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Autore: annalisastyles    05/09/2013    1 recensioni
Conoscete la sensazione che vi fa credere di essere degli alieni? Sì, quella che si intrufola nella vostra mente, nel vostro stomaco, nelle vostre gambe, rendendovi incapaci di pensare, muovervi o semplicemente ragionare.
Quella sensazione che vi dichiara completamente persi dal mondo, credendo che vi faccia vivere su un altro pianeta.
Quella sensazione che è in grado di buttarvi a terra morti o farvi piangere dalla gioia.
In molti la vedono come la miglior cosa del mondo.
Poi ci sono io, che sono combattuta tra lo scegliere se è una sgradevole malattia da tenere alla larga o la miglior cura di sempre.
L'amore.
Una cosa assurda e inspiegabile, non trovate?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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"La prima settimana di vacanza non calcolavo minimamente nessuno, solo Lucy. Mi sentivo terribilmente in colpa se parlavo con qualche ragazzo o qualcuno che non era stato approvato da Peter" Roxane mi uccise con lo sguardo, mi sarei uccisa da sola anch'io. "Ma mentre tutti mi tenevano alla larga, o mi chiamavano asociale.."
"Tu asociale?!" grido spontaneamente. Già, era difficile credermi così; ero la tipa che faceva amicizia parlando anche solo di un marshmallow in meno di un minuto, io non potevo affatto essere asociale.
"Sì, vabbe" scrollai il pensiero del marshmallow per poi riprendere a parlare "Solo un ragazzo, nonostante io fossi acida e distante con tutti, era premuroso, gentile e dolce nei miei confronti"
"Non può essere Austin, lui non è gentile e dolce con nessuno" un sorriso spavaldo nacque sulle mie labbra.
"E' capitato che, un giorno io non avevo dormito per niente la notte, perché ero troppo occupata a piangermi addosso per via del coglione, così mi addormentai nel pullman all'andata di un'escursione, la mattina dopo. C'erano gli altri che facevano un casino assurdo, gridando, cantando e ciò che mi uscì dalla bocca fu un lieve 'uffa'.
Il biondino seduto davanti a me si sporse verso il gruppetto rumoroso e, senza che io gli chiedessi nulla o avessimo mai parlato, dice:'Ragà, per favore! Sta dormendo! Un po' di rispetto, che diamine!'. Io feci finta di continuare a dormire ma rimasi a pensare a quella gentilezza per tutto il viaggio di ritorno"
"Oh mio Dio, il biondino è Austin! Lui è stato gentile con te senza neanche conoscerti" squittì Rox.
"Non mi illudevo affatto, piuttosto spiegavo a me stessa che il tipo dalla bellezza perfetta era gentile di carattere e lo aveva fatto per rispetto. La prima settimana andò avanti così, tra gentilezze e sorrisi dolci che mi sembravano così perfetti. Iniziava a piacermi, ma dovevo evitare tutti, per seguire l'ordine di Peter.
Ma non avevo speso 2000 sterline solo per vedere il posto nelle escursioni e rimanere chiusa in una camera di albergo per due settimane. Così, la seconda settimana dovevamo iniziare con le attività del college, essere divisi in gruppi e conoscersi meglio. Io finii nel gruppo con lui e la sua combriccola, dove era entrata anche Lucy da prima.
L'attività del primo giorno riguardava completare un questionario di storia, all'interno di un museo. Tutti facevano quello che gli pareva ed io, capogruppo, ero l'unica demente che si disperava a trovare le risposte tra i vari scaffali di storia. Nel panico più assurdo lo stesso biondino, che avevo scoperto si chiamasse Austin mi propose di aiutarmi, finendo il progetto da soli, insieme.
Il giorno dopo l'attività era piuttosto divertente: laser game. Io e lui fummo messi in squadre opposte e ogni volta che capitava di ritrovarci difronte non pensavamo mai di sparare, come avrebbero fatto delle persone normali, ma ci bloccavamo le braccia e finivamo al muro, ridendo, ma non mollando la presa.
'Facciamo così, ci lasciamo le braccia e io vado a destra e tu a sinistra' dicevo ogni volta. E ogni volta mi seguiva la sua risata divertita. All'uscita del gioco la mia squadra aveva vinto e Lucy propose di fare una foto me, lei e Austin. Lui si posizionò alle mie spalle posando una mano sulla mia spalla.
Quella notte lo sognai." guardai Roxane.
"Oh no, i tuoi sogni sono sempre sogni premonitori!" già, l'anno prima mi ero lasciata con Peter appunto perché sognavo Piers e il giorno dopo il sogno diventava realtà.
Esempio: sognavo di abbracciarlo? Il giorno dopo mi abbracciava.
Sognavo che avrebbe provato a baciarmi? Il giorno dopo mi girai di scatto per evitare il suo bacio.
La dote dei sogni premonitori era una dote di famiglia. Mi affascinava sapere che quello che sognavo diventava realtà ogni volta, ma mi metteva ansia, perché se il sogno era con una persona sbagliata, o complicata, o qualsiasi altra cosa negativa, io sapevo che sarebbe successo davvero.
"Sognai che c'era una festa imminente e nel caos più totale Austin mi prende per mano e mi porta via, lontano dagli altri. Mi porta in un posto dalle luci chiare, un luogo chiuso che non ero riuscita ad identificare. Mi sussurra:'Smettila di stare male per quello, goditi l'estate' e mi avvicina a se per baciarmi. Sognai che il giorno dopo il bacio, a colazione, lui mi accarezzava e con dolcezza mi donava un altro bacio. Chiamai Peter, per sentire che emozione mi avrebbe fatto sentirlo e così vedere come comportarmi.
'Pronto, amore? Mi manchi tanto' dissi io nel mio sogno.
'Hey, anche tu' senza emozioni, come lui faceva sempre.
'Sai che torno un giorno prima? Non vedo l'ora di abbracciarti'
'Ah, okay'"
"Vabbe, non c'è da stupirsi. Peter risponde sempre così" disse Roxane, quasi disturbata dal nome pronunciato.
"Appunto io nel sogno mi incazzo con me stessa dicendomi: perché devo stare dietro ad un tipo che se ne strafrega di me quando poi c'è un ragazzo stupendo che mi tratta in una maniera dolcissima? Fu al mio risveglio che capii che stavo di merda, non perché avevo sognato di aver tradito Peter, ma perché non era successo veramente.
Da quel momento in poi la mia mente viaggiava solo attorno a lui, pensando ad ogni suo gesto gentile e facendomi sentire protetta.
La mattina dopo quel sogno vedevo le cose in modo diverso: qualsiasi sorriso, dolcezza o gentilezza io l'avrei fraintesa con molta facilità, così mi creai una specie di guscio in cui dicevo che era impossibile che io gli piacessi e non dovevo illudermi.
L'attività del giorno era il bowling, come sempre il nostro gruppetto di amici giocava insieme: io, lui, Lucy, Luke (il tipo del casino in pullman) e Matt. Ad un mio ennesimo buon tiro lui si avvicina a me e con uno sguardo profondo tanto da toglierti il fiato mi dice:'Ti supero di nuovo, ora' e un sorriso malizioso.
'C'è in atto una sfida tra me e te ed io non lo sapevo nemmeno?' rispondo divertita ed eccitata all'idea della nostra sfida privata.
'C'è in atto una sfida tra me e te già da prima che arrivassimo qui'

'Allison, non essere stupida! Si vedeva perfettamente che quella tra te e lui non era una semplice competitività, ma era amore soppresso!' mi aveva detto Lucy in camera poco dopo.
'Ma che dici! Giocavamo e basta, era un odio da gioco, da competizione' convincevo più me stessa che lei.
'Allison, ma hai visto come vi guardavate?! Vi mangiavate con gli occhi!'
Okay, fu in quel momento che finii in crisi.
  
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