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Autore: WhiteSmile    05/09/2013    0 recensioni
"Quel 14 ottobre era diverso da ogni altro, faceva freddo ma anche se ti mettevi il maglione di lana, continuavi a sentire freddo. Era uno di quei giorni in cui solo un abbraccio poteva riscaldarti, solo una carezza rassicurarti e solo un bacio emozionarti." Mmh.
Daniela, Alessandro, 1994. Read it and you will know everything. I hope you will like it. Comments, suggestions, criticisms are welcome. Thank you so much xx
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“and we can learn to love again”


Si erano incontrati per caso.

Era il 14 ottobre 1994 e Daniela aveva appena 26 anni mentre Alessandro 27.

Erano gli anni d’oro dei walkman, gli anni di ‘Ciao darwin’, gli anni d’oro dei Backstreet Boys.

Quel 14 ottobre era diverso da ogni altro, faceva freddo ma anche se ti mettevi il maglione di lana, continuavi a sentire freddo. Era uno di quei giorni in cui solo un abbraccio poteva riscaldarti, solo una carezza rassicurarti e solo un bacio emozionarti.

Era andata a fare compere in centro e proprio per caso era capitata in quel meccanico quasi deserto, dove sembravano esserci solo auto scassate e abbandonate.

“Salve, posso aiutarla?” aveva chiesto un ragazzo alto, sulla trentina con i capelli corti e marroni.
“Si grazie! Mi servirebbe un cestino per una bici…”

La voce di Daniela era squillante e risuonava nella stanza come il cinguettio di un uccellino all’alba.

Il meccanico rise e rispose che questa era un’officina, dove si riparavano motori, non un negozio di articoli per biciclette..

La ragazza rimase in silenzio, scostò i capelli color miele dalla faccia e disse:” Mi scusi allora se sono entrata con una scusa qualsiasi solo per cercare di fare amicizia con lei!”

Alessandro rimase senza parole: ne passavano tante di persone in officina ma nessuna di loro si era mai interessata a quello sporco meccanico che ogni giorno sgobbava per cambiare motori, sostituire marmitte,..
“Allora, non dice niente?” disse con voce superba lei

Alessandro la stava fissando: guardava i suoi occhi azzurro oceano, osservava quei capelli così lisci e cercava di memorizzare ogni piccolo particolare di lei, così da poterla ricordare per sempre.

Intanto i minuti passavano.

E la biondina era impaziente di udire cosa avrebbe risposto quel buffo meccanico.

Voleva conoscerlo assolutamente.

Non era la prima volta che lo vedeva ma non aveva mai trovato il coraggio di parlargli..

Ma quel giorno, boh, si era preparata e si era vestita bene, aveva spruzzato un po’ di quel profumo elegante di sua madre, Chopard mi sembra, si era truccata con un filo di eyeliner e qualche passata di mascara e sulle guance un po’ di fard.

Poi era uscita.

Camminava lentamente e intanto pensava alla scusa che poteva utilizzare per attirare l’attenzione del meccanico ma una volta entrata nell’officina si era improvvisamente ri-trasformata nell’impacciatissima adolescente che qualche anno prima era soprannominata ‘topo di biblioteca’ (sia per il fatto che era piccolina e occhialuta sia perché passava gran parte del suo tempo su libri e enciclopedie) e farfugliò una scusa banalissima.

Ad un certo punto Alessandro, capito l’imbarazzo della giovane, ne venì a capo con un:” Beh io sono Alessandro, piacere!” con un sorriso che avrebbe fatto invidia a Leonardo Dicaprio (beh non esageriamo ahaha)

“Piacere, Daniela” disse lei porgendo la mano.

Lui la strinse con delicatezza e propose:” Allora, Daniela, io qui finisco alle 17, ti va se dopo andiamo a mangiare qualcosa insieme?”

Daniela arrossì.

Nonostante i suoi 26 anni suonati solo il garzone del cafè di fronte a casa l’aveva invitata una volta per prendere il caffè (non offerto, per giunta!).

Daniela era sì una bella ragazza, ma non lo era sempre stata.

Rispose di sì e improvvisamente si trovò un bigliettino in mano con un numero scritto sopra:"3318661056-Alessandro Officina” e un’ appuntamento per dopo le 17.

Cosa doveva fare? Come doveva vestirsi? Come truccarsi? Puntuale o con un leggero ritardo?

Mmmh..

MARIA!

L’unica soluzione era chiamare Maria e chiedere consiglio!

3278960994..tuu..tuu..”PRONTO!” disse una voce decisa dall’altra parte dell’apparecchio

“Ciao Mary, sono Daniela.. NON PUOI CAPIRE COSA MI E’ SUCCESSO OGGI!”

E, nel giro di 5 minuti Daniela raccontò tutta la vicenda nei minimi particolari, tutto per filo e per segno.

“Beh, dato che non fa abbastanza freddo io opterei per dei jeans abbastanza stretti, maglioncino beige, scarpe da tennis nere, basco nero e giacca lunga rossa.. quella tipo impermeabile. Classico ma d’effetto, andrà benissimo, non preoccuparti!” disse Mary con voce rassicurante.

“E per quanto riguarda trucco e accessori? Come mi devo comportare? Cosa ordino? Per che ora mi conviene rientrare? Ommammaaa! Sono troppo agitata.. scusami..”

Daniela era molto agitata. MOLTO.

“Allora, punto numero 1: borsa a tracolla nera che ti ho regalato io, hai presente? Niente orecchini, collane, bracciali. Solo un’ elastico nero sul polso, nel caso volessi farti una coda o treccia. Punto numero 2: sii te stessa, sempre e comunque.. non fingere o cercare di sembrare qualcuno che non sei.. NON SERVE ASSOLUTAMENTE A NULLA! Punto numero 3: cibo! Allora, ordinare o una pizza o, se andate al ristorante, pasta, carne e dessert, nulla di troppo pesante/esotico/strano.. solo cose che ti piacciono! Punto 4: quando vuoi! Ma attenta, non troppo tardi.. domani devi andare a lavorare.. Punto numero 5: STAI CALMA E TUTTO ANDRA’ PER IL VERSO GIUSTO! Se è destino vi ri-incontrerete, altrimenti PACE AMEN! Daaai, stai calma Squit”

Quando veniva chiamata ‘Squit’ era la persona più felice del mondo, Daniela.

Ora era calma e sapeva di potercela fare.

Tutto grazie a Maria. Solo lei poteva aiutarla in momenti di panico assoluto. E tranquillizzarla come una madre fa con sua figlia. Solo lei. La sua migliore amica.

Si erano incontrate alle superiori, precisamente in terza, quando Daniela stava attraversando un periodo di crisi: suo zio era appena morto e le ragazze che riteneva veramente ‘amiche’ si erano rivelate solo avide sfruttatrici, abili solo di utilizzare persone per favori, compiti fatti e altre scemenze varie.

Poi era arrivata Maria.

Era andata in montagna con l’oratorio, sola. Non si era organizzata con nessuno e sperava di capitare in camera con qualcuno di nuovo, divertente, intelligente e gentile. E in men che non si dica si ritrovò in camera con Maria Adeardi, la ragazza più simpatica di tutte! In quella settimana riuscì a dimenticare buona parte dei suoi problemi e strano ma vero, si era inserita in una compagnia, anzi NELLA COMPAGNIA, quella con la C maiuscola. Tutto stava andando bene a Daniela e finalmente aveva anche lei il suo momento di gloria.

Poi però cominciarono le prime litigate all’interno della compagnia e piano piano tutti se ne stavano andando, le uniche che duravano erano loro, le Rachel e Monica della Brianza, quelle che stavano sempre appiccicate, Pappa e Ciccia, dicevi ‘Daniela’ e ti rispondevano ‘Maria’. Loro.

Quel legame durava ancora tutt’oggi e questa era una delle cose più belle nella vita di Daniela.

Messaggio.

“Hey, ma dove sei finita? Sono le 17 ora.. Alessandro” mittente: 3318661056

SBRIGATI SBRIGATI SBRIGATI SBRIGATI

“Cosa fai ancora vestita così? Cambiati, muoviti, velocee!!” continuava a ripetersi in testa.

“Scarpe, dov’erano quelle maledettissime Superga nere?! Chissà perché ma quando cerchi qualcosa non la trovi mai mentre quan..Eccole lì! Perfetto, sono pronta!” urlò con un sorriso smagliante sulle labbra, rimirandosi allo specchio.

Era davvero perfetta.

Sembrava una parigina in visita a Londra per la Fashion Week, bellissima ed elegantissima. Uno spettacolo.

“Ciao :) scusami.. ero al telefono con una mia amica.. sono in piazza tra 5 minuti, aspettami davanti all’obelisco. Daniela” Inviato.

Prese la borsa e corse giù per le scale con una fretta indiavolata, la signora Rosa la vide e le disse:” Aò abbellà, ‘ndo stai andando con sta’ prescia? Divertite piccirì” in perfetto romanaccio.

Daniela sorrise, raggiante, prese la bici e si diresse verso la piazza, la percorse tutta e arrivò all’obelisco dove un ragazzo moro l’aspettava.
 
  
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