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Autore: Shari Deschain    07/09/2013    0 recensioni
[Allison/Lydia; Post S3A]
Nel sogno il mondo era così vecchio da sembrare di nuovo giovane, e l'albero era di nuovo vivo, e potente, e affamato.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Allison Argent, Lydia Martin
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Warnings: H/C, Post S3A, Femslash se vi va di vedercelo.
N/A: Scritta per il Genetics Fest @ fanfic_italia, prompt piante liv. 2 (linfa) + Elementale (Terra), e per 500themes_ita, prompt #47. Un sogno, una vita intera.




Dust bowl dance






Nel sogno il mondo era così vecchio da sembrare di nuovo giovane, e l'albero era di nuovo vivo, e potente, e affamato.

Nel sogno c'era una creatura intrappolata nell'albero. Il suo volto emergeva appena dal tronco, e il suo corpo sembrava fuso nella corteccia; i suoi capelli erano foglie al vento, e le lacrime che le solcavano le guance avevano il sapore della linfa.

La creatura riaprì gli occhi di scatto, facendo sussultare gli alberi e le piante tutt'intorno. Sentiva il pericolo avvicinarsi. L'odore della morte ─ un odore umido come quello della terra e dell'erba bagnata di brina, e antico come quello delle querce secolari che la circondavano ─ era sempre più forte. Odiava quell'odore, ma allo stesso tempo ne traeva forza.

Sbatté le palpebre un paio di volte, come a voler scacciare le ultime briciole di sonno, poi iniziò a liberarsi, allungando i due arti che potevano definirsi le sue braccia ed inarcando il più possibile la schiena, causando così una piccola frana di pezzi di corteccia. Le foglie vibrarono, sussurrando nel vento, e gli altri alberi scossero le chiome, anch'essi mormorando. La creatura si rifiutò di ascoltare.

Dopo essersi separata dall'albero si inoltrò più a fondo nel bosco, camminando sicura tra le felci e le radici nascoste. Il profumo della menta selvatica, mischiato con quello dei gelsomini, la inebriava ad ogni passo, e quasi riusciva a coprire del tutto il sottile ma costante tanfo di decomposizione che aleggiava ovunque.

La creatura non sapeva dove stava andando, ma continuò ad avanzare, nuda, con i capelli del colore delle foglie autunnali sciolti sulle spalle, e con gli occhi rossi spalancati nella notte.

Era una bellissima notte per morire, pensava intanto, volgendo lentamente quello sguardo scarlatto al cielo notturno trapuntato di stelle. La luna era tonda ed argentata come una moneta, e sembrava altrettanto fredda. Tutto intorno le foglie frusciavano leggere nel vento notturno, piccoli roditori rumoreggiavano nel sottobosco e, negli anfratti più nascosti, brillavano gli occhi gialli dei gufi e di altri ben più pericolosi animali.

Alla fine giunse nel luogo in cui ormai sapeva di dover essere, e non ne fu sorpresa.

Quella che una voce nella sua testa riconosceva ancora come Beacon Hills era ormai soltanto un villaggio di capanne, abitato da pastori e da agricoltori. Un tempo c'erano state città e strade, e computer e civiltà, ma ora non rimaneva che foresta e polvere e memorie di un mondo distrutto troppo in fretta.

Lo sguardo della creatura vagò tutt'intorno per qualche istante, prima di posarsi sulla casa più vicina, costruita proprio al limitare della radura. Un'unica lampada brillava sul portico, illuminando parzialmente la figura di un uomo con il volto nascosto tra le mani. Le sue spalle sussultavano in un modo che faceva male soltanto a guardarlo.

La creatura lo osservò a lungo, confusa. Era venuta per loro, dunque? Ne dubitava. Iniziò comunque a piangere a sua volta, perché conosceva l'uomo e conosceva la sua famiglia, e tutti loro sapevano che la Morte stava arrivando. Il loro lutto era il suo.

All'inizio la creatura pianse con soffici singhiozzi, poi con gemiti sempre più alti, fino a quando un unico, doloroso urlo spaccò il silenzio della notte come un tuono.

La Cacciatrice la trovò proprio in quel momento, accasciata sulla fredda terra e col volto nascosto tra le mani. La linfa le scivolava tra le dita, strane lacrime profumate come fiori.

Nel sogno la Cacciatrice aveva in mano un'arma che non si era più vista da tanto tempo, un fucile di bronzo e d'acciaio, che brillava appena sotto la luce della luna.

Nel sogno la creatura allungava una mano, piangendo, tentando di spiegare che non era colpa sua, pur sapendo che l'altra non l'avrebbe ascoltata.

Nel sogno la Cacciatrice prendeva la mira con occhi gelidi e impietosi, e sparava senza esitazione.

Nel sogno la Banshee moriva piangendo la propria morte.


*


Nella realtà Lydia si svegliò con un mal di testa atroce, le lenzuola aggrovigliate intorno al corpo come funi, e la vaga sensazione di aver decisamente esagerato con il gelato la sera prima.

Accanto a lei, Allison dormiva ancora, apparentemente indisturbata dagli incubi della sua amica. Per un attimo, guardandola, Lydia sentì un brivido freddo scenderle giù per la spina dorsale, e alcuni frammenti del sogno che stava facendo le tornarono improvvisamente in mente. Sangue e lacrime e alberi e fucili. L'odore della terra. L'eco di un urlo che ancora le ronzava nelle orecchie.

La brutta sensazione passò non appena chiuse di nuovo gli occhi, ma la ragazza continuò a rabbrividire senza sapere bene perché.

«Tutto bene?», domandò allora Allison con voce assonnata.

Lydia si limitò ad annuire.

«Sono arrabbiata con te», le comunicò poi, sistemando le lenzuola in modo da potercisi di nuovo infilare sotto.

Allison sbadigliò.

«Per un motivo particolare o solo perché ti sei svegliata così?», s'informò, girandosi su un fianco e passandole un braccio intorno alla vita.

Lydia si lasciò abbracciare, confortata dal calore dell'altra ragazza. Non le capitava più molto spesso di fare incubi come quello, quindi ─ anche se non lo avrebbe mai ammesso ─ era sollevata che fosse successo proprio la sera in cui Allison si era fermata a dormire da lei.

«La seconda», rispose infine. «Ma anche perché russi mentre dormi», mentì spudoratamente.

Si addormentò pochi minuti dopo, sorridendo, mentre Allison ancora protestava, offesa ed indignata, che lei non russava affatto e che se Lydia avesse mai provato a dire una cosa del genere davanti a Scott, Isaac e gli altri le avrebbe strappato via i boccoli con una pinzetta per sopracciglia.



   
 
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