JUST A MATTER OF LIPS
‘Ti strapperò la gola. Con
i denti.’
Stiles non era esattamente
un tipo romantico, non
proprio.
Era stato innamorato della
stessa ragazza dalla terza
elementare in poi, e qualcuno l’avrebbe sicuramente definita una cosa così tenera, dolce ed amabile. Non
Lydia, certo.
E nemmeno la parte di lui,
la microscopica parte di
lui, sempre lucida, quella che non perdeva ogni singola facoltà mentale
alla
vista di una chioma rossa e che era perfettamente consapevole, sin
dalla terza
elementare, che la sua cotta non era dolce né tenera né amabile, ma
profondamente e totalmente a senso unico
e senza speranza.
Buffo come ‘senza
speranza’ fosse una definizione
che si accordava a così tanti ambiti della vita di Stiles, a Stiles
stesso in
effetti.
Il punto, tuttavia, non
era questo.
Il punto, se mai c’era
stato un punto nella vita di
Stiles, era che Stiles non era affatto un tipo romantico. Beh, c’era
stata la
volta in cui aveva riempito un’intera camera da letto di possibili
regali per
Lydia Martin, tra cui un televisore al plasma, un
televisore al plasma, santo cielo.
Ma non c’era mai stata la
volta in cui Stiles aveva
scritto una poesia d’amore e l’aveva lasciata sul banco di Lydia o
l’aveva
letta di fronte a tutta la classe. Stiles era incredibilmente
orgoglioso di
questo, perché era sempre stato piuttosto creativo e se avesse voluto,
avrebbe potuto farlo. Ma non
era successo, perché Stiles davvero non era quel tipo di ragazzo.
Era anzi il tipo di
ragazzo che poteva rimanere
innamorato della stessa persona per anni,
senza speranza e senza fare o ricevere tutti quei gesti romantici
che le
persone romantiche fanno.
A volte lui e Scott
compravano e dividevano una
scatola di cioccolatini, ma era solo perché entrambi adoravano il
cioccolato e
non c’era veramente niente di romantico in questo.
Anche la volta in cui la
scatola era stata a forma
di cuore - se Stiles fosse stato il tipo
che si imbarazza, avrebbe provato imbarazzo al ricordo -, anche
quella
volta era stato solo perché quelli sembravano ad entrambi i
cioccolatini
migliori. E lo erano, oh se lo erano.
Chiunque avesse mai visto
Scott mangiare comunque sapeva
che dividere del cibo con lui non poteva essere romantico. Disgustoso e
pericoloso allo stesso tempo, prima ancora che diventasse un
licantropo, ma non
romantico.
Quindi, Stiles non era un
tipo romantico.
Ma era in compenso un tipo
intelligente e sapeva
riconoscere una minaccia di morte quando ne riceveva una.
‘Ti strapperò la gola con
i denti’ era una minaccia di morte. Non
particolarmente originale o creativa, d’altro canto Derek Hale non gli
dava
proprio l’idea di essere così creativo, specie con le parole. La
mancanza di
creatività della minaccia era tuttavia rimpiazzata dalla totale
attendibilità di
essa, perché l’idea che invece dava Derek
Hale era proprio quella di poter strappare la gola a qualcuno da un
momento all’altro.
Con i denti.
E sì che Stiles li aveva
ben presenti quei denti.
Finivano spesso nel suo
campo visivo, dato che erano
così vicini alle labbra di Derek.
E Stiles non era
esattamente un tipo romantico, ma il
suo campo visivo a volte avrebbe potuto davvero limitarsi alle labbra
di Derek.
Inizialmente Stiles non si
era accorto di fissarle così tanto. O meglio, una
parte di lui,
la microscopica parte di lui che rimaneva sempre lucida e che non
perdeva ogni
singola facoltà mentale alla vista di chiome rosse e labbra carnose, se
ne era accorta, ma aveva tranquillamente
stabilito che era normale guardare una persona parlare.
È proprio per questo che
le persone parlano, affinché
le altre persone le guardino e le ascoltino, e guardare gli occhi o le
labbra è
una scelta del tutto casuale e priva di implicazioni amorose, Stiles di
questo era
convinto.
Era convinto anche che
probabilmente fosse proprio
per via di quelle labbra che Derek dovesse essere così scontroso e
minaccioso
per tutto il tempo, perché se avesse smesso di pronunciare frasi
sgradevoli con
quelle labbra, semplicemente la gente avrebbe iniziato a gettarcisi
sopra.
Letteralmente. Stiles per primo.
E se questo fosse
successo, Derek avrebbe dischiuso
quelle labbra e gli avrebbe strappato la gola. Con i denti.
Perché nemmeno Derek Hale
era esattamente un tipo
romantico.
Ma Stiles immaginava che
andasse bene così,
dopotutto.
C’erano le relazioni che
necessitavano di
romanticismo e c’erano quelle che semplicemente non ne avevano bisogno,
perché avevano
già altre cose, cose come le labbra di Derek.
C’erano anche quelle che
non erano affatto relazioni,
ma solo mille sfioramenti e sguardi che avrebbero potuto significare
tutto e
niente, ed era quello il caso. Solo che Stiles a volte, in un modo
totalmente
indipendente dalla sua volontà, guardava Derek ed aveva la sensazione
di averlo
fatto di nuovo.
Era assurdo, per non dire
ridicolo, perché era da
considerare un evento anche solo il fatto che Derek gli prestasse
attenzione per
più di qualche minuto, ma a volte Stiles guardava Derek e nella sua
mente
risuonavano le parole ‘a senso unico e
totalmente senza speranza.’
E forse lo aveva fatto di
nuovo o forse no e non
poteva semplicemente cercare la risposta su Internet.
Il fatto era che Stiles
Stilinski non aveva la più
pallida idea di cosa potesse essere definito amore e cosa no.
Se amore era Scott che
continuava a parlare di
Allison in ogni istante della sua vita, e
la password era Allison e l’username sempre Allison, Stiles sperava
di non
innamorarsi mai. Se non altro perché mentre Stiles non aveva mai avuto
artigli
e denti con cui far smettere Scott di parlare di Allison, farlo
smettere di parlare
per sempre in effetti, Scott invece era un licantropo e se Stiles
avesse
iniziato a blaterare all’infinito di una sola persona, cosa che in
effetti
aveva fatto con Lydia Martin...questo faceva cadere il ragionamento di
Stiles e
rendeva Scott davvero un buon amico.
Solo che Stiles ancora non
sapeva cosa potesse
essere definito amore e cosa no.
Perché Stiles nominava
spesso Derek, a dirla tutta,
anche se la maggior parte delle volte era per accusarlo di qualcosa o
semplicemente prenderlo in giro. E la password del suo PC non sarebbe
mai stata
Derek, così come non era mai stata Lydia, perché Stiles non era Scott
e, di
nuovo, non era un tipo romantico, né così prevedibile – e c’erano certe
cose
nel suo PC che era meglio suo padre non vedesse mai.
La questione era
incredibilmente più complicata e
allo stesso tempo molto più semplice e a volte Stiles pensava che si
riducesse
tutto alle labbra di Derek e al modo in cui lui davvero, davvero non
riusciva a
smettere di guardarle.
Allora la microscopica
parte di Stiles che
conservava sempre, in qualunque situazione, un barlume di lucidità
concludeva
che si trattava solo di una questione di labbra e che era qualcosa che
non c’entrava
poi molto con l’amore.
E a Stiles, a tutte le
parti di Stiles, anche quelle
che andavano in confusione e si affannavano e diventavano di colori
bizzarri di
fronte a labbra carnose e chiome rosse, a tutte quelle parti piaceva
questa
conclusione, perché voleva dire che non si erano per l’ennesima volta
impelagate in una storia d’amore a senso unico e senza speranza.
Era solo una questione di
labbra, niente di più.
Ma Derek non era solo
labbra e Stiles a volte era
costretto a ricordarselo, perché se le avesse fissate troppo a lungo e
in modo
troppo palese, Stiles avrebbe sentito che Derek era anche denti
acuminati
affondati nella sua gola.
Perciò a volte Stiles
doveva alzare gli occhi dalle
labbra di Derek e quando questo accadeva, le rare volte in cui ci
riusciva,
trovava che gli occhi di Derek, quegli occhi ridicolmente grandi e così
poco
minacciosi in realtà, ecco quegli occhi erano sempre puntati un po’
troppo in
basso sul suo viso, esattamente all’altezza delle labbra.
E Stiles non sapeva se
questo volesse dire qualcosa
e quanto c’entrasse la parola amore in tutto ciò, sapeva solo che se
mai c’era
stato un punto nella sua vita, quel punto era il modo in cui non
riusciva a
smettere di guardare le labbra di Derek Hale e il modo in cui anche
Derek Hale
guardava le sue labbra.