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Autore: Lily Inuzuka    06/09/2013    1 recensioni
Attenzione: sono presenti molti spoiler!
Hinata sorrideva e Mao, osservandola, aveva pensato che la bellezza dell'amica fosse abbagliante almeno quanto i raggi del sole, seppure circondata da nuvoloni neri. Era talmente meravigliosa che Mao si sentì in dovere di preservarla, di catturare l'attimo, tutto quello splendore, in una delle sue amate fotografie.
Quella era stata l'ultima volta che le aveva scattato una foto, il giorno prima della sua morte.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Hinata Hino, Mao Nonosaka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Rain, rain, go away,
Autore: Lily Inuzuka.
Fandom: Mirai Nikki.
Personaggi: Hinata Hino, Mao Nonosaka.
Paring: HinaMao.
Genere: Introspettivo, Drammatico, Malinconico.
Rating: Giallo.
Disclaimer: “Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Sakae Esuno che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Mirai Nikki, appartengono solo a me.”  
Prompt:   Rain – Breaking Benjamin.
Note:   Missing moment (?), shoujo-ai.
 
 
Rain, rain, go away!
 
Take a photograph, 
It'll be the last, 
Not a dollar or a crowd could ever keep me here, 

Rain rain go away, 
Come again another day, 
All the world is waiting for the sun. 

Is it you I want, 
Or just the notion 
Of a heart to wrap around so I can find my way around 
 
 
Strinse saldamente al petto quel pezzo di carta, ormai privo di qualunque valore. Hinata Hino, all'interno di esso, sorrideva spontanea come sempre, i suoi occhi, però, velavano una leggera tristezza. Dietro di lei, il giardino di casa Nonosaka sfoggiava una varietà esorbitante di fiori colorati. La ragazza era seduta su un muretto, lo sguardo volto verso l'alto ad osservare la pioggia che cadeva, sul volto un sorriso, bagnato da tante piccole stille – se le lacrime fossero le sue o quelle del cielo, a Mao non era mai stato concesso saperlo. -.
Hinata sorrideva e Mao, osservandola, aveva pensato che la bellezza dell'amica fosse abbagliante almeno quanto i raggi del sole, seppure circondata da nuvoloni neri. Era talmente meravigliosa che Mao si sentì in dovere di preservarla, di catturare l'attimo, tutto quello splendore, in una delle sue amate fotografie.
Quella era stata l'ultima volta che le aveva scattato una foto, il giorno prima della sua morte.
Quando una delle pallottole di Yuki aveva trapassato la morbida carne di Hinata, - carne che lei amava tanto accarezzare, baciare -Mao desiderò ardentemente poterla sostituire, evitarle quella morte talmente fredda, esattamente come il metallo di quello stupido proiettile.
La osservò accasciarsi a terra senza vita, lì, era così lontana, e corse disperatamente verso l'amica attraverso le macerie. Le lacrime le rigavano le guance; il dolore, la mancanza, il pensiero di cosa sarebbe stata ora la sua vita senza Hinata-chan - la sua Hinata-chan -, le frantumarono rapidamente il cuore.
La voce di Hinata Hino, la sua pelle, la sua risata, per Mao Nonosaka, erano ciò che di più vicino esistesse al calore emanato dal sole. Ogni volta che Hinata la sfiorava, le guance di Mao si accendevano vertiginosamente.
Il sole di Mao, adesso, era stato ucciso e la pioggia aveva cominciato a scendere ovunque, dentro di lei.
Dalle sue labbra uscivano parole sconnesse, cariche di dolore, risentimento. Stava urlando, non le era mai capitato. Urlava e non riusciva neppure ad ascoltarsi. Alle sue orecchie giungeva solo la voce di una Hinata un po' più bambina che canticchiava “Pioggia, pioggia, vai via!” ad un cielo terso e le prometteva che sarebbero state insieme per sempre.
L'aveva fatto anche il giorno prima, quando, dopo aver raggiunto l'amica, Hinata l'aveva abbracciata fortissimo e le aveva detto con voce flebile che l'amava. Mao si era sentita felice, davvero felice.
Ora però, tutta quella gioia era morta. Lì, ai suoi piedi, accanto alla figura di Yukiteru Amano che stringeva tremante una pistola e le intimava di spostarsi.
No, Mao non si sarebbe spostata. Lei voleva poter osservare ancora un po' la sua Hinata. L'aveva persa definitivamente, non avrebbero più potuto sottrarle nulla.
Poi uno sparo. Boom. E il corpo di Mao rotolò giù da quel piccolo dirupo, bloccandosi proprio accanto di quello dell'amata.
Mao stava morendo, ma era stata in grado di sentire, per l'ultima volta, un po' di quel calore che emanava la pelle dell'amica e del quale lei si era innamorata. Ce l'aveva fatta, il tocco di Hinata aveva scacciato la pioggia nel suo cuore.
Chiuse gli occhi, il suo cuore si fermò. Le mani di Hinata e di Mao, però, sarebbero rimaste per sempre unite fra loro.
 
 
 
 
 
Nel frattempo, da qualche parte nel Terzo Mondo, Hino Hinata aveva appena scelto il banco che avrebbe occupato per tutto l'anno: si trovava accanto ad una timida bambina dai capelli lilla. Era così carina!
 

 

 

   
 
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