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Autore: jimla_    03/09/2013    1 recensioni
Alex Hill ha 11 anni, una mente forte, capace di compiere grandi cose, ma mai sfruttata. Prova per il mondo circostante grande odio da quando ha saputo che per colpa della guerra i suoi genitori sarebbero rimasti a lungo molto lontani da lui. Questo suo isolarsi viene frainteso dai compagni che lo considerano come un ritenersi superiore e accrescerà in loro l'odio che provano per lui. Ma Alex non perdona, e dato che scoprirà di essere affetto da una grave infermità mentale verrà portato a compiere ciò che per lui è più giusto senza problemi...
Genere: Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Alex utilizzò l’ “anno fuori città” per entrare nella mente di quei ragazzi e farli soffrire toccando le loro più grandi paure. Ci riuscì. Alex è una sorta di quello che noi chiameremmo “Genio del Male”. Ma non è quello che si vede nei cartoni o nei film che viene sempre sconfitto dal bene, no, lui era 100 vuolte più intelligente e 1000 volte più cattivo poichè animato da odio, sofferenza e frustrazione. 

Così, dopo essersi assicurato che tutto fosse andato per il meglio, tornò alla sua vita e i suoi amici ne furono lieti. Poveri illusi. 

Caleb torres, età 18 anni, madre originaria del New England e padre Messicano. Ormai viveva da 16 anni a White Moon e non c’era strada, vicolo, piazza o tombino che non conoscesse. Aveva collaborato alla tortura di Alex durante l’estate del 92 bruciandogli le sopracciglia e ustionandogli la lingua, un atto apparentemente poco rilevante, ma aveva causato nel ragazzo non solo dolore fisico, ma anche mentale. Poichè per lui era una gravissima mancanza di rispetto, avrebbe dovuto pagarla per primo. Ora Caleb lavorava in un ristorante in periferia come cameriere, per potersi guadagnare i soldi per lo studio. Iniziava le 6 (a volte 6.30) e finiva per mezzanotte-l’una. Ovviamente questo Alex lo sapeva. 

Alle 8 del 12 dicembre Alex invitò Caleb a vedere un film. Gli disse però di passarlo a prendere a uno strano indirizzo… era una fattoria fuori città. Non ci pensò e si presentò all’indirizzo. Arrivato sembrava non esserci nessuno, così scese dalla macchina e si incamminò nel vialetto sterrato che portava al fienile. Le uniche cose che gli tenevano compagnia erano la luna che produceva una luce fiebile, che bastava a vedere dove andasse, e il rumore sei suoi passi. Sentiva dentro di lui crescere un’ansia apparentemente inspiegabile. Sentì un brivido freddo percorrergli la schiena, un improvviso rumore e poi un fittissimo dolore al collo. Il buio totale. Si ritrovò appeso ad una corda penzolante dal soffitto, provò ad urlare ma quando tentò sentì un dolore acuto alla gola. Gli era stato versato dell’acido in bocca. Alex si fece largo tra l’oscurità, e quando Caleb lo scorse provò quasi un senso di sollievo, ma quando vide quale espressione aveva in volto si rassegnò. Capì che quello era la fine di Caleb Torres, e capì anche che sarebbe stata atroce, tutto d’un colpo si trovò proiettato nella stanza dove avevano torturato Alex, e ricollegò il tutto. Pian piano la corda calava in una vasca piena di acido. Quando la vittima fu immersa per metà Alex fermò la discesa. Il primo dei The Ten era ridotto uno straccio. Aveva smesso di contorcersi e non dava più segni di vita. Quando l’assassino fu certo che fosse privo di ogni conoscenza lo gettò completamente nell’acido e gettò i resti nel campo vicino. Nessuno vide più Caleb Torres.

  
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