Oggi è il cinque settembre.
E’ il giorno del mio compleanno e sembra che nessuno se ne ricordi.
Siamo a tavola, come sempre Roger ha preparato i pancake.
Perché parlano tranquillamente senza farmi neanche gli auguri?! Ah che idioti.
“Freddie? Freddie? Che hai? Un altro po’ e ti addormenti con la testa nel piatto” mi dice Brian.
“Nulla, scusate, non ho fame, vado a dormire di nuovo”.
Mi chiudo la porta alle spalle, me ne sto in camera senza che possano disturbarmi.
*Trascorre un’ora e mezza*
“Freddie, andiamo in sala prove, che fai? Vieni con noi?”, sento la voce di John.
“Ho mal di testa, provate senza di me”, rispondo stizzito.
“Ok”.
La porta si chiude. L’unico rumore: quello del silenzio.
*IN SALA PROVE*
“Avete visto com’è permaloso?” dice Roger.
“Ti avevo detto che avrebbe funzionato, ora, però, diamoci da fare!” ribatte John.
*A CASA*
Che amici! Non  si ricordano del mio compleanno, ma dove?! Quando?! Come?! Aaaah, non riesco a darmi pace!
Meglio mettersi a leggere un po’.
Si è fatta ora di pranzo e non sono ancora tornati.
Telefono a Brian. “Brian, a che ore tornate? Sto preparando il pranzo”, gli dico scocciato.
“Freddie, scusaci se non ti abbiamo avvertito, ma…ehm…non torniamo per il pranzo”
Ho i nervi a fior di pelle. Non si ricordano del mio compleanno e va bene…ma lasciarmi addirittura solo…che stronzi.
“Ok, ciao!”. Rispondo staccando in fretta la telefonata.

*IN SALA PROVE*
“Brian, a che ora deve venire Freddie  a provare?”
“Alle otto Roger, alle otto” “Allora gli telefono e glielo dico, ok?”
“Si”.
*A CASA*
Il telefono squilla, saranno di nuovo quegli idioti.
“Pronto?”, rispondo.
“Freddie, stasera, vuoi o non vuoi, alle otto devi essere in sala prove, ok?”
“Proviamo così tardi?!”, che bella notizia. (Ironizzo)
“Si, John non può prima” mi risponde come per giustificarsi.
“Va bene, alle otto sono lì, tranquillo”.
Dalle quattro alle sette vado in giro per casa, in mutande, sembro proprio uno di quei vecchi scorbutici. Leggo il giornale, lo rimetto a posto, rivedo i testi di alcune canzoni, mangio qualcosa.
Bene, è ora di prepararsi. Indosso una tuta, una di quelle che uso per i live, sistemo i baffi, metto un po’ di profumo, devo pur sempre uscire di casa!
Mi avvio verso la sala prove.
Apro la porta, è buio, sarà andata via la luce?!
Improvvisamente una specie di faro mi abbaglia.
La stanza si illumina. “SORPRESAAAA!!!”
Ci sono tutti…Brian…Roger e…John.
“Freddie! Credevi ce ne fossimo dimenticati eh?! Ora siediti e non fiatare!”
Mi fanno accomodare su un divano, la sala prove è piena zeppa di dolci, salatini, caramelle, pizza, birra.
Cominciano a suonare, ma…questa canzone…la conosco…
“Uuuh you make me live, whatever this world can give to me…it's you you're all I see…uuuh you make me live now honey…uuuh…you make me live…you're the best friend that I ever had…I've been with you such a long time…you're my sunshine and I want you to know…that my feelings are true…I really love you…happy birthday Freddie!”. Per la prima volta non sono io a cantare, ma ho le lacrime agli occhi. Grazie ragazzi, siete i miei migliori amici…

-Fine. Spero vi sia piaciuta la storia, l’ho scritta in onore del caro Freddie. Sono trascorsi anni dalla sua morte, ma resta comunque nei nostri cuori. Non lo dimenticheremo, la sua voce è una nota indelebile. Che dire, grazie per la lettura, se vi va recensite.
Auguri Freddie! Sei un grande! <3. Baci, baci. Julie-