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Autore: cacophonylights    05/09/2013    3 recensioni
A Kurt non è mai importato troppo del giorno di San Valentino. Le decorazioni appiccicose, il prezzo elevato della cioccolata anche se è mediocre, e le disgustose carte dei dolciumi, tutto gli sembrava un’enorme scusa per alimentare il consumismo durante dopo le vacanze di Natale. Quindi, quando Sebastian cita con disinvoltura, un mese prima, che neanche lui ha mai amato molto la festa, Kurt non è dispiaciuto, e di certo non è neanche deluso. Anzi, si sente un po’ sollevato all’idea che il suo ragazzo condivida un’opinione con lui per una volta. Dopotutto, Kurt ha avuto delle relazioni sincere, tristi e felici col passare degli anni, e una delle cose che gli è sempre piaciuta di più di Bas era che non amasse questo tipo di cose. Finché …
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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T/A: Ciao a tutti! Finalmente sono riuscita a tradurre un’altra storia di cacophony (la mia vita diventa bellissima quando lo faccio). Ho approfittato delle vacanze per dedicarmi un po’ a progetti di traduzione e mi sono ritrovata a rileggere questa perché ho chiaramente il PDF sul cellulare. Allora mi sono detta, perché no, traduciamola durante le vacanze. Eccola quiii! Una piccola perla di San Valentino. È inutile che io mi soffermi a lodare la genialità, la bravura e il talento di cacophonylights. La storia parla per sé.
Buona lettura! – xoxo
 
Riassunto: A Kurt non è mai importato troppo del giorno di San Valentino. Le decorazioni appiccicose, il prezzo elevato della cioccolata anche se è mediocre, e le disgustose carte dei dolciumi, tutto gli sembrava un’enorme scusa per alimentare il consumismo durante dopo le vacanze di Natale. Quindi, quando Sebastian cita con disinvoltura, un mese prima, che neanche lui ha mai amato molto la festa, Kurt non è dispiaciuto, e di certo non è neanche deluso. Anzi, si sente un po’ sollevato all’idea che il suo ragazzo condivida un’opinione con lui per una volta. Dopotutto, Kurt ha avuto delle relazioni sincere, tristi e felici col passare degli anni, e una delle cose che gli è sempre piaciuta di più di Bas era che non amasse questo tipo di cose. Finché …

Link originale.
 

A Kurt non è mai importato troppo del giorno di San Valentino.
 
Le decorazioni appiccicose, il prezzo elevato della cioccolata anche se è mediocre, e le disgustose carte dei dolciumi, tutto gli sembrava un’enorme scusa per alimentare il consumismo durante dopo le vacanze di Natale. Quindi, quando Sebastian cita con disinvoltura, un mese prima, che neanche lui ha mai amato molto la festa, Kurt non è dispiaciuto, e di certo non è neanche deluso. Anzi, si sente un po’ sollevato all’idea che il suo ragazzo condivida un’opinione con lui per una volta. Dopotutto, Kurt ha avuto delle relazioni sincere, tristi e felici col passare degli anni, e una delle cose che gli è sempre piaciuta di più di Bas era che non amasse questo tipo di cose.
 
Man mano che il quattordici si avvicina, Kurt è una di quelle poche persone a teatro a non entrare in uno stato eccitato di preparazione e aspettative. Mentre i suoi amici e colleghi fanno telefonate dell’ultimo minuto per prenotazioni e si lamentano per il prezzo alto delle rose rosse, Kurt passa la giornata a ridere per quello spettacolo.
È più che certo del fatto che lui e Sebastian finiranno col fare semplicemente quello che facevano a San Valentino quando erano ancora amici e single, ovvero ordinare oscene dosi di cibo cinese e litigare per il telecomando. Era perfetto allora e sembra perfetto per lui anche adesso, e questa è un’altra cosa che ama di Bas.
 
Stanno insieme soltanto da cinque mesi, ma hanno quasi cinque anni di storia insieme che rende semplice stare insieme in un modo che le nuove relazioni spesso non consentono. Kurt ha passato anni sul divano di Sebastian, e Sebastian sa che deve ordinare involtini fritti in più perché Kurt non li chiederà mai ad alta voce, ma li ruberà dal suo piatto. Kurt finirà per indossare un paio di jeans prestati probabilmente e non penserà neanche a come gli stanno, e Sebastian lo prenderà in giro per questo, ma i suoi occhi diventeranno un po’ più scuri mentre osserverà Kurt indossare i suoi vestiti.
Sono a proprio agio l’uno con l’altro, si conoscono a vicenda, e continuano a desiderarsi. Cose come queste, sono quelle che fanno capire a Kurt che è innamorato, anche se non hanno ancora detto quelle parole ad alta voce.
Quindi no, Kurt non si sta preoccupando troppo del giorno di San Valentino quest’anno.
 
Finché non riceve una telefonata tre giorni dopo.
 
***
 
Non vivono ancora insieme, non ufficialmente, ma Kurt si ritrova nell’appartamento di Sebastian il più delle notti e quasi metà dello spazio all’interno dell’armadio di Sebastian è occupato dai suoi vestiti. Sebastian continua a sostenere che Kurt resti perché gli piace la cucina grande, e Kurt risponde che è perché arrivare a teatro è più semplice da qui, ma sanno entrambi che in realtà è perché nessuno dei due è più abituato a vivere da solo.
 
Ad ogni modo, Kurt è nella stanza da letto con meravigliose viste su Central Park così spesso che non esita neanche prima di rispondere a telefono. Di solito è sempre la mamma di Sebastian, è l’unica che chiama sulla rete domestica con regolarità, e solitamente parla prima con Kurt. Quando il telefono suona oggi, non è diverso dal solito, e Kurt risponde già sorridendo.
 
“Bonjour Maman!” La saluta, passando con semplicità al francese. Un altro beneficio dello stare con Sebastian è l’opportunità di mantenere intatta la lingua nella sua memoria.
 
“Kurt, mon chouchou!” Cecily risponde allegra dall’altra lato, passando anche lei al francese. Ha sempre fatto presente a Kurt quanto ami che parlino nella sua lingua nativa, “come stai, tesoro?
 
Indaffarato,” risponde sinceramente, “Ma felice.
 
Cecily risponde con un tsk, e lui ride al rimprovero materno. Cecily li riprende sempre sui loro folli orari, insistendo sul fatto che se si trasferissero in Francia, le loro vite sarebbero molto più tranquille.
 
Indaffarato, i miei bambini sono sempre indaffarati. Davvero, Kurt, tu e Bastian vi date troppo da fare. Siete giovani, dovreste godervi la vita!
 
Ce la godiamo, prometto,” assicura affettuosamente.
 
Beh, sono certa che qualsiasi cosa il mio piccolo abbia progettato per te a San Valentin, te la godrai,” concede lei.
 
Kurt quasi lascia perdere, perché se davvero la rende felice immaginarli che fanno qualcosa per la festa, perché dovrebbe disilluderla? Ma si sente bene riguardo all’idea di evitare la pazzia di San Valentino, stranamente fiero della scelta sua e di Sebastian di essere superiori, quindi piuttosto dice, “Cece, sai che Bastian non festeggia San Valentino.
 
Il suo tono è scherzoso e leggero, ma è comunque sorpreso quando sente la sua risata forte.
 
Kurt, stupidino, non fare il modesto. Sebastian è un esperto di San Valentino fin da bambino. Mi ricordo che passava ore e ore a scegliere il giusto tipo di cioccolatini per il ragazzo che gli piaceva. E Dio, sono certa del fatto che tu sappia di quella volta in cui aveva 15 anni e tentò di infilarsi nel Musée de l’Orangerie con il suo ragazzo per un picnic romantico a mezzanotte sotto Ninfee di Monet? Ci vollerono una chiacchierata veloce e un mese di appuntamenti col capitano della polizia per risolvere la questione!”
 
No, Kurt non aveva mai sentito la storia invece. Non ne viene neanche a sapere di più ora, visto che il ricordo del Capitano sembra aver riacceso in Cecily la memoria per ricordare tutta una striscia di amanti, fino a giungere a quell’attuale (un pittore del quale è ‘disperatamente innamorata’, come sempre) e ne sta già chiacchierando allegramente prima che Kurt possa chiedere.
 
Non importa comunque, perché quello era Sebastian da ragazzino e Dio sa che anche Kurt era più coinvolto da bigliettini rossi a forma di cuore e parole come ‘Vuoi essere il mio Valentino?’ quando era più piccolo. Quando Cece lo lascia, con il solito “Baci a entrambi!”, ha già dimenticato tutto.
Se pensa a un piccolo Sebastian che fa pazzie nel nome dell’amore, è soltanto perché sta immaginando come utilizzare l’informazione per prenderlo in giro.
 
No, Kurt non è troppo preoccupato riguardo San Valentino. Finché non prende un caffè due giorni prima della data.
 
***
 
Kurt prende il caffè con Blaine almeno una volta a settimana da quando aveva sedici anni, con una breve pausa di questa abitudine durante l’anno in cui era andato al college e avevano dovuto sopportare una strana ma alla fine amichevole rottura. Dal momento in cui arrivò Settembre, erano già nuovamente amici, e con Blaine che era nuovo a New York, Kurt aveva usato il rituale del caffè per mostrare a Blaine quella che ormai era sua città. Per un anno intero avevano visitato differenti caffetterie o angoli di negozi ogni settimana, anche se ora si limitano a incontrarsi al piccolo bistrò che si trova a quattro isolati dall’edificio in cui Kurt ha le prove ora.
 
Kurt ha già ordinato per loro (Blaine prende un caffè medio anche dopo tutti questi anni) ed è seduto in un angolino intimo quando l’altro ragazzo arriva. Blaine si fa strada, con i ricci arruffati dal vento e le guance arrossate dal freddo, gli occhi scintillanti, e Kurt sorride affettuosamente ai ricordi che ne derivano. Blaine era stato esattamente ciò di cui aveva bisogno come fidanzato allora, e Kurt sarà eternamente grato del fatto che ora sia capace di essere ciò di cui ha bisogno come amico, senza risentimenti.
 
Alla fine, Blaine si lascia cadere nella sedia di fronte a lui, afferrando tra le mani la tazza fumante e già parlando alla velocità della luce.
 
“Scusa se ho fatto tardi, questa settimana è stata uno stress a scuola,” dice, con una pausa per prendere un lungo sorso dal suo caffè prima di srotolarsi la sciarpa e continuare. “Zach pensa che San Valentino sia il giorno perfetto per chiedere a Emily di sposarlo, e quindi ha deciso che l’intera Sezione Musicale dovrebbe essere a sua disposizione giorno e notte per aiutarlo a preparare la proposta perfetta. Ci ha tenuti tutti lì oggi a provare ‘Can You Feel the Love Tonight’ prima di decidere che non era l’atmosfera giusta che cercava.”
 
“Grazie al cielo,” rispose Kurt, sollevando un sopracciglio al pensiero. Ha sentito parlare di Zach, il direttore del programma di musica che segue Blaine per un bel po’, quindi mentre la scelta della canzone non lo sorprende, è almeno certo del fatto che meriti il suo sdegno.
 
“Oh, lo so. Onestamente mi ricorda un po’ il signor Schue. Ti ricordi quando ci ha fatto cantare canzoni per una settimana intera soltanto per trovare qualcosa con cui proporsi alla signorina Pillsbury?” Blaine risponde.
 
“Come se potessi dimenticarlo. Giuro che se avesse deciso che Moves Like Jagger fosse appropriata per chiedere a una donna di sposarlo, mi sarei tagliato la lingua prima di metterla in scena,” risponde Kurt acido, ma un sorriso rende le sue parole più affettuose.
 
“Ma fu divertente da ballare,” aggiunge Blaine, battendo gli occhi in maniera scandalosa e ottenendo un’altra risata da parte di Kurt. “E non credo che dovresti giudicare le persone e le loro grandi gesta, Kurt, non prima di scoprire cosa Sebastian abbia progettato per te per San Valentino. Per quanto ne sappiamo, potrebbe essere peggio!”
 
Blaine sta ancora ridendo, ma le labbra di Kurt si piegano un po’ verso il basso. È la seconda volta in questi giorni che qualcuno ha tirato fuori Bas e una festa che non dovrebbe festeggiare. Magari Blaine sta soltanto facendo supposizioni.
 
“Non me ne preoccuperei,” Kurt risponde con leggerezza, anche se il suo tono è un po’ forzato, “Io e Bas pensiamo che sia una festa stupida, quindi dubito che ci saranno grandi gesta per imbarazzarmi.”
 
Ora Blaine sembra soltanto perplesso e sta facendo contrarre qualcosa di fastidioso nello stomaco di Kurt con quell’espressione.
 
“Ma Sebastian impazzisce a San Valentino,” Blaine dice, studiando la faccia di Kurt come se aspetti che dica che stava scherzando. “Insomma, basta vedere le pazzie che fece per me.”
 
“Ti regalò biancheria commestibile, Blaine,” Kurt risponde, ricordando quanto erano stati confusi riguardo al fatto che soltanto dopo due settimane dopo aver quasi accecato Blaine con una granita, Sebastian fosse tornato a flirtare e inviare messaggi e regali fuori luogo.
 
“No, beh, sì, lo fece ma … parlo dell’anno dopo.”
 
E questa è una storia che Kurt conosce già, anche se non ci aveva pensato per così tanto tempo che l’aveva quasi rimossa.
 
Era stato l’anno della loro rottura ambigua, e le cose erano ancora un po’ strane tra loro a febbraio, quindi Kurt non aveva saputo il tutto fino al mese successivo, più o meno. Sebastian, nonostante fosse anche lui al primo anno di college a New York, e nonostante avesse appena cominciato una strana forma di amicizia con Kurt dopo incontri da rivali ma divertenti in giro per la città, aveva tentato un ultimo colpo per avere Blaine.
 
A detta di Blaine, perché era una di quelle cose delle quali Bas e Kurt non parlavano mai, quindi Kurt aveva soltanto la parole di Blaine come testimonianza, Sebastian aveva cominciato la sua campagna di corteggiamento inviando fiori. Non fiori a caso, per altro, ma complicati bouquet esotici che gridavano praticamente ‘raro’ e ‘costoso’.
 
Aveva proseguito con un carretto di caffè che veniva trasportato alle spalle di Blaine tutto il giorno, pronto a preparare drink per lui e i suoi amici in un istante (Figgins non era stato troppo d’accordo, ma un ‘misterioso donatore’ gli aveva strappato un assegno, quindi lo aveva consentito).
 
Il gran finale era arrivato la sera, quando Blaine si era svegliato grazie a una serenata acapella degli Usignoli fuori la finestra della sua camera, con Sebastian come solista.
 
Blaine aveva ammesso che forse tutto il piano avrebbe funzionato se non fosse stato per il fatto che la serenata aveva svegliato i suoi genitori che erano stranamente a casa per la notte e non era affatto entusiasti di trovare un gruppo corale di ragazzi sul loro prato. Sebastian era stato perseguito ed era tornato a New York prima che Blaine potesse decidere cosa fare, e i due non si erano visti più se non l’anno successivo, e soltanto perché avevano Kurt come amico in comune.
 
Kurt non era certo di come fosse riuscito a sopprimere quella storia particolare quando Bas aveva affermato di essere contro il giorno di San Valentino, ma aveva immaginato che fosse perché non era un ricordo sul quale amava soffermarsi prima di tutto. A quei tempi, la cosa lo aveva reso particolarmente geloso e un po’ ossessionato, il tutto complicato ulteriormente dal fatto che non era stato capace di capire se il suo senso d’invidia fosse collegato più alla sua relazione terminata con Blaine o la sua attuale amicizia con Bas.
 
In verità, aveva dimenticato anche che tutto fosse accaduto il giorno di San Valentino, visto che molti dei suoi pensieri sulla storia d’amore fallita di Sebastian con Blaine era più concentrati sulla parte ‘fallita’ che su ‘storia d’amore’. Pensarci ora però, riporta a galla quella sensazione di ieri al suo stomaco, ora mista a una preoccupante piega nel suo cuore.
 
Blaine deve aver notato qualcosa nella sua espressione, perché sembra quasi dispiaciuto e pronto a fare retromarcia.
 
“Dio, è stato stupido dirlo. Mi dispiace, Kurt, non so neanche perché l’ho tirato fuori … Sono certo del fatto che qualsiasi cosa abbia progettato per te sarà dieci volte meglio di questo.”
 
“Mmmh, sì, ne sono sicuro,” Kurt concorda appena, con la mente che continua a leggere e analizzare le cose.
 
Quando Blaine continua a fissarlo con degli enormi occhi da cucciolo pieni di preoccupazione e scuse, comunque, Kurt si scuote rapidamente dai propri pensieri e gli sorride. Rapidamente, si ritrovano a chiacchierare di altro sotto il sole e l’argomento San Valentino è quasi dimenticato.
 
Se Kurt più tardi pensa a un Sebastian diciannovenne che corteggia un ragazzo con fiori, caffè e una canzone, è solo perché vedere Blaine lo ha reso nostalgico e non può fare a meno di ripensare al loro passato comune.
 
Nossignore, Kurt non sta pensando affatto alla propria mancanza di progetti per San Valentino, Per. Niente. Almeno finché qualcuno non bussa alla porta un giorno prima della festa.
 
***
 
Sebastian ha solo una sorella, sorellastra, di nome Victoria, che passa buona parte dell’anno nella casa di sua madre a Westerville, e va a trovare loro padre a New York soltanto per le vacanze e durante l’estate. Ha solo nove anni, ma è già fin troppo furba e carina, e consapevole di questo. Kurt l’adora.
 
La scuola di Victoria in Ohio è una di quelle scuole con gli schemi annuali, quindi si ritrova ad avere un break di due settimane a febbraio e quest’anno ha insistito affinché Kurt e Sebastian la portassero in giro durante questi quattordici giorni. Infatti, dovrebbero accompagnarla a prendere il treno alla stazione per rispedirla a sua madre. Quindi quando bussa alla porta, Kurt non è sorpreso di vederla dall’altra parte quando apre, anche se è un paio d’ore in anticipo.
 
Non è neanche sorpreso per il modo in cui gli cammina accanto spingendolo e si fa strada verso il salotto prima di dire una parola. Victoria non si è ancora specializzata nell’arte di salutare.
 
“Ciao a te, Tory,” dice all’ingresso vuoto piuttosto, “Ti va di entrare?”
 
Quando si volta, dopo aver chiuso la porta, la trova stesa drammaticamente su uno dei divani in pelle, con un braccio sopra gli occhi. Starà sicuramente per esagerare qualcosa e scatenare l’inferno per nulla.
 
“Cosa c’è che non va, ma petite Queen?” Chiede, facendo risuonare il suo nomignolo soltanto per infastidirla un po’. Bas l’ha chiamata ‘la piccola Regina’ da quando è nata e ha avuto il nome, e lei lo odia. Chiaramente questo significa soltanto che Sebastian lo usa più spesso, e nonostante Kurt tenti di trattenerlo, a volte non ci riesce proprio. Quando è irritata, è adorabile.
 
Oggi però, il suo dramma interiore deve essere piuttosto, beh, drammatico, perché ignora completamente la questione e si lancia direttamente in un racconto dei suoi problemi.
 
Kurrrrt,” Si lamenta verso di lui, “La mia vita è finita. Totalmente finita. Giuro che sto per morire.”
 
Kurt fa ruotare gli occhi, ma si lascia comunque cadere sul braccio del divano e chiede, “Oh? Ti prego, dimmi, cosa ti uccide stavolta?”
 
L’amore,” dice lei, forte e drammatico, come se sappia cosa voglia dire.
 
“Mmmh, beh, quello è un problema,” Kurt concorda, stringendo gli occhi mentre trattiene una risata. “Dimmi di più.” (si trattiene appena dal cantare il ritornello ‘Summer Nights’, un ‘dimmi di più’ ancora sulla punta della sua lingua. Chiaramente, vedere Blaine ieri l’ha fatto ritornare al liceo.)
 
Victoria si porta finalmente a sedere, avendo in qualche modo catturato l’attenzione del suo pubblico.
 
“C’è un ragazzo a casa,” comincia, (Kurt annuisce, serio e saggio). “È perfetto, Kurt, per-fet-to.” (Questa abitudine è piuttosto recente, né lui né Bas capiscono dove abbia preso il vizio di separare le parole in sillabe per dare più enfasi.) “È bellissimo, intelligente ed è al sesto anno.” (aggiunge l’ultima come se sia il principe azzurro in persona).
 
“Allora, qual è il problema?” Chiede Kurt. Si chiede brevemente se dovrebbe dire qualcosa riguardo alla sua nuova passione per i ragazzi più grandi, ma poi capisce che spetta a sua madre – o almeno al suo vero fratello.
 
“Sono sicura del fatto che stia con un’altra ragazza,” Si lamenta Victoria, con gli occhi già pieni di lacrime, “Pensavo che se avessi trovato il perfetto regalo di San Valentino mentre ero qui – sai qualcosa che gli avrebbe mostrato quanto io sia cresciuta, matura e stupenda, a New York, da sola-” (Kurt quasi non riesce a trattenere il sorriso che gli sta sfuggendo a quelle parole.) “Beh, ho pensato che se avessi trovato il regalo giusto per farmi vedere in quel modo, avrebbe amato anche me e avrebbe voluto essere il mio Valentino piuttosto.” (Kurt non riesce a ricordare se l’amore gli sia mai sembrato così semplice, forse no, neanche a nove anni.) “Ma non ho trovato nulla e ora è tutto finito!” Conclude, tornando alla posizione tragica di poco prima, distesa tra i cuscini del divano.
 
Kurt emette qualche verso di compassione mentre cerca le parole giuste da dire. Alla fine tenta così, “Beh, almeno tu sai quanto favolosa, cresciuta e fantastica tu sia, no?”
 
Victoria sbircia sotto il braccio per guardarlo, ma Kurt continua imperterrito.
 
“Voglio dire, se lui non capisce quanto fantastica tu sia senza un regalo, allora non è il ragazzo giusto per te, no?” (Lo sguardo di Victoria s’intensifica) “E pensa a tutti i regali che abbiamo trovato per te! Sai, sono ancora combattuto su quella bellissima sciarpa che abbiamo trovato-”
 
“Kurt!” Lo strillo esasperato di Victoria lo interrompe nel mezzo della frase e solo per un secondo Kurt è un po’ seccato. Era davvero una gran bella sciarpa. “Non sei bravo con queste cose, lo sai? Dov’è Seb, lui saprebbe cosa fare.”
 
Si sta già alzando, come per cercarlo nell’appartamento ma Kurt le fa segno di risedersi.
 
“È ancora a lavoro, sai quanto lo hanno stressato questa settimana.”
 
Sa che lei lo sa, perché troppo spesso questa settimana si è ridotta a due di loro quando dovevano essere in tre. Anche se il signor Smythe è un ex avvocato, ora giudice, Sebastian sta ancora tentando di farsi strada nell’ufficio in cui lavora, il che spesso vuol dire lunghe ore di lavoro.
 
“Beh, allora dovremmo chiamarlo forse,” ragiona lei, già tirando fuori uno scintillante telefonino rosa dalla tasca.
 
“Non lo faremo,” dice Kurt, sfilandolo dalla sua presa, “E poi, non conterei su tuo fratello come fonte di saggezza per quanto riguarda i regali di San Valentino, visto che non è un grande fan della festa.”
 
Victoria sbuffa con una risata.
 
“Sì, certo. Mio fratello è Mr. Romeo quando si tratta di queste cose,” dice, tentando di riprendersi il telefono.
 
“Non lo è,” Kurt risponde, e vorrebbe prendersi a schiaffi per la stupidità del litigare a riguardo.
 
“Lo è,” Victoria risponde, riuscendo ad afferrare il telefono dalla sua presa e tornando a sedersi. “Basta vedere cosa ha fatto l’anno scorso per Greg.”
 
Il cuore di Kurt barcolla pericolosamente. Un’altra storia che non sa e, per una volta, è certo di non volarla sapere. La sua bocca però la pensa diversamente.
 
“Che cosa ha fatto per Greg?” Chiede, con la voce un po’ stridula.
 
Tory non lo nota e – ignara di tutto come quasi tutti i bambini a nove anni – non sembra realizzare che sta condividendo un’informazione che non dovrebbe condividere.
 
“Oh, sai, tutta quella cosa delle mongolfiere,” dice con leggerezza, già scorrendo tra i contatti del cellulare, “Sono andati a passare il weekend in un resort e Seb ha affittato una mongolfiera per un pomeriggio o qualcosa del genere.”
 
Kurt vorrebbe sapere di più, vuole disperatamente e pateticamente ottenere qualsiasi tipo d’informazione possa tirare fuori da questa bambina di nove anni, ma lei ha già portato il telefono all’orecchio, e poi è certo del fatto che la sua gola si sia serrata completamente.
 
Potrà non aver sentito la storia per intero ma Kurt sa decisamente chi è Gregory Hamilton. Non si dimentica facilmente la persona per la quale hai quasi perso l’amore della tua vita dopotutto. (È questo il momento, nel soggiorno di Bas, seduto dal lato opposto a Victoria mentre lei parla a telefono con suo fratello, che Kurt segnerà come il momento in cui ha saputo che è questo che Sebastian è. L’amore della sua vita. Lo realizzerà tra un paio di ore quando starà tornando dall’aver accompagnato Tory alla stazione – solo, perché Sebastian è dovuto restare a lavoro – perché in questo momento è troppo preso dai pensieri su Greg e mongolfiere per accorgersi di rivelazioni che cambiano la vita).
 
Greg e Sebastian si sono conosciuti in qualche club durante il primo anno di college. Nonostante il loro primo incontro fosse una specie di ‘relazione da 20 minuti’, in qualche modo Greg era durato e Sebastian aveva lasciato che durasse. Kurt può ancora ricordare il giorno in cui, circa due mesi dopo il primo incontro, Sebastian annunciò che lui e Greg stavano insieme. Kurt aveva riso, ad alta voce, perché era certo del fatto che Sebastian non sapesse cosa significasse stare con una sola persona.
 
Invece lo sapeva.
 
I successivi 18 mesi erano stati una tortura strana per Kurt. Poiché, man mano che vedeva Sebastian e Greg avvicinarsi, sempre di più, si stava anche arrendendo ai propri sentimenti per Sebastian.
 
Scoprire di essere innamorato del proprio migliore amico non era una novità per Kurt. Neanche lo era guardare il suo migliore amico tentare di stare con qualcun altro mentre era totalmente all’oscuro dei sentimenti che Kurt provava per lui. Quello che era una crudele forma di sadismo completamente nuova per l’esperienza di Kurt era guardare tale migliore amico innamorarsi di un altro uomo.
 
Ma Kurt era un esperto nel mascherare il proprio dolore. In più, si diceva spesso, non stava per perdere completamente Sebastian dalla sua vita per qualcosa di stupido e non corrisposto come l’amore.
 
Quindi aveva sorriso coscienziosamente quando Sebastian gli aveva detto del suo nuovo ragazzo. Aveva abbracciato Bas e gli aveva fatto le congratulazioni quando Sebastian gli aveva detto che Greg gli aveva chiesto di andare a vivere insieme. E quando Bas gli aveva chiesto di aiutarlo a scegliere l’anello di fidanzamento, aveva stappato lo champagne e brindato alla loro felicità futura, risparmiandosi le lacrime per quando sarebbe stato solo con un cuscino sul quale singhiozzare tutto il suo mal d’amore.
 
Era stato allo stesso tempo uno dei migliori e peggiori giorni quando Bas aveva bussato alla sua porta alle tre di notte, due mesi dopo, esattamente una settimana dopo San Valentino, con gli occhi rossi e ubriaco, dicendo che aveva rotto con Greg.
 
Kurt aveva osservato nei mesi successivi come Sebastian si riprendeva dalla rottura, diventando più felice e più se stesso giorno per giorno. Era stato lì durante ogni singolo passo di quella strada, usando ogni pizzico di volontà per essere d’aiuto e comprensivo e non, assolutamente non approfittare dello stato emotivo di Bas per dichiarare i propri sentimenti.
 
Così quando ad Agosto, un anno e mezzo dopo, solo qualche mese dopo la laurea, lui e Bas stavano guardando un film in bianco e nero sul divano sul quale Victoria è seduta ora, Bas lo aveva guardato e aveva detto, “Quanto aspetterai ancora prima di baciarmi, tesoro?” prima di allungarsi e baciare Kurt, beh. Quello era stato il giorno migliore.
 
Greg era stato il passato, per così tanto che Kurt aveva cercato di non pensare neanche alla sua esistenza. Quindi, avere Greg sbattuto in faccia così senza avvertimento, era un po’ uno shock. Ancora peggio era la consapevolezza che mentre poteva spiegare i regali di un Bas a otto anni, il tentativo di infiltrarsi in un museo a quindici anni, i suoi tentativi di corteggiamento a diciannove, non riusciva a spiegarsi il weekend romantico completo di giro in mongolfiera di Bas a ventitré anni, perché significava che Sebastian voleva festeggiare il giorno di San Valentino, perfino un anno prima. Aveva probabilmente festeggiato in gran stile Smythe ogni anno prima di questo.
 
Semplicemente, non vuole festeggiare con Kurt.
 
Quindi più tardi, quella notte, mentre sta tornando dalla stazione da solo, Kurt sta facendo la somma delle realizzazioni. La prima è che Sebastian è l’amore della sua vita. La seconda è che Sebastian potrebbe non ricambiare esattamente questo sentimento. E la terza è che si sta preoccupando innegabilmente e totalmente del giorno di San Valentino ora.
 
***
 
San Valentino.
 
Questo è il primo pensiero di Kurt quando si sveglia il mattino successivo. Sembra che parte del dramma causato da Victoria gli sia scivolato addosso, e quel pensiero lo fa sorridere quindi pensa che probabilmente andrà tutto bene.
 
Si sta svegliando nel suo letto per una volta, siccome il suo appartamento è più vicino alla stazione dove ha lasciato Tory la sera prima e Bas non sarebbe tornato fino a tardi comunque. Nonostante non gli piaccia solitamente tutta la questione del dormire da soli, stanotte, non essere circondato da un misto di cose sue e di Sebastian, l’ha aiutato a schiarirsi un po’ la testa, e ha deciso questo: aspetterà e vedrà.
 
Dopo aver considerato tutto ciò che è venuto a sapere su Sebastian e il giorno di San Valentino negli ultimi giorni, è giunto alla conclusione che, se non altro, a Bas piacciono le grandi gesta e le sorpresone. Quindi, forse, ha tirato fuori quella cosa di non festeggiare San Valentino solo per sorprendere Kurt. Dopotutto, se Kurt non si aspetta nulla, allora qualsiasi regalo, sorpresa o gesto sembrerà esagerato in confronto alle sue aspettative, no?
 
Allora Kurt concederà un’occasione a questa cosa per oggi. Non si preoccuperà, non ne parlerà, non farà altro che la sua solita routine, perché se Bas ha qualcosa in programma, non vuole rovinarlo. E se non ha nulla in programma, beh. In quel caso c’è sempre domani per scoprire se si è illuso con pensieri d’amore eterno tra loro.
 
Si attiene piuttosto bene al piano per le prime ore.
 
Non ci sono prove a teatro per i prossimi giorni, quindi si concede un’ora e mezzo di yoga e poi un bagno rilassante nella sua vasca.
 
Canta insieme alla radio mentre cerca un completo tra i vestiti rimasti nel suo armadio, e balla a tempo in cucina, mentre prepara omelette d’uovo bianco per colazione.
 
Pulisce anche un po’ in giro, anche se non c’è molto da fare visto che non è quasi mai qui ormai.
 
Fin troppo presto ha esaurito le distrazioni e le pareti dell’appartamento sembrano stringersi intorno a lui. Non è parte del piano, quindi afferra rapidamente borsa, chiavi, portafogli e telefono, e schizza fuori dalla porta.
 
Anche le successive due ore sono tranquille.
 
Si ferma a una delle caffetterie più graziose intorno a Central Park e ordina un macchiato con caramello, aggiungendo perfino uno stupido biscotto al suo ordine. Sorride mentre lo mangia, ripensando a Blaine e un diverso giorno di San Valentino di molto tempo fa. Quando lancia via la tazza di cartone, sta canticchiando Silly Love Songs tra sé e sé e ricordando quanto stesse bene gli altri 14 Febbraio, senza rose, pupazzetti a forma di animali, cartoline d’amore, quindi quest’anno non sarà diverso.
 
Non sta assolutamente guardando oltre la propria spalla, minuto dopo minuto, mentre cammina lungo il parco, in anticipazione di una banda musicale che spunti fuori, marciando e cantando alla Enchanted.
 
No, per nulla.
 
Proprio come non va a caccia di regali celati nell’appartamento di Sebastian quando va lì un’ora dopo per prendere la sua sciarpa preferita. Non è colpa sua, pensa, se non l’aveva notata sul retro di una sedia quando era entrato e ha passato quindi quasi 45 minuti a vagare per gli armadi, le mensole e sotto il letto alla ricerca. Una svista del genere può capitare a tutti.
 
E soprattutto, non sta pensando di accelerare le cose quando, dopo aver ‘trovato’ la sua sciarpa, decide che andare a trovare Sebastian a lavoro possa essere una bella sorpresa.
 
Per niente.
 
Tutto quello che pensa è fare una sorpresa al suo ragazzo con un pranzo. Se tale ragazzo gli lancia casualmente addosso dei biglietti per un weekend romantico a Parigi, beh, di certo non è come se lui si aspettasse qualcosa.
 
***
 
Gli uffici legali dove lavora Sebastian sono nel caos totale quando Kurt arriva. Gli interni schizzano in giro, gli avvocati fanno sporgere la testa oltre i propri uffici per gridare agli interni, e Kurt è certo di aver riconosciuto perfino un collaboratore che si precipita lungo il corridoio mentre attende che la segretaria di Sebastian lo faccia entrare nel suo ufficio.
 
Kurt osserva tutto e si chiede, non per la prima volta, cosa ci trovi d’intrigante il suo ragazzo in questo caos. Sa che Sebastian lo ama, ma tutto quello che vede Kurt è mal di testa da stress e ulcere.
 
La segretaria di Kurt, Lena – Kurt ricorda il suo nome – stacca la telefonata e si volta verso di lui.
 
“Solo un altro minuto,” Si scusa, mostrandogli un sorriso compassionevole, “è ancora alle prese con un altro avvocato, ma ha detto che non dovrebbero volerci più di cinque o dieci minuti.”
 
Kurt sogghigna a queste parole. “Vuoi dire che non ci vorranno più di cinque o dieci minuti prima che si stufi di aspettare che il tizio lo lasci andare e stacchi la telefonata.”
 
“Non è stato così educato, ma sì, intendeva dire questo,” dice Lena, sorridendo allo stesso modo.
 
“Credo di poter indovinare anche le bestemmie che ha usato. In tutti questi anni, perfino Sebastian Smythe è diventato prevedibile con gli insulti,” Kurt scherza e la fa ridere.
 
“Conosce il suo uomo, Signor Hummel,” dice.
 
“Kurt, per favore.”
 
“Kurt allora.”
 
Si scambiano un altro sorriso, e nonostante Kurt ami pensare che la sua abilità di socializzare sia migliorata un po’ negli anni, non è comunque Bas o Blaine, quindi il silenzio diventa scomodo dopo un minuto appena. Cercando qualcosa di cui parlare, si lancia sulla prima cosa che vede, che è il notevole bouquet di rose sulla scrivania di Lena. Ce ne sono di varie sfumature di rosso e rosa, e il tutto è davvero grazioso.
 
“I fiori sono bellissimi,” dice Kurt. Sembra essere la cosa giusta da dire perché il sorriso di Lena diventa smagliante.
 
“Lo so, vero? È davvero dolcissimo quando vuole.”
 
“Oh … fidanzato?” chiede Kurt, affascinato dalla sua gioia al regalo. Soltanto perché lui non sta assolutamente pensando ai regali che potrebbe o non potrebbe ricevere, non vuol dire che non può godersi la gioia delle altre persone in questo giorno leggero.
 
“No-o,” Lena balbetta, sembrando un po’ confusa mentre comincia ad arrossire un po’, “Sono da parte di Seba-del signor Smythe. Pensavo lo sapesse.” Si corregge, e la quasi colpevolezza con la quale s’interrompe dal chiamarlo ‘Sebastian’ è un chiaro segno per Kurt che ha paura di aver detto la cosa sbagliata.
 
“Oh!” Dice spontaneamente sorpreso, ma volendo rassicurarla, “È fantastico, Lena. Io e Bas abbiamo appena avuto la possibilità di parlarci in questi ultimi giorni con i vari impegni che ci tengono occupati, quindi sono certo del fatto che abbia soltanto dimenticato di raccontarmelo, ma lui è così. Dolce sotto l’acido.”
 
Le sorride e lei comincia a sembrare un po’ più a suo agio di nuovo. Kurt è felice. Di tutte le cose delle quali potrebbe preoccuparsi riguardo Sebastian, che lo tradisca con la sua segretaria molto donna non è neanche sulla lista. Ha ampia prova del fatto che a Bas piace il pene, e gli piace spesso.
 
Vedendo che non sta per graffiarle gli occhi, e che non ha accidentalmente messo nei guai il suo datore di lavoro, Lena si riprende rapidamente. “Non lo è? Gli stavo raccontando la settimana scorsa di come io e il mio ragazzo ci siamo lasciati da poco e non ero entusiasta all’idea di passare San Valentino da sola, e poi questi sono apparsi sulla mia scrivania con il biglietto più dolce del mondo.”
 
Fruga nel bouquet, tirando fuori un piccolo bigliettino rosa e passandolo a Kurt per farglielo leggere.
 
Nessuno carino come te dovrebbe restare senza un regalo oggi tra tutti i giorni dell’anno. Buon San Valentino – Sebastian
 
Kurt le sorride e allunga di nuovo il biglietto, ed emette qualche versetto mentre lei continua a parlare nei minuti successivi. In realtà, tutto quello a cui riesce a pensare sono i fiori e il bigliettino, e perché qualcuno come Lena abbia un regalo da Bas e lui no. Non che sia geloso di lei (Beh, forse un pochino. Kurt Hummel ha sempre apprezzato i fiori ben sistemati in fondo). È più che altro che è confuso, e forse un po’ ferito. Ci voleva davvero così tanto sforzo per mandare fiori anche al suo appartamento?
 
È scosso dai suoi pensieri quando Lena gli fa un gesto verso la porta di Sebastian.
 
“Perché non va a sbirciare e vedere se ha smesso di strillare contro quel povero bastardo. Oppure se può tirarlo fuori dall’ufficio per un po’, gli servirebbe una pausa.”
 
Kurt la ringrazia e si muove verso la porta, già spingendo via le preoccupazioni. C’è ancora buona parte della giornata rimasta, e se Bas ha fatto qualcosa come quelle rose per la sua segretaria, Kurt non può neanche immaginare cosa abbia in programma per lui.
 
Andrà tutto bene, si ripete.
 
Apre un po’ la porta e sbircia dentro, non volendo disturbare Bas se è ancora a telefono per una chiamata importante.
 
Sebastian è ancora a telefono, è ancora seduto nella sua sedia, voltato rispetto alla porta, con i piedi sulla scrivania mentre parla, ma a Kurt servono soltanto pochi secondi per capire che non parla di affari.
 
“Mamma! Perché glielo hai detto?”
 
Bas parla a bassa voce, ma con insistenza, e Kurt si chiede se dovrebbe entrare completamente per rivelarsi o aspettare ancora un altro minuto. Aspetta.
 
“Perché ora penserà-” Kurt può sentire il vago mormorio di Cecily dall’altro capo, e anche se non riesce a capire le sue parole, sente che la conversazione è vivace per lei almeno quanto lo è per suo figlio.
 
“Beh, io non voglio che lui-” Bas viene interrotto di nuovo, e sbuffa un sospiro nervoso.
 
“No, mamma, si farà l’idea sbagliata se tu-” Un’altra interruzione.
 
“Perché non lo è, mamma! Lui è-”
 
Quello è il momento in cui Bas lascia cadere i piedi e volta la sedia per notare Kurt che è in piedi all’uscio. Kurt osserva mentre la sua bocca si spalanca, le parole interrotte nel mezzo della frase, e il sangue completamente risucchiato via dal suo viso. Forse non ha mai visto Sebastian così pallido.
 
Per un lungo minuto si fissano soltanto. Poi un suono di domanda dal telefono sembra riportare Sebastian alla realtà e spezza il contatto visivo con Kurt, parlando rapidamente.
 
“Devo andare, mamma … No, devo davvero andare … Sì, ti chiamo più tardi … Baci, ciao.”
 
Il click mentre poggia la cornetta sulla base sembra fin troppo forte per le orecchie di Kurt. Improvvisamente si sente colpevole, stupido e un po’ come se speri di poter fuggire, quindi resta soltanto a fissare e attende che sia Bas a parlare.
 
“Allora, uhm, sei qui!” Sebastian dice, sembrando radioso. Okay, ora che Kurt ha capito come giocheranno, può fingere anche lui.
 
“Sono qui,” risponde, il suo sorriso un po’ troppo evidente.
 
“Ah, io stavolo solo, uhm, parlando con mamma. Del … suo ragazzo. Sì, era di lui che parlavamo, non t-… voglio dire, il pittore. Ti ha detto di lui, no? Era di quello che … insomma, io stavo solo-” Sebastian sta balbettando, il che è così insolito e divertente che Kurt non può fare a meno di intenerirsi un po’. Può concedere a Sebastian il beneficio del dubbio. Forse, dopotutto, quella chiamata non ha davvero nulla a che fare con lui. Forse.
 
“Okay Bas,” dice, fermando il balbettio dell’altro. Sta sorridendo in maniera spontaneo ora, e nonostante tutte le preoccupazioni che si stanno sviluppando dentro di lui, Kurt non riesce a trattenere il bagliore di felicità che sta illuminando il suo petto. Perché questo è l’amore della sua vita e vedere Bas per la prima volta dopo averlo realizzato non può che essere un momento felice.
 
“Okay?” Chiede Sebastian, e Kurt sa che sta chiedendo di più che ‘la mia scusa sul pittore è okay’. Significa ‘è okay tra noi?’
 
“Okay.” Kurt afferma.
 
Sebastian sorride di più allora, e si sta alzando dalla sedia prima che Kurt possa battere le palpebre.
 
“Okay.” Ripete Sebastian, e Kurt potrebbe ascoltare semplicemente questa parola per il resto della sua vita finché Sebastian continua a ripeterla contro le sue labbra, dolcemente e a bassa voce, come sta facendo ora.
 
Pensa di rispondere di nuovo Okay, ma non ha l’occasione di farlo perché Bas lo sta baciando con ogni piccolo barlume di vita nel suo corpo. Kurt apre automaticamente la bocca sotto l’assalto, un piccolo gemito senza fiato che gli sfugge mentre le labbra si separano. La lingua di Sebastian è calda e forte, accarezza la sua bocca in maniera possessiva e tutto quello che Kurt può fare è ricambiare.
 
Kurt è vagamente consapevole di essere spinto indietro, e poi la sua schiena si ritrova premuta contro qualcosa di solido e Sebastian è tutto muscoli e calore contro di lui, e non c’è nient’altro nella sua testa se non una piacevole vibrazione di bisogno, desiderio e amore. Sente delle mani vagare sui suoi fianchi, afferrarli tra una carezza e l’altra, e avvicinandolo per attirarlo in contatti più ravvicinati, più intensi, più eccitanti.
 
Bas infila una coscia tra quelle di Kurt e Kurt si trattiene appena dallo spingersi per cercare una frizione, improvvisamente e dolorosamente consapevole del proprio membro, duro e praticamente vibrante di desiderio. Si lamenta nella bocca di Sebastian, stringendo le braccia intorno alle spalle di Bas, e sente le labbra di Bas piegarsi in un ghigno anche mentre lo bacia più forte.
 
Il ghigno è ciò che dà finalmente a Kurt la forza di interrompere. È così familiare, amorevole e semplicemente Bas, e cuore di Kurt è così fottutamente pieno di sentimenti per questo ragazzo. Ma non ha ancora intenzione di venire nei pantaloni in un ufficio di legge a meno di tre metri dalla segretaria di Sebastian, con solo una parete che li separa da lei.
 
Sebastian lascia che lui si tiri indietro, spezzando il bacio, ma tiene il corpo vicino. Le sue mani stanno ancora accarezzando i fianchi di Kurt, in maniera meno urgente ma non per questo meno possessiva. Fa sentire Kurt così inspiegabilmente felice e amato, e il suo cuore quasi fa male per motivi ai quali non riesce a dare un nome.
 
“Ciao,” Bas gli sussurra, con le loro bocce così vicine che Kurt può sentire le parole sulla pelle oltre che con le orecchie. “Mi sei mancato.”
 
“Anche tu,” risponde Kurt, tentando di resistere a un improvviso e ridicolo bisogno di piangere.
 
“Vieni a pranzo con me?” Sebastian chiede, e si tira indietro per guardare per bene Kurt allora, come se abbia davvero paura che Kurt possa dire di no.
 
“Mi sembra un’idea fantastica.”
 
Bas gli sorride di nuovo allora, facendo un passo indietro e lasciando che la sua mano si stacchi dal braccio di Kurt finché non fa intrecciare le loro dita. Continua a sorridere mentre tira Kurt fuori dall’ufficio, gridando a Lena di trattenere le sue chiamate per la prossima ora.
 
Kurt sorride a Lena quando lei gli fa un occhiolino, e ignora i fiori ancora poggiati fieramente sulla sua scrivania.
 
***
 
Il pranzo non dura neanche un’ora. Anzi, si sono appena seduti al tavolo che il telefono di Bas comincia già a suonare. Dall’altro capo, Kurt può sentire Lena scusarsi all’infinito per aver chiamato mentre lui sta già raccogliendo il cappotto.
 
Sebastian sembra arrabbiato, poi rassegnato, e comincia a scusarsi appena stacca la telefonata. Non ferma Kurt dal mettersi il cappotto però, piazza soltanto una mano dietro la schiena di Kurt per guidarlo nuovamente fuori le strade affollate.
 
“Mi dispiace,” dice, e sembra sincero, ma Kurt può chiaramente leggere che la sua mente sta già vagando verso la nuova crisi in ufficio, “è che con la fusione che si avvicina e-”
 
Kurt lo interrompe con un bacio, forza un sorriso.
 
“Va bene, Bas. Ci saranno altri pranzi.”
 
Sebastian lo guarda e poi dice seriamente, “Ci saranno, Kurt, lo prometto.”
 
Kurt annuisce, lo bacia di nuovo rapidamente; poi lo spinge lungo il marciapiede e di nuovo verso l’edificio. Sebastian saluta e comincia a correre, prima di tornare indietro con uno sguardo negli occhi che Kurt definirebbe di supplica se lo vedesse sul viso di chiunque altro.
 
“Resta con me stasera, okay? Anche se torno un po’ tardi, resterai da me?”
 
Di solito Sebastian non chiede, perché non ce n’è bisogno. Kurt realizza che se Bas non glielo avrebbe chiesto, stava già progettando di tornare nel proprio appartamento. Già progettando di aver bisogno di tempo per stare da solo. Odia questa consapevolezza, e quindi si spinge in avanti per baciare di nuovo Bas, sopprimendo il proprio senso di colpa.
 
“Certo che lo farò,” dice, e il sospiro che Bas emette suona terribilmente come sollievo.
 
“Okay, bene. Ci vediamo più tardi allora,” dice Sebastian. Si volta a metà ancora una volta. “Kurt?”
 
“Mmmh?”
 
“Io-” C’è la pausa più lunga nella storia delle pause, e Sebastian sembra in conflitto con se stesso. Qualunque sia il conflitto dentro di lui, lo sguardo nei suoi occhi quando parla di nuovo dice chiaramente che ha perso. “Ci vediamo dopo.”
 
Kurt non ha idea di quale sia il motivo per cui queste tre parole lo deludano così tanto.
 
“Ci vediamo dopo,” conferma, e osserva mentre Sebastian va davvero via stavolta. “Buon San Valentino,” aggiunge, a nessuno in particolare.
 
***
 
Un po’ tardi si trasforma in più tardi ancora. Kurt è già a letto, steso nel buio mentre tenta di non guardare l’orologio che segna quasi mezzanotte e la fine di un altro San Valentino, quando sente la chiave nel lucchetto. Le luci sono già spente, e chiude gli occhi, fingendo di dormire, improvvisamente troppo stanco per affrontare altro.
 
Sente Sebastian calciare via le scarpe nell’ingresso, e poi il suono leggero di piedi coperti soltanto da calzini avvicinarsi alla stanza da letto.
 
“Kurt,” Sussurra Sebastian, con la voce stanca e un po’ roca. Kurt è steso in silenzio, voltato di spalle alla porta e con gli occhi premuti insieme con forza.
 
Quando non ottiene risposta, Sebastian sospira, e dopo un secondo, Kurt sente il suono di vestiti che vengono sfilati. Presto un altro corpo sta scivolando a letto accanto al suo, il profumo e la forma familiare di Sebastian si premono contro la sua schiena e fanno da spugna alla sua forma accoccolata.
 
Sebastian strofina il naso lungo il suo collo, inalando profondamente e stringendo Kurt con il braccio che ha poggiato sul suo fianco. Kurt tenta di rendere il suo corpo assopito, e tiene gli occhi chiusi.
 
“Kurt,” Sebastian dice di nuovo a bassa voce, così a bassa voce, senza aspettarsi una risposta; non è una domanda stavolta. Sembra conforto, e piacere. Se Kurt non si sentisse così distrutto e confuso dalla mancanza di qualsiasi cosa durante questa giornata, avrebbe pensato che sembrasse un po’ amore.
 
Sebastian è silenzioso, e dopo qualche minuto, il braccio intorno al fianco di Kurt si rilassa appena un po’ mentre i respiri di Sebastian vengono fuori regolarmente, come se stesse dormendo.
 
Solo allora Kurt concede a se stesso una lacrima silenziosa o due mentre pensa a quanto possa far male essere innamorati.
 
***                                                                                                                                  
 
Quando si sveglia il mattino successivo, il letto è vuoto e freddo.
 
C’è un bigliettino sul tavolo, un Ci vediamo stasera, potrei fare tardi xx scarabocchiato rapidamente. Kurt resta in cucina per un po’, bevendo caffè e pensando a ieri e i giorni precedenti. Verso il terzo caffè, comincia a sentirsi meglio.
 
Non può cancellare completamente la delusione che prova per la mancanza di affetto di ieri. Sa che non è neanche giusto perché erano d’accordo sul non festeggiare. Ma in qualche modo, tutte le storie, i ricordi e i fiori sulla scrivania di una segretaria hanno impedito a Kurt di non desiderare un po’ di quel lato romantico di Bas per sé.
 
Non è arrabbiato però, e non fa male come aveva fatto male nel buio della notte dopo un giorno faticoso. Perché anche se Bas non prova ciò che lui prova per Bas (‘non lo è, mamma’ fa ancora da eco nella sua testa), questo non significa che a Bas non importi affatto. Sono stati amici per anni, migliori amici, e lo stare insieme è solo la ciliegina sulla torta. Se non sarà l’amore della vita di Bas, beh, si prenderà ciò che riesce ad ottenere. Kurt è bravo a donare amore, dopotutto, indipendentemente da quanto sia corrisposto.
 
Quando entra nella doccia, sta canticchiando di nuovo, e si sente come se le cose siano di nuovo okay.
 
***
 
Ha corso in giro, è passato per la lavanderia, ha fatto un giro di controllo a teatro per assicurarsi che nessuno abbia fatto qualcosa di troppo drammatico ieri (sono attori dopotutto) e ha passeggiato in generale per la città, quindi non arriva all’appartamento di Bas prima delle otto in punto. Non pensa neanche di chiamare per controllare, Bas è sempre così impegnato ultimamente che non è mai quasi a casa prima delle nove, e quindi neanche realizza che ha dimenticato il telefono finché non entra dalla porta e si ritrova ad essere stritolato da un abbraccio mentre gli vengono lanciate addosso parole frenetiche.
 
“Dio, Kurt, non rispondevi al telefono, non eri nel tuo appartamento, e ho chiamato Blaine, Rachel e chiunque riuscissi a pensare, ma nessuno ti aveva visto e non eri qui e ho pensato-”
 
Bas si ferma nel mezzo del delirio con un singhiozzo soffocato che fa vibrare dolorosamente il cuore di Kurt.
 
“Pensavo che te ne saresti andato.”
 
L’ammissione è a bassa voce e taglia Kurt nel profondo.
 
Si libera dolcemente dalla presa stretta di Sebastian, tirandosi indietro ma non del tutto, solo abbastanza da poter guardare Sebastian in viso. I suoi occhi brillano per le lacrime, Bas piange così raramente oddio, e la sua faccia è piena di preoccupazione e paura. Mentre Kurt lo guarda, una lacrima esce e scorre lungo il lato del volto di Sebastian. Kurt la raccoglie rapidamente col pollice, accarezzandola via teneramente.
 
Bas,” dice, e quest’unica parola trasmette tutte le emozioni che sta tenendo dentro.
 
“Non andare via, Kurt,” Sebastian supplica, e allora anche Kurt comincia a piangere.
 
“No, no, mai,” promette, premendo baci frenetici su ogni porzione di pelle che riesce a raggiungere, “non ti lascerò mai, tesoro, mai.”
 
Sebastian sta ricambiando i baci, piangendo e scusandosi, e sono entrambi un casino di parole, labbra e lacrime, e stanno ridendo e abbracciandosi così forte che Kurt riesce appena a respirare.
 
Quando Sebastian si tira finalmente indietro per permettere a Kurt di entrare nell’appartamento e chiudere la porta dietro di lui, Kurt vede per la prima volta quello che sembra un tentativo di mettere su una cena romantica sul tavolino. Ci sono candele sciolte sparse per la stanza, e il cibo cinese è stato rimosso dai contenitori per essere spostato in piatti veri e propri, bastoncini sono allineati a lato di quello che Kurt immagina sia una decorazione stentata con i fazzoletti. Sembra l’arte origami che ha praticato all’asilo, ma non è così bella. Ci sono anche petali di fiori in giro, nonostante Kurt faccia smorfie di confusione mentre tenta di identificare-sono? Sì, ci sono pezzi di petali di garofano sparsi sul tavolo e sul pavimento.
 
“Bas, cosa …?” Kurt non riesce neanche a formulare una domanda, si sente diviso tra il pavoneggiarsi per l’evidente tentativo e ridere affettuosamente per il risultato.
 
Sebastian guarda lo spettacolo. “Faccio schifo con queste cose, te l’ho detto che non sono bravo con San Valentino. So fare le cose in grande in cui tutto quello che devo fare è buttare soldi per farle funzionare, ma queste cose? Non sono il mio forte, tesoro.”
 
Kurt sorridere e pizzica Sebastian alle costole, scherzoso. “Davvero? Non l’avrei mai detto. Cosa dovrebbero essere questi?” Chiede, gesticolando verso i fazzoletti sgualciti, “Arte moderna?”
 
Lo sguardo di Sebastian diventa più intenso ma Kurt può vedere che si sta sforzando di trattenere un sorriso.
 
“Sono cigni. Ho visto le istruzioni online.”
 
“Ah, cigni. Certo, che stupido che sono.”
 
“Taci,” Dice Bas, ma il sorriso è emerso e il suo tono ricorda più una risata che non un lamento di noia. “Mi ci sono venuti tanti sforzi. Sai quanto sia difficile trovare fiori in questa città il giorno dopo San Valentino? Ho dovuto rubare i petali dai tavoli fuori i bar, e sono certo di aver infranto un bel po’ di leggi accendendo così tante candele.”
 
Kurt sta ridacchiando ora, e Sebastian ride con lui, trascinandoselo in un altro abbraccio.
 
“Taci,” dice di nuovo affettuoso, “Non puoi prendermi in giro o non ti lascerò rubare i miei involtini.”
 
Kurt sta ancora ridendo a bassa voce, ma si lascia andare all’abbraccio, poggiando la testa contro il petto di Sebastian proprio dove il suo cuore sta battendo forte e perfetto contro l’orecchio di Kurt. Le risate gli muoiono in gola e per un attimo non c’è nulla a parte il calore dei loro corpi.
 
“Perché lo hai fatto allora, se è stato così faticoso?” Dice alla fine Kurt. Non sapeva che lo avrebbe chiesto davvero ad alta voce, ma improvvisamente la risposta sembra così importante.
 
Sebastian s’irrigidisce soltanto per un momento prima di rilassarsi di nuovo nell’abbraccio. Preme un bacio tra i capelli di Kurt, poi si tira indietro, sollevando una mano per incorniciare la faccia di Kurt così che si guardino negli occhi e non abbiano dove nascondersi.
 
“Perché ti amo, idiota,” Sebastian dice teneramente, ed è proprio lì, davanti ai suoi occhi, così che Kurt possa vederlo. Ti amo.
 
Kurt tossisce qualcosa che è una via di mezzo tra una risata e un singhiozzo, e sa che sta per piangere ma non gli importa. “Ti amo anch’io,” riesce a dire, e Sebastian sta sorridendo e si sta allungando per baciarlo di nuovo. Kurt è certo di vedere un luccichio anche negli occhi di Bas prima che le loro labbra s’incontrino.
 
Non ci sono molte parole dopo, ma i loro corpi si muovono insieme e dicono tutto quello che hanno bisogno di dire e sentire loro.
 
C’è Ti voglio nel modo in cui Kurt si preme di più contro la bocca di Sebastian, nel modo in cui Bas geme e apre la bocca per lui, lasciando che prenda ciò che desidera.
 
C’è Ho bisogno di te nel modo bisognoso in cui Sebastian spinge Kurt verso la stanza da letto, tirando via i loro vestiti con qualcosa di simile alla disperazione. È nel modo in cui Kurt si sente come se non riesca a respirare finché non sono premuti pelle contro pelle.
 
C’è Sei bellissimo nei baci che Bas semina lungo il corpo di Kurt, lenti, umidi, come se lo venerasse.
 
C’è Sei perfetto per me nel modo in cui Kurt si piega sotto le mani di Bas, risponde ai suoi tocchi, lo guarda con palese adulazione.
 
E poi c’è Ti amo, Ti amo, Ti amo ancora e ancora. È in ogni baciocontattotocco, in ogni sospiro, gemito e sussulto, in un crescendo che raggiunge il culmine quando Bas è finalmente sopra di lui, spingendo lentamente, e sono vicini nel modo più intimo in cui due persone possono esserlo.
 
Si muovono insieme, all’inizio lentamente e poi con più urgenza, man mano che il bisogno prende il controllo, e soltanto dopo essere sceso dal suo corpo, steso accanto a Bas, mentre entrambi si sentono soddisfatti e stanchi, Kurt realizza che ha pianto le lacrime migliori che si possano piangere. Quelle che scorrono quando realizzi che hai tutto quello che potresti volere.
 
Bas si rannicchia accanto a lui, premendo quel solito braccio possessivo sulla sua vita, con il naso sepolto nella piega del suo collo.
 
“Ti amo,” Sebastian mormora sulla sua pelle, e Kurt lo sente dentro di sé.
 
“Ti amo anch’io,” risponde e allora – perché apparentemente la sua bocca ha deciso di non ascoltare più il suo cuore o il suo cervello – non può fare a meno di chiedere, “Bas?”
 
Ottiene un versetto in risposta, e continua.
 
“Perché non hai voluto festeggiare San Valentino con me?”
 
Bas sospira ma non s’irrigidisce o smuove. Anzi, si avvicina di più.
 
“Kurt-”
 
“Non sono arrabbiato. Insomma, avevamo deciso di non festeggiare perché entrambi ci sentivamo poco legati alla festa, e andava bene così. Ma poi tutti mi raccontavano queste storie e tua sorella parlava di mongolfiere e io-”
 
“Kurt.”
 
Kurt si ferma, chiude gli occhi e si volta così che la sua guancia sia poggiata sulla testa di Sebastian. Sente il profumo dello shampoo di Sebastian, un misto di sudore, sesso e Bas, e lo calma.
 
“Ti ho detto che sono bravo a buttare i soldi, ed ero serio. Sono bravo con il sesso e spendere per corteggiare e tutte quelle cose quando voglio. Tutte le altre volte, era tutto lì. È stato facile fare regali di San Valentino quando tutto quello che pensavo era come entrare nei pantaloni di qualcuno e cosa fare per stupirlo. Non è facile quando vuoi mostrare a qualcuno che lo ami. L’amore è una cosa in cui non sono mai stato bravo.”
 
“Ma Greg …” Kurt non può fare a meno d’aggiungere, detestando di aver pronunciato quel nome e anche la piccola bolla di gelosia e rabbia che lo invade.
 
“Pensavo di amare Greg,” risponde Sebastian, “Penso che volessi amarlo. Volevo dimostrare che potevo amare qualcuno. Penso che dentro di me sapessi che si trattava di questo, sono certo del fatto che gli ho chiesto di sposarmi solo per smentire questo sentimento. So che non hai mai chiesto perché l’ho lasciato, ed io non te l’ho mai spiegato, ma vuoi sapere cosa mi ha fatto davvero capire che non lo amavo?”
 
Kurt scuote la testa, sente tutto il corpo tremare, anche se non sa perché.
 
“Perché l’anno scorso, a San Valentino, ero seduto in una mongolfiera con lui, e tutto quello che riuscivo a pensare era quanto volessi stare a casa sul divano a mangiare cinese con te, fingendo di non vedere quando mi rubavi gli involtini.”
 
Kurt ride. È tremante e umida come risata, ma è così fottutamente felice che sente la testa girargli.
 
“Allora sapevo che dovevo lasciarlo perché, indipendentemente da se tu ed io fossimo finiti insieme, sapevo che non lo avrei mai amato come amavo te.”
                                                                                                     
Bas si solleva, guardando negli occhi di Kurt. Aggiunge,
 
“Non amerò mai nessuno come amo te.”
 
Kurt sorride abbagliante, sa che sta sorridendo così tanto da non poter avere un bell’aspetto ma non gli importa affatto.
 
“Quanto aspetterai ancora prima di baciarmi, tesoro?” Dice piuttosto, prima di allungarsi e baciare Sebastian.
 
Sebastian sorride nel bacio e poi tira le coperte sopra le loro teste, premendo Kurt contro il materasso e cominciando a mostrargli Ti amo, Ti amo, Ti amo tutto da capo.
 
Kurt non sta più pensando al giorno di San Valentino, e perché mai dovrebbe? Può avere questo ogni giorno per il resto della sua vita.
 
-Fine
   
 
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