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Autore: laragazzachescrivestorie    06/09/2013    0 recensioni
Nelle nostre vite, arriva per tuti il momento di crescere. Per la quindicenne Lona, questo avviene troppo presto, ed in maniera tragica, per un suo errore.
Mentre Nanrho, scopre di essere adulto sulla carta, ma di non essersi mai comportato come tale neanche una volta in tutta la vita.
Quello che uno di loro non sa, è che c'è qualcuno che sta manipolando la loro storia, con importanti conseguenze, sul loro futuro.
Non sempre, quello in cui crediamo è vero. Non sempre è quello in cui crediamo davvero.
in così poco tempo, due giovani impareranno l'uno dall'altra qualcosa della vita, all'ombra di alberi che crescono al contrario, alla luce di tre lune che contengono tre verità alquanto amare.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Lona
 
Mi risvegliai nel letto di mia zia, la stessa zia che era l’unica parente oltre al nonno ad essere in vita e la stessa alla quale sarei stata presto strappata dalla polizia perché faceva frequentemente uso di sostanze allucinanti.
Come diavolo ero finita lì?
 I miei vestiti erano molto ordinatamente riposti sulla seduta della poltrona verdognola della camera, il che creava un contrasto con il resto.
Oltre a quella poltrona, ad arredare la minuscola stanza c’erano solo un vecchio comò mezzo mangiato dai tarli, con una zampa rosicchiata dai topi (una volta, coinquilini di mia zia).
Sembrava che dovesse cadere da un momento all’altro. Sopra c’era persino un  sasso disposto come se fosse un contrappeso. Questa regola dei sassi-contrappeso valeva per un po’ tutta la casa, a meno che non consideriate i sassi come elementi decorativi al pari di vasi di fiori. Almeno la casa sarebbe stata profumata.
Non lo era.
Mi precipitai fuori dopo essermi rivestita, in cerca della zia.
Stava rientrando sul vialetto (o meglio, dove un tempo non c’era il muschio) sorridendo come una che aveva fatto il pieno.
“Zia?” lei mi guardò, mi fissò e disse: “Questa stupida era moderna…faffyu… lo appiai!”
La guardai con il massimo della perplessità, andandole in contro e cercando di farla arrivare almeno fina alla soglia di casa.
Da lì anche in completo stato di ebrezza avrebbe saputo che fare: raggiungere il letto.
“Potresti ripetere quello che hai detto prima, zia?”
 Ero molto incuriosita da quel farfugliare, volevo sapere cosa aveva da dire.
Speravo che da vicino avrei capito meglio.
“In questa stupida era moderna…” si interruppe per  prendere fiato. ”quelli della KIPC credono che possono fare quello che vogliono della mia bambina!” Il resto fu di nuovo un farfuglio confuso, ma avevo sentito dire KIPC, quindi mi ebbi un brutto presentimento.
 
 
  
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