Anime & Manga > Lupin III
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Autore: lillilola    08/09/2013    9 recensioni
Attraversai il giardino correndo, ma arrivata al vialetto mi accorsi delle luci blu e rosse.
Maledizione.
Un uomo con un impermeabile giallo guardava la finestra del secondo piano con un megafono in mano.
- Lupin, lo so che sei lì dentro! Esci immediatamente! – gridò .
Feci retrofront spaventata, ma vidi i 3 di prima correre verso di me.
Mi girai verso la polizia, e corsi verso di loro.
- Ehi ragazza fermati! – sentii.
Ci fu uno sparo.
Mi fermai presa dalla paura.
Non sapevo cosa fare.
Andare dai ladri o dalla polizia?
Non feci in tempo a scegliere, che sentii del bagnato sul mio fianco.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fujiko Mine, Goemon Ishikawa XIII, Jigen Daisuke, Lupin III, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Leggete è importante: Volevo ricordarvi che quello in cosivo è un flashback!! BUONA LETTURA

Entrai nella stanza di Farsini e gli puntai la pistola alla testa mentre stava ancora dormendo.
Si svegliò quando sentì il rumore del caricatore.
- Non muoverti o ti faccio saltare il cervello -.
Mi sorrise bastardo.
Forse non aveva capito la situazione.
- Aria, tesoro, vuoi davvero rischiare di…-
Mi stava facendo salire la rabia.
Sparai un colpo verso i suoi piedi.
Gridò dal dolore.
- Forse non hai capito bene la situazione lurido figlio di puttana –
Il suo sorrisetto da stronzo scomparve e arrivò un espressione seria sul suo volto.
La mia rabbia continuava ad aumentare a ogni suo battito del cuore.
Non poteva continuare a vivere.
Dalla porta entrò Alyssa, attirata dal rumore.
Toccai le manette che avevo in tasca, sapevo che rubarle a quel ispettore era un affare.
Alyssa corse verso di me.
Le presi il polso, e la spinsi vicino al letto ammanettandola al palo in fondo.
- Perché? – chiesi con le lacrime agli occhi.
I due si guardarono, e Alyssa , o come si chiamava, notò la macchia di sangue che si espandeva sul letto.
- Te l’avevo detto che dovevi ucciderlo personalmente- sbuffò Alyssa.
La guardai.
Aveva perso quella voce da bambina a cui ero abituata. O meglio quella voce a cui ero stata abituata.
Mi allontanai di qualche passo da lei e le puntai la pistola contro.
- Ho chiesto perché – dissi secca.
- Credi di farmi paura con quella pistola in mano?? – chiese ridendo la ragazzina che aveva più una voce da donna psicopatica.
Mi guardò con aria di sfida.
- Sei una cavia Aria non l’hai ancora capito? Sei uno stupido topolino in trappola – mi disse guardandomi negli occhi.
Quelle parole, sapere ciò che davvero ero per loro, mi fece male.
- Tuo padre non ti meritava, non meritava una moglie come tua madre che lo amasse , non meritava di esistere in generale- disse dolorante l’uomo – sono sempre stato il secondo per la famiglia. Lui doveva morire – la voce era più aggressiva e rabbiosa.
Ha ucciso mio padre per invidia.
Mi scesero delle lacrime.
- Tu hai finto tanti anni di volergli bene e poi…poi l’hai ucciso. Tu non meriti di vivere!! – gridai – sono morti tutti in quell’esplosione! Tutti! –
Le lacrime scorrevano a ruota libera.
- Ma tu non sei morta. Tu sei viva –
Gli piantai la pistola sulla fronte.
- Io non sono viva, tu mi hai ucciso quel giorno con tutti gli altri – caricai il proiettile.
La porta si aprì di scatto, ma non mi voltai a guardare chi fosse entrato, perché dal rumore dei suoi passi sapevo chi era.
Restai ferma con la pistola che tremava sulla tempia di Farsini.
Non sapevo cosa dovevo fare in quel momento, l’unica cosa che sapevo era che doveva morire.
- Sei una bambina che non sa nemmeno sparare – mi disse lasciando l’aggressività di prima alla calma, come se sapesse già che non gli avrei sparato – assomigli così tanto a tuo padre pic..- lo colpii violentemente con la canna.
Dalla tempia iniziò ad uscire sangue.
- Non parlare di lui –
- Aria - sentii chiamarmi – smettila – continuò dolce la voce.
Mi girai e trovai Jigen a guardarmi.
- Non ho niente in contrario se vuoi vendicarti, ma almeno non farli s..-
- Ehi cecchino, credevo fossi morto – disse Alyssa sorridendo.
- Chi sei veramente? Perché avete montato tutta questa farsa? – chiese Jigen minaccioso avvicinandosi a lei.
- Credi davvero che te lo dirò? – sorrise malignamente.
Jigen tirò fuori una siringa .
- Io credo che lo farai –
Sembrò scomporsi la ragazzina alla vista di quella siringa.
Jigen gli si avvicinò.
- Siero della verità trovato nel laboratorio. Con questo parlerai molto Alyssa – ghignò.
Le prese il braccio e infilò la siringa, mentre io guardavo il carnefice che sanguinava.
Stranamente non provavo gioia nel vederlo soffrire.
- Puoi domandare adesso. Hai la tua opportunità di sapere la verità – mi disse ghignando.
- Perché? – dissi spontaneamente.
Quella domanda era uscita da sola dalla mia bocca, e adesso nel silenzio sembrava aleggiare nella stanza.
Guardai la ragazzina cercare di tenere serrate le labbra mentre Jigen mi mise un braccio attorno alle spalle per farmi forza.
- La cavia che si accorge di essere tale – sorrise tra sé come avesse fatto una battuta – vedi lui voleva uccidere la tua famiglia, io avevo bisogno di una cavia. Ci siamo trovati a metà strada – mi guardò per capire le mie reazioni – mi chiamo Anastasia, ho trentadue anni e si, ho una malattia che mi sono curata da sola –
Li guardai un attimo e uscii correndo.
Sapevo cosa fare.

►◄►◄►◄

Jigen guardò Aria.
Aveva deciso di continuare a vivere dopo che Anastasia le aveva detto la verità.
Una brutale e terribile verità che non aveva retto psicologicamente.
Era scappata dalla stanza perché non poteva più stare con delle persone come loro.
Lupin andò vicino ad Aria, che restava seduta sull’erba a guardare la villa che tra poco salterà in aria, con Anastasia e Farsini all’interno.
Lei voleva che fosse così, e loro l’accontentavano.
Anche Goemon di solito contrario, non aveva battuto ciglio e aveva iniziato a posizionare le bombe nel laboratorio vicino a dei container con l’avviso di “Sostanza esplosiva”.
Nessuno sapeva a cosa stava pensando, aveva solo lo sguardo che puntava su quella casa.
Si sedette affianco a lei, e stranamente non provò pena per lei, ma trovò invece che aveva avuto una grande forza ad aver sopportato tutto da sola.
- A cosa stai pensando? – gli chiese senza distogliere lo sguardo dall’abitazione.
Lupin restò in silenzio.
- Sto pensando che sei una ragazza forte – sorrise.
- Ho saputo la verità, mi sento quasi libera – sussurrò.
- Perché quasi? –
- Sarò libera con la loro morte – sentenziò.
Aria si alzò e andò verso Jigen e Goemon che aspettavano un suo ordine per attivare la miccia.
Guardò i due e gli fece un cenno deciso con la testa.
Jigen guardò il pulsante che doveva premere indeciso, ancora non riusciva a spiegarsi come Aria avesse accettato così in fretta la cosa.
Goemon non fu indeciso quanto lui, e premette con decisione.
Si sentì un rumore assordante, e successivamente tutti iniziarono a correre.
Il rumore di vetri infranti risuonò frastornante e successivamente si fece strada quello di un'altra esplosione e un’altra ancora.
Jigen restava alla coda del gruppo e guardava Aria correre.
Poi la ragazza si fermò di scatto e Jigen la superò di un paio di passi prima di girarsi giusto in tempo per vederla sorridere un ultima volta.
La vide toccarsi il collare.
Poi un rivolo di sangue scese.
Aria s’inginocchiò a terra.
- ARIA!! – gridò prendendola prima che il suo corpo cadesse sulla soffice erba.
- Mi…m…i… disp- non riusciva a parlare.
Il sangue imbrattava ormai i suoi vestiti e quelli di Jigen che la teneva stretta a sé.
- Non parlare. Ce la farai – le disse accarezzandole i capelli.
- Bu..bugiar..do. Egoi..s..ta – sussurrò.
Goemon e Lupin corsero verso di loro.
Jigen continuava a stringere Aria a sé, poi la prese in braccio.
- Che cos’ è su…- Lupin si fermò e guardò Aria.
Goemon invece restò a guardare il suo amico.
- L’ultimo cosa che mi ha detto è stata egoista – disse Jigen con una lacrima che gli scendeva dal viso.
Lo sguardo fisso sul viso sorridente della ragazza, le chiuse gli occhi azzurri.
- Ora è libera –

►◄►◄►◄

Salii nella stanza dove si trovavano le due persone che meno avrei voluto vedere.
Dovevo solo sapere se per una volta avrebbero potuto aiutarmi.
Aiutarmi a restituirmi qualcosa che mi avevano preso.
Entrai da sola e chiusi la porta a chiave.
I ragazzi non ne sapevano niente, e non avrebbero dovuto saperlo.
- Guarda un po’ chi è venuto a trovarci – sentii dire da Anastasia divertita.
Caricai la pistola e andai verso il letto.
- La signorina vuole parlare con me..-
- Stai zitto – dissi puntandogli la pistola alla testa – voglio una risposta –
Mi guardò aspettando la domanda.
- Se tu muori io..-
- Le lame nel collo ti taglieranno la carotide, e morirai –
Gli tolsi la pisola dalla fronte.
Qualcosa per me la potevano fare in fondo.
Mi potevo riprendere la libertà e non l’avrei lasciata andare.
Mi dispiace Jigen.


♪ ♫ ♪ ♫ ♪ ♫ ♪

L'ultimo angolo dell'autrice

Salve a tutti.
Questa è la fine della nostra storia.. e lo so che è molto triste, stavo per metttermi a piangere, avevo le lacrime agli occhi.
Spero abbiate letto l'avvertimento a inizio pagina.. in caso vi ripeto che le cose scritte in corsivo sono dei flashback.
Poi vabbè non so mai chi è che si calcola l'angolo dell'autrice... ma dettagli XD
Scrivere questa fanfiction è stato meraviglioso ... spero vi abbia appasionato un minimo come ha appasionato me nel scriverla.

Questo è l'ultimo angolo dell'autrice *trattiene le lacrime*... so che vi mancherò (se certo), ma non piangete per me *Sparisce in una nube di fumo*.
Au revoir gente.
Baci **


   
 
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