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Autore: T_V_F_B_    06/09/2013    6 recensioni
Tra la fine della guerra e la generazione "19 Years Later" dovrà pure succedere qualcosa, no? Amori, matrimoni, intrighi dei nostri Potters &Co.
*Indicata per gli amanti della Romione e delle coppie ufficiali!”
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Wedding Date(s)
 
Capitolo 6)Un Voto Infrangibile
 
Dannatissimo papillon. Dannatissimo, fottutissimo papillon nero.
Draco Malfoy stava combattendo con quel coso da più di cinque minuti e ogni tentativo dava risultati peggiori.
La giacca verde smeraldo gessata e la camicia stretta non aiutavano di certo, e con quei pantaloni neri eccessivamente eleganti si sentiva un pinguino; ma sì, quegli animali che somigliano tanto ai Babbani quando s’imbellettano! La sensazione era proprio quella.
Sbuffò, osservò con aria di sfida la sua immagine riflessa nel vecchio specchio della sua vecchia camera a Malfoy Manor e imprecò; poco gli importava di quell’insulso fiocchetto da cerimonia, fossero stati quelli i problemi della vita…
“Oggi mi sposo”, pensò mentre scendeva le scale, accompagnato dal rumore delle scarpe lucide e nuove sulle assi di legno cigolanti. “Draco Malfoy prende moglie”, si ripeté ancora, cercando di tenere un contegno nei confronti di se stesso; eppure c’era qualcosa di strano in quella mattina, qualcosa di strano nell’alzarsi alle cinque e lavarsi i capelli quattro volte, sistemarsi i vestiti con così grande precisione e impegno, qualcosa di strano nella mancanza d’appetito così forte da provocargli la nausea. Ed era ancora più strano scendere le scale vestito da volatile dell’antartica, portando in mano un insulso fiocchetto nero e sperando che sua madre potesse aiutarlo in qualche modo.
A interrompere il suo flusso di pensieri fu il canticchiare della nuova cameriera di villa Malfoy, intenta a pulire l’argenteria.
-Signorino Malfoy, che eleganza!- trillò quella arrossendo tutta per la sorpresa –È proprio fortunata, la sua sposa, sa?- esordì con aria maliziosa.
Draco la squadrò disgustato dall’alto in basso, le sopracciglia corrugate in un cipiglio biondo che non prometteva nulla di buono.
-Clapper, chiama la Signora. E vedi di andarci piano con quel Whiskey Incendiario; mio padre non ti paga per attingere alla nostra riserva personale ogni sera.
La cameriera bassa e grassottella chinò il capo, mentre assumeva una particolarissima sfumatura lillà, annuì velocemente e se ne andò quasi di corsa.
Il simil-pinguino verde si girò e cominciò a passeggiare in circolo per la stanza, osservando i noiosissimi e pomposissimi quadri degli antenati e facendosi beffe di una vecchia che sonnecchiava appoggiata al bordo della cornice.
-Draco!-
Narcissa Malfoy sfoggiava, in particolare quel giorno, un’eleganza raffinata e antica, adornata da smeraldi e fermagli preziosi, dal vestito di foggia elfica e dalla pettinatura cotonata e semplice, degna di una nobile signore qual essa era. Il tempo gravava sul suo volto: rughe austere riempite di pozione distendente le conferivano nel quadro generale un pallore inquietante, quasi funereo; le occhiaie profondamente scavate dall’emozione aggiungevano il tocco finale.
La donna poso delicatamente entrambe le mani sulle spalle del figlio e lo fissò dritto negli occhi per alcuni secondi, impassibile. Poi eruppe in una risata quasi isterica, decisamente non da lei.
-Madre, ti senti bene?-
La donna smise di ridere, un enorme sorriso stampato in volto.
-Sembri tanto tuo padre, Draco, quando ci sposammo. Eppure sei così diverso…
Ci fu un minuto buono di pausa di riflessione, durante la quale il giovane continuò a osservare con eccessivo interesse quegli stramaledetti quadri degli antenati; fu Narcissa a riprendere il discorso.
-Mi hai fatto chiamare?
-Sì, madre. Avrei bisogno d’aiuto con quest’affare!- le mise in mano il papillon –Stavo per strozzarmi, prima. Perché non posso indossare semplicemente la camicia?!
-Draco- la donna si avvicinò e passò il nastro di velluto verde attorno al collo del figlio –È un giorno importante, per te. Quest’affare, come lo chiami tu, viene tramandato dai tempi del tuo trisavolo, ed è per colpa nostra se i Babbani portano questo particolare accessorio; videro, poco meno di due secoli fa, Octans Malfoy e la sua sposa passeggiare per strada dopo la cerimonia e ben pensarono di copiare l’idea.
-Emozionante- commentò in tono piatto Draco. Non capiva perché il tempo dovesse passare così lentamente, quando si attendeva un importante evento.
Narcissa ignorò la mancanza d’entusiasmo del giovane Malfoy e finì di sistemare il papillon.
-Stai benissimo, figlio mio- esclamò commossa –Ti auguro ogni felicità- lo baciò in fronte e salì le scale per chiamare Lucius Malfoy  e recarsi al matrimonio.
 
                                                                                      ****************************************
 
Il luogo designato era un edificio che agli occhi dei Babbani sembrava una cappella abbandonata, circondata da un cimitero pieno di croci storte e lapidi scheggiate e delimitata da un cancello di ferro battuto pieno di guglie rotte o spezzate; l’incantesimo di Disillusione aveva funzionato alla perfezione: quel luogo triste e freddo era, in realtà, un palazzo lungo e basso, dai muri di pietra screziata celeste e blu scuro, le tegole argentate e lisce, vetrate colorate con draghi, elfi e folletti.
Sopra il portone principale vi erano una bacchetta e una pergamena incrociati, con varie scritte in latino sui lati e un diamante incastonato al centro dello stemma.
Il palazzo era circondato da un meraviglioso giardino tagliato da un largo viale di ghiaia; fiori di ogni tipo delimitavano il tutto, profumando così l’aria di un acre aroma, particolare soprattutto nel mese di dicembre.
Sia il giardino che l’interno erano gremiti di gente, maghi elegantemente vestiti, funzionari del Ministero e parenti degli sposi; c’era una certa eccitazione nell’aria, qualcosa che anche i semplici Babbani che passavano davanti all’antica, abbandonata cappella, tanto che si voltavano per qualche secondo a fissare le lapidi, prima di riprendere a camminare scuotendo la testa.
Al matrimonio, intanto, il funzionario del Ministero della Magia chiamò gli invitati all’interno e fece sedere tutti; il silenzio calò improvvisamente, lasciando posto a colpetti di tosse e sospiri impazienti.
Draco non riusciva quasi a respirare; percorse il camminamento col cuore in gola, le gambe molli e una spiacevolissima sensazione di sembrare un idiota.
Non appena giunse davanti all’uomo che avrebbe sugellato il rito, un uomo basso e grassoccio con una faccia da vecchio scoiattolo, si sentì svenire.
Ad un’esclamazione di stupore generale il giovane Malfoy girò appena la testa, e la vide: bellissima,  appena pallida, un lungo abito verde e nero e un diadema d’argento.
Sembrava tesa, molto più di quanto Draco si fosse aspettato, ma era così felice di vederla che non ci fece molto caso.
Il rito ebbe inizio; il funzionario fece pronunciare giuramenti ed entrambi dovettero firmare diversi documenti, bere dalla coppe d’oro del Vincolo e per finire unì i polsi dei giovani con un nastro nero, che si dissolse da solo dopo che ebbe pronunciato le ultime parole.
Astoria, prima di finire, si avvalse del diritto di richiedere al Sugello di esercitare il Voto Infrangibile: era una antica tradizione dei matrimoni Purosangue, infatti, che fosse la sposa a richiedere un Voto Infrangibile col marito, in modo da assicurarsene la fedeltà eterna.
Non era quindi così inusuale, per una famiglia Purosangue; tuttavia Draco restò sorpreso, anche perché Astoria era sempre andata controcorrente alle abitudini nobili.
Draco accettò e strinse la mano ad Astoria, mentre il funzionario del Ministero faceva scaturire dalla punta della bacchetta sottili lingue di fuoco, che si avvolsero attorno alle mani come le spire di un serpente.
-Vuoi tu, Draco Lucius Malfoy, di prestare fedeltà a questa donna, sempre e comunque?-
-Lo voglio-
-Vuoi tu di onorarla e considerarla tua degna sposa sempre e comunque?-
-Lo voglio-
-E vuoi tu proteggerla con la tua stessa vita da ogni disonore e pericolo?-
-Lo voglio-
Si baciarono, e Draco ebbe la netta sensazione che ci fosse qualcosa di strano in quel bacio, qualcosa di sbagliato e insano.
Si sciolsero dall’abbraccio e lei gli sorrise, radiosa; Draco ricambiò, le accarezzò i capelli e, tra le acclamazioni generali  e le lacrime di Narcissa, la condusse fuori dal palazzo e poi al banchetto.
Era tutto così innaturale, così nuovo: si sentiva davvero stordito, dopo tutto quel vino elfico e quegli schiamazzi, dopo le numerose congratulazioni e strette di mano.
Durante la cena Astoria non gli aveva quasi rivolto la parola; per lo più beveva e rideva, e ogni tanto gli lanciava un’occhiata maliziosa, che il neo-marito ricambiava non senza un po’ d’inquietudine: comportarsi così non era da lei. Inoltre lei gli aveva più volte detto di odiare il vino elfico e quasi tutti gli alcolici in generale, mentre durante la festa sembrava essersene bevuta più di due litri.
Lucius e Narcissa Malfoy sembravano soddisfatti: lei era completamente congestionata da tutti i pianti di commozione, mentre Malfoy senior dava tutta l’idea di uno che ha appena concluso un affare particolarmente vantaggioso.
La cena e il ballo durarono un’eternità, secondo Draco: il fatto che Astoria non gli avesse rivolto la parola, ma soltanto sorrisetti eccitati e occhiatine quasi da puttana non lo metteva per nulla a proprio agio.
Finalmente il tutto terminò; era tardi e così Draco e Astoria si Materializzarono davanti a casa di lui, a Londra: avrebbero avuto una villa tutta per loro quando questa fosse stata pronta.
Stettero in silenzio a guardare la porta per un po’; poi la guardò.
-Ehm… Allora, entriamo?-
Lei si voltò e annuì frettolosamente, con una strana luce negli occhi.
-Oook, allora… Sì, d’accordo, andiamo.
Esitò un attimo, prima di aprire la porta e entrare, tenendola per mano.
Andarono in camera da letto e, sempre e rigorosamente a bocca chiusa, si stese sul letto e cominciò a spogliare il marito.
Draco fece altrettanto, cercando di attribuire la morsa che gli serrava lo stomaco all’emozione, e non al fatto che ci fosse decisamente qualcosa di strano.
Si baciarono a lungo, e lei affondò le unghie nella carne delle braccia di lui, rompendogli probabilmente anche qualche capillare.
Il giovane chiuse gli occhi e mal sopportò il dolore; “è ubriaca” si disse “non è in sé” .
Riaprì gli occhi e ciò che vide non gli piacque affatto: il viso della sua donna era deforme, cambiava di secondo in secondo, la carnagione, i capelli, gli occhi. Fece un salto indietro, orripilato, e squadrò con orrore la figura che gli stava davanti, mezza nuda e trionfante in volto.
-Sei contento di rivedermi, Dracuccio?-
-Pansy!-
 
Angolo dell’Autrice:
Scusateeeeee! Scusate, perdonatemi, striscio ai vostri piedi! Sono almeno due mesi che non aggiorno! Allooora, questo capitolo lascia intuire le prossime insidie della storia: Pansy ha tecnicamente sposato Draco, e chissà cosa ne avrà fatto di Astoria! Lui ha pronunciato il Voto Infrangibile, ragion per cui avremo problemi in futuro! Spero vi sia piaciuto e prometto di non fare ritardi così colossali J
Un saluto ai miei carissimi recensori, che spero mi perdoneranno, e a tutti quelli che hanno inserito nelle ricordate, seguite e preferite ;) Datemi un parere!
Alla prossima
T_V_F_B_
  
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