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Autore: Seele    06/09/2013    2 recensioni
“L'amore non è mai contro natura.”
Ci pensa su, poi aggiunge: “Lou, guardami.”
Louise alza timidamente gli occhi nei suoi, trovando nel suo verde, grigio e azzurro un po' di pace perduta.
“L'amore” continua lei, seria e convinta, “è uguale.”

Female!Louis || Female!Harry || Femslash Larry
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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A lei, perché non abbia mai paura di ciò che è.
Sister, io sarò sempre qui quando ne avrai bisogno.
Accettati, ama te stessa, non importa chi o cosa ti piace.
Io ti voglio bene così come sei, non te lo dimenticare mai.




No, there's no one else's eyes, that could see into me.




Dire che a Louise non piace nulla sarebbe riduttivo.
Nel suo Ipod c'è una canzone di Demi Lovato, Heart by heart; odia le sdolcinate canzoni d'amore, e come se non bastasse odia il pop, odia la musica in generale, odia cantare perché odia la sua voce e odia anche i suoi capelli e i suoi occhi e il suo naso e...
Oh, odia anche la sua sessualità. Perché da poco ha iniziato a capire di essere probabilmente lesbica o bisessuale, e il mondo ha cominciato a girare al contrario.
Sospira pesantemente davanti allo schermo del suo Ipod, mentre sale sull'autobus che la porterà a casa; dannazione, i suoi genitori non le hanno lasciato comprare un motorino! Come se essere l'unica ragazza di casa la rendesse una disabile. Davvero, certe volte invece di avere tre fratelli preferirebbe essere lei, un maschio, e tutti gli altri delle femmine.
Pigia sul pulsante “replay” sul suo Ipod, sbuffando annoiata per poi abbassare la mano che lo regge. Guarda distrattamente fuori dal finestrino, con la fronte contro il vetro e l'Ipod ancora lì che ripete heart by heart, gli auricolari bianchi che spiccano senza difficoltà sotto ai capelli lunghi fino alle spalle -odia anche quelli, fra parentesi, prima o poi farà un taglio talmente corto che la scambieranno per un maschio.
E poi, improvvisamente, una mano bianca spunta dal nulla e l'indice di qualcuno si posa sul tastino che serve ad abbassare il volume; Louise alza il viso, cercando con gli occhi azzurri e infastiditi chi è che si è permesso di abbassare il volume, ma quando lo fa le parole le muoiono in gola.
Il volume è ancora troppo alto perché possa sentire la sua voce, ma la ragazza davanti a lei sta chiaramente cantando le parole della canzone che sta ascoltando. Si leva gli auricolari dalle orecchie, sorpresa, guardandola interrogativa.
“Il volume era così alto che sentivo anche io la musica!” sorride lei, labbra piene e occhi di un verde, grigio e azzurro che non ha mai visto prima; e quelle fossette, accidenti, sono bellissime! “Anche tu eri al cinema a guardare Shadowshunters? Dio, era bellissimo.”
“Veramente non mi piacciono i film romantici” sbotta Louise a mo' di risposta, non volendo realmente suonare sgarbata, ancora incantata dalle piccole pieghe ai lati della sua bocca. Non può fare a meno di pensare che, in qualche modo, rimandino a quelle ai lati dei propri occhi.
La ragazza ride e improvvisamente Louise ritrova un po' di buonumore, riscuotendosi dai suoi pensieri.
“Sono Harriet” si presenta, porgendole la mano. Louise la stringe dopo un attimo di esitazione.
“Louise” replica. “Mi dispiace se non sono delicata come il mio nome” aggiunge poi con un borbottio, quando vede Harriet massaggiarsi di nascosto la mano a cui prima ha dato una stretta vigorosa. Harriet sorride e scuote la testa.
“Avevo un'amica italiana su un sito di scambi linguistici e culturali” racconta, “si chiamava Grazia” aggiunge, dicendo poi la traduzione in inglese, “ma ti assicuro che quando l'ho incontrata era tutto meno che graziosa o aggraziata. Sembrava un elefante, il pavimento tremava quando ci camminava sopra!”
Adesso anche Louise ride, sincera. “In che lingua parlavate?”
“Francese” racconta Harriet, con un sorriso che potrebbe illuminare tutto l'autobus e ancora quei buchini ai lati della bocca che Louise vorrebbe toccare.
“Beh, in teoria anche il mio nome è francese!” ridacchia Louise. “Ma non mi piace. Quindi puoi chiamarmi Lou...non che Lou mi piaccia, ma almeno è meglio di Louise.”
“E tu puoi chiamarmi Hazza” fa Harriet con una risata, spostandosi una ciocca di capelli ricci dietro un orecchio.
Allora la voce del conducente annuncia che sono arrivati alla fermata a cui Louise deve scendere; questi si alza dal sedile a malincuore.
“Beh...” mormora, segretamente desiderosa di rivere quella ragazza dagli occhi così belli -ma come, ora sono azzurri?-, “ci vediamo in giro, Hazza?”
Harriet annuisce. “Ci vediamo in giro, Lou.”


*****


“Ancora Heart by heart?”
Louise ha l'istinto di gettare le braccia al collo ad Harriet e sentire il suo cuore contro il proprio, fino a conoscerlo a memoria come dice la canzone; ma si ferma, perché non è una dannatissima femminuccia, e si limita a sorridere come un'idiota.
“Harriet!” esclama. Lei ridacchia.
“Hazza, te l'ho detto. Hazza” la corregge con un sorrisetto.
“Scusa” si riscuote Louise, tornando seria. “Hazza!” ripete poi, con la stessa espressione di prima come a tornare indietro nel tempo, facendo scoppiare a ridere Harriet.
Metà dei passeggeri dell'autobus si gira verso di lei, guardandola di storto. Louise inorridisce.
“Colpa della mia voce alta” sibila, cercando di abbassare il tono. “Davvero, la odio. Non mi piace per niente!”
Harriet ride ancora, anche se più compostamente. “È una bella voce” ribatte. “E anche la mia risata è rumorosa, perciò è per metà colpa mia.”
“Certo, certo, come no” taglia corto Louise, guadagnandosi un'occhiata divertita di Harriet.
“Ascolta, mh...” mormora poi, come incerta, “posso toccare i tuoi capelli?”
Harriet la guarda sorpresa e interdetta, ma poi scrolla le spalle e annuisce.
Louise allunga una mano fra i suoi capelli,scompigliando i suoi ricci e ridacchiando fra sé e sé.
“Non li disordinare ancora di più” piagnucola Harriet, “mi fanno disperare e tu così non mi aiuti!”
“Scusa!” ride Louise, seppur senza allontanare la mano. “Sono bellissimi!” aggiunge, come se i suoi ricci fossero qualcosa di spettacolare.
Finalmente la lascia andare, e Harriet cerca di rimettere i propri capelli in ordine mentre guarda i suoi. “I tuoi sono lisci e quasi biondi” osserva. “Credo che i tuoi siano più belli.”
“Non mi piacciono affatto i miei capelli” ribatte Louise. Ed Harriet scoppia di nuovo a ridere, scuotendo la testa perché pensa che a quella ragazza non piace proprio nulla.
Continuano a chiacchierare ogni giorno, fino alla fermata di Louise; scoprono di frequentare la stessa scuola, e di avere degli amici in comune.
Finiscono per scambiarsi anche i numeri di telefono e i contatti di twitter e di skype; e la scena, dopo scuola, è sempre la stessa. Louise con gli auricolari nelle orecchie, e Harriet che dice: “ancora heart by heart?”
Ormai è diventato un rituale.
E poi, quando Louise pensa che vorrebbe baciarla, tutto cambia.


*****


Due mesi dopo aver incontrato Harriet, Louise ha cambiato quattro ragazzi nell'arco di poche settimane e si sente davvero una stupida, perché tutti le rompono le scatole ogni volta e lei vorrebbe solo mandarli a quel paese uno per uno.
Lo farebbe sul serio, se non fosse per il fatto che avere un ragazzo la fa sentire tranquilla; se ha un ragazzo è etero, se è etero non è lesbica, se non è lesbica non ci sono problemi. Tutto resterà normale nel suo gruppo di amici omofobi, nessuno la criticherà, nessuno la guarderà di storto o parlerà alle sue spalle.
Ha iniziato a vestirsi in modo più femminile apposta per sembrare il più interessata possibile a far colpo sui ragazzi, ha cominciato a truccarsi e a piastrarsi i capelli, a lasciarli crescere. Purtroppo, sembra che il suo sogno di averli corti non si avvererà mai.
Harriet ha seguito tutte le fasi del suo cambiamento, l'ha vista da un giorno all'altro smettere le felpe maschili di suo fratello -di qualche anno più piccolo di lei, per altro-, conservare le bretelle e indossare collane, lasciare a casa le Toms e calzare al loro posto delle ballerine. E, certo, l'ha vista e la vede anche inorridire quando guarda il proprio riflesso nella vetrina di qualche negozio; così come nota la piccola smorfia di fastidio che Louise si lascia scappare dopo essersi scambiata un bacio con un ragazzo.
È turbata dal suo improvviso cambiamento, ma è sollevata quando il conducente annuncia la sua fermata e lei non scende: “ho lo skateboard nascosto nello zaino” dice sottovoce, guardandosi intorno con aria circospetta, “ti accompagno a casa e poi torno da sola.”


*****


Louise è felice come una bambina a Natale, quando fa una stupida giravolta davanti allo specchio di casa sua; finalmente ha di nuovo addosso le sue bretelle, i capelli legati in una coda alta e alle dannatissime ballerine ha sostituito le amate Toms.
“Rieccomi!” annuncia, allegra. Ma Harriet si avvicina pericolosamente, prima di passare sul suo viso un batuffolo pieno di latte detergente e ridacchiare per la sua smorfia di fastidio, mentre Louise arriccia il naso e strizza le palpebre.
“Non sei ancora tu” dissentisce, “quando eri al naturale stavi molto meglio.”
Finalmente sparisce anche l'ultimo residuo di matita nera, e Harriet sorride soddisfatta.
“Sai” commenta, con un impercettibilmente rossore sulle guance, “credo che così tu sia davvero bella.”


*****


Louise sta aiutando Harriet a domare i suoi capelli ricci, aiutandosi con un phon e un diffusore e tanta, tanta spuma, e fra di loro c'è un'aria tranquilla mentre chiacchierano con voce alta per coprire il frastuono dell'apparecchio.
“Sicura che funzionerà?” domanda la più piccola, incerta.
“Dovrebbe” borbotta Louise, mordicchiandosi il labbro inferiore perché in realtà secondo lei non finirà affatto bene.
“Ahia!” esclama Harriet, quando l'amica le tira per sbaglio i capelli. “Lou, mi fai male!”
“Scusa, scusa!” fa l'altra. “Non sono brava con questo. Io so usare solo la piastra.”
“A te non piace essere in quel modo, Lou” la ammonisce Harriet, seria. “Perché lo fai?”
Louise preferisce girare intorno alla domanda, ha paura di affrontare quel discorso. “Perché faccio cosa?”
“Ahi-” Harriet sospetta che Louise stavolta le abbia tirato i capelli apposta, ma fa finta di nulla, “perché sei diventata esattamente ciò che odi?”
Louise si ferma un attimo. “Tu non sai cosa odio” mormora poi.
“A te non piace nulla” ridacchia Harriet, tornando però subito seria, “ma ci sono cose che odi sul serio. Tipo le ragazze con le borse, quelle con i panta collant, con i capelli piastrati, con il trucco, con i vestitini, con-”
“Okay, okay” taglia corto Louise, facendo una smorfia solo all'idea, seppure sia vestita e sistemata proprio in quel modo. “Ho cambiato gusti, va bene?”
Harriet scuote la testa, e così facendo si fa male ai capelli. Si massaggia il cuoio capelluto, poi riprende a parlare. “Non mentirmi, Lou, perché ormai ti conosco meglio di quanto credi.”
Gira la sedia con le rotelle per ritrovarsi faccia a faccia con lei, rubandole il phon di mano e chiudendolo: “Lou” la chiama, guardandola dritto negli occhi, “cosa c'è che non va?”
E Louise, semplicemente, crolla.
“Ho paura di essere lesbica” confessa tutto d'un fiato. Poi abbassa gli occhi, perché non ha il coraggio né la forza di sostenere il suo sguardo.
“Non c'è nulla di male in questo, Louise” ribatte Harriet con tono basso, delicato. Louise scuote vigorosamente la testa.
“Sì che c'è!” esclama. “Dannazione, sì che c'è del male. Sono contro natura, Haz!”
Harriet non riesce proprio a nascondere un'espressione offesa. “Ti sbagli di grosso” sbotta, sgarbata per la prima volta da quando Louise la conosce. “L'amore non è mai contro natura.”
Ci pensa su, poi aggiunge: “Lou, guardami.”
Louise alza timidamente gli occhi nei suoi, trovando nel suo verde, grigio e azzurro un po' di pace perduta.

“L'amore” continua lei, seria e convinta, “è uguale.”


*****


Harriet si sta dondolando pigramente su un'altalena, mentre chiacchiera con Louise e il sole è quasi tramontato.
“Come va con i tuoi amici di scambi culturali?” si ricorda la più grande, improvvisamente. “Come sta Grazia?”
“Oh, non la sento da una vita” ridacchia Harriet. “Dopo che è finita la nostra storia a distanza, non abbiamo più avuto occasione di parlare.”
Louise quasi cade dall'altalena, e Harriet ride per niente turbata. Louise, invece, la guarda piena di stupore.
“Tu- tu hai avuto una ragazza?” balbetta, incredula.
“Più di una” annuisce Harriet, tranquilla. E Louise, le duole ammetterlo, viene colta da un'ondata di gelosia.
“Perché non so che sei-”
“Lesbica?” la precede Harriet, per poi scrollare le spalle. “Perché non è importante. Adesso che lo sai, vedi qualcosa di diverso in me? Ho cambiato colore degli occhi, i miei capelli sono diventati lisci, la mia pelle è più scura di prima?”
Louise scuote la testa, ancora scioccata. Sta cercando di accettare la notizia, e sopratutto di non pensare automaticamente che se anche Harriet prova quello che prova lei, beh, sarebbero davvero una coppia fantastica.
“E non è un problema?” esclama, rifiutandosi di credere che per lei sia sul serio così semplice. “Non ti senti sbagliata, non ci stai male, non-”
“No.” conclude Harriet, semplicemente. Poi riprende a dondolarsi pigramente, sotto lo sguardo ancora basito di Louise.
“Non devi cambiare per gli altri, Lou, o inventarti una nuova te solo per ignorare chi sei davvero” continua, pensierosa. “Non c'è niente di sbagliato in ciò che senti.”


*****


Louise bussa alla porta di casa Styles mesi dopo, in lacrime, ignorando il fratello maggiore di Harriet che le apre la porta e correndo dritta in camera della ragazza. Si rifugia fra le sue braccia, piangendo, senza nemmeno salutarla.
“Ehi” la chiama Harriet, preoccupata, chiudendo la porta senza interrompere quell'abbraccio così disperato, “che succede?”
“Non voglio che mi critichino” singhiozza Louise. “Hanno- hanno preso in giro un raga-ragazzo gay in piazza e io- non voglio che- loro lo faranno- anche con me, io non- io non voglio!” racconta fra i singulti.
Harriet le accarezza la testa, intristita. “Sono una massa di idioti” la consola. “Tu non devi piacere agli altri, tu devi piacere a te stessa.”
“Non mi piaccio” ribatte Louise, contro la stoffa calda della sua maglietta. Harriet sbuffa, poi prende a cullarla delicatamente nell'abbraccio per farla calmare.
“Mi viene da vomitare” sbotta Louise un attimo dopo, fermandola, e sente il petto di Harriet tremare sotto alla sua guancia quando la ragazza ride divertita.
“Tu sei perfetta così, Lou!” la consola quest'ultima. “I tuoi amici sono degli stupidi se non lo capiscono.”
“Cambierebbe tutto se sapessero chi sono” mormora Louise in protesta. “Non mi accetterebbero mai.”
“Allora non sono veri amici” ribatte Harriet.
“A loro piace di più la nuova me...” tira su col naso l'altra.
“Non sanno quello che si perdono con la vera” scuote la testa l'amica.
“E poi- e poi non mi piace il modo in cui quello scemo di Stan si comporta con me!” esclama Louise, ricorrendo un pensiero che le è appena balenato in testa. “Non mi piace, non mi piace, io-”
“Lou” sospira Harriet, interrompendola, “ma non c'è proprio nulla che ti piace?”
Louise alza il viso, sorpresa, perché si rende conto che non aspettava altro che quella domanda.

“Te.”


*****


Harriet e Louise camminano mano nella mano poche settimane dopo, davanti a tutti e con dei sorrisi enormi stampati sulle labbra, incuranti delle critiche e felici come non lo sono mai state. Louise indossa le sue solite bretelle, le sue Toms, i suoi jeans rossi e le sue magliette a righe; davvero, come ha fatto a resistere senza tutto quel tempo?
E Harriet è sempre la solita. Intona di continuo Heart by heart, ribadendo quando Louise la guarda schifata che è la loro canzone, e le fa scoprire ogni giorno di più che esistono cose che le piacciono.
Primo, a Louise piacciono i capelli di Harriet. Le sono sempre piaciuti, sin da quando li ha toccati per la primissima volta: sono così morbidi e ricci! Adora accarezzarli quando, su una panchina o sull'erba fresca, Harriet posa il viso sulle sue cosce mentre studiano insieme e Louise allunga distrattamente una mano fra i suoi capelli.
Secondo, a Louise piacciono le fossette di Harriet. In generale, adora quando Harriet sorride, specialmente se lo fa guardando lei, e le ricorda il loro primo incontro.
Terzo, a Louise piacciono gli occhi di Harriet. Deve ancora ben capire quale, fra il grigio e il verde e l'azzurro, sia il colore dominante, ma al momento l'unica cosa che le interessa davvero nel suo sguardo è quella scintilla di luce che si è accesa nei suoi occhi da quando stanno insieme.
E, in fondo in fondo, anche se non lo ammetterà mai, Louise ama la voce di Harriet quando le canta Heart by heart ; ed è per questo che, al loro anniversario, cuore contro cuore, le annuncia una piccola sorpresa prima di baciarla.

No, there's no one else's eyes” intona guardandola negli occhi, sorridendo, “that could see into me.”






Angolo Autrice

Allora, come è andato l'esperimento? Questa è la mia prima femslash. Non ho intenzione di scriverne altre, sarò sempre fedele al mio e/e, dubito mi appassionerò mai all'opposto, ma questa storia dovevo proprio scriverla.
Come dice anche la premessa, questa shot è dedicata a una mia amica, anzi praticamente a una sorella per me, che sta passando un brutto periodo perché ha tanti dubbi e non riesce ad accettarsi. Spero che, dopo aver letto questa breve storia, le venga tutto più facile; l'ho vista cambiare troppo ultimamente, e non voglio che dimentichi chi è. Non sono io la sua Harriet o la sua Louise, ma sono certa che lei la troverà presto.
Il titolo, invece, come avrete capito, viene dal film Shadowshunters che ho visto con il mio migliore amico la settimana scorsa. Oggi io e lei parlavamo della colonna sonora, perciò ho deciso di usare quella canzone anche qui, per la storia dedicata a lei.
Detto questo, grazie mille a tutti coloro che hanno letto, e specialmente a chi si fermerà a lasciarmi una recensione! Mi farebbe molto piacere, ma in ogni caso apprezzo anche che siate arrivati fin qui. E, se qualcuno fosse interessato a leggerla, vi lascio il link della mia long Larry:  You're every line, you're every word, you're everything .

Un bacione a tutti!


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