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Autore: Kiji    05/09/2013    1 recensioni
- Lasciami andare! Non toccarmi! - Urlai nell'oscurità di quella stanza buia e tenebrosa. Per quale motivo ero stato così stupido? I suoi occhi tristi e privi di lucentezza a quelle mie parole piene di risentimento, ancora adesso mi ossessionano. Non doveva andare in quel modo! Urlare, respingerlo e sentire i suoi graffi nella pelle, non era ciò che avrei voluto....
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lee Sungjong, Nam Woohyun
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Lasciami andare! Non toccarmi! - Urlai nell'oscurità di quella stanza buia e tenebrosa. Per quale motivo ero stato così stupido? I suoi occhi tristi e privi di lucentezza a quelle mie parole piene di risentimento, ancora adesso mi ossessionano. Non doveva andare in quel modo! Urlare, respingerlo e sentire i suoi graffi nella pelle, non era ciò che avrei voluto. Mentre la sua lingua si muoveva esperta nel mio corpo, sentii in me crescere quella strana eccitazione ma, non potevo cedere a quella lussuria.
- Woohyun lasciami! - Quelle stanze vuote, lontane da me, mi facevano sentire indifeso a contatto con quel corpo che tutto conosceva.
- Ti prego, smettila! - Piangevo, sentendo le sue dita esplorare quella parte nascosta in me così delicata. Faceva male da morire! Ero troppo debole, non riuscii a fermarlo. Anche quando entrò in me, quasi con rabbia, sentii ogni parte del mio corpo, frantumarsi. Perchè stava succedendo?
Protestavo, cercando di liberarmi dalla sua presa, eppure, mentre iniziò a muoversi lentamente ma con colpi decisi, sentii il piacere, misto a quella sofferenza, diffondersi a macchia d'olio. No! Non poteva essere vero! Era orribile e lo disprezzavo, eppure... Smisi di combattere, un pò per stanchezza ma anche dettato da quel piacere senza forma che mi conquistava l'anima. Lo sentivo, forte e potente, ma anche così dolce che mi sembrava di morire.
- Sungjong, sto venendo! - Quando sentii il suo seme in me, capii l'errore e l'atrocità di quel gesto. Io ero stato complice, mi ero macchiato come lui. Mentre ricadeva su di me, baciandomi delicatamente la pelle del viso macchiata di lacrime, avrei avuto voglia di strappargli ogni centimetro di quella carne infetta. Il mio migliore amico, quella persona che era sempre stata al mio fianco, adesso mi accarezzava lentamente, come una madre che cura le ferite dei propri figli.
Ero esausto e non riuscii a parlare, voltandomi di spalle, non lo degnai di uno sguardo, preso com'ero dai miei pensieri carichi di ansia e preoccupazione. Non lo sentii uscire, nè mi importava di dove si trovasse. Speravo con tutto me stesso che sparisse nel nulla eppure, una volta rimasto solo, una parte di me sentiva la sua mancanza. Il calore di quel corpo che non avevo chiesto, mi torturava ancora la mente e un sentimento nascosto in me, si scatenò nella mia anima.
Quando mi svegliai, mi voltai di scatto, ero ancora nudo eppure un lenzuolo di seta mi ricopriva il corpo fasciando ogni curva con accuratezza. Non appena vidi quella lettera, appoggiata distrattamente al comodino, sapevo già di chi si trattasse eppure, non volevo sapere nulla. Le sue scuse, forse forzate o anche sincere, non mi interessavano. Dentro di me, qualsiasi cosa fosse accaduta, era futile rispetto a quel dannato gesto che aveva compiuto. Mi alzai senza pensarci, indossando i primi boxer che trovai. Mi sentivo scomodo ripulendo il letto dai resti di quell'atto di violenza. Non volevo ricordare, cancellare tutto sarebbe stato il modo migliore per eliminare ogni momento dalla mia mente. Mi allontanai mettendo le lenzuola nel cesto da lavare. Cercai di passare inosservato, non volevo che nessuno sapesse o che facesse qualche domanda a cui non sarei riuscito a rispondere.
Una breve colazione, non avevo fame. Partii verso lo studio presto, con ancora la casa silenziosa ed il sole a solcare il cielo appena rischiarato. In sala prove, ascoltai l’eco della mia voce, così protettiva e quasi confortante. Ero solo io, nessuno mi avrebbe fatto del male.
Toccando distrattamente la pelle chiara delle scarne braccia, ebbi un fremito. Qualcosa in me sembrava diversa, forse un po’ più vuota. Involontariamente una lacrima scese sul mio viso cantando quella dolce melodia. Fermando la voce, mi lasciai andare a quel pianto liberatorio che non capivo più cosa significasse realmente. Sentivo la sua presenza anche quella grande distanza che il tempo ci aveva imposto. Non poteva essere. Mi stavo innamorando di un uomo? Di quell’amico che aveva abusato di me?
Chiudendo gli occhi, con il cuore in tumulto, ripensai alle nostre risate spensierate nei giorni intensi. Quei momenti in cui, con temporale che avanzava nella notte, dormivo nel suo letto, sentendo il calore protettivo del suo corpo. Dov’era finito quel sentimento che capivo alla perfezione? Era forse mutato in qualcosa di diverso? Eppure quel gesto non riuscivo a perdonarlo, troppo improvviso per il mio cuore puro e sincero. Il tempo passava lento, ma quasi non me ne accorsi, rinchiuso nel mio mondo fatto di musica e sofferenza. Solo quando vidi il volto preoccupato di Hoya, capii che qualcosa di improvviso era successo.
– Sungjong, eri qui! Hai notizie di Woohyun per caso? – Notando il mio volto sconvolto, mi prese con forza la spalla, quasi per paura che potessi crollare da un momento all’altro.
– Cos’è successo? Hoya dimmi tutto. – Avevo il volto pallido e mi sentivo svenire. Fino a pochi attimi prima, desideravo con tutto me stesso che sparisse dalla mia vita, ma quando accadde davvero, qualcosa dentro di me si ruppe.
– Non agitarti! Non è nella sua stanza, né alla compagnia. Sono spariti anche tutti i suoi vestiti. Pensavo sapessi qualcosa di più, mi dispiace averti fatto preoccupare. Vedrai che sta bene. – Sapevo che diceva quelle cose al solo scopo di farmi stare meglio, eppure la mia testa divenne bianca.  
Come preso da un’ansia viscerale, iniziai a correre per i corridoi che conoscevo come le mie tasche, fino a quando non fui in quel parcheggio umido e freddo. Corsi contro me stesso e tutto il mondo, per arrivare al più presto in quella stanza spoglia ed inospitale.
Da quando avevo iniziato a vederla così anonima? Senza Woohyun, tutto perdeva di importanza. Aprii il cassetto senza pensarci. Avevo paura e le mani mi tremavano incontrollatamente. Non appena vidi quelle lettere scritte alla rinfusa, iniziai a vedere tutto offuscato.
“ Sungjong, mi dispiace. Questa notte ti ho fatto qualcosa di incredibilmente sbagliato! Lo so che mi odi con tutto il cuore ed è per questo che, senza pretendere nulla, sparisco dalla tua vita. Dal primo istante, sempre ti ho amato. Quando vedevo il tuo sorriso, o le tue lacrime, desideravo solo toccarti come oggi, farti mio. Sapevo che non mi amavi, ma egoisticamente speravo che il tuo cuore mutasse, che vedessi in me qualcosa in più di un semplice amico. Oggi, quando ho visto il tuo sguardo di odio, ho capito che non ci sarebbe stato altro e non sono riuscito a fermarmi. Anche se ho sofferto con te, non ho potuto fare altro che ferirti. Perdonami! Sparirò per sempre, quindi addio mio caro amico. Ti amerò per sempre.”
 Non riuscii a frenare i fremiti di terrore a quelle parole. Che stupido! Per tutto quel tempo il mio più caro amico soffriva a causa mia e io non me ne ero neanche accorto. Quei pensieri spaventosi non smettevano di vorticare nella mia mente.
Caddi a terra, senza forze! Fu lì che ne ebbi la conferma. Io lo amavo più di me stesso. Era stato difficile rendersene conto,ma ancora, non riuscivo a smettere di fermare quel mio cuore che batteva solo per lui. Improvvisamente tutti quei momenti belli, quei ricordi che tenevo custoditi nel cuore, erano speciali solo perché lui era insieme a me. Come avevo potuto non rendermene conto?
Tremavo in quel piccolo pezzo di pavimento freddo. Anche quando Hoya mi trovò, ero ancora troppo sconvolto per capire. Le sue parole di preoccupazione, lo sguardo pieno di stupore guardando quella lettera che, poco tempo prima, mi era sfuggita di mano, era tutto troppo confuso. Rimase al mio fianco, facendomi stendere nel letto, ma immagini senza senso mi passavano dinanzi agli occhi e la mia voce usciva incontrollata dalla mia bocca.
– Woohyun, no ti prego non andare via! – L’umido della pezza fresca sulla fronte, mi tranquillizzò facendomi sprofondare in un sonno senza sogni. Quando mi svegliai Hoya dormiva al mio fianco, in quella notte senza luna. Un impulso frenetico mi fece alzare di colpo. Dovevo trovarlo!
– Hoya, svegliati! Hoya ti prego rispondimi. – Scuotendo il suo corpo, vidi i suoi occhi aprirsi lentamente. Biascicò qualcosa, di cui non ricordo il suono e sinceramente non mi importava
– Lo avete trovato? Dimmelo ti prego devo sapere. – Lui si stropicciò gli occhi prima di comprendere realmente il significato delle mie parole. Mi guardò per un istante, sperando quasi di ritrovare nei miei occhi una spiegazioni alle sue domande.
– Lo ami? – Disse solo quello, senza chiedere altro. Non importava cos’era successo, ciò che doveva sapere era cosa albergava nel mio cuore. Io feci cenno di si, con decisione e forza.
– L ha controllato i movimenti della sua carta. Ti ricordi la gita dell’anno scorso? E’ andato lì. – Senza attendere, uscii sbattendo la porta. La strada era spoglia e fredda, ma non arretrai. Correndo come il vento, speravo solo di arrivare da quella persona che stava soffrendo troppo solo per trovare conforto.
In silenzio, con solo il rombo del motore nelle orecchie, mi sentivo sconfitto. Non appena vidi quella piccola baita, circondata dagli alberi, mi accorsi da lontano della luce che filtrava dalle finestre. Corsi più forte, spingendo a fondo il pedale dell’acceleratore.
“Aspettami, sto arrivando!” Sorrisi tra me e me, un po’ impaurito per ciò che sarebbe successo inevitabilmente. Parcheggiando la macchina senza un reale ordine, scesi al volo dalla vettura e mi tuffai senza accorgermene in quella porta quasi rompendola in due per la violenza dei colpi. Sentii i passi avvicinarsi ed il piccolo uscio schiudersi. Il suo volto, circondato dalla luce del salotto appena arredato, sembrava così luminoso.
– Sung… - Fiondandomi dentro, quasi lo spinsi a terra.
– Hai idea di quanto sono stato preoccupato? Chi ti ha chiesto di sparire? Sei uno stupido! – Parlai così velocemente che non riuscivo quasi a seguire il filo indistinto dei miei pensieri.
 – Tu… pensavo che dopo ieri sera, non volessi più vedermi. – Colpendolo in pieno viso, vidi il suo corpo cadere per terra. Afferrandolo per la maglietta, a cavalcioni sul suo petto, il suo volo si alzò di poco dal pavimento.
– Non ti permettere di sparire ancora senza chiedermi il permesso, capito? – Non controllai più quel mio viso che in poco tempo si era riempito di grandi gocce salate. Diminuendo la presa ferrea che mantenevo nel suo corpo, sentii la sua mano appoggiarsi al mio braccio.
– Ehmm… Sungjong, potresti alzarti? Non sono di ferro. – Il rossore nelle sue guancie mentre il peso del mio corpo si diffondeva nella sua carne fragile mi fece sobbalzare. Spostandomi di lato, non potei non notare il rigonfiamento nei suoi pantaloni mentre un’ondata di caldo mi colpì all’improvviso.
– Perché? Per quale motivo ti comporti così? Mi confondi! Ieri sera, pensavo di sapere tutto. Ero convinto che mi avessi rifiutato ed adesso sembra quasi che… - Voltò lo sguardo, gli occhi socchiusi per segnare il suo dolore.
– Ti amo! So che è improvviso, non lo sapevo neanche io. – Mi fermai un attimo, prendendo fiato per quella scioccante rivelazione.
– Ero sconvolto! Mentre mi toccavi, non riuscivo a capire. Il mio unico pensiero era “è sbagliato”. Anche se il mio corpo fremeva ed il mio cuore quasi si fermava, non riuscivo a smettere di avere paura. Quando sei scomparso, ma forse già da prima, ho capito. Scusami, sono stato un emerito idiota! – Non mi accorsi di nulla, solo le sue braccia mi circondarono velocemente, annegandomi in un dolce abbraccio.
– Non sai da quanto tempo aspettavo questo momento. – Gettandomi a terra, la sua bocca ricoprì la mia, assaporando il gusto forte della sua bocca. Un brivido di piacere mentre la sua mano scendeva sul mio corpo, più gentile e delicata.
Non c’era più fretta, perché non avevo alcuna intenzione di scappare. Appoggiando le mie labbra sulla sua pelle vellutata, mi sentii morire dalla voglia incontrollata di sentirlo mio.
La nostra prima volta, sebbene tempestosa, so bene che in un altro modo, non avrei mai spiccato il volo. Se adesso sono libero e felice, è tutto merito tuo! Appoggiato al tuo corpo, come tutte le altre sere, sento il tuo respiro regolare attraverso le spalle corpose.
Giorno dopo giorno, dopo quel fatale scontro, ti amo sempre di più e questo sentimento non sparirà mai, ne sono sicuro. Anche se un giorno il mondo dovesse finire, non smetterò mai di cercare la tua mano gentile, né scorderò il suono del tuo nome sospeso nel vento.
FINE
  
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