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Autore: Ornyl    06/09/2013    0 recensioni
[Il giardino delle vergini suicide.]
Io la prima,Lux l'ultima. Ce ne andammo tutte,o almeno così sembrò a quasi tutti gli altri.
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Io la prima,Lux l'ultima. Ce ne andammo tutte,o almeno così sembrò a quasi tutti gli altri.
Attesi le mie sorelle in giardino quella sera,seduta sul tronco mozzato dell'olmo decapitato che le mie sorelle avevano tentato di difendere. Non c'era stato nulla da fare,dicevano i giardinieri,e la sua malattia si sarebbe diffusa a tutti gli alberi del vicinato se fosse rimasto in piedi. Papà ribattè che,anche se l'avessero tagliato,la malattia si sarebbe diffusa comunque ma lo tagliarono lo stesso. Pregai con tutte le mie forze e sforzi che mi erano rimasti da quando ero volata via per sbaglio,per un bruttissimo incidente,le stesse forze che mi fecero apparire davanti agli occhi di papà per sbaglio,per incidente anche questo,che l'albero rimanesse ancora in piedi ..Eppure,se devo dirvi la verità,appena lo vidi cadere quasi mi misi a ridere perchè mi ricordava la mia stessa caduta molte sere prima,sulla ringhiera che delimitava prima il nostro giardino,dopo che quel tipo strambo di cui non ricordo più il nome s'era messo a cantare una stupida canzoncina che parlava di scimmie.
Ho perso il filo,che stavo dicendo? Ah sì,adesso ricordo.
Attendevo le mie sorelle seduta su quel tronco quando vidi i ragazzi parcheggiarsi davanti casa nostra,a quell'ora tutta buia. Li avevo osservati in quel periodo,da quando le mie sorelle erano state rinchiuse in casa(che stronza Lux però,non se lo sarebbe aspettato? Per fortuna che in tredici anni non ho mai ragionato per ormoni come ha fatto lei,la pellaccia me la son conservata bene!):avevano raccolto diversi souvenir-come li chiamavano loro-da casa nostra(profumi,bigliettini,mollette,piccoli lucidalabbra,elastici per capelli e persino qualche sticker,di quelli che usavo per il mio diario e quest'ultimo)e avevano iniziato ad ordinare gli stessi cataloghi di viaggi e alta moda che le mie sorelle avevano iniziato a leggere per scappare da quella prigione rosata,azzurrina e biancastra che era casa nostra. Avevano anche preso l'abitudine di spiarle,soprattutto da quando Lux aveva cominciato a scopare sul tetto della casa .. Oh no,forse mi sto dilungando troppo. E' meglio che vada dritta al sodo:credevano di poter scappare insieme a loro ma trovarono le mie quattro sorelle morte. E dunque loro scapparono via inorriditi,spaventati e terribilmente scossi,lo lessi nei loro occhi e nelle loro teste.
Papà e mamma,dopo i funerali delle mie sorelle,andarono via. Poco tempo dopo papà vendette la casa.
-Quanto tempo dopo,Cecilia? Lo ricordi,lo hai segnato da qualche parte? Io ho perso la cognizione del tempo!-
Bonnie appare alle mie spalle,mi attraversa la pancia e si appoggia alla parete dell'ex stanza di mamma e papà. 
-No,non lo ricordo nemmeno io!-
Il tempo ci è passato davanti come niente. Per me son passati giorni,ma il calendario appeso dagli ultimi proprietari e lasciato qui segna il 19..
-Cos'è,un otto quello?-chiedo a Bonnie.
Appare Therese dal caminetto. Cerca di scrollarsi il vestito con le mani ma lo attraversa,si volta verso la parete e legge il calendario.
-No,è un nove. Anzi,sono due nove-
..il 1999. 
Venticinque anni esatti.
Mi sporgo alla finestra:il sole muore dietro gli alberi illuminati e irradiati da vene dorate. Un bambino passa con la sua bici davanti casa nostra,percorre ancora qualche metro e poi imbocca un vialetto che gira per la destra e scende dalla bici. Bussa a casa,una donna gli apre e lo fa entrare.
Therese cerca di appoggiare l'orecchio al vetro della finestra.
-Li senti?-sussurriamo io e Bonnie,e i fili scoperti che pendono dal soffitto grigiastro ondeggiano.
Therese si concentra ancora.
-Sì,più o meno .. Dice che fa caldo e che venderebbe la bicicletta per un po' di limonata-
Allora sì,le mie premonizioni sono esatte:è estate o primavera inoltrata,venticinque anni esatti.
Venticinque anni esatti,nel giro di pochi mesi,ce ne andammo tutte via. Eppure no,non volevamo morire,ma provavamo gli stessi sentimenti di uno scoiattolo incappato in una trappola. Immaginatelo,povera bestiola:cammina con la sua ghianda in mano,tutto tranquillo e poi ZAC! eccolo con la coda tra le mascelle di ferro più grandi e pesanti di lui,e poveretto si dibatte con la sua ghianda,voglioso di assaggiarla e affamato e spaventato allo stesso tempo.
Ha paura di morire,non vuole.
Vuole solo evadere.
Lux si mette a ridere quando ci paragoniamo agli scoiattoli e la sua risata fa tremare i vetri. L'ultima famiglia se n'è andata per colpa sua e di Mary,le avevano sentite litigare in soffitta per colpa di una sciarpa rosa comprata il nostro ultimo Natale.
-Hei,quella sciarpa mi è costata un occhio della testa! L'avevi presa tu!-urlava Mary.
-E che palle che sei,ne troverai un'altra in mezzo a tutte le cianfrusaglie di questa soffitta,non ti pare? Rubala a Francès,non se ne accorgerà dato che è continuamente fatta!-
Io giocherellavo con il piccolo Tommy seduto sul seggiolone. Francès e i suoi genitori non potevano vedermi,ma lui sì e mi sorrideva dal suo piccolo trono bianco e giallino mentre gli accarezzavo la testa da neonato. Bonnie e Therese invece erano nella stanza di Francès,quella che un tempo era stata la nostra;la musica era tanto alta che nessuno rumore si sarebbe sentito dal piano di sotto,quindi c'eravamo messe a pettinarci e a saltare sul letto. Volevamo convivere bene con i vivi,del resto lo eravamo state anche noi:non volevamo spaventarli e creare disordine nelle loro stanze e nelle loro vite,volevamo essere una specie di "angeli custodi"della nostra ex-casa e ci facevamo in quattro per adempiere ai nostri nuovi compiti. Io badavo a non far piangere Tommy di notte e gli accarezzavo la pancia quando aveva le coliche,Bonnie faceva rifiorire le amate margherite della signora poste sulla veranda,Therese nascondeva gli spinelli a Francès e Mary e Lux facevano riappacificare i coniugi quando si litigavano,facendoli avvicinare nel letto in maniera dolcemente inconsapevole,come sotto l'effetto di una droga dolce e soprannaturale.
Soprannaturale,sì.
Mamma ci diceva sempre di mantenerci alla larga da sta roba,"non perdetevi mai e non cadete in balìa del Demonio!"urlava sempre.
E papà,di rimando,"ma tesoro,son tutte sciocchezze!"
"Ma che sciocchezze,il Male vige su chiunque e soprattutto sulle loro testoline innocenti!"
E invece Lux ci aveva procurato una tavola ouija e l'aveva nascosta in un ripiano nascosto dell'armadio. Un giorno avevamo ad invocare lo spirito di Jim Morrison,e guardacaso quella notte infuriava un terribile temporale. Ci fu il black out e,credendo fosse stato lo spirito dell'incazzato Re Lucertola a rimproverarci per averlo disturbato,ci spaventammo talmente tanto da decidere di non usarla più.
E ora facevamo parte del soprannaturale.
Eravamo anime?
Angeli custodi?
Spiriti? Sì,forse questi. La gente comune chiama le cose come noi con nome di fantasmi,e non mi metto a polemizzare pure su questo termine che tutti conoscete per evitare di perdere il filo un'altra volta. Lo conoscete tutti,non è vero? Immagino di sì.
In genere un fantasma fa paura e tende a spaventare la gente,ma non era nelle nostre intenzioni. Tuttavia,per colpa di quella stramaledetta sciarpa,Mary e Lux fecero un baccano incredibile in soffitta che costrinse a far salire il marito-papà sopra;noi tutte lo seguimmo insieme alla sua famiglia e,come tutti ci aspettavamo,quando vide che non c'era nessuno nonostante il terribile vociare che aveva udito dal piano di sotto,sbiancò e cominciò a tremare.
-Oh mio Dio! Courtney-Co-Courtney ..-si mise a balbettare-Quel baccano l'hai sentito pure tu,vero? Anche tu l'hai sentito,vero Francès?-
-Uhm..-mugolò.
-Oh Josh .. Sì,l'ho sentito! Erano voci,voci di ragazze che urlavano!-
Lux odiava la signora Courtney e in quel momento era anche piuttosto arrabbiata,quindi afferrò una vecchia bambola e la dirò verso di loro. Cercammo di fermarla,ma il nostro intervento fece solo spaventare ulteriormente la famiglia che,dopo qualche giorno,fece fagotto.
Ieri(o oggi? no,giusto proprio ieri,ho visto la notte passare dalla finestra e fare di nuovo giorno)son venuti i ragazzi. Ed ebbi la conferma che fossero passati proprio venticinque anni tondi:i ragazzi innocenti con cui ballammo per la prima ed ultima volta erano scomparsi totalmente.
Avevano i visi tristi mentre ci fissavano dal giardino. Noi fissavamo loro,i nostri occhi incontravano i loro ma non accadeva il contrario.
-Non ci vedranno-disse Mary-Sono adulti. Gli adulti normali non vedono i fantasmi-
Lux non c'era con noi,tutte sapevamo il perchè. Trip non s'era presentato.
Non faceva che urlare:-Io non voglio vedere quei bambinetti tripposi! Che diamine!-e le finestre avevano tremato ancora insieme ai fili scoperti,che si misero a mandar scintille.
Non ci scostammo nemmeno,i fantasmi non prendono più la scossa.
Stettero lì,immobili,a fissare la non più casa Lisbon.
Aspettavano un segno? Che si accendesse una luce? Che Lux o io o Bonnie o Therese o Mary ci affacciassimo da una finestra e li salutassimo? Noi lo stavamo facendo,ma non ci vedeva nessuno.
-Accendi la luce,Therese-disse Lux cercando di afferrare una cicca di sigaretta abbandonata sul davanzale,vecchia di chissà quanto.
-No,si spaventerebbero-
Lux si limitò ad annuire.
Forse passarono secondi,o minuti o ore prima che se ne andassero.
Se ne andarono quando ormai si faceva buio e il vicinato cominciava ad accendere le luci notturne da giardino.
Veniva la sera,il momento degli spettri e dei fantasmi. Ma loro non erano permessi nel nostro mondo ovattato di santini,preghiere e rosari di mille colori. Nemmeno la vedevamo la sera,quando eravamo vive andavamo a letto alle nove in punto.
Da quando son morta io mi son goduta ogni secondo di alba,mezzogiorno,tramonto,crepuscolo e notte fonda. Era piacevole quello spettacolo multicolor prima azzurro e rosa,poi azzurro carico,poi azzurrino e arancio,poi arancio e viola e poi nero e violetto. Anche le mie sorelle cominciarono a goderselo ed ero felice nel vederle gioire di quella tavolozza naturale del cielo,così come delle costellazioni che si vedevano nelle sere d'estate e anche d'inverno quando non pioveva.
Adesso è diventato uno strazio.
Dovremmo essere in Paradiso e guardarle dal vivo.
Ma non riusciamo a muoverci. Proviamo dolore solo quando cerchiamo di uscire,ma non è un dolore fisico quanto un senso di terribile oppressione. Ironia della sorte,non siamo libere nemmeno adesso.
I ragazzi dicono che non siamo andate mai via da loro.
Nemmeno noi siamo andate via da noi stesse.

 
   
 
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