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Autore: Rio no Kitsune    06/09/2013    2 recensioni
Ecco cosa succede quando un Lupo Cattivo delle Grandi Foreste del Nord e una Volpe a due code del Sud chiedono aiuto a una strega per liberare il mondo dagli esseri umani.
Una missione, un'incontro, due ventagli speciali e la trasformazione.
E se il Lupo Cattivo scoprisse di non essere davvero cattivo?
E se la Volpe pigra non fosse poi così pigra?
A Miku, per il suo anniversario.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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//Angolo Autrice

 

Questa storia nasce da un’amicizia, da un’occasione speciale e dalla voglia di raccontare.

Finora ho scritto unicamente nel fandom Twin Princess nella sezione Anime e Manga del sito e questo è il mio primo tentativo di raccontare una favola. Spero di aver fatto un buon lavoro e che la lettura sia piacevole.

Se avete critiche o consigli li accetterò più che volentieri.

Di seguito sono riportate le note originali, indirizzate solo a Miku, a cui la storia è stata donata per il suo primo anniversario sul sito. Auguri ancora!

Un bacio,

Giulia

 

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Buon anniversario!

Sì, so di essere in ritardo, ma volevo che fosse un lavoro di cui essere fiera. =)

Questo è un racconto, una sorta di fiaba che prende spunto dalla realtà. Non troverai Fine o Rein, ma due protagoniste che ti saranno comunque familiari. Ho unito l’utile al dilettevole. Avevo da tanto il desiderio di cimentarmi in un racconto e volevo farti capire quanto ti stimo e ammiro e quanto tengo a te.

È in assoluto la storia più lunga che io abbia mai scritto e ti chiedo solo di dirmi cosa ne pensi.

Mi hai ispirata e motivata e spero di essere sempre pronta a fare lo stesso per te in futuro.

Ti ringrazio di tutto.

La tua Goccia.

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I hope you don’t mind that I put down in words

how wonderful life is now you’re in the world

 

Your Song – Elllie Goulding

 

 

 

Present

 

La storia dei ventagli gemelli e di come furono usati da una volpe pigra e da un lupo cattivo.

 

 

 

 

 

 

I Lupi Cattivi vivono da secoli nelle Grandi Foreste del Nord, lì dove il vento presta loro la sua potenza, lì dove la fame li divora, lì dove l’oscurità concede loro il suo mantello.

Il Grande Lupo Nero, nato dall’unione della Notte e del Sussurro, aveva avuto tre figlie.

La più piccola delle tre si chiamava Miku. Il suo manto era grigio perla, soffice e pulito, aveva occhi azzurri, freddi come il ghiaccio ed era un’ottima cacciatrice. Non ci mise molto a guadagnarsi il rispetto dell’intero branco e ben presto ne fu a capo, proprio come suo padre.

Aveva due sorelle maggiori, è vero, ma esse non erano neanche lontanamente crudeli come Miku.

La Paura era la sua più grande amica, tanto che potevano dirsi tutt’uno. La accompagnava in ogni passo e chiunque le si accostasse troppo poteva star certo di tremare fin nelle ossa.

Il branco di Miku, però, si stava progressivamente riducendo. Il cibo cominciava a scarseggiare e le foreste a divenire sempre più rade a causa dell’Uomo. I Lupi Cattivi erano impazienti e volevano sterminare l’intera razza umana, ma Miku era consapevole che ormai il genere umano si era appropriato di gran parte dei territori e che poco potevano a questo punto la Paura e la Forza nei confronti di una specie che contava miliardi di individui.

Decise quindi di partire per chiedere consiglio all’ultima delle apprendiste della Grande Strega del Buio che aveva dimora sulla Montagna delle Nebbie. Lasciò il suo branco in fretta, affidandolo alle sue sorelle, e si diresse verso i Sentieri della Perdizione, la Paura alla sua destra, l’Inganno alla sua sinistra e la Cattiveria nel cuore.

 

Lo stesso viaggio con la stessa meta era cominciato tre anni prima per una volpe, Shizuku, una volpe rossa con due code.

La giovane volpe era sopravvissuta ad un inverno piuttosto rigido e si era decisa ad abbandonare il bosco dove era cresciuta per cercare fortuna.

L’Uomo era ormai troppo ben attrezzato e le sue visite notturne al pollaio erano sempre più un fiasco. Nonostante la Furbizia fosse dalla sua parte e l’ Equilibrio non lasciasse mai il suo fianco, Shizuku si ritrovava sempre a stomaco vuoto e la Pigrizia era troppa perché provasse a cacciare animali più veloci di qualche gallina rinchiusa in un recinto.

Perciò decise di compiere un unico decisivo sforzo e di rivolgersi anche lei all’apprendista della Grande Strega del Buio per trovare il modo di liberarsi di quelle creature immonde, così da poter vivere tranquilla saziandosi di galline in quantità, senza doversi preoccupare di morsi di cane e colpi di fucile.

Purtroppo il viaggio verso la Montagna delle Nebbie, all’Estremo Nord, oltre le Grandi Foreste, era un viaggio molto lungo dalle Vaste Praterie del Sud e le ci erano voluti ben tre anni per giungere ai Sentieri della Perdizione.

Era ormai tramontato il sole da un pezzo quando si ritrovò all’imboccatura dei Sentieri della Perdizione e stabilì di fermarsi.

Lì vicino aveva intravisto un corso d’acqua e decise di farsi un bagno. Nascose i suoi pochi averi su un albero e prese forma umana, molto più comoda per lavarsi.

 

Miku nel frattempo era poco più indietro e correva decisa a non fermarsi prima di essere arrivata molto vicina alla Montagna, ma il suono dell’acqua la convinse a ristorarsi un po’ prima di addentrarsi nei Sentieri della Perdizione.

Anch’essa decise di prendere forma umana e si avvicinò alla riva per dissetarsi.

Prima però che le sue labbra toccassero l’acqua la raggiunse la voce di Shizuku.

-Che bei capelli!-

Si voltò di scatto e vide una ragazza seduta sul ramo di un pino che la osservava. I capelli sembravano fiamme e gli occhi rossi avevano una strana forma allungata.

-Anche i tuoi non sono male- rispose, con voce ferma.

-Ti ringrazio. Qual è il tuo nome e come mai ti trovi qui?-

-Io sono Miku, il lupo. Sono in viaggio per andare alla Montagna delle Nebbie. E tu chi sei?-

-Io sono Shizuku, una volpe del Sud. Anche la mia destinazione è la Montagna delle Nebbie-

Le due si osservarono con circospezione, soppesandosi l’un l’altra.

-Se scendo da qui mi mangerai?- chiese Shizuku alla fine.

-Potrei. Tuttavia non ho fame e non mi dai fastidio per ora, quindi non devi aver timore. Ma bada a te-rispose Miku.

Per tutta risposta Shizuku scese dall’albero in gran tranquillità.

I lunghi capelli di Miku, azzurri e scintillanti come un fiume in corsa, l’avevano incuriosita. Non si trovano molte chiome così belle al Sud, dove il sole brucia la pelle e secca i capelli.

Si avvicinò cautamente alla ragazza e la osservò.

Era più piccola di lei, ma aveva un carattere forte e le sembrava piuttosto pericolosa. Sapeva che al Nord vivevano i Lupi Cattivi, ma non se ne era mai preoccupata molto. Stranamente sentiva di volerla conoscere meglio, perciò si arrischiò a farle una proposta.

-Dato che stiamo andando nella stessa direzione, perché non ci incamminiamo insieme? La strada non è così cupa se la si percorre con qualcun altro e io sono stata sola molto a lungo-

Miku smise di bere e squadrò Shizuku. Aveva sentito la Cattiveria borbottare dentro di sé e stranamente la Paura non l’aveva fatta tremare, o forse era una volpe abbastanza sciocca che non sapeva con chi aveva a che fare, eppure l’aveva ammonita.

L’Inganno era silenzioso e non sembrava maldisposto.

-D’accordo. Ma sei avvertita. Io sono il Capobranco dei lupi cattivi, quindi poni attenzione a non intralciarmi.-

-Non c’è problema- rispose Shizuku –Non ne avevo l’intenzione-

 

Dopo che Shizuku ebbe recuperato il suo fagotto ritornarono alla loro forma animale e imboccarono i Sentieri della Perdizione.

-Non mi aspettavo che fossi così- disse Miku che non aveva mai visto una volpe con due code.

-Sì, beh, so di non essere proprio bella, ma ho questa coda da una vita e non posso farci nulla- rispose allegra Shizuku.

-Non che tu non sia bella…- si affrettò a dire il lupo.

-Non preoccuparti. Non ti da fastidio, vero?- chiese Shizuku con una punta di preoccupazione.

-Nessun fastidio- rispose Miku a cui la volpe cominciava a stare simpatica.

I Sentieri della Perdizione erano lunghi percorsi tortuosi immersi in un bosco di alberi neri e privi di vita circondati dalla nebbia e per Miku, vissuta nelle Grandi Foreste, non fu difficile orientarsi nella giusta direzione. Quanto a Shizuku, lei la seguiva di buon passo, disponibile a scambiare qualche parola quando le andava e a condividere e scambiare ricordi.

Miku raccontava del ghiaccio e del Grande Mare del Nord, dei venti provenienti da tutte le direzioni che confluivano nelle Bianche Scogliere, della caverna e di come il suo giaciglio si trovasse in alto, così che quasi poteva toccare la nuda pietra del soffitto, della sua famiglia, del duro addestramento per essere accettata nel branco, del problema che avevano con l’Uomo, dei Grandi Freddi e di come quell’inverno fosse stato particolarmente problematico procurarsi il cibo.

Shizuku invece le parlava del sole e dei raggi che riscaldano anche il cuore più freddo, del mare e di come scintilla quasi come i capelli di Miku, delle galline e di come fosse diventato difficile procurarsene una, della primavera e dei fiori di campo, del cielo sempre azzurro, della sua tana piccola e riparata, del boschetto e dell’assenza perenne del silenzio.

-Anche da noi non c’è mai silenzio. Il vento ci presta il suo fiato e noi cantiamo insieme a lui, soprattutto quando la luna è una sfera completa-

-Beh, da noi il vento è più una brezza che altro. Però canta anche lui insieme a tutti gli altri. Ma la sua voce è molto diversa da quella del vento di qui. È più dolce e meno acuta-

Mentre parlavano del più e del meno i Sentieri della Perdizione, con i loro sussurri e i loro rumori sinistri completamente ignorati dalle due, si trasformavano in un’unica ripida salita che conduceva alle pendici della Montagna delle Nebbie. L’aspetto inquietante e disagevole della Montagna non le spaventò e non fu difficile giungere fino in cima.

L’antro di Kuroki non era ben tenuto e le tarme avevano divorato la porta d’ingresso. Ciò nonostante, appena ebbero fatto un passo per entrare, quella si aprì senza nemmeno cigolare.

Miku e Shizuku entrarono con cautela e si avvicinarono all’enorme tavolo al centro della stanza.

Alle pareti erano presenti milioni di barattoli sugli scaffali e infinite cianfrusaglie ricoprivano gli angoli e il pavimento.

-Benvenute. Un nome appropriato, “Futuro”, per il Capobranco dei Lupi Cattivi. In effetti, immagino che sia stata la Notte stessa a sceglierlo. Un buon auspicio per le sorti dell’ultimo branco delle Grandi Foreste, suppongo- disse una voce.

Miku sentì chiaramente l’Inganno fremere e la Paura ringhiare arrabbiata.

-E una volpe del Sud, una “Goccia” fragile e inutile che è arrivata sin qui per chiedere aiuto. Notevole per una volpe rossa a due code disadattata e senza talento-

Shizuku si sentì ferita, ma l’Equilibrio la costrinse a tacere e la Furbizia a rimandare a un momento propizio la risposta a quella evidente provocazione.

Infine, Kuroki si mostrò. Era una ragazza. Non molto più grande di Shizuku con lunghi capelli corvini, occhi di un turchese quasi bianco e un lungo mantello scuro a ricoprirla.

-So già cosa volete ovviamente. Entrambe siete qui per lo stesso motivo. Un modo per eliminare l’Uomo e riportare il mondo nelle mani degli animali, come era un tempo- disse Kuroki con voce tagliente e stridula, osservando attentamente il lupo e la volpe.

-Tuttavia, io non posso darvi una pozione, un incantesimo o un’arma che vi aiuti-

L’Inganno si agitò ulteriormente e Miku digrignò i denti affilati e appuntiti.

-Ho uno suggerimento da darvi, però- disse Kuroki –Scoprite il punto debole dell’Uomo e lo avrete in pugno. E ora vi saluto-

Con un sorriso sarcastico Kuroki fece per andarsene, ma prima che potesse anche fare un passo Shizuku parlò.

-E così è questo il massimo che sai fare? Uno stupido consiglio che anche una farfalla innocente poteva darci. Sei caduta molto in basso dopo la morte della tua mentore. E non hai nemmeno cercato di farci fuori. Sono pronta a scommettere che la magia oscura ti ha abbandonata e che non sei altro che un’impostora.-

Kuroki si voltò con freddezza e agitò la mano, ma non riuscì a pronunciare nemmeno la prima parola dell’incantesimo che Miku gliela morse, quasi tranciandogliela di netto.

-D’accordo, stupide bestie, ma il mio aiuto costa e voi non avete né denaro né beni preziosi che mi interessino, quindi tornate quando potrete permettervelo-

Shizuku decise di trasformarsi in umana e prese a vuotare il suo fagotto. Ne uscirono fuori gli oggetti più particolari.

Un coltello di ottima fattura, un pettine di madreperla, una spilla con tante gemme colorate, un anellino minuscolo con una pietra trasparente che aveva recuperato dal nido abbandonato di una Gazza Ladra. Ma Kuroki non era interessata a quegli oggetti.

-Tu puoi cambiare forma?- le chiese.

-Sì. La Malizia me l’ha insegnato quando ero molto piccola.-

-Allora è questo il mio prezzo per te. Voglio la tua forma di volpe in cambio di un oggetto che ti aiuterà-

Shizuku rimase impietrita. Se avesse ceduto la sua forma di volpe, avrebbe dovuto lasciare anche la Furbizia che l’aveva tenuta in vita fino a quel momento. Inoltre non avrebbe più potuto tornare a vivere nel boschetto con tutti gli altri animali. Sarebbe rimasta umana.

La Furbizia le ispirava cautela e l’Equilibrio la spingeva a cercare un compromesso.

Nel frattempo Miku rifletteva. Anche lei era in grado di divenire umana, ma abbandonare la sua forma di lupo significava anche abbandonare il branco e la Paura. Tuttavia, era al bene del suo branco che doveva pensare e quindi si trasformò anche lei.

Kuroki rimase abbagliata da quella trasformazione. Il lupo era una forma anche migliore rispetto alla volpe e non esitò a proporre lo scambio anche a Miku.

Shizuku però le interruppe.

-Ti vorrei proporre un prestito invece di uno scambio definitivo- disse Shizuku –Ti lascio la mia forma di volpe per tre mesi e in cambio avrò la tua arma per lo stesso tempo. Una volta scaduti i tre mesi ti restituirò ciò che mi darai e tu mi riconsegnerai la mia forma di volpe-

Kuroki valutò l’offerta di Shizuku e accettò. Propose a Miku le stesse condizioni e anche lei acconsentì.

Prese quindi due scatole identiche, una porpora e una azzurra. All’interno erano riposti due ventagli gemelli.

Nella scatola porpora che consegnò a Shizuku era conservato un ventaglio azzurro con disegnati fiori rosa pallido. Nella scatola azzurra che consegnò a Miku era contenuto un ventaglio porpora con fiori celesti.

-Questi sono i ventagli gemelli. Quello azzurro è il Ventaglio dell’Odio e ha il potere di provocare sentimenti di astio, disgusto e avversione. Quello porpora è il Ventaglio dell’Amore e può suscitare attrazione, affetto e desiderio. Come vi ho già detto, dovete scoprire il punto debole dell’Uomo e per farlo dovrete osservarli da vicino. Con la vostra forma umana potrete confondervi con loro, studiarli e grazie all’uso dei ventagli, renderli amici o nemici. È tutto nelle vostre mani. Ci rivediamo fra tre mesi-

Detto ciò si levò un forte vento che avvolse le due ragazze privandole del respiro.

 

Si risvegliarono entrambe sulla riva del fiume dove si erano incontrate, stanche e svuotate.

-E adesso?- chiese Shizuku – Che cosa facciamo?-

-Andiamo dove vive l’Uomo. Di solito stanno tutti insieme non molto lontano dall’acqua, quindi seguiamo il fiume- disse Miku.

I piedi nudi erano scomodi per camminare e la marcia fu molto lenta, ma alla fine scorsero una donna. Era seduta su un masso e usava le mani per “trafficare” con quelle cose di tanti colori che usavano in mancanza di pelliccia.

-Sta lavando i vestiti- disse Shizuku a bassa voce. Si erano istintivamente nascoste dietro un albero e osservavano la scena da lontano.

-I cosa?- chiese Miku.

-I vestiti. Quello che si mettono perché non hanno molto pelo. Sta togliendo via lo sporco. L’ho visto fare molte volte agli umani quando andavo a caccia di galline. Non ho mai capito perché non si lavano con i vestiti addosso e perché ne hanno tanti diversi. Sono fatti così- spiegò Shizuku.

-Forse allora dovremmo avere dei vestiti anche noi- disse Miku a cui l’Inganno sussurrava nell’orecchio –Una di noi la distrae e l’altra prende i vestiti-

-D’accordo-

 

Shizuku, che era la più lenta e che sapeva come parlavano gli umani si incaricò di distrarre la donna mentre Miku avrebbe preso due di quei vestiti.

-Ehi, donna!- esclamò Shizuku come aveva sentito fare a un Uomo –Voglio la mia cena! È pronto il maiale?-

La donna si girò incuriosita e si stupì moltissimo di trovarsi di fronte una ragazza nuda che non aveva mai visto.

-Oh, mia cara. Come ti chiami? Che ti è successo? Tieni, questo vestito è un po’ bagnato, ma almeno ti coprirà, povera ragazza!-

“Evidentemente devo averla così spaventata che mi ha dato subito quello che volevamo.” pensò Shizuku mentre cercava di infilare un lungo vestito candido.

Fece segno a Miku di avvicinarsi e la donna si stupì ancora di più.

-Oh, povere figliole! Ma che vi è accaduto? Chi siete? Da dove venite? Ma guarda, come sei bella tu con questi capelli. Tieni, metti questa e venite con me al villaggio-

Le due ragazze seguirono la donna che si diresse all’interno del paese. Lì tutti cominciarono ad additarle e le due si presero per mano, pronte a fuggire se qualcosa fosse andato storto, dato che ora non avevano più gli artigli o i denti per difendersi.

-Eccoci qua- disse la donna entrando in una casa e facendo loro segno di seguirla –Aspettate qui un momento-

Le due si guardarono intorno. Era la casa più grande del villaggio ed era l’unica con pareti di pietra grezza dipinte di bianco. Nella stanza in cui erano c’erano diversi oggetti che non avevano mai visto.

La donna tornò e portò con sé un uomo.

-Non possiamo tenerle entrambe Eliska, lo sai- disse con voce grave.

-Sì, ma almeno una. L’altra possiamo affidarla a Mariska. Io avrei proprio bisogno di aiuto in casa e ci sarebbe necessità di una ragazza giovane in chiesa, ormai Mariska è troppo anziana-

-D’accordo. Allora, ragazze, come vi chiamate? Mia moglie mi ha raccontato di avervi trovate vicino al fiume. Da dove venite? Avete famiglia?-

-Io sono Miku. Vengo dalle Grandi Foreste del Nord. La mia famiglia è in difficoltà, per questo sono qui- disse Miku, con espressione seria.

-Io sono Shizuku. Ho fatto un lungo viaggio dal Sud per arrivare qui perché non riuscivo a procurarmi da mangiare e non ho famiglia- disse Shizuku con un sorriso.

-Quindi siete entrambe in difficoltà. Vi sistemerete qui e imparerete un mestiere. Sapete fare qualcosa?-

-Nulla- disse Shizuku

-Tutto- disse Miku

-Davvero? E cosa sarebbe questo tutto?- chiese l’uomo stupito.

-So cacciare, so trovare un buon riparo dal freddo, so seguire le orme, so riconoscere le piante curative…-

-Ah, ecco. Ma sai pulire, avere cura di un giardino, lavare i panni, tenere un registro, scrivere, leggere, ricamare…? No? Beh, allora hai molto da imparare, mia cara- disse l’uomo con sguardo benevolo – Tu resterai qui. Aiuterai Eliska in casa e imparerai da lei ciò che ti insegnerà. Quanto a te, signorina, andrai ad aiutare Mariska-

Le due ragazze si guardarono e poi acconsentirono.

-Vi potete vedere, naturalmente, una volta terminati i vostri compiti. Mi raccomando, impegnatevi. In cambio del vostro lavoro riceverete tre pasti al giorno e un letto per dormire e, naturalmente, un’istruzione. Una volta imparato un mestiere potrete mettere da parte del denaro e farne ciò che vorrete.-

 

Miku fu sistemata in soffitta, dove il tetto spiovente le ricordava il suo posto nella caverna. La donna le aveva dato del cibo e le aveva insegnato a mangiare con degli strani oggetti che aveva chiamato “posate”. La carne era molto buona, aveva un sapore molto diverso da quella che cacciava di solito.

Il giaciglio era morbido e ci si stese comodamente. Pensava che avrebbero dovuto usare i ventagli per convincere gli esseri umani a farle restare, ma non era stato necessario.

Non avevano caratteristiche particolari, niente artigli o denti o aculei o becchi, e non avevano un’indole aggressiva. Solo il loro numero era il loro punto di forza e le loro armi. Forse avrebbero dovuto imparare a usarle meglio di loro.

 

Shizuku invece fu accompagnata da un giovane uomo in una strana casa, con un’ enorme stanza, molto alta. C’erano un sacco di “sedie”, come le aveva chiamate il giovane uomo, e un “altare” e una “croce” che non si potevano toccare perché erano “sacre”.

Mariska era una donna molto vecchia e Shizuku le fece un inchino in segno di rispetto. La vecchia si mise a ridere e la portò in una stanza più piccola con un tavolo di legno non lavorato e due sedie dove le diede del pane e del formaggio.

Poi la portò in una stanzetta senza finestre con un giaciglio e un “comodino” con una “chiave” che le aveva mostrato come far funzionare. Lì ci aveva riposto il ventaglio e aveva provato a nascondere la chiave sottoterra ma non c’era un punto dove scavare e la vecchia con una grassa risata le diede un nastro in cui infilò la chiave e che mise al collo di Shizuku.

-Così te la porti sempre dietro- le disse.

-Bene-

-Si dice “grazie”-

-Bene grazie-

E con un’altra risata roca la vecchia se ne andò.

La stanza le piaceva, era buia e le ricordava la sua tana. Chissà quando avrebbe usato il ventaglio. Finora gli esseri umani le erano sembrati un po’ ingenui e abbastanza amichevoli.

 

 

Passarono due settimane e Miku e Shizuku impararono molte cose.

Anzitutto era proibito stare nudi. Tutti dovevano avere dei vestiti ed entrambe ne ebbero tanti diversi. E avevano delle “scarpe”, dei vestiti duri che si mettevano ai piedi e che permettevano di camminare più facilmente. Ci si lavava in una stanza apposta e non nel fiume. Si doveva pulire ogni giorno con la “scopa” e “spolverare”. Poi impararono a “cucire”, “lavare i panni”, “lavare i piatti” e “leggere”. Per Shizuku era un vero supplizio. A lei non andava di fare niente e cercava di sgattaiolare via, ma Mariska la teneva d’occhio e le batteva sulla testa con la scopa.

Aveva anche provato a usare il Ventaglio, ma l’aveva solo fatta arrabbiare di più.

Il giorno più pesante era la “Domenica”, in cui era costretta a pulire tantissimo e ad ascoltare un sacco di discorsi che non capiva seduta immobile su una di quelle sedie.

Miku aveva scoperto di essere nella casa del “Sindaco”, una specie di Capobranco degli esseri umani, e che il giovane uomo che aveva portato Shizuku da Mariska era il figlio del Sindaco, Oliver. La aiutava spesso a “pulire”, quando non aveva da fare e le faceva strani “scherzi”. Lei si infastidiva e cercava di evitarlo, visto che non poteva morderlo per fargli capire di smetterla, ma lui non desisteva. Allora aveva usato il Ventaglio, ma Oliver aveva cominciato a infastidirla di più. La Cattiveria la scuoteva, ma cercava di stare calma e l’Inganno le suggeriva di continuare a non fargli del male.

Lei e Shizuku si ritrovavano la sera per raccontarsi le loro scoperte perché per tutto il resto del giorno avevano troppe cose da fare.

Avevano capito di dover fare in modo di diminuire il loro numero per indebolire l’Uomo, ma come potevano fare? I Ventagli non avevano funzionato granché finora, ma non potevano tornare da Kuroki prima d tre mesi, quindi stabilirono di provarci insieme la sera della Domenica, quando tutti si sarebbero ritrovati in piazza.

 

 

 

La Domenica arrivò presto e insieme alla famiglia del Sindaco si sedettero entrambe all’Assemblea di paese.

Si sarebbero detti un sacco di discorsi come in chiesa, ma ancora più noiosi e importanti. Entrambe le ragazze avevano portato il Ventaglio, pronte ad usarlo al momento opportuno.

-Anzitutto- cominciò il Sindaco –dobbiamo affrontare il problema dei pozzi. L’acqua sta cominciando a scarseggiare dato che siamo ormai nel periodo di secca e invito quindi tutti a non sprecare un bene così prezioso. Soprattutto per il bene dei nostri campi è necessario fare particolare attenzione a non eccedere nella quantità-

Si levò un mormorio di consenso e a Miku sembrò proprio come una Riunione del Branco, durante le quali, quando dava un ordine ragionevole per cui tutti erano d’accordo, si alzava un suono simile a quel sussurro.

Capì allora che a poco sarebbe servito il suo Ventaglio dell’Amore. Per indebolire l’Uomo dovevano provare a metterli l’uno contro l’altro e per farlo serviva il Ventaglio di Shizuku.

Spiegò quindi la sua idea a Shizuku e lei con un sorriso tirò fuori il ventaglio, badando bene che il venticello colpisse in pieno l’uomo baffuto seduto alla sua sinistra.

-E adesso- continuò il Sindaco, dopo un’accesa discussione riguardo una stradina di montagna pericolosa –parliamo del terreno del Signor Kirov che ha lasciato questo mondo senza eredi. Chi ha la possibilità di comprarlo si faccia avanti-

-Posso comprarlo io- disse un giovane contadino.

-Ma cosa dici?- esclamò il signore baffuto sotto incantesimo –Non riesci nemmeno a coltivare bene il tuo campo, non saresti in grado di occupartene. Lo prendo io!-

-Ma come osi?-  strillò la madre del ragazzo –Mio figlio è perfettamente in grado di coltivare anche tre campi, e sicuramente meglio di te!-

-Zitta, donna! Questo è un discorso che non ti riguarda!- le rispose il signore baffuto.

In breve scoppiò una lite che coinvolse tutti i compaesani, schierati da una parte o dall’altra.

Miku e Shizuku, divertite, si erano allontanate da quella che stava per diventare una rissa, e osservavano compiaciute il loro operato, quando una donna strepitò tra gli altri.

-La verità è che avremmo abbastanza acqua da bere se non ci fossero quelle due straniere! È colpa del Sindaco che le ha accolte senza sapere nulla di loro. E ora ci rubano l’acqua di nascosto, ne sono sicura!-

-Certo!- le fece eco un’altra –E scommetto che la morte del Signor Kirov è stata causata dalla maledizione che si portano dietro!-

La folla cominciò a bisbigliare e poi a urlare e Miku stava per prendere il suo Ventaglio per provare a calmarli, quando una voce fece zittire tutti.

-Ma tacete, sciocche superstiziose!- disse Mariska tranquilla –La siccità c’è ogni anno e il povero Kirov aveva il cuore debole già da tempo. Quelle due sono arrivate solo da poco, perché dovrebbero voler farci del male?-

-È vero- intervenne Oliver –lavorano senza lamentarsi e si guadagnano quel poco che offriamo. Non possono essere loro la causa di queste disgrazie-

Shizuku e Miku guardarono Mariska e Oliver con gratitudine.

L’Inganno esultava perché Oliver aveva fin troppa fiducia in loro, ma Miku lo osservava ammirata. Aveva parlato con fermezza come un vero Capo.

Alla fine tutti ritornarono all’Assemblea, alcuni persino chiedendo “scusa” alle due ragazze che decisero di non provarci di nuovo per il momento.

La serata si concluse con canti e danze e Miku scoprì di riuscire a ballare molto bene grazie a Oliver che le insegnava i passi. Shizuku intanto osservava quegli umani. Erano simpatici, anche se facilmente irritabili, e non capiva perché non potessero vivere in armonia con gli altri animali. L’Equilibrio le ricordava che erano sempre stati esseri molto egoisti e ottusi che distruggono tutto, ma che erano abbastanza gentili fra di loro. Magari se lei e Miku fossero riuscite a convincerli a esserlo anche con gli altri animali avrebbe finalmente avuto le sue galline.

 

 

Passò un mese e mezzo e non c’erano stati molti progressi.

Miku era diventata bravissima a leggere e a scrivere e aveva cominciato ad occuparsi di insegnarlo ai piccoli.

Il primo giorno era stato terribile. Quei piccoli di Uomo erano peggio dei cuccioli del Branco, non stavano fermi e zitti nemmeno per un attimo e avevano subito cominciato a tirarle addosso pezzi di gesso e piccoli oggetti.

Grazie al cielo aveva con sé il Ventaglio e, dopo averlo usato una sola volta, si era ritrovata con dei “bambini” buonissimi che la adoravano e la riempivano di fiori di campo e disegni.

Aveva conosciuto una ragazza, Alice, che insegnava ai bambini più grandi e che la aiutava a mettere in ordine la stanza dove insegnava ai piccoli. Si era ritrovata spesso a parlare con lei e aveva imparato molte cose.

Le aveva insegnato a contare e a piantare i semi nel giardino.

Per ricambiare Miku era andata nel bosco e aveva recuperato tante diverse erbe curative e le aveva insegnato a riconoscere le più utili.

La Cattiveria era molto silenziosa come l’Inganno e così si era creato un legame piuttosto forte. Forse gli umani non erano tutti così male.

Invece Shizuku aveva cominciato a lavare i piatti in una piccola osteria dove aveva conosciuto due ragazze, Lumin e Angel. La prima era una cameriera e la seconda faceva un po’ di tutto, anche intrattenere gli ospiti raccontando qualche “leggenda” o “barzelletta”.

Si trovava abbastanza bene ed era interessante ascoltare tutte quelle strane storie su degli esseri umani che compiono imprese straordinarie. Andava ad aiutare ancora Mariska in chiesa, ma solo la Domenica.

Grazie al lavoro entrambe avevano una “paga”, cioè dei “soldi” che scambiavano con un posto letto e tre pasti in una locanda.

La sera si ritrovava sempre con Miku e si raccontavano tutto. Da un po’ non parlavano di come annientare l’Uomo, ma a Miku mancava il suo Branco e a Shizuku il sole caldo del Sud.

 

 

Shizuku scoprì che Lumin aveva lasciato il suo lavoro da cameriera solo all’ultimo momento. Angel le aveva spiegato che non se la sentiva più di servire ai tavoli e aveva preferito un lavoro più semplice. Avrebbe lavorato alla mensa dei bambini della scuola elementare in cui lavorava Miku.

Il suo posto fu preso da Jaspy, una ragazza che doveva avere all’incirca la stessa età di Shizuku.

Dopo una settimana però cominciarono i problemi.

Miku e Lumin presero a litigare e Shizuku venne a sapere tutto una sera dalla stessa Miku.

Lumin aveva iniziato a vestirsi come lei, a pettinarsi come lei, ad attirare l’attenzione dei bambini, a interferire quando li sgridava per qualche monelleria. Anche Alice stava avendo dei problemi e soprattutto per questo Miku aveva cominciato a covare un’antipatia molto profonda nei confronti di Lumin. L’aveva affrontata apertamente, chiedendole di smetterla con il suo comportamento, ma lei aveva negato tutto.

Dopo pochi giorni aveva rassegnato le dimissioni ancora una volta e si era messa a lavorare come dattilografa.

Miku disse a Shizuku che non aveva pensato neanche per un momento di usare il Ventaglio per risolvere la questione. Non voleva che diventasse sua amica o una cosa del genere.

Shizuku pensò che ci fosse un qualche motivo dietro al comportamento di Lumin. Quando erano colleghe le era sembrata una ragazza abbastanza alla mano e gentile, perciò decise di andare a parlarle e darle la possibilità di scusarsi.

Ne parlò con Miku, ma lei non la prese bene tanto che arrivarono a un punto di rottura.

-Ma non potrebbe essere che vi ammirava talmente tanto che ti prendeva come esempio?-

-Non essere sciocca. È solo un’imitatrice e come tale va trattata-

Shizuku le spiegò le sue ragioni, ma Miku fu molto convincente nell’esprimere la sua opinione. Lumin non meritava gentilezza e di certo non aveva bisogno di quella di Shizuku. Se la sapeva cavare benissimo da sola e aveva già delle amiche a confortarla. Così il discorso morì lì e di Lumin non se ne seppe più nulla.

 

 

Miku e Shizuku stavano diventando sempre più parte integrante della vita del villaggio.

Miku era molto apprezzata come maestra, i bambini le volevano sinceramente bene e Oliver la faceva volteggiare come un fiore azzurro nella piazza ogni Domenica.

Shizuku invece aveva cambiato lavoro. Una volta imparato bene a leggere e a scrivere aveva pensato di mettere su carta i bellissimi racconti che sentiva la sera da Angel all’osteria insieme a quelli che ricordava della sua terra.

Li aveva perfezionati grazie alla sua buona conoscenza della grammatica e li aveva redatti in un unico libro.

Miku aveva già scritto una serie di racconti che leggeva ai bambini ogni tanto e Shizuku le offrì anche i suoi.

La voce si sparse nel villaggio e Shizuku venne impiegata nell’editoria, per correggere e rivedere i libri per bambini alla stampa del paese.

A Miku e Alice, invece, fu chiesto di occuparsi di redigere nuovi libri e le due si diedero molto da fare soprattutto nei pomeriggi liberi, tanto che spesso la sera finivano tardi e per Miku e Shizuku non era più possibile incontrarsi come prima.

Erano passati due mesi e ancora non avevano deciso cosa fare con i Ventagli. Miku lo portava sempre con sé, ma non era stato necessario usarlo che poche volte, quando le mamme, più severe anche di lei, battevano con troppa forza i figli o quando i bambini diventavano troppo irrequieti. Bastava sventolarlo una sola volta perché si ricreasse la calma.

Shizuku aveva usato ancora meno il suo Ventaglio. Non aveva alcun interesse a inimicarsi la gente e non le sembrava saggio, come le aveva suggerito l’Equilibrio, far litigare ancora una volta l’intero paese.

Solo una volta le capitò di usarlo. Una sera aveva notato il figlio del Direttore della stampa e la sua fidanzata che si tenevano per mano senza parlarsi né degnarsi di uno sguardo. Dopo una settimana i rapporti tra quei due si erano fatti sempre più freddi e Shizuku aveva scoperto che entrambi erano offesi, ma che non avevano intenzione di discuterne.

Bastò un colpo di Ventaglio perché si scatenasse il putiferio. Però, una volta che tutte le parole che non si erano detti furono uscite fuori, si abbracciarono così stretti che sembrava potessero affondare l’uno nell’altra.

La sera dopo era un Sabato e Miku e Shizuku si ritrovarono dopo una settimana in cui non si erano viste per niente.

-Secondo te, cos’è l’Odio?- chiese Shizuku.

-Perché me lo chiedi? Non hai visto come funziona il tuo Ventaglio?-

-Sì, ma non riesco a capire bene. Speravo che se avessero litigato quei due poi sarebbe tutto tornato come prima, come è successo in una storia di Angel, anche se si sono detti un sacco di cose bruttissime. Però vorrei scoprire come agiscono questi “sentimenti”-

-Beh… somiglia alla Cattiveria. Ma non è proprio uguale- rispose Miku alla fine.

-Già-

-E invece, secondo te, cos’è l’Amore?- chiese Miku.

-Somiglia alla Gentilezza, quella che ha Alice o quella di Jaspy, la cameriera dell’osteria, o quella di Oliver nei tuoi confronti, ma non è proprio la stessa cosa-

-Sì, hai ragione-

-Siamo qui da tanto e non abbiamo concluso niente. Manca solo un mese e poi dovremo restituire i Ventagli. Ma a questo punto credo che né tu né io saremo in grado di usarli fino in fondo-

Miku si girò di scatto arrabbiata.

-Parla per te! Io sono un Lupo Cattivo, ricordalo. Posso fare quello che voglio, quando voglio e come voglio! Sono venuta qui con una missione e la porterò a termine-

-Quindi sei pronta a distruggere Alice, i bambini, Oliver? Sei davvero sicura di riuscirci? Guardati bene dentro. Sei davvero così Cattiva, Miku?- le chiese Shizuku.

Miku si avvicinò a Shizuku con occhi gelidi. La Cattiveria ululava. La prese per il vestito e la sbatté forte contro la parete.

-Io sono il Capobranco dei Lupi Cattivi. La Cattiveria fa parte di me. L’Inganno, solo l’Inganno mi ha trattenuta dal fare piazza pulita dell’intero villaggio. La strategia è sempre essenziale quando si caccia. Ma tu sei solo una volpe del Sud. Un’emarginata, inutile, stupida Goccia. Non sai niente di quello che ha sofferto il mio branco, nessuno lo sa tranne noi Lupi. La vendetta e il ritorno al dominio delle Grandi Foreste. Ecco quello che ci spetta. E io lo otterrò, anche se dovessi passare sui cadaveri di tutto il mondo. E tu non mi intralcerai, chiaro? Altrimenti sai che fine ti attende-

Shizuku la ascoltò paziente e ci pensò su. Non sembrava turbata.

-Non intendo ostacolarti, te l’ho detto. Anche perché sono sicura che non ucciderai nemmeno un solo essere umano-

-Ti sbagli!- esclamò Miku con sguardo glaciale.

-No, sei tu che non conosci te stessa abbastanza bene. Sono sicura che saresti in grado di far fuori tutti, qui. Ma nel tuo cuore, nel tuo profondo, sai di non volerlo- affermò Shizuku

-Gli esseri umani sono ottusi ed egoisti. Ma si rendono conto dei propri errori e sono pronti a riparare- continuò Shizuku -Secondo me, ci sono ottime possibilità che l’Uomo comprenda quanto stia facendo soffrire tutti gli animali e che si metta all’opera per rimediare. Bisogna solo farglielo sapere. Rifletti su questo-

 

 

A mezzanotte Miku si avvicinò alla casa di Kanna, una bambina della sua classe che viveva poco distante dalla locanda.

Aveva un pugnale in mano e in mente un lavoro veloce e pulito.

Non aveva più la forma di lupo, ma i suoi sensi erano perfettamente allenati. Aveva tolto le scarpe e sentiva la terra e la polvere fresca sotto i piedi dopo tanto tempo.

La camera dei genitori di Kanna era a sinistra. I due erano addormentati con la bambina tra di loro.

Fece un sorriso sarcastico e levò il pugnale.

 

 

-Buongiorno Miku. Hai dormito male? Hai delle occhiaie profonde-

-Tutto bene, grazie Alice. Ho solo un po’ di cose a cui pensare-

Shizuku sorrideva guardando la scena da lontano. Lo sapeva che non l’avrebbe fatto. Miku non era cattiva, lo sapeva. Lo era solo un po’ di più della media. Ma aveva un cuore buono e gentile, più di quanto credeva.

-Ehi Shizuku!-

-Ciao Jaspy! Come và il lavoro?-

-Bene, grazie. Ti va di entrare?-

-Con piacere-

Un ragazzo al banco attirò l’attenzione di Jaspy che gli corse incontro.

-Shizuku, questo è il mio fidanzato, Kaito-

-Molto piacere- disse Shizuku, allungando la mano come aveva imparato a fare quando ci si presentava.

-Piacere mio- disse lui sorridendo.

 

Miku, nel frattempo, si tormentava. Non ci era riuscita. Aveva ucciso intere famiglie di coniglietti, distrutto migliaia di tane e non aveva risparmiato nessuno che meritasse la morte. Però non era riuscita a togliere di mezzo nemmeno una famiglia di essere umani dei miliardi che c’erano. Come sarebbe riuscita a salvare il suo branco?

-Miku-sama!-

-Cosa c’è Kanna?-

-Questo è per te- disse la bambina porgendole un disegno. Erano raffigurati, in modo un po’ grossolano, un lupo blu, una volpe rossa e dei bambini che giocavano con loro.

-È una delle storie di Shizuku. Ti piace? Te lo voglio regalare così ci pensi sempre-

In quel momento Miku capì l’Amore molto più di prima. Per la prima volta abbracciò un essere umano.

 

 

La settimana prima dello scadere dei tre mesi Miku e Shizuku partirono.

C’era voluto molto per convincere il paese di come tutti gli animali fossero in difficoltà a causa delle frequentissime battute di caccia, degli avvelenamenti  e dell’indifferenza dell’uomo. Convincere prima di tutto i bambini era stata un’ottima mossa.

Alle Assemblee di paese avevano avuto un ruolo di primo piano ed erano finalmente riuscite a far comprendere ai più che gli animali avevano lo stesso diritto a vivere in pace degli esseri umani.

Miku aveva usato il suo Ventaglio ogni giorno per fare in modo di essere ascoltate. Mariska e Oliver erano dei grandi alleati, e così anche Alice, Jaspy e Angel.

I bambini ne parlavano a casa, facendo sì che i loro genitori almeno ascoltassero con attenzione.

Shizuku non aveva mai visto Miku sorridere così tanto e lei stessa sentiva dentro un nuovo Coraggio. La Pigrizia era sparita da un pezzo, da quando aveva intrapreso quello strano viaggio, e sapeva che difficilmente sarebbe tornata.

Miku le confidò che la Cattiveria non l’aveva abbandonata, ma non le dava ascolto come una volta e lo stesso valeva per l’Inganno.

La sera prima della partenza vi fu una festa in loro onore. I bambini avevano fatto un enorme disegno con una scritta: “Tornate presto”.

Alice, Jaspy e Angel avevano fatto loro un regalo: due braccialetti con un ciondolo a forma di lupo e uno a forma di volpe intagliati nel legno. Si abbracciarono strette in un cerchio, commosse e sorridenti allo stesso tempo.

Oliver non lasciò Miku tutta la sera e alla fine la baciò al centro della piazza in un coro di –Oh- e –Ah- meravigliati.

-Tornerai?- le chiese.

-Non posso promettertelo. Ma ci proverò-

Partirono all’alba, in silenzio entrambe. Il viaggio fu lungo e abbastanza faticoso e la sesta notte arrivarono all’inizio dei Sentieri della Perdizione.

-Senti Shizuku, tu cosa farai dopo?-

-Dopo che avrò di nuovo la mia forma di volpe?-

-Sì-

-Tornerò al Sud. Voglio cercare di convincere gli esseri umani di lì come abbiamo fatto con gli abitanti del villaggio. Sarà difficile senza il tuo Ventaglio, ma voglio provarci. E tu? Che farai?-

Miku la guardò pensierosa.

-Devo tornare al mio branco e dare loro le nuove direttive. Ci vorrà un bel po’ a convincerli tutti che si può convivere con gli umani e che non c’è bisogno di sterminarli. Quando ci sarò riuscita tornerò al villaggio-

-Da Oliver?-

Shizuku non l’aveva mai vista arrossire. E aveva un viso così dolce che pensò di aver avuto un’allucinazione all’inizio.

-Sì-

 

 

Kuroki le accolse di malavoglia e la restituzione avvenne senza intoppi.

-Siete sicure che non vi servano ancora? Mi avete detto di averli convinti, ma l’Uomo è una creatura volubile e dimentica in fretta le promesse e i buoni propositi. Se non li togliete di mezzo tra qualche anno vi ritroverete di nuovo con lo stesso problema. Vi pentirete di non esservene liberati al momento opportuno-

-Non ha tutti i torti- disse Miku a bassa voce.

-Sì, è vero. Ma ho un’idea per questo-

-E sarebbe?-

-Scriveremo storie- disse la volpe.

-Cosa?- esclamò il lupo.

-Le leggende, i racconti insegnano sempre qualcosa e vengono sempre ricordati se sono delle belle storie! Vengono tramandate di generazione in generazione e servono da monito per tutti. Pensa alle storie di Angel, pensa a come i bambini ripetevano sempre quelle che raccontavi loro, tanto che alcuni le avevano addirittura imparate a memoria!-

-Mi ricordo. Anche i genitori le avevano imparate-

-Ecco. Quindi perché non diffonderle? Le mettiamo tutte insieme e le portiamo in quanti più villaggi è possibile e chiederemo a chi viaggia di divulgarli. Così tutti sapranno e capiranno-

Lo sguardo di Miku si illuminò.

Salutarono Kuroki e arrivate al fiume si abbracciarono.

-Ci ritroveremo qui fra cinque anni. E cominceremo la nostra missione-

-Sì- disse Shizuku –Mi mancherai un sacco-

-Anche tu-

-Davvero?-

-Sì, davvero- sorrise Miku.

Si separarono con tanta Speranza dentro i loro cuori.

 

 

Miku riuscì a convincere il suo Branco, non senza problemi. Diversi la accusarono di essersi rammollita e abbandonarono il Branco. Non furono mai più visti.

Shizuku tornò tre anni dopo nella sua terra e riprese i contatti con le volpi del bosco. Si ritrasformò in umana e cominciò a lavorare per una piccola scuola insegnando ai figli dei contadini a leggere, scrivere e contare.

Cominciò a scrivere qualche storia e a raccontarle nelle serate della Domenica e le cacce cominciarono a diminuire.

Con il suo stipendio comprava una gallina alla settimana, ma ben presto scoprì che non avevano poi tutta questa importanza, così cominciò a investire il suo denaro in carta e inchiostro.

Miku lasciò nuovamente il branco alla guida delle sue sorelle, questa volta per un periodo molto più lungo, e tornò al villaggio. Sposò Oliver e riprese il suo lavoro a scuola, ritornando a scrivere storie insieme ad Alice a cui si erano unite Angel e Jaspy.

Una volta tornata Shizuku, le consegnò tutti i racconti che avevano inventato perché li unisse ai suoi e li perfezionasse per poi stampare il primo libro di soli racconti.

Il racconto più bello, l’unico che era stato scritto da tutte le autrici insieme, raccontava di un lupo, di una volpe, di una farfalla, di una lepre e di un cardellino che viaggiavano insieme per il mondo raccontando storie meravigliose a tutti gli animali che incontravano lungo il cammino.

Ma questa è un’altra storia.

 

  
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