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Autore: stillyna    06/09/2013    6 recensioni
Prima classificata al "A tutto reality contest- DXG o DXC?" indetto da TheHeartIsALonelyHunter
"Con che faccia tosta aveva potuto pensare di presentarsi proprio lì?
Con che coraggio le si rivolgeva in quel modo, dopo quello che le aveva fatto?
Anche se, in fondo, sapeva di essere in parte colpevole del gesto di Duncan."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - Il tour
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Titolo: A challenge called love
Rating: Verde
Genere: Introspettivo, romantico
AvvertimentiNote: what if?
Coppia Scelta: Duncan/Courtney
Nda: Questa one shot partecipa al A tutto reality contest- DXG o DXC? indetto da TheHeartIsALonelyHunter. Si tratta del mio debutto in questo fandom, spero che la storia possa piacervi ^^

 
A challenge called love
 
«Principessa…»

Duncan se ne stava lì, impalato, in piedi dietro di lei.

Con che faccia tosta aveva potuto pensare di presentarsi proprio lì?
Con che coraggio le si rivolgeva in quel modo, dopo quello che le aveva fatto?

Anche se, in fondo, sapeva di essere in parte colpevole del gesto di Duncan.
Quel bacio dapprima liberatorio, indice di un gran senso di vuoto e soffocamento, rivelatosi poi il segno di un cambiamento. Il simbolo di un nuovo inizio.
Una nuova vita per Duncan.  Una nuova storia meno complicata, senza più liti, urla, incomprensioni. Dolore. Con una ragazza più alla sua portata. Più simile a lui, che non aveva bisogno di essere conquistata con nomignoli dolci e stupidi come quello appena uscito dalle labbra del punk. 

“Principessa…”

Nel suo tono di voce, Courtney aveva percepito tutto il rammarico, il senso di colpa, la nostalgia. Glielo si sarebbe potuto leggere in faccia che era dispiaciuto, triste, perduto senza di lei. Immaginava il suo sguardo, assente, perso in qualche punto indefinito del cielo, mentre lei persisteva nel dargli le spalle rendendolo ancora più nervoso. Tuttavia, si era fermamente decisa di non voltarsi.
Troppo orgogliosa per mostrare le lacrime che copiose le irrigavano il volto, troppo ferita e delusa da quell’amore folle e improbabile che non faceva altro che opprimerla. In realtà, temeva soltanto di incrociarle quelle iridi verde acqua: di rimanervi nuovamente stregata e commettere lo stupido errore di correre incontro al loro proprietario a braccia aperte, pronta per ricominciare.

Certo, la tentazione era fortissima.

Ma era determinata a non soccombere questa volta e non fece una piega. Rimase impassibile, seduta con le gambe a penzoloni sul pontile di quel molo che era stato per molto tempo il loro rifugio segreto, lontano dalle luci dei reality show.

 A riflettori spenti, si incontravano sempre lì: in un posto normale, come una coppia di innamorati normali in una città normale
.

Avevano sempre cercato di ritagliarsi uno spazio di normalità, ma entrambi sapevano che le cose fra loro non funzionavano da tempo.  Che probabilmente normali non lo sarebbero mai stati, neanche sotto sforzo, neanche se lo desideravano più di ogni altra cosa.
Per loro era comodo incolpare la diversità e l’incompatibilità dei loro caratteri, invece che affrontare i fatti come stavano.
Non era stata proprio quella forte diversità ad unirli, ad attrarli come due calamite, a rendere più avvincente quella sfida che era la loro relazione?

E sia Duncan che Courtney amavano le sfide, così irresistibilmente irrinunciabili.

Nel frattempo in cui le considerazioni della ragazza sorvolavano la sua mente, Duncan si era già prontamente sistemato accanto a lei. Era davvero bella, pensò, mentre il pallido riflesso lunare le illuminava i delicati lineamenti.
Poterla osservare nuovamente da vicino gli rendeva ancora più chiaro capire quanto le fosse mancata. Certo, con Gwen stava bene: in un primo momento era convinto che fosse lei quella giusta, ma dopo poche settimane arrivarono i ripensamenti.
Capì che apprezzava la sua compagnia come quella di una amica, forse di una sorella. Avere interessi comuni e caratteri affini era più che confortante: peccato che la monotonia prese ben presto il sopravvento, unita alla nostalgia per i vecchi compagni.

Quella con Gwen era una storia già vinta in partenza… Che Duncan aspirasse forse a qualcosa di più avvincente?

Imbarazzata da quella vicinanza forzata, Courtney abbassò prontamente lo sguardo, ben attenta a non scorgere neanche un solo particolare del viso di Duncan con la coda dell’occhio. Ancora non se la sentiva di dire qualcosa.

Per quanto le costasse ammetterlo, si sentiva fortemente responsabile di tutta la vicenda.
Era stata lei, con il suo atteggiamento possessivo ed oppressivo a spingerlo verso la ribellione.
Lei, che con le sue manie da perfezionista si era messa erroneamente in testa di cambiarlo, storpiare ogni singolo angolo della sua personalità per renderlo un burattino fra le sue mani.

Eppure lo amava, e tantissimo.

Era proprio di quel punk politicamente scorretto che si era innamorata, di quell’irresponsabile che nel profondo nascondeva un cuore tenero.
Quel ragazzo sfacciato e strafottente, ma a modo suo dolce e comprensivo, che era riuscita a conquistarla, toccandola nel suo intimo più recondito.
Notando in lei ciò che gli altri non vedevano, riscoprendo quel suo lato divertente, più leggero e comprensivo: tutto senza soffermarsi sulle uniche apparenze, proprio come era riuscita a fare lei reciprocamente.
Completamente persa di quel ragazzo che era rimasto per tutto il tempo affianco a lei, in religioso silenzio, dandole lo spazio per pensare. Anche lui aveva riflettuto molto e se era certo di una cosa, oltre al fatto di essere sinceramente pentito, era che quel silenzio lo stava angosciando e spazientendo. Il suono delle onde che si infrangevano sugli scogli rimbombava nella sua testa, scandendo il ritmo tormentato dei suoi pensieri. Quello stato d’animo lo turbava, avrebbe fatto qualsiasi cosa per porre fine a quella straziante cantilena.

«Io... beh, vorrei scusarmi con te. Sono stato un idiota e me ne pento»

Ecco come buttare al vento decine di discorsi programmati in pochi secondi.

Dal canto suo, Courtney non riusciva a emettere un fiato, notevolmente tesa.
Anche se in un certo senso le parole di Duncan la sollevarono parecchio, era psicologicamente distrutta e non sapeva come far fronte alla situazione di crescente imbarazzo.
Courtney, la “perfettina”, colei che aveva sempre tutto sotto controllo, sembrava vacillare di fronte al suo unico amore come un grande fuoco davanti a un secchio colmo d’acqua. Per una volta, si vide costretta a mettere da parte l’orgoglio e farsi guidare dall’istinto.
Le costavano care le parole che aveva in mente di dire: le erano difficili da ammettere fra sé e sé, figurarsi davanti a Duncan.
Al limite dello stress, non riuscì a trattenere le lacrime.

«Mi dispiace Duncan, in fondo è anche colpa mia»

Il ragazzo non credé alle proprie orecchie. Mai si sarebbe aspettato tale confessione da parte della brunetta che, dopo una breve pausa, riprese il discorso.

«Sì, hai capito bene e non ho intenzione di ripeterlo un’altra volta…» fece, per prendere poi un altro forte respiro e proseguire.
«Ma non aspettarti certo che abbia già dimenticato tutto e che cadrò fra le tue braccia come una povera stupida senza prima riempirti a dovere di calci e pugni!»

Quella era la vera Courtney, la sua Courtney. Per un attimo pensò a quanto le fossero mancate le sue ramanzine.

«Bene Principessa, te lo concedo.» nemmeno in un momento come quello avrebbe potuto rinunciare alla sua solita ironia.

«Non pensare di cavartela così facilmente, io…» fu costretta velocemente a rimandare la conversazione, mentre due braccia la avvolsero in una salda stretta dal dolce sapore nostalgico.

«Ti amo, Courtney» le sussurrò caldamente, avvicinando lentamente le labbra alle sue.
«Anch’io, Duncan.» mormorò lei accennando un lieve, ma irresistibile sorriso, prima di gustare ancora una volta quel tanto acclamato e sperato contatto.

 
  
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