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Autore: _Broken Dream_    05/09/2013    8 recensioni
I Five-0, Steve, Danny, Chin e Kono, ormai sono una famiglia, una vera Ohana.
Steve e Danny oltre che a essere colleghi sono anche amici, il loro rapporto si è consolidato nel tempo, c'è sempre stato feeling tra loro, nonostante l'inizio burrascoso fatto di pallottole ed inseguimenti.
E poi c'è Grace, che farà unire maggiormente il suo papà Danno e l'ormai Zio Steve.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chin Ho Kelly, Danny Williams, Grace Williams, Kono Kalakaua, Steve McGarrett
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Uncle to... Dad'
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento personale. I personaggi sono presi dal telefilm della Cbs Hawaii Five-0, alcune scene o battute provengono direttamente dal telefilm.






 
Ad Alice, che subito negavi i McDanno ma che poi non hai potuto fare a meno di amare...







Danny POV


 
La solita routine, la solita vita alle Hawaii.
Sveglia alle sette, caffè, senza non è posibile attivare il cervello, doccia, recuperare i vestiti, alcuni lasciati la sera prima sulla sedia, altri, come la camicia, tirati fuori freschi di lavanderia dall’armadio e la mia immancabile cravatta. La cravatta che scatena le polemiche di tutta quest’isola infestata dagli ananas, possibile che alle Hawaii nessuno conosca il concetto di professionalità sul lavoro? Nel New Jersey se sei un detective indossi la cravatta, è normale, è indice di serietà e poi mi sta bene, questa per esempio è un regalo della mia Scimmietta, la voglio e la metto, come al solito sarà oggetto di un scambio di opinioni con quell’animale di Steve; ovviamente lui la cravatta non sa neanche come si metta, il nodo, le rare volte che la mette con l’uniforme, glielo devo sempre rifare io. Come fa un uomo della sua età a non saper fare il nodo alla cravatta, mio padre è stata una delle prime cose che mi ha insegnato, “Ometto devi imparare a fare il nodo, è molto importante saperlo fare bene, sarai più elegante e più serio, vedrai, le donne impazziscono per gli uomini ordinati e curati, è così che ho conquistato tua madre”.
Perso come al solito nei miei monologhi interiori guardo l’orologio, le otto meno un quarto, rischio di arrivare al lavoro in ritardo, prendo il cellulare, il portafogli, le chiavi di casa e della Camaro, entro in macchina e comincio a litigare con il bluetooh.

-   Pronunciare il nome o il numero che si vuole chiamare –
  Chiama Steve –
  Nome non presente nella memoria –
La tecnologia, ma chi l’ha inventata mi chiedo, dovrebbe semplificare la vita e invece ci vuole una laurea anche per fare una telefonata, meno male che in ufficio se ne occupano Kono e Chin, lasciassero il compito a me saremmo nei guai.
-   Pronunciare il nome o il numero che si vuole chiamare –
  Chiama McGarrett –
  Nome non presente nella memoria –
  Pronunciare il nome o il numero che si vuole chiamare –
  Chi-a-ma Mc-Gar-ret-t –
  Chiamata inoltrata –
Evviva, sono praticamente arrivato, a questo punto potevo anche evitare di chiamarlo.
  Pronto? –
  Steve, muoviti, esci che siamo in ritardo, ti conviene essere pronto altrimenti oggi vieni a lavorare a piedi –
  Buongiorno anche a te Danno, ti sei svegliato con il piede sbagliato? Forse ci conviene fermarci a comprare le Malasadas mentre andiamo, in modo da aumentare lo zucchero nel tuo corpo visto che sei così di buon umore –
-   Steve piantala con queste cazzate e muoviti che siamo in ritardo, sono quasi arrivato, comunque per tua informazione mi sono svegliato di buonissimo umore e sto benissimo, siamo solo in ritardo, quindi risparmia le battute. Niente Malasadas comunque, Grace vuole che mangi più sano, lo sai e tu ti lamenti sempre che fanno aumentare il colesterolo, hai deciso che ti sei stancato di me e vuoi uccidermi? Una pallottola è più veloce e più efficace, basta lavorare con te cinque minuti e rischio di beccarmene dieci, non serve puntare sull’overdose di zuccheri –
-   Come sei polemico, arrivo! –
Io polemico? Se Steve mi fa uscire dai gangheri non è mica colpa mia, è più forte di me, battibeccare con lui è una tentazione irrestibile, lui e i suoi modi di fare da Super Seal, si chiama fare conversazione ed esprimere in modo educato le proprie opinioni, forse a volte esagero ma è divertente anche se non lo ammetterò mai, soprattutto non con lui.
Arrivo davanti a casa di Steve un minuto dopo aver chiuso la telefonata, Steve non è ancora pronto, scendo dalla macchina, tanto mi farebbe ugualmente scendere lui. Possibile che io non possa guidare la mia macchina quando voglio, le uniche volte che ho guidato io, ha passato il viaggio a lamentarsi, “Vai troppo piano”, “Stai attento”, “Metti la quinta”, “Fai questa strada, quella che vuoi fare tu a quest’ora è bloccata dal traffico”, arrivati a destinazione ho deciso che per la mia salute mentale in futuro sarebbe stato meglio far guidare lui.
Finalmente lo vedo uscire di casa, solita divisa, maglietta panna maniche corte, camicia aperta verdone e pantaloni cargo color cachi, sorriso strafottente stampato in faccia che preannuncia sicuramente qualche battuta in arrivo, sarà una lunga giornata.
  Danno che cosa ci fai ancora lì impalato? Su, sali in macchina che siamo in ritardo che aspetti? –
  Come mai così di buon umore questa mattina, no aspetta, non dirmelo, questa notte ti sei rotolato nel letto con Miss Rambo per ringraziarla dell’aiuto che ci ha dato ieri e che ci ha permesso di risolvere l’ultimo caso? Si, quello è proprio il tuo sorrisetto “Ieri ho fatto sesso e ora sto benissimo, soddisfatto e rilassato”. –
Non so per quale motivo Miss Rambo, proprio non riesco a sopportarla, mi è sempre stata antipatica, per fortuna l’ho incontrata poche volte e quasi esclusivamente per lavoro, bellissima donna, nulla da dire, però proprio non riesco a trovarla simpatica, sarà che le donne che fanno le “gattine” non le ho mai sopportate, nemmeno al liceo o al college, apprezzo molto le donne dirette. Rachel è stata talmente diretta che per conquistarmi mi ha tamponato con la macchina e infatti mi ha letteralmente fatto perdere la testa, la rottura, doppia, con lei mi ha devastato, soprattutto la prima volta.
Steve invece pare apprezzare il genere Gatta-Rambo-Morta.
Scoppia a ridere prima di rispondermi, cosa avrò mai detto di tanto divertente?
  Spiacente deluderti Danny, non ho visto Cath nè ieri nè oggi, ieri sera mi sono bevuto una birra sulla spiaggia e sono andato a dormire presto, questa mattina ho fatto la mia nuotata giornaliera nell’oceano e sono tranquillo perchè ieri abbiamo finalmente chiuso il caso del truffatore che se la prendeva con le giovani coppie in luna di miele. Oggi è una giornata stupenda e non vedo perchè dovrei essere di cattivo umore come te. –
Sono contento di vederti così in pace con te stesso ma ora possiamo andare, siamo in ritardo, Steve, dov’è finita la puntualità che ti hanno insegnato nell’Esercito? –
Come al solito mi aspetto la sua risposta spazientita “La Marina Danny, la Marina, come devo dirtelo?”, invece ottengo solo un sorriso, se non mi ha corretto è veramente di buon uomore, chissà a cosa è dovuto, sembra più rilassato, l’ultimo periodo trascorso non è stato facile per lui, WoFat, Shelburne, troppi problemi e troppe preoccupazioni.
Sale in macchina, mette in moto, accende la radio e si mette a canticchiare una canzone a mezza voce che stanno trasmettendo, solitamente commenterei sia la scelta della musica sia il fatto che sta cantando ma decido questa volta di evitare.
You can count on me, when you can not see, let me spell it out plain and simple now, when your numbers called backs against the wall, pick you up when you call be there when you fall, singing a b c you can count on me, 1 2 3 you can count on me -
Osservo Steve canticchiare e penso che vederlo così felice è un evento più unico che raro, in realtà gli unici momenti in cui l’ho visto così rilassato sono quelli che ha passato in compagnia di Grace, sembra che stare con lei tiri fuori il meglio di lui, la sua dolcezza nascosta, che probabilmente durante i lunghi anni di addestramento gli hanno insegnato a nascondere. Decido di non rovinare l’atmosfera rilassata che si è creata.
 
La mattinata si preannuncia tranquilla, in ufficio ci aspetta la burocrazia tipica di quando viene concluso un caso, rapporti da consegnare e aggiornamento dei database, la parte più noiosa del nostro lavoro ma per contro la più tranquilla.
Una volta arrivati troviamo Chin e Kono già alla scrivania, anche loro sorridenti, sembra che il buon umore abbia contagiato la nostra squadra, al quartier generale della Five-0 si respira ottimismo una volta tanto, osservo i miei colleghi e decido di godermi questo raro momento.
Mai più avrei pensato di sentirmi di nuovo a casa lontano dal Jersey, il trasferimento è stata una decisione obbligata, quando ho dovuto scegliere tra la mia vita e mia figlia non ho avuto dubbi, pensare di vivere lontano da Grace mi procurava un dolore insopportabile, l’unica cosa da fare era chiedere il trasferimento, preparare le valigie e partire. Ambientarsi non è stato facile, pensavo non ce l’avrei fatta, mi sbagliavo, questa è la mia nuova casa, devo ringraziare Steve per questo, non mi avesse scelto come componente della Five-0 probabilmente vivrei ancora nella stanza arrangiata di un motel, lavorei in modo automatico e vivrei dei soli momenti passati con Grace. Conoscere Steve, Chin e Kono ha cambiato la mia vita, ho trovato degli amici e una famiglia su cui contare, siamo diventati una vera Ohana, la famiglia non sono solo legami di sangue, sono legami che si creano autonomamente con persone che sono disposte a coprirti le spalle e a farsele coprire da te, sono veri e profondi sentimenti che nascono piano piano.
Seduto alla scrivania del mio ufficio osservo Steve intento a parlare al telefono con il Governatore che vuole essere aggiornato sulla conclusione del caso, ha un’aria seria e concentrata, ogni tanto riesce anche a dare l’idea di essere professionale.
Decido che è ora di mettermi al lavoro, accendo il pc e come prima cosa controllo la mail, ne trovo una di Rachel in cui mi chiede se posso passare a prendere Grace a scuola nel pomeriggio poichè lei ha un impegno, velocemente digito una risposta affermativa, non sarebbe il mio turno di stare con lei ma il vederla può solo che farmi piacere, potrei portarla a fare il bagno nell’oceano, Steve le ha insegnato a nuotare e lei vivrebbe in acqua.
 
La giornata passa tranquilla, raramente le ore in ufficio sono così serene e forse anche un po’ noiose, sembra infatti strano non aver ricevuto telefonate e segnalazioni di qualche truffa, omicidio o furto.
Alle quattro e mezza chiudo il computer e chiamo Steve con la chiamata interna, curioso di sapere se il buon uomore del Grande Boss è rimasto intatto.
Guardo Steve dal vetro mentre risponde al telefono.
  Danny era così faticoso alzarsi e parlarmi a voce? Devo farti fare più sport, ti stai impigrendo, se diventi grasso poi le donne guarderanno solo me, non avrai alcuna possibilità contro il sottoscritto. –
  Steve che fai, mi rubi il ruolo di polemico? Ti avverto che non rispondo a questo genere di provocazione anche perchè se stai insinuando di essere meglio di me sei fuori strada. -
Steve alza lo sguardo, mi fissa sorridendo e dopo la mia risposta scoppia in una fragorosa risata, no, decisamente il suo buon umore è intatto, decido allora di proporgli un pomeriggio alternativo alle scartoffie vista la tranquillità della giornata.
  Devo andare a prendere Grace, Rachel ha da fare, la sua manicure le avrà spostato l’appuntamento, dato che le ho detto che se è impegnata e io no, preferisco andare io piuttosto che mandare l’autista, mi ha chiesto se passo a prenderla a scuola e la tengo per il pomeriggio, hai voglia di unirti a noi? Pensavo di portarla a nuotare nell’oceano, come ben sai con me si diverte poco, preferisce nuotare con un Seal senza paura che le fa fare le cose pericolose che un padre non approverebbe mai. –
Steve mentre gli parlavo si è accomodato sulla sua comodissima poltrona, essendo il capo ha diritto ad una poltrona comoda che asseconda i movimenti del corpo non di una scomoda sedia da scrivania ergonomica, senza però smettere di guardarmi attrarveso il vetro, riesco quindi a vedere il cambiamento della sua espressione non appena concludo la mia proposta, il suo sorriso si allarga e gli occhi si illuminano, il potere che la mia Scimmietta ha sulle persone è bellissimo, la adorano tutti, ovviamente, come potrebbero non amarla, è una bambina deliziosa.
  Danno, dovrò insegnarle anche a te prima o poi queste cose pericolissime che un padre non approverebbe mai, si chiamamo nuotare e respirare sott’acqua, sono importanti sai per chi vive alle Hawaii. -
  Quante volte ti devo dire che io so nuotare, per necessità e non per piacere, preferisco le attività che si svolgono fuori dall’oceano. Il fatto che io ora viva alle Hawaii non implica che io debba stare sempre dentro all’acqua o che impari a mangiare quella schifezza che voi chiamate pizza, vorrei comunque ricordarti che Kono mi sta insegnando a fare surf, solo perchè a Grace piace ed è importante avere degli interessi comuni con i propri figli per poter passare più tempo assieme, ma perchè lo dico a te, sei un animale non puoi capire. –
  Un animale eh, in questo caso che animale sarei, uno splendido e temuto squalo bianco magari? –
  No, per quanto sei vanesio ti direi un delfino ma asseconderei il tuo ego, quindi credo proprio che sceglierò uno scorfano, i delfini sono animali troppo intelligenti per essere paragonati ad un Seal tutto muscoli. –
-   Lo sai che alle Hawaii non è un pesce che si trova facilmente vero Danno? Solitamente vive in un altro oceano. Poi scusa, lo scorfano? Sono così brutto? Eppure Cath non si è mai lamentata. –
  Ti avranno importato e poi, chi ha deciso che Miss Rambo non abbia dei gusti discutibili, io avrei qualcosa da ridire, innanzi tutto gi piace un animale come te, questo già fa pensare. Sarebbe comunque carino da parte tua, invece di discutere come al tuo solito, rispondere alla mia gentile offerta, hai deciso che oggi dobbiamo arrivare in ritardo dovunque andiamo, non voglio che Grace aspetti da sola davanti alla scuola, sai quanto può essere pericoloso, potrebbe spaventarsi non vedendo nessuno ad aspettarla. –
  Danny sei vermanete carino quando vesti i panni di padre apprensivo, la risposta pensavo fosse scontata, ovvio che ho voglia di passare il pomeriggio con Grace, sai quanto adori quella bambina, magari oggi riesco a far entrare in acqua anche te, possiamo andare a casa mia così possiamo passare un pomeriggio tranquillo e poi vi invito a mangiare la pizza sul divano davanti alla tv, chissà che non riesca a convertirti alla pizza con l’ananas. –
  Dovrai passare sul mio cadevedere, forza, muoviti. –
  Come sei autoritario, agli ordini, arrivo. –




Note:

Buongiorno a tuttti.
Questa è la prima storia che scrivo, chiamarla storia mi semba anche esagerato, diciamo che è un percorso alternativo che i personaggi di Hawaii Five-0 hanno intrapreso nella mia testolina.
Il telefilm ha creato il bellissimo rapporto tra i due protagonisti, non credo che l'amicizia si trasformerà mai in qualcos altro, molti ne sarebbero felici ma il regista e gli autori non credo stiano andando in quella direzione, anzi, gli ultimi spoiler che sono stati divulgati fanno credere il contrario.
Tutto questo per dire che, data la mia passione invece per i McDanno, ebbene hanno un nome, usiamolo, ho deciso di scrivere quello che mi passava per la testa, per divertimento, più che per altro.
Chiedo subito scusa per la forma, l'ortografia e le ripetizioni, non sono mai stata brava a scrivere, mi scuso quindi se la storia non sarà scritta bene, chissà, magari andando avanti riuscirò anche a migliorare, anche se ne dubito.
Molti riferimenti come ho scritto nelle note introduttive ad inizio capitolo sono ovviamente prese direttamente dal telefilm.
Il titolo della storia è una strofa della canzone "No Light" dei Florence and the Machine, la canzone tornerà a far parte della storia, più avanti.
La canzone che compare nel testo è "Count on me" di Mat Kearney.

Traduzione Testo:
"Potete contare su di me Quando non si può vedere Permettetemi lo spieghi Chiaro e semplice ora Quando i numeri chiamati Spalle al muro Prenderti quando cadi Essere lì quando si chiama Cantare a b c Potete contare su di me 123 Potete contare su di me"

L'immagine all'inizio del capitolo è stata presa direttamente da google immagini, non mi appartiene e chiedo scusa se l'ho presa in prestito senza citare la fonte, ho tentato di documentarmi sulle regole di efp ma non ho trovato nulla riguardo alle immagini, nel caso ci fossero dei problemi, me li potete segnalare e la tolgo subito.
Non ho ancora deciso quando lunga sarà questa storia, non credo molto, per il momento ho pronti solo quattro capitoli, piano, piano scriverò ancora qualcosa.
Spero che la storia vi faccia sorridere e vi piaccia.
Un grazie a mia sorella che legge tutto per prima e corregge e alla mia editor più severa.
A presto.
G
 
 
   
 
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