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Autore: Pachiderma Anarchico    06/09/2013    0 recensioni
- Le idee ispirate dal coraggio sono come le pedine negli scacchi, possono essere mangiate ma anche dare avvio ad un gioco vincente -
Ed è quello che ha fatto inconsapevolmente Katniss quando, nell'arena, ha salvato la vita a se stessa e a Peeta sfidando Capitol City.
Adesso che la ribellione divampa e le fiamme avvolgono ogni cosa, lei dovrà dimostrare per chi "gioca" e per chi combatterà in questa "Edizione della Memoria" degli Hunger Games, a cui è obbligata a partecipare, e mostrare ai distretti, a Capitol City e a Snow che se morirà, la speranza non morirà con lei.
Perchè i più coraggiosi sono coloro che hanno la visione più chiara di ciò che li aspetta e tuttavia l'affrontano.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Accarezzo il lungo vestito bianco che indosso quasi come se fosse una seconda pelle. Cinna ha fatto ancora una volta un ottimo lavoro. Il vestito sembra fatto di piume candide che mi avvolgono la vita e scendono larghe e ferme lungo i fianchi. Le scarpe alte color platino sono nascoste sotto l'orlo del vestito, ma Cinna voleva che fosse fatto tutto alla perfezione. Probabilmente, conoscendo gli standard di Capitol City, sono di vero platino, ma non ci faccio caso. Il mio obbiettivo non è sembrare bella, è sembrare coraggiosa. Le mie labbra sono corallo e i miei occhi argento ardesia e bianco perlato, e dalle estremità due sottili righe nere li adornano insieme alle ciglia scure. Sembra la coda di una rondine, come l'intricato intreccio di qualcosa di elegante che parte dalla parte superiore del vestito, avanti e dietro, e formano delle..sculture -non saprei come definirle altrimenti- che credo vogliano simboleggiare delle ali, ma in modo molto sottile.

Non posso azzardare appena le porte si apriranno rivelandomi e Caesar Flickerman mi accoglierà sul palco davanti al pubblico estroso e colorato di Panem e in diretta davanti a tutti i distretti e a..Snow.

Si, perchè il presidente di Capitol City si è sentito beffato non avendo potuto avere il solo vincitore che gli Hunger Games bramano. 

In quel momento, nell'arena, volevo solo salvare me e Peeta senza che l'uno dovesse uccidere l'altro, ma quel gesto dettato dall'istinto, dalla prontezza e forse anche dall'impulso che mi domina alle volte, che per noi ha significato semplice salvezza, per i distretti sottomessi alla Capitale è significato“Ribellione”, noi abbiamo sfidato Capitol City, noi abbiamo impedito alla 74esima edizione degli Hunger Games di avere un solo vincitore, noi ci siamo rifiutati di morire, e questo non c'è lo avrebbero perdonato. 

Adesso dovrei dire che quel gesto è stato dettato solo dall'amore folle per Peeta, dovrei confermare che non avremmo mai voluto farlo sembrare un gesto di ribellione, dovrei affermare di non aver mai lontanamente pensato di sfidare Capitol City. 

Dico dovrei, perchè in pratica è tutta un'altra cosa. In verità non è così. 

Si, in quel momento ho pensato solo a salvarci la pelle, si non mi sarei mai immaginata di poter diventare il simbolo di una rivolta e ho anche avuto paura per le persone che amo e per il mio popolo.

Nel mio distretto infuriavano le fiamme quando io e Peeta siamo tornati a casa dopo il Tour della Vittoria, le persone non avevano più paura dei Pacificatori, per quanto crudeli e spietati fossero adesso e i ribelli volevano combattere. 

Ho pensato di scappare, lo ammetto, non ero pronta al "fuoco", ma guardandomi intorno mi sono resa conto che tutta questa gente crede in me, il distretto 12 crede in me, e non posso più tornare indietro. Non voglio. 

Se morirò in questa “Edizione della Memoria” le persone sapranno che io non mi sono arresa e che ho continuato a lottare. Dirò loro che lsperanza e il coraggio lasciano tracce indelebili. 

Sapranno che Capitol City non mi ha mai controllata.

E' strano tornare nell'arena così presto, quando sembra ieri esserne uscita, ma non ho più tanta paura. Ora so che c'è qualcosa di più grande della morte, ora so che anche se non riuscirò a salvarmi i ribelli non si arrenderanno, perchè nei loro occhi c'era una luce diversa, una scintilla che Capitol City non avrebbe messo a tacere tanto facilmente.

Sta per arrivare il mio turno, e il mio cuore batte forte. 

Le mie mani tremano, ma il mio sguardo è fiero.

Vorrei toccarmi i capelli, giusto per fare qualcosa e non stare immobile in attesa di essere ricevuta da applausi, urla e schiamazzi, ma i miei capelli color mogano sono legati stretti e alti e le dita non ci passano attraverso. 

Respiro e alzo il mento. Devo sembrare sicura, devo essere sicura.

E in quel momento mi accorgo che lo sono, lo sono come quando mi sono offerta volontaria per salvare mia sorella Prim dalla mietitura, lo sono come quando ho cercato di salvare Rue dal tributo che l'ha uccisa.

Non sono così tesa per l'intervista, a quella neanche ci penso più.

Sono trepidante perchè sotto questo vestito immacolato e perfetto, se ne nasconde uno ancora più bello.

Sarà un colpo di scena, una sorpresa, un rischio. 

Perchè questa è forse la cosa più pericolosa che io, Katniss Everdeen potessi fare dopo le minacce di Coriolanus Snow.

Perchè vedete, io ora sto per sfidare Capitol City ancora una volta.

Quando il vestito niveo verrà bruciato da sottili lingue di fuoco e il mio corpo sfoggerà un vestito color ardesia brillante e dietro le mie spalle di alzeranno e si distenderanno due ali implacabili, tutti sapranno che questa volta sono consapevole di quello che sto facendo, che sono con i distretti, che non li ho mai abbandonati e che non saranno le ricchezze di Capitol City o le minacce di Snow a fermarmi.

E forse è un gesto pazzo, insano, folle ma va fatto, e proprio io devo farlo. 

Su quel palco stasera, diventerò una ghiandaia imitatrice, diventerò il simbolo che ho visto disegnato sui muri e alzato dalle folle valorose nei distretti nella loro rivoluzione per la libertà.

Sento Caesar presentarmi con voce briosa e altisonante, sento gli applausi già levarsi dal pubblico e sento il mio cuore battere a velocità frenetica nel petto. 

Hanno scommesso su di me, e io non li deluderò.

Le porte si aprono, le acclamazioni mi investono, vedo vagamente sorrisi effervescenti e e battiti veloci di mani.

Ho la certezza di essere bella in questo momento, ma ho anche la certezza che tra pochi minuti diverrò una guerriera con le ali. Quello sarà ciò che nessuno dimenticherà. Se Snow mi teme così tanto, mi considera una minaccia così grande da ordinarmi di ritrattare tutto quello che ho detto e fatto e da costringermi a partecipare di nuovo agli Hunger Games con disgustose minacce, allora significa che sono davvero forte come dicono, significa che rappresento davvero un simbolo, un faro di speranza e che quindi, ho il potere per sconfiggerlo.

So che tutti i distretti hanno gli occhi puntati su di me adesso, dalle loro case o dai loro nascondigli, e so anche che tutta Capitol City in questo preciso momento mi sta guardando attentamente, mi studia e mi osserva ma io, mentre alzo gli occhi su tutto questo e avanzo senza incertezze verso il centro del palco, ho solo un pensiero in mente:
“Amici, nemici, alleati, rivali aprite i vostri occhi, guardatemi, sono viva, sono la Ragazza di Fuoco e non ho paura.”

  
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