Il giardino fiorito
Sono
a Capitol City, la
confusione regna sovrana, sento rumori di spari, urla e lamenti.
Ma
riesco solo a pensare che il
bambino di appena cinque anni che ho davanti stia gelando dal freddo.
Il
suo corpicino trema come una
foglia, mi giro per vedere se qualche altro medico che è
venuto qui con me dal
tredici abbia delle coperte, ed è lì che mi
accorgo di lei.
Katniss,
mi guarda con un’espressione
disperata in volto, sta gridando il mio nome, corre verso di me
chiedendomi di
scappare.
Ho
appena il tempo di formulare
il pensiero che la pelliccia in cui è avvolta, potrebbe
tornare utile al
piccolo bambino che ho accanto, che tutto si fa buio.
Apro
gli occhi.
La
prima cosa che noto è che sono
scalza, i miei piedi poggiano su dell'erba verde e fresca, quando alzo
gli
occhi noto che sono circondata da fiori, piccoli, bianchi e con i
pistilli ben
visibili.
Mi
sfugge il nome, ma conosco
questi fiori, mi muovo per guardarne uno da vicino, e noto che i fiori
intorno
ai miei piedi mutano forma, diventando delle piccole primule lilla.
«Ciao»
Quando
alzo gli occhi, mi torna
subito in mente il nome dei fiori bianchi di prima.
«Non
pensavo ti avrei conosciuto
tanto presto.».
Rue.
Quello è il nome dei fiori, ed è anche il nome
della bambina che
ho davanti.
«Non
credo che Katniss ne sarà
contenta.»
Continuo
a stare zitta, mentre
penso che l'ultima volta che ho visto Rue, era tra le braccia di mia
sorella. Morta.
«Lei
sta bene vero?»
Sono
le prime parole che mi
escono dalla bocca, Se io sono qui con Rue questo può
significare solo una
cosa.
«Oh
sì, lei è viva, dire che sta bene
però non credo sia il caso.»
Rue
mi guarda, e mi fa segno di
seguirla, mi porta vicino un laghetto.
«Da
qui puoi vedere tutto ciò che
succede giù».
La
superficie dell'acqua invece
di riflettere il mio viso, mi mostra un’immagine traballante,
di mia sorella, è
stesa in un letto, ha chiazze di pelle ustionate, i medici che le sono
accanto
sussurrano tra loro dicendo che si è chiusa in un silenzio
che non dipende da
fattori fisici, un medico s’intromette dicendo semplicemente
che le serve del
tempo. Io riesco solo a pensare che è viva, questo
è l'importante.
Normalmente
mi metterei a
piangere, mia sorella è stesa in un letto d'ospedale, mia
madre sarà da qualche
parte a sprofondare nel suo oblio, Ranuncolo si sentirà solo
e perso, Rory non
saprà mai che avevo una cotta per lui, non
mangerò più i buonissimi biscotti
glassati di Peeta, non rimproverò più Gale per le
sue terribili battute su
quanto sarebbe buona da mangiare Lady. Sono morta.
«Tutto
bene? So che è difficile
rendersene conto la prima volta, ma pian piano ti abituerai.»
Rue
mi guarda, come se dovessi
svenire da un momento all'altro, ma io invece sono calma, questo posto
mi
tranquillizza, è come se tutti questi fiori
m’impedissero di essere triste.
«Dove
siamo?»
Rue
si acciglia pensando.
«Non
ne ho idea, io lo chiamo il
giardino fiorito.»
«Sono
contenta di non essere qui
sola, Katniss mi ha sempre detto che se ti avessi conosciuto saremmo
diventate
amiche, credo che sia per questo che sono qui con te.»
Rue
mi sorride contenta e mi
prende la mano.
«Andiamo
a giocare.»
Sto
facendo una collana di fiori,
quando sento Rue che mi urla da laghetto di venire.
«Prim
vieni, lui è tornato! Vieni
devi assolutamente vedere quello che sta facendo.»
Quando
la raggiungo, e sbircio nell’acqua,
vedo Peeta. E' nel bosco, ha una pala nelle mani, e vicino a lui
c'è una
carriola, si sta dando da fare per sradicare delle primule, con la
stessa
delicatezza con cui una volta l'ho visto glassare i biscotti che mi
piacevano
tanto, a un certo punto si ferma, si asciuga il sudore della fronte, e
guarda
in cielo.
-Sai,
ogni volta che ti fermavi davanti
alla vetrina della panetteria, ero colmo di gioia.-
Solo
in quel momento mi accorgo
che si sta rivolgendo a me, sta guardando verso il cielo, per parlare
con me.
-Una
volta, mentre mia madre era
a casa con l'influenza, avevo rubato dei biscotti, volevo uscire e
portarteli,
ma quando mi ero fatto finalmente coraggio, ho notato che Gale era con
voi, e
ho abbandonato il piano. Ero un gran fifone!-
Continuo
a guardare la scena, con
il sorriso sulle labbra, mentre il ragazzo dei biscotti si rimette a
zappare la
terra.
-Sai,
quando ero dentro la
caverna febbricitante, mi sono ritrovato a pensare, che ero felice che
il tuo
nome fosse stato estratto durante la mietitura, e che Katniss avesse
preso il
tuo posto.-
Lo
vedo piantare la zappa nella
terra con più forza, è visibilmente scosso, ma
continua a parlarmi.
-Ero
lì con Kat, e mi andava
bene, anche morire mi sembrava accettabile finché lei
continuava a stringermi e
baciarmi.-
Peeta
stringe forte le mani
intorno al manico della pala, credo che stia lottando per tenere i
flashback
lontani.
-Che
grande egoista che sono
vero?-
Vorrei
poter rassicurare quel
ragazzo, che ha cercato di proteggere mia sorella con tutte le sue
forze, se
Peeta si crede cattivo o egoista, il resto dell'umanità
è spacciato.
-Ma
ora se potessi tornare
indietro, preferirei non averla conosciuta, preferirei vederla con una
mano
stretta a quella di Gale e l'altra intorno alla tua, perché
finché c'eri tu
aveva un motivo per lottare, sarebbe andata aventi per te. Ora
invece... -
Peeta
lascia la sua frase in
sospeso, ed io vorrei tanto urlargli che si tratta solo di tempo, che
si
accorgerà che ha un altro motivo per continuare a vivere, ma
lui ha finito il
suo lavoro, si sistema la giacca, e incastra la pala nella carriola.
-Scusami
tanto Prim, avrei dovuto
fare di più. Salutami i miei se puoi.-
Lancia
un’ultima occhiata verso
il cielo, e s’incammina spingendo la carriola davanti a se.
Rue
mi guarda e sorride.
«Quanto
avrei voluto avere un
fratello come a lui.»
Io
la guardo sorridendo a mia
volta.
«Già
anch’io.»
Io
e Rue restiamo sedute sulle sponde
del piccolo laghetto, a guardare Peeta che pianta le primule,
finché dalla
porta esce mia sorella.
La
prima cosa che noto è la sua
somiglianza con un gatto arruffato, ha i capelli in disordine e lo
sguardo
vigile e spaventato. Mi aspetto che soffi contro Peeta, ma quando
riconosce la
figura del ragazzo del pane, i suoi muscoli si rilassano, si scambiano
quattro
parole, finché lei nota i fiori che sta piantando, in un
primo momento il suo
sguardo si fa duro, ma subito dopo si ammorbidisce di nuovo, annuisce e
rientra
in casa.
«Katniss
non è mai stata di molte
parole.» mi fa notare Rue.
«Già,
lei non riesce a esternare
le parole, ma sono sicura che lui l'aiuterà, Peeta per lei
è come una colla, le
rimetterà insieme i cocci di quel che è rimasto
di lei. Sono molto fiduciosa.»
«A
volte vorrei poter fare
qualcosa.»
«In
che senso?» Chiedo io.
«Vorrei
potergli fare capire, che
devono andare avanti, ho guardato i miei fratellini piangere per mesi,
dopo gli
Hunger games, avrei voluto fargli capire che io ero lì con
loro.»
Rue
amareggiata strappa una
margherita, e la butta nel laghetto.
Quando
vedo la margherita cadere
proprio dietro Peeta, urlo.
«Rue!
Guarda cosa hai fatto!
Guarda la margherita è lì vicino Peeta!»
Lei
fissa il fiorellino che giace
vicino le primule che ha piantato Peeta ed esclama incredula.
«Non
ci posso credere! Provaci tu
Prim!»
Io
mi concentro, penso a un modo
per dimostrare a Peeta che ci riuscirà a riportarla a
sé, penso a un qualcosa
che gli faccia capire che sta facendo la cosa giusta, poi muovo la mano
sopra
un fiorellino, facendolo trasformare in un dente di leone, lo strappo
da terra
e lo butto nel laghetto.
Quando
si materializza dentro la
carriola di Peeta, il mio sorriso si allarga.
Peeta
si accorge del dente di
leone, prima lo guarda sospettoso, poi scrolla le spalle sorridendo.
«Rue
sei un genio!»
La
bambina che ho davanti mi
abbraccia, e saltelliamo entrambe contente.
Bè io ho amato troppo Rue e Prim e mentre leggevo i libri, le loro morti mi hanno commosso, non potevo scrivere una fic su HG, senza parlare di queste due, perciò eccovi la mia interpretazione, spero vi piaccia.
Posterò presto il prossimo capitolo, non so ancora esattamente quanto sarà lunga questa storia, continuate a seguirmi. Un grande abbraccio
Cicia.