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Autore: percabeth2000    07/09/2013    2 recensioni
Terzo racconto che inizia con la storia Mari e Teschi possono convivere?
I nostri amici devono riportare alla normalità Ginevra ma per farlo dovranno affrontare molti ostacoli mentre alla ragazza iniziano a venire dubbi e preoccupazioni.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le nuove avventure'
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DOPO LA TRASFORMAZIONE
 
POV.GINEVRA

 Devo dire che quello che mi avevano fatto quei ragazzi era davvero orribile. No sapevo cosa esattamente mi avessero fatto, avevo una grande confusione in testa, ma sapevo che provavo odio per quei ragazzi e anche una strana voglia di vendetta.

“Piccola mia,ti senti bene?” mi chiese amorevolmente Eris anche se nel suo sguardo e nella sua voce sentivo una sfumatura di divertimento. Come se si beasse della mia rabbia e del mio dolore.

“Sì grazie. Dove stiamo andando?” risposi curiosa. Dopo essere scomparse, eravamo riapparse in un bosco, non so se era lo stesso che si scorgeva dall’apertura della grotta dove avevo incontrato i miei nemici.

Sopra la  mia testa si stagliavano grossi e piccoli rami contorti che alla luce della luna sembravano risplendere di un tenue pallore come quello dei fantasmi oppure come quello dal ragazzo dai capelli neri e gli occhi di ossidiana, quello contro cui avevo combattuto alla grotta.

“Stiamo andando al mio rifugio, non è distante, ancora qualche minuto cara” senza sapere il perché iniziai a provare rabbia per Eris, non mi piaceva il suo tono e non mi piaceva essere chiamata cara o piccola o in qualunque modo mi chiamasse.

“Potresti chiamarmi per nome?” dissi cercando di sembrare il meno acida possibile.

Eris mi guardò con una punta di disprezzo ma voltandosi annuì lievemente.
Intanto, continuavo a osservare sopra la mia testa il cielo blu, di un blu intenso e brillante che faceva risaltare le piccole sfere di luce racchiuse in esso.

“Come si chiamavano quei ragazzi?”chiesi continuando a tenere lo sguardo sul cielo.

“Quei ragazzi, sono i nostri nemici ca …  Ginevra. La ragazza si chiama Chiara, figlia di Apollo, il ragazzo biondo Mattia, figlio di Ermes e il ragazzo con cui hai combattuto Nico, figlio di Ade.” Rispose.

Quei nomi mi suonavano stranamente famigliari, magari conoscevo qualcuno con quei nomi. Avevo due parti dentro di me: la prima diceva che erano cattivi, dei nemici pericolosi da distruggere , la seconda non parlava, sussurrava cauta come se avesse paura di uscire allo scoperto, come se mi volesse dire un segreto. Mi diceva di non fidarmi di Eris, sui presunti nemici non mi informava di niente ma mi diceva di non fidarmi.
Così distogliendo lo sguardo dal cielo decisi. Non sapevo granché di quei ragazzi tranne i nomi e il presunto fatto di avermi fatto qualcosa di male accompagnato da quelle sensazioni di rabbia e vendetta, gli avrei dato la possibilità del dubbio perché qualcosa in me continuava a dirmi di non fidarmi di Eris e anche perché alcuni pensieri non mi tornavano. Sapevo che mi avevano fatto del male (lo sentivo più che saperlo) ma ad esempio non ricordavo i loro nomi ne i loro genitori divini.

“Tutto apposto?” mi chiese la dea fermandosi.

“Certo” mentii, distolta dai miei pensieri.

Con un sorriso raggiante mi indicò una piccola casetta in mezzo al fogliame “casa dolce casa”.

“Tu vivi qui?” chiesi sbalordita, una dea viveva in un posto così, così … umano? E poco pretenzioso?

“Guarda meglio, figlia di Poseidone”

Mi concentrai sull’immagine e a quel punto iniziò a tremolare, tutto si fece più chiaro dopo qualche minuto, la foschia era molto potente lì. La piccola casetta di legno, in realtà era un enorme castello nero in cui i riflessi della luna creavano delle bellissime sfumature di viola.
 
POV.CHIARA

Ok, ero decisamente sconvolta anche se avevo dato l’impressione di essere sicura e forte con Nico e Matty non voleva dire che non soffrissi anch’io dell’attuale situazione in cui ci eravamo cacciati.
Però ero sicura che Ginevra sarebbe tornata normale, ne ero certa. La conoscevo abbastanza bene dopo diversi anni insieme, sapevo le sue stranezze e le sue passione bene quasi come conoscevo le mie.

“E’ passata la mezzanotte?” chiese ad un tratto Nico.

“ Sì, perché?” gli risposi dopo una rapida occhiata al mio polso.

“E’ il trentuno, il suo compleanno” disse quasi in un sussurro.

Vero, il suo compleanno. Essere trasformati in cattivi il giorno della propria nascita, non proprio il regalo che avrei voluto ricevere io.

“Ragazzi, dobbiamo andare, al Campo. Fare rapporto e provare a rintracciarle” disse Matty stupendomi e posando una mano sulla spalla di Nico. Quasi un gesto fraterno.

“E la spada?”chiesi.

“Dal campo riusciranno a rispedirla al suo proprietario” mi rispose Mattia.

Nico non aveva quasi parlato, era abbastanza preoccupante questo suo silenzio. Per un attimo ebbi l’impulso di tirargli uno schiaffo.

“Ok, andiamo” disse riscuotendosi un poco.

Peccato, mi sarebbe piaciuto picchiarlo un pochino …
  
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