Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Moony97    06/09/2013    0 recensioni
Mi avevi amata.
Amata e basta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quella notte al caffè de Paris hai detto tu ai tuoi occhi di baciarmi?
Ricordo ancora quel tavolino in fondo al salone, illuminato da luci assopite e soffuse, con grandi cascate di cristallo che scendevano dolcemente dal soffitto, ornato di stucchi e affreschi - quel tavolino fu lo scenario del nostro effimero amore.
Il fumo proveniente dagli altri tavoli, tavoli lontani mille miglia dalle nostre coscienze, colorava di bianco e di nero la nostra realtà, facendoci crogiolare nei ricordi.
I cucchiaini d'argento suonavano una melodia che sa d'umanità, al contatto con le tazzine di candida porcellana, che prendevamo fra le dita con una pesantissima leggerezza, e languidamente, guardandoci nel contempo, le avvicinavamo alle labbra frementi.
Il calore emanato dal the ci riscaldò la gola, che anni addietro s'era cosparsa di brina a causa delle gelide parole fatte nostre.
Posammo le tazzine sulla tovaglia vermiglia e, scrutando i nostri volti segnati dal passato, cominciammo ad amarci.
Ad amarci come non si ama mai, in silenzio.
Quella notte al caffè de Paris prendesti la mia mano, la chiudesti nel tuo corpo e la stringesti forte, affondando le unghie nella carne bollente.

Ah sì, lacerami, pensavo.
E giuro che non fummo mai più vicini di quell'istante.
I nostri occhi, e che occhi, si raccontavano d'amore, e intanto si socchiudevano lentamente, facendo fuoriuscire dalle labbra un rumore che si avvicinava ad un sospiro di piacere, piacere mentale.
Quando t'alzasti, oh, quando ti mettesti dritto davanti a me, e mi prendesti la mano alzandomi, svegliandomi dalla mia convalescenza, risvegliando in me la vita, quando mi sfiorasti le labbra con un dito, ne delineasti il contorno, sapevi che avevi la forza d'un pugnale?
Sotto la tua pelle si dipingeva un mosaico di vene violacee, le quali intrecciandosi tessevano la tela infinita dei secondi che, noiosamente, lentamente, precedevano quei minuti, quelle ore, quei momenti.
E non ce ne avvedemmo di star lì ore, a cercare le luci d'una città ormai addormentata, essendo finalmente un unico filo che s'intrecciava nella tela ch'era l'umanità. Il filo nero, sulla tela bianca.
Non te ne avvedesti di star divorando il mio dolore, da te stesso creato?
Non te ne sei già avveduto che t'amo?

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Moony97