
scivolare le mani sulla sua schiena, passando dalla seta alla sua
pelle, non
smettendo un momento di osservare con attenzione quanto sia splendida e
di
godermi ciò che ho di fronte. Credo di essere rimasto a
bocca aperta e di avere
l’espressione di un pesce lesso.
“Deduco
che ti piaccia…” Mi sussurra in un orecchio,
lasciandomi una serie di baci sensuali lungo la mandibola, percorrendo
delicatamente con le mani le mie braccia fino alle spalle e
allacciandole
dietro la mia nuca.
Mi
scuoto dal torpore estatico nel quale sono scivolato e
rispondo: “Oh, sì, decisamente…. Sei la
donna più sexy che io abbia mai
incontrato… Però…”
Stana
smette di accarezzarmi e mi rivolge uno sguardo
interrogativo. “Però? Non mi sarei mai aspettata
che questo – indicando il suo
négligé – potesse suscitare un
‘però’ come reazione.”
“No,
la reazione è palesemente altra e lo sai bene” La
stringo ancora di più a me, per farle capire quale effetto
abbia scatenato il
suddetto négligé e il suo sguardo birichino
rivela quanto ne sia soddisfatta. “…
Ma le bambine dormono qui accanto…”
“Ah
sì? E questo è un problema per te?”
Continua a
torturarmi il lobo dell’orecchio e io cerco di mantenere il
controllo, ma so
già che è una partita persa in partenza.
“Beh,
diciamo che potrebbe esserlo…
Però…”
“Ecco,
questo ‘però’ mi piace già
più del primo… Andiamo,
Nate, un po’ di spirito di iniziativa…”
Il luccichio che scorgo nei suoi occhi
non mi lascia scampo.
“Magari…
Facendo piano piano….” Tocca a me adesso
sussurrarle all’orecchio e restituirle quei baci umidi lungo
il collo,
soffermandomi in un punto che ho scoperto essere particolarmente
sensibile. Il
brivido che la scuote mi fa capire quanto le stia piacendo tutto
questo.
“Vedi
che quando ti applichi sei in grado di fare
tutto…”
mi risponde sorridendo e regalandomi un’occhiata che non ha
bisogno di
sottotitoli.
“Oh sì, you’ve
no idea… Ma
non dobbiamo farci sentire, ok?” No, dai, sarebbe troppo
imbarazzante!
“Certo,
agiremo silenziosamente….”
“Del
resto, sarebbe un peccato che questo ben di Dio
andasse sprecato…” Le dico con voce roca mentre
faccio scivolare una spallina,
portando alla luce quel corpo che venero da tempo e che ho la fortuna
di poter
accarezzare.
“Oh
sì, sarebbe davvero un gran peccato…”
E
così, anche se il festeggiato è mio fratello,
sono io a
ricevere un bellissimo regalo.
Nella
camera degli ospiti della casa di Jeff.
A
pochi metri dalle mie ignare nipotine.
Ah,
che meraviglia essere innamorati!
Nota
dell’autrice.
Nella
sua recensione a “Sesta stagione” Ivi87 mi aveva
scritto che nel prossimo
capitolo sarebbe dovuto toccare a mamma Fillion mettere in imbarazzo
Stana, per
par condicio. Confesso che questo episodio è nato proprio
dalla sua
osservazione. Spero di averla accontentata!
Grazie
come sempre al mio angelo custode per i suoi irrinunciabili
suggerimenti, commenti
e “aggiustamenti” e grazie a chi di voi mi ha
dedicato il proprio tempo ed è
arrivato fino qui.
Baci,
Germangirl