03/09/2013
1 recensioniDunque, questa è la prima fic che scrivo per Shingeki no Kyojin (spero di non essere andata OOC, ma se è così ditemelo!), ma dopo aver visto l'episodio 21 non sono riuscita a resistere ed è uscito questo...
Le ho scritte originariamente in inglese, ed erano tre drabble staccate, ma traducendole ho deciso di unirle per farne una flashfic unica.
Note: post-ep. 21 e piccoli spoler per, almeno, il seguente; ambientato dopo la ritirata e dopo essere tornati al castello.
Disclaimer: vedi pagina autore.
Ja ne,
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The Job's Description
Il silenzio che aleggiava nella sala comune era il più pesante che avesse mai avvertito da quando si era unito al Corpo di Ricognizione.
Gettando uno sguardo alla sua destra, Eren vide il Capitano Rivaille sorseggiare il suo caffè, gli occhi chiusi ed un braccio di traverso al petto; se non fosse stato per la persona che aveva davanti, il ragazzo avrebbe detto di aver visto una smorfia di disappunto formarsi sul viso dell'altro—per il gusto della bevanda, probabilmente non di suo gradimento.
«Se hai qualcosa da dire, vedi di aprire quella dannanta bocca. Mi stai facendo incazzare con quella patetica faccia.» Il commento improvviso colse Eren di sorpresa: come faceva a sapere che faccia avesse in quel momento?
Abbassando lo sguardo sulle proprie mani conserte in grembo, il quindicenne iniziò a dire: «Mi dispiace, Capitano... A causa mia, Petra-san e gli altri sono morti inutil—»
Venne però interrotto bruscamente, quando si ritrovò una mano attorno al collo in una presa ferrea e bruciante, accompagnato da uno sguardo impassibile che sembrava trapassarlo da parte a parte. Non riusciva a capacitarsi di come riuscisse a farlo sentire così in soggezione pur essendo a stento più alto di lui, che era ancora seduto.
«Sicuro di voler finire quella frase, rifiuto?» La voce del Capitano era inflessibile e priva di ogni emozione. «Quelli erano i miei uomini—soldati che ho scelto e addestrato io stesso.» Senza sprecare altro fiato, Rivaille si voltò e lasciò la sala comune.
Mentre osservava la schiena del suo superiore allontanarsi, Eren poté ancora avvertire la traccia rimasta di quella presa bruciate sulla sua pelle.
-x-
Lasciata la sala comune, Rivaille si diresse verso la propria stanza. L'andatura leggermente zoppicante della sua camminata si mostrò, ora che nessuno poteva vederlo: il movimento improvviso che aveva fatto nell'alzarsi, poco prima, aveva accentuato il pulsare fastidioso del suo ginocchio ferito. «Ch’.»
Portando la mano sinistra all'altezza del viso, si rese conto che la stava stringendo in modo quasi spasmodico—avrebbe dovuto prenderlo a pugni, quel fottuto ragazzino.
A fanculo lui e quel suo atteggiamento da prima donna, comportandosi come se volesse che gli altri dessero tutta la colpa a lui.
Coloro che erano caduti avevano fatto le loro scelte - dannazione! - e le avevano portate a termine, qualsiasi sia stato il costo—morire era parte della descrizione che veniva con quel lavoro.
—Prendere in carico la determinazione e i desideri lasciati dai compagni faceva ugualmente parte della descrizione che veniva con quel lavoro.
Note 2: il motivo per cui ho usato 'capitano' invece di 'caporale', in riferimento a Rivaille, lo trovate in questo post -- secondo cui il titolo di Rivaille, per intero, è '兵士長 [heishichou] (il leader dei soldati)' che di solito viene tradotto con 'capitano'. '「兵長」[“heichou”]' è il diminutivo usato dagli altri soldati. ^^