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Autore: Jack RedFlag    04/09/2013    3 recensioni
*Ho scritto questa piccola fan fic pensando al dolore che Amy può aver provato/prova per la perdita della sua sorellina; un trauma che ha subito da piccola e che via via con gli anni ha cercato di cancellare dalla sua mente. Senza riuscirci, come avete notato.
Naturalmente mi sono ispirata alla canzone Hello, infatti alcune frasi sono riprese direttamente dal testo della canzone. Altre invece, frutto della mia fantasia come il nome della sorella e quello della sua assistente.
Beh.. che dire, spero che vi piaccia. Ciao!*
Genere: Drammatico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
- Questa storia fa parte della serie 'Evanescence Story'
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Ciao.
Ciao, ti va di giocare con me?
La bambina, seduta nel giardino di casa, dagli occhi chiari e lucenti come il cristallo porgeva alla sua compagna di giochi la bambola alla quale non si separava mai; ma a lei, gliela prestava volentieri.
Era da anni che ci giocava e in tutto quel tempo la sua fantasia ingenua l'aveva trasformata: un tempo era bionda, occhi azzurri e con indosso un vestitino tutto colorato e allegro.
 
La bambina era sola in camera sua quando prese un pennerello nero e le scolorò così tutti i capelli, come gli occhi ed infine le labbra.
Si bagnò le mani con le lacrime che fuoriuscivano dai suoi splendidi occhi senza alcun ordine o preavviso. La bambina ebbe paura; con un gesto istintivo si asciugò le guance e gli occhi con le mani ancora sporche del nero che aveva usato poco prima per togliere una volta per tutte, la felicità che la sua bambola, un tempo, tanto amata, trasmetteva. Così facendo, però, si sentì ancora più sporca; si sporse allo specchio posto alle sue spalle quando la vide:
Ciao.
Ciao, sei in ritardo.
Lo so, scusa. Non capiterà più.
Promesso?
Promesso.
La bambina notò delle macchie scure sul volto della sua inseparabile compagna di giochi; questa notò il suo sguardo interrogativo.
Sono tutta sporca Ames, disse allora interrompendo il suo silenzio.
Perché?
Non lo so... ma più cerco di toglierle e più si fanno evidenti!
Scoppiò in lacrime in preda al panico.
Ames prese una stoffa che giaceva a terra da giorni e ci si strofinò le mani.
Certo sciocchina, non piangere. Se non ti pulisci le mani sporchi dappertutto!
Tolto il nero dalle dita, passò al volto.
Ecco, ora pulisci il tuo bel visino e sarai di nuovo bella come prima!
Una volta finito, posò di nuovo lo sguardo sullo specchio ma lei non c'era più. Lasciò cadere la stoffa violacea a terra e si avvicinò allo specchio toccandolo con la punta delle dita; Lo so che sei ancora qui.
Disse, sorridendo a se stessa.
Un istante dopo, pensò al lavoro in sospeso con la bambola.
Ora i suoi capelli lunghi e neri erano perfetti così come gli occhi e le labbra; prive di colore e falsa allegria.
Tuttavia, c'era ancora qualcosa che non andava; nel cassetto del comodino di fianco al letto, prese un vestitino fatto da lei stessa, con lo stesso tipo di stoffa usato prima per pulirsi, per la sua bambola.
Prese allora delle forbici e le usò per tagliare quello tutto colorato e allegro che aveva ancora indosso, lasciando la bambola completamente nuda.
Per qualche istante, rimase lì a contemplarla:
I capelli si faranno grigi,
il vestito potrà strapparsi
e gli occhi... gli occhi allora non sapranno dove guardare.
Ames impugnò un pennarello indelebile dal cassetto e scrisse due semplici iniziali sull'addome della bambola.
Ora sapremo sempre dove guardare.
Aggiustato il vestitino sul piccolo corpicino, riflettè che il suo lavoro era ormai terminato.
Si levò da terra avviandosi alla porta e dando un ultima occhiata allo specchio:
ci vediamo in giardino, voglio mostrarti una cosa.
 
Era stanca, distesa sul divanetto del suo camerino quando qualcuno bussò alla porta: Amy, i ragazzi hanno ordinato degli hamburger per festeggiare, vieni?
Con gran fatica, riaprì gli occhi e si protese in avanti, verso lo schienale del divano rivolgendosi alla biondina, nonché sua estetista personale, che l'aveva chiamata; aveva ancora indosso il vesito nero e rosso per il concerto, il trucco di scena ormai sciolto dal sudore ed i capelli tutti arruffati.
L'espressione felice della donna alla porta mutò in un istante.
Diamine, non ti sei ancora cambiata?, le rimproverò.
Sono troppo stanca, fate senza di me.
Si accasciò di nuovo; era più esausta di quanto sembrava.
La febbre non ti è passata come avevi detto, vero?
Vero.
Va bene... ti porto un aspirina. Festeggieremo domani, i ragazzi capiranno.
Amy fece l'OK col la mano destra mentre l'amica chiuse la porta alle sue spalle.
 
Finalmente era sola.
Ripensando al concerto appena terminato, cercava un motivo del perché avesse voluto chiudere la serata con la canzone che più di tutte aveva un significato profondo...
Ciao.
Sentì un sussurro provenire dalla stanza; Debra sei tu? disse, alzandosi dal divano.
Si guardò attorno ma era certa che non ci fosse nessuno oltre che lei. Si affacciò alla porta verso il corridoio ma anche questo era vuoto.
La richiuse, girando la chiave e bloccandola.
Fece un lungo sospiro liberatorio e, chiudendo gli occhi, sussurrò a se stessa: Ciao.
Tenne gli occhi fissi a terra, si mise a sedere dinanzi allo specchio che usava per truccarsi da sola e, finalmente, levò il suo sguardo verso di esso; finalmente la vide.
Come stai, Ames? E da un po' che non ti vedo...
Lo stesso vale per me, dove sei stata in tutti questi anni?
Sono sempre con te, solo che non ricordi più dove guardare.
Che vuoi dire?
Ti ricordi di Lynn? La nostra bambola?
E' un ricordo impossibile da cancellare...
Perché?
Perché è parte di me...
Ed è parte di me, Ames.
La ragazza cambiò espressione, come se finalmente dopo tanto tempo aveva trovato quello che credeva avesse perduto.
"I capelli si faranno grigi,
il vestito potrà strapparsi
e gli occhi... gli occhi allora non sapranno dove guardare" sussurrarono all'unisono.
Amy in piedi, tese le sue braccia verso la schiena per sfilarsi il costume; lo buttò atterra e, ormai in intimo, si specchio.
C'erano due piccole iniziali poco sotto il seno sinistro: "KA".
Guardò la ragazza riflessa nello specchio che faceva esattamente come lei; entrambe si rimisero a sedere ed, allo stesso tempo, sorrisero.
"Ora sapremo sempre dove guardare", disse Amy. Poco dopo, tese la mano verso lo specchio e notò che la ragazza dagli occhi di cristallo fece altrettanto.
Presto saprò che mi sveglierò da questo sogno... Ma non voglio, Kristine.
No, io sono la bugia che vive per te così che tu possa nasconderti dai sensi di colpa che hai preservato per tutti questi anni...
Amy si sentì bagnare il volto dalle sue stesse lacrime.
Non piangere.
Piango perché improvvisamente so che non sto dormendo.
La donna nello specchio prese un fazzoletto dalla confezione posto sul mobiletto e vi si asciugò le lacrime.
Ora sai dove guardare, io sarò sempre con te... Ciao, Ames.
Il viso di Amy ora era pulito; i suoi occhi ripresero a splendere.
Ciao, Kristine.
 
 
 
 
*Ho scritto questa piccola fan fic pensando al dolore che Amy può aver provato/prova per la perdita della sua sorellina; un trauma che ha subito da piccola e che via via con gli anni ha cercato di cancellare dalla sua mente. Senza riuscirci, come avete notato.
Naturalmente mi sono ispirata alla canzone Hello, infatti alcune frasi sono riprese direttamente dal testo della canzone. Altre invece, frutto della mia fantasia come il nome della sorella e quello della sua assistente. 
Beh.. che dire, spero che vi piaccia. Ciao!
Perdonate qualche errorino; non l'ho riletto. XD*
   
 
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