Questione di bacchette

Daiki Aomine amava stare al centro dell'attenzione. In particolar modo amava stare al centro dell'attenzione di un certo biondino che da quasi un anno lo tormentava.
Eppure -Aomine ne era certo- in quei giorni l'attenzione di Kise era catturata da qualcosa che non era lui. E questo, naturalmente, gli dava fastidio, anche se non l'avrebbe mai ammesso.
In quei giorni Ryota, appena poteva, si appartava da qualche parte, solo. Il modello solitamente prediligeva le aule vuote, ma anche il tetto della scuola o un angolo deserto del giardino gli andavano più che bene; ed era stato proprio sul tetto che Aomine aveva scoperto cosa distoglieva così tanto Kise da lui: mai Daiki Aomine avrebbe pensato che a fargli da rivale sarebbe stato un libro, un insulso libro. 
Il giocatore di basket e i libri non andavano particolarmente d'accordo, ogni volta che Daiki ne apriva uno, una smorfia schifata gli si dipingeva sul volto, ma quella volta doveva  assolutamente prendere quel libro e allontanarlo da Ryota. Era da ben due giorni che Kise non lo pregava per una one-on-one!
Daiki passò subito all'attacco.
Durante l'intervallo, quel giorno, andò alla ricerca di Kise; lo trovò sul tetto con la faccia affondata in quel maledetto libro. Si allentò lievemente la cravatta e gli si sedette accanto, passandogli un braccio intorno al collo.
"Oi, Kise, che fai?"
Nessuna risposta.
Aomine aggrottò le sopracciglia: Kise non l'aveva mai ignorato.
"Oi, Kise!" lo scuoté con forza, ma l'unico risultato che ottenne fu un "Aspetta, Aominecchi!"
E Daiki, a quel punto, tirò fuori il suo asso nella manica: ignorando i mugolii di protesta di Ryota, Aomine gli abbassò il colletto della camicia, fino a scoprire una porzione di candida pelle. Ghignando iniziò a mordicchiare e a baciare il collo del biondo, divertendosi a lasciare piccoli segni del suo passaggio. 
Il giocatore di basket si aspettava che, come ogni volta che lo stuzzicava, Ryota avrebbe abbandonato quello che stava facendo e si sarebbe dedicato completamente a lui, felice.
Invece, benché stesse offrendo a Kise un bel po' di divertimento, quel maledetto modello continuava a ignorarlo e a leggere quel fottutissimo libro.
Aomine, decisamente arrabbiato e ferito nell'orgoglio, strappò dalle mani di Ryota l'acerrimo nemico e curioso guardò la copertina: Harry Potter.
"Oi, Kise, preferisci leggere queste libro di merda anziché stare con me?!"
Ryota si era alzato e cercava di recuperare l'amato libro, emettendo versetti simili ai guaiti di un cucciolo: "Tu non capisci, Aominecchi, Voldemort si è impossessato della bacchetta di sambuco! Devo leggere!"
Tuttavia, Aomine se ne fregò altamente delle preghiere del compagno: chiuse il libro e lo lanciò a terra, senza preoccuparsene.
Quando Kise vide il libro cadere a terra emise un urletto acuto e fece per correre a prenderlo, ma Aomine lo afferrò per la cravatta e lo trasse a sé, dicendogli: "Pensa alla mia, di bacchetta, Kise!"






 

Nota dell'autrice:
Ciao! E' la mia prima fic in questo fandom!
Non si vede che sono una Potterhead, no?
Beh, ma se quella carissima saga è ovunque, per me, non posso che sottomettermi al suo potere ;w;
Non potevo non scrivere di Kise e Aomine, sono così belli insieme e quindi ecco a voi una specie di fic Aokise ;w;
Lo so, è un po' una cavolata, ma volevo scrivere qualcosa di divertente, senza pretese. Spero solo di non aver reso OOC i personaggi!
Beh, fatemi sapere!

Baci, Tallulah