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Autore: fann1kaoriyuki    11/03/2008    8 recensioni
A grande Richiesta! Buona lettura! *_* Harry ha recuperato la sua memoria...come reagirà Draco?
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola prefazione

Piccola prefazione!

Heila gentee!!! La vostra scrittrice preferita è all’opera, non ve lo credevate eh?! XD

Allora Alice mi ha offerto due scelte…che vorrei rigirare a voi.

Uno o più “missing moments”?

In sostanza…vi basta questo oppure ne volete altri?

A voi la scelta!

Una ultima cosa….io potrei anche avere qualche ideuzza, ma se volete mi potete offrire voi stessi uno spunto. Non prometto nulla, ma vediamo cosa mi proponete…SE me lo proponete!

Vediamo un po’.

Godetemi questa però! *_*

Bacioni *Hachi*

 

Sposami

 

Un ragazzino dall’aria ansiosa attendeva un risposta dal proprio padre che, impacciato, era di fronte a lui con l’aspetto sollevato, ma al contempo preoccupato per la rivelazione appena fatta.

Vincent sbuffò concisamente facendo ondeggiare i capelli biondi che poi gli ricaddero morbidi sulle spalle, mentre i suoi occhi verdi indugiavano ancora sulla figura paterna scrutandola con estrema attenzione.

- Tu ricordi. - disse, e la sua non era una domanda. Non c’era più spazio per i dubbi. Non ora che ne aveva la certezza assoluta.

Harry Potter sospirò profondamente, prima di continuare - E’ da poco dopo il mio “ritorno” a casa che mi sottopongo ad un trattamento speciale che mi ha permesso in un certo senso di ricollegare i miei ricordi tra loro, e quindi di riacquistarli… - confessò ancora.

Il figlio, ormai non più bambino, lo fissava con estrema severità nonostante fosse lui l’adulto - Perchè non l’hai mai detto a papà?! -

Non c’era mai confusione quando Vin chiamava uno dei due semplicemente “papà”, come se sapessero a priori a chi di loro si riferisse non solo dall’andazzo della conversazione, ma anche dalla semplice sfumatura della voce.

Papà Draco era il protagonista della domanda, la metà di Harry, il suo amato…

- Non sarebbe servito a nulla. - dichiarò il moro con decisione - Draco aveva promesso che mi avrebbe amato per quello che sono, e non per ciò che ricordavo. E così è stato. Ma sai meglio di me come fosse fragile e precario il suo equilibrio due anni fa’. Se gli avessi dato la speranza di poter tornare ad essere quello di un tempo, avrebbe potuto reagire in qualsiasi maniera… perfino con un rifiuto. Inoltre, è stato già fin troppo difficile abituarsi alla situazione che c’era all’epoca, non potevo illuderlo di qualcosa di cui non ero sicuro nemmeno io. -

Vincent fissò il padre con interesse - Beh, ma adesso puoi dirglielo, no? - chiese con aspettativa. - Se ora tu ricordi tutto… poi farlo! -

- Si, potrei. - disse - Ma ho paura. -

Il biondino osservò qualche istante il padre, prima di scuotere la testa gentilmente - Di cosa? - chiese comprensivo.

Vincent Draco Potter aveva ormai dieci anni, ma sia d’aspetto che di carattere ne mostrava un po’ di più. Si avvicinava all’età in cui ci si crede adulti pur non essendolo. Ma lui ne aveva passate tante, quindi la sua maturità aveva molto da invidiare agli altri adolescenti della sua età. Precoce in tutto, anche nella magia che era esplosa in lui potente e straordinaria.

- Di cosa hai paura? -

Occhi negli occhi i due si scrutavano. - Di tante cose, Vince… - soffiò solamente - Non so cosa dire, né come. tantomeno so se ne sarà felice… lo siamo già così, non ti pare? -

Sì. La sua famiglia era straordinariamente felice.

Confessare quella nuova, grande, verità avrebbe contribuito a migliorarla, o l’avrebbe distrutta?

- Devi dirglielo! - s’infervorò il ragazzo - Deve saperlo! -

Harry abbassò gli occhi - Sì, lo so… - disse e infine flebile - Ma come posso fare? -

Gli occhi del figlio erano verdi proprio come quelli del padre che ora giaceva innanzi a lui con l’aria confusa e spaurita.

- Tu… - iniziò dopo un po’ Vincent - Tu come ti senti? - fece d’un tratto.

- Eh? -

- Beh, è papà che hai tanto a cuore su questa questione, ma tu… come l’hai presa tu? Ora che ricordi… come ti senti? -

- Non penso di ricordare tutto. - s’incupì - E comunque, non potrò mai esserne certo, però… - soppesò i suoi pensieri - Però mi sento me stesso, finalmente. James Evans sarà sempre una parte di me, ma finalmente mi sento io. -

- Ed è un bene. - concluse Vincent con un sorriso sornione, abbastanza soddisfatto dall’aver capito la netta differenza tra bene e male, differenza di cui prima aveva solo un vago sentore.

Harry si ritrovò a sorridere docilmente di quell’affermazione, e ad annuire - Io… - iniziò dopo un po’- In verità, avrei pensato anche una altra cosa. -

- Cosa? - fece il ragazzino incuriosito.

- Sì, beh… - le gote del padre si tinsero di un rosso acceso, improvvisamente. - Potrei fondere le due cose… - pensò tra sé e sé, misterioso.

Il figlio aggrottò le sopracciglia. - Papà? -

 

***

 

Un giorno di sole…

 

Harry osservò il panorama dalla finestra della camera da letto. Era una bellissima giornata di sole e lui si era alzato di buona leva per mettere in moto il suo piano.

Vince era andato a stare per il fine settimana da un suo amico. Era stato Harry a chiederglielo, per poter agire indisturbato.

Sorrise alla veduta, e il suo sorriso si allargò ulteriormente una volta giratosi verso l’amato, che giaceva dormiente nel letto, completamente sfatto… e nudo.

Beh, senza Vincent la loro nottata era stata piuttosto… “agitata”.

Gongolò un po’ rimirando il consorte quindi, in punta di piedi, uscì dalla stanza per andare in cucina.

 

- Buon giorno, amore. -

Draco contrasse il viso, infastidito, poi aprì piano gli occhi sentendo le palpebre ancora pesanti - Ciao… - biascicò aspro, con il chiaro intento di sottolineare il disturbo arrecatogli.

- Svegliati! - proseguì invece il moretto - Ho preparato la colazione! -

L’amato sbuffò, dopodichè si raggomitolò meglio sotto le coperte - Potter, hai idea di quanto tu mi abbia sfinito stanotte?! - sbottò acido - Ho i miei anni ormai, lasciami dormire! -

Harry sorrise per quella reazione, e quasi gli dispiacque dover insistere - No, no e no! - esordì divertito - Devi alzarti! - tentò di scuoterlo piano, quindi si chinò su di lui - Dai, amore! - rincarò.

Draco ansimò un po’, poi alzò le braccia e avvolse il collo del compagno - Resta tu qui! - propose con voce gutturale e sensuale.

- Ho preparato la colazione. - esclamò il moretto tutt’altro che convinto di voler continuare la recita. Il biondo aggrottò le sopracciglia, mantenendo gli occhi chiusi e fece una smorfia.

- Fa nulla… - sibilò solo, stancamente.

Esattamente come da copione, e di ciò Harry gongolò.

Sorrise dolcemente, poi toccò piano con le labbra la fronte, il naso e infine la bocca dell’amato…

Draco s’irrigidì.

- Alzati, dai. - rincarò il moro delicato, approfittando della presa del compagno per tirarlo a sé, invogliandolo ad alzarsi.

Il biondo si lasciò mettere seduto in silenzio, quindi riuscì finalmente ad aprire gli occhi che puntò verso il nulla.

- Che giorno è oggi? - chiese improvvisamente, come a volere una sorta di conferma. Harry aveva capito l’intuizione dell’altro, quindi proseguì la recita chinandosi a baciarlo lentamente e assaporando quel tocco lieve con tutti i suoi sensi. Sebbene comprendesse le perplessità del compagno, realizzò vagamente che non vi era alcuna resistenza in quel bacio, quindi poté anche coinvolgerlo più attivamente in un contatto diverso e più vorace.

- Harry… - soffiò in un sospiro Draco quando si staccarono per mancanza di fiato. - Ma cosa…? -

- Shhh… - lo interruppe. - Dai, la colazione è pronta… -

- Prima fammi mettere qualcosa addosso… - tentò vago, specchiandosi negli occhi speranza del marito.

- No. - replicò immediatamente questi - Tanto Vince non c’è, e poi… sono nudo anche io. -

Nudi…

Nudi, soli, in una assolata mattina domenicale, una colazione più che speciale.

Draco s’irrigidì nuovamente, tentando però di non darlo a vedere. Chiuse gli occhi per qualche istante, quindi li riaprì.

- Spero che la colazione sia buonissima… - disse in un sussurro, rievocando a sua volta quella giornata e iniziando da sé a seguire quel famoso copione.

Il consorte gli passò dolcemente una mano tra i capelli per calmarlo, quindi lo aiutò a mettersi in piedi scortandolo fino alla cucina.

Qui, come il biondo aveva previsto e in parte quasi temuto, la tavola era imbandita esattamente come anni prima… e nel vedere quello spettacolo sentì qualcosa stridere nel suo petto. Alzò gli occhi su Harry, sperando di palesargli la confusione e il dolore di quel momento. Riviverlo era struggente, affatto meraviglioso come lo era stato all’epoca.

Ma forse si stava solo creando castelli di sabbia.

Forse aveva capito male.

Forse il compagno aveva semplicemente organizzato una colazione speciale per e con lui, senza rivangare ricordi che tecnicamente non possedeva.

Forse… forse…

Forse.

Il moretto lo spinse in cucina e lo lasciò sedere alla stessa sedia, nello stesso identico posto di allora. Quindi restò in piedi al suo fianco, con gli occhi curiosi del marito puntati su di lui.

- Io… - esordì improvvisamente Harry - Avrei voluto farlo diversamente. - confessò.

Il biondino congelò in quella posizione, avvertendo l’adrenalina confonderlo ulteriormente e il battito cardiaco aumentare… per la paura, non per l’emozione.

- Ma devo dimostrarti una cosa. - disse ancora l’ex-Grifondoro.

- Cosa stai dicendo? - ebbe finalmente il coraggio di dire Draco, ormai in preda a evidenti difficoltà respiratorie.

- Probabilmente ora ti sto tacendo del male… - continuò imperterrito l’altro.

Quindi se ne rende conto… allora perché?

- Ma ho bisogno che tu capisca che ogni attimo di questa messa in scena… io lo ricordo. -

Un lampo di emozioni indefinite oltrepassarono le iridi grigie dell’amato, che non riuscì più a mantenere lo sguardo sul compagno. Ormai il groviglio che provava nel petto era diventato soffocante, e la respirazione si affievolì ulteriormente.

Harry si preoccupò, ma decise che a quel punto poteva solo continuare.

Prese, come previsto, il vassoio nel frigo per posarlo davanti all’amato.

Draco subito lo osservò come fosse un qualcosa di sconosciuto, di alieno.

Gli occhi grigi non riuscivano a distogliere l’attenzione da quello stramaledetto vassoio.

Così facendo non ebbe modo di accorgersi che il moretto si era inginocchiato al suo fianco e, quando finalmente ne ebbe sentore, con sguardo vuoto spostò le iridi su di lui.

L’anello d’oro bianco non era nel vassoio. Non più.

Harry l’aveva tolto dalla scatoletta esagonale davanti ai suoi occhi, anche se l’amato non se n’era accorto.

- Ti amo, Draco. - disse d’un tratto, riuscendo ad attirare finalmente un minimo di attenzione su di sé - Per anni mi hai accettato anche senza memoria, hai accettato tutto di me, ogni diversità, ogni mancanza… e io ti ho ammirato e ringraziato ogni istante della nostra nuova vita insieme per questo… - respirò profondamente, l’emozione e il terrore di aver sbagliato iniziava ad impadronirsi di lui.

- Hai accettato… me. - riprese - E così abbiamo vissuto due anni stupendi… ma adesso… - iniziava a smarrire il filo del discorso. Un dialogo imparato a memoria che ora si era sgretolato davanti ai suoi occhi, quindi stava improvvisando - Ma ora io sono qui, davanti a te, e sono me stesso… sono Harry Potter. - dichiarò - Sono io, e ricordo tutto di noi. -

La voce era sicura, ma la paura di essere rifiutato faceva sì che le mani del moretto non fossero affatto ferme come voleva: tremavano visibilmente tanto che fu costretto a raccoglierle l’un l’altra per proseguire. Draco si era accorto del gesto, anche se distrattamente, e ora i suoi occhi erano fissi sulle mani tremanti.

- Non intendo cancellare questi due anni, né quelli precedenti… non intendo cancellare niente. - disse piano Harry - Voglio solo stare con te… ed essere me stesso. - continuò.

Il marito aveva preso a respirare più tranquillamente, ma i suoi occhi continuavano a restare persi nel vuoto.

- Sposami di nuovo, Draco Malfoy. - chiese quindi solenne il moretto, accompagnando le parole con un gesto gentile. Aprì piano le mani tremanti a coppa, e offri l’anello che giaceva sui palmi uniti. - Sposami. - ripeté non appena il biondo, dopo aver osservato brevemente la fede, riuscì ad alzare lentamente gli occhi su di lui.

La tensione si tagliò come un coltello per lunghi istanti. Poi una lacrima scese sulla sua guancia di Draco, seguita improvvisamente da molte altre.

- Ha--Harry? - singhiozzò incredulo e smarrito.

- Si. - rispose subito il moro comprensivo.

- Harry… - sembrava volersi convincere.

- Sono qui, Draco. -

- Oh, Harry! - d’impeto il biondo scattò dalla sedia e lo circondò con forza con le braccia, pressoché soffocandolo. Caddero insieme sul pavimento, ma nessuno dei due sembrò avere intenzione di muoversi. - Sì, Harry. Sì! - quasi urlò l’ex-Serpeverde - Dieci, mille, ventimila volte! La mia risposta sarà sempre sì!! - rincarò affossando il viso tra il mento e il collo del compagno.

Pianse a singhiozzi, cullato in quelle braccia affettuose, ripetendo all’infinito il nome dell’amato ritrovato.

E Harry sorrise felice e soddisfatto, baciandogli il collo con dolcezza.

- Ti amo, Draco. - sussurrò sulla sua pelle.

 

***

 

- Primo bacio? -

- 28 aprile, dopo il nostro primo appuntamento. -

- Dove mi hai portato? -

- Mmm… - ci ragionò sopra il moretto, mettendo immediatamente in ansia l’altro. - Eravamo alla “Perla”, quel graziosissimo ristorantino in riva al mare! - esclamò trionfante, lasciando intendere che la sua esitazione fosse stata premeditata per giocare un po’.

Draco aggrottò le sopracciglia, offeso.

- Come abbiamo deciso di avere Vincent? - chiese d’un tratto.

Una volta accettato il ritorno dei ricordi del moretto, aveva iniziato a fargli il terzo grado per testare la sua ritrovata memoria.

Harry sorrise dolcemente - Eravamo dai Weasley, una mattina di Natale… - rispose - Abbiamo visto com’erano tutti felici con i rispettivi bambini… e abbiamo capito che ci mancava qualcosa… - la voce si era fatta seria – C’è voluto un mese prima che trovassimo il coraggio di a parlarne… avevamo tanta paura di confessarci quel desiderio… -

Era vero. Non volevano far pesare all’altro quella scelta di vita, quindi per lungo tempo avevano cercato di reprimere il desiderio di paternità.

Era stato Harry, una sera di neve, a iniziare il discorso. Era stata una serata magica, molto sentita e sincera.

Dopo quella risposta Draco era ormai del tutto convinto.

- Sia chiaro… - fece d’un tratto - Ricordi o non ricordi, io ti amo Harry. - disse sinceramente. - Non credere che ora sia diverso. - rincarò.

Il bellissimo sorriso del moretto gli fece perdere un battito di cuore. Anche con qualche anno in più il compagno era sempre affascinante, non c’era nulla da ridire su quello.

- …Vincent? Come glielo diciamo? -

- Lo sa. -

- Come?! -

Harry arrossì lievemente - Lui… l’ha capito. E’ un ragazzino molto intuitivo. -

- Ah. -

- Non prendertela… - tentò il compagno.

Draco annuì, quindi osservò la fede al proprio anulare, ovviamente il suo posto.

Nel frattempo il compagno lo guardava intensamente.

- A cosa stai pensando? - chiese improvvisamente Harry. Il biondo fece spallucce.

- Sono fortunato. - sussurrò piano, poi delicatamente alzò il braccio per guardare il polso su cui avrebbe dovuto esserci un taglio profondo, ma grazie alla magia non vi era nulla. - Sono davvero molto fortunato. - disse ancora.

- Anche io. -

- Stasera usciamo fuori a cena a festeggiare io, te e Vince? -

Il moro sorrise - Certo. -

Poi si chinò piano su Draco, baciandolo lentamente e profondamente.

- Ora però… - fece sulle sue labbra - Ci vestiamo? Sto morendo di freddo. -

Una risata riempì l’aria e un diniego malizioso fece concludere quella serata esattamente con Harry Potter la ricordava.

   
 
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