Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Red Robin    08/09/2013    4 recensioni
Un ristorante, ecco dove era stato portato il ragazzo dall'insolita capigliatura verde. Ormai erano giorni che non mangiava, e, dopo aver liberato dei mercanti da due aguzzini grazie alle sue abilità da spadaccino, in cambio del favore gli era stato offerto un pasto. All'inizio non sapeva che il suo pranzo sarebbe stato preso nel mare, tanto che ci aveva quasi rinunciato, convinto che lo avrebbero messo a pescare; poi, con suo sommo stupore, si era ritrovato come se nulla fosse in mezzo al mare, dove aveva visto levarsi l'insegna di un ristorante completo di tre piani.
[ZxS]/[SxZ] - (A scelta del lettore)
Salve ragazzi!
Anche voi vedere ZxS o SxZ??
Bene! Questa è la FF giusta! Qui si narra il primo 'Vero' incontro tra i due, molto prima dell'arrivo di Rufy, se siete curiosi entrate!
N.B.: Rufy e gli altir arriveranno alla fine della fic, quando la storia s'intreccerà con l'inizio di One Piece. in oltre la storia motiverà molti dei loro comportamenti e delle frasi dette molto fraintendibili ^^^
Please sostenetemi in moti recensendo, al fine di non interrompere la storia se è di vostro gradimento ^^^
[Altro pg: Zeff, I Cuochi]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti, Zeff | Coppie: Sanji/Zoro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Noticine ormai usuali (?): Ebbene eccomi qui XD è passato del tempo ma tra vacanze e la ricerca di un lavoro… (Quest’anno per la prima volta non ne trovo uno D:), rieccomi apparire XD Purtroppo ci sonostati anche molti problemi tra i mio pc e quello di My Pride ch emi beta scusatem/ciiii <3
See you later




A month and nothing more

 

 

 

 

Sanji venne spintonato a terra con tutti i piatti vuoti che aveva appena recuperato da un tavolo poco distante, facendo un immenso rumore nello scontrarsi in terra. Il biondo provò immediatamente ad alzarsi, ma l’uomo che lo aveva fatto cadere gli posò un piede sul petto, costringendolo a rimanere lì sdraiato sotto gli occhi di tutti i presenti.
-Non te l’hanno mai detto, ragazzino, che è pericoloso lavorare in certi posti? Devi sempre toglierti di mezzo quando passano le persone importanti.- sghignazzò
con aria di sufficienza. -Io sono Calico Jack1! Uno dei più temuti, la mia taglia ammonta a 7.000.000 Berry.- si fece grosso a quel modo, e nel sentirlo lo spadaccino si portò davanti a lui per puntargli la lama dell’Ichimonji alla gola, pungolandola.
-Bene, così finalmente potrò incassare qualche soldo che mi fa comodo.- disse il ragazzo dalla capigliatura verde, mentre il biondo, senza tanti complimenti, si scrollò l’altro di dosso per farlo cadere in terra con un potente calcio che gli tirò dietro la schiena,  prima di rifilare un’occhiataccia al coetaneo.
-Non ho bisogno dell’aiuto di uno come te. So cavarmela benissimo da solo.- gli ringhiò contro, certo che l’altro lo avesse fatto non credendolo un vero uomo.
A dirla tutta aveva reagito male verso di lui semplicemente perché gli bruciava di essere stato scoperto, la sera precedente, a nascondere riviste poco pulite senza ammettere che in effetti, a differenza dell’altro, non aveva mai provato dal vivo la sensazione del corpo di una donna, o nel suo caso una ragazza. Fraintese quindi il gesto dell’amico come un idiota, tanto che quello si accigliò, incurante dell’uomo a terra.
-Ma sei imbecille?- chiese. -Voglio solo la taglia, così vi ripagherò.-
-Come se il padrone di questo posto non ti avesse offerto di rimanere qui gratis.- rimbrottò immediatamente il giovane cuoco, giusto un attimo prima che l’avversario atterrato si scagliasse verso lo spadaccino con un pugnale, colpendogli la coscia destra.
Sanji si avventò contro di lui, calciando via l’arma dalla mano, ma aveva reagito troppo tardi: il sangue colava dalla ferita e il giovane spadaccino si ritrovò a terra, non riuscendo a reggersi in piedi come voleva. Ciò sembrò far infuriare maggiormente l’amico, tanto che afferrò l’uomo per il colletto, portandolo davanti a sé.
-Io non sono un moccioso. Sono il Vice Cuoco, e tu sei solo uno dei tanti di passaggio che non mangeranno qui finché non mi verrà portato rispetto.- lo informò, prima di voltarsi verso Zoro. -Inoltre devi chiede scusa al mio amico.- soggiunse.
-Va’ al Diavolo, moccioso. Questo posto non vale così tanto.- volle insistere quello, mentre i camerieri, prontamente, andarono a chiamare gli altri cuochi e il Capo in cerca d’aiuto.
-Andiamo, Sanji, devi sempre metterti a fare a botte con i clienti?- chiese Carne, cercando di tirarlo via con l’aiuto di Paty.
-Non è cliente. Mi ha aggredito!- obiettò il ragazzo, gettando un’occhiata a Zoro. -Guardate a lui cos’ha fatto!- insistette.
-Già, ma se paga...- iniziò Paty, venendo immediatamente interrotto dalla voce tonante di qualcun altro.
-Eccolo, Capo! Fa’ smettere Sanji.- urlò indicando i tre, prima che il suddetto ragazzo venisse colpito dalla gamba di legno del proprietario.
-Piantala di fare a botte!- lo redarguì a suo modo, vedendo il biondino scivolare un po’ verso il basso.
-Ma che fai, brutto vecchio? Ha iniziato quello! Guarda Zoro!- s’infuriò, e Zeff, gettata un’occhiata al ragazzo che non aveva minimamente notato, cominciò a prendere a calci il pirata.
-Tu! Non dar fastidio a miei uomini!- strillò, vedendo quello collassare sotto al suo colpo.
-Capo! Ma cosa fa, difende Sanji?!- chiesero all’unisono gli altri, senza capacitarsi del perché il Padrone stesso cercasse di cacciare un cliente che forse avrebbe potuto pagarli.
-Non sopporto i cialtroni.- si giustificò, per poi indicare lui Zoro. -Portatelo in camera di Sanji, e che qualcuno gli dia un’occhiata.- ordinò, e le polle smeraldine lo fissarono.
-Perché non ci pensi tu?- osò chiedere il malcapitato con impudenza, cercando di comunicare all’altro con il solo sguardo; ma Sanji gli diede bellamente le spalle, facendo finta di niente.
-Andiamo.- rispose semplicemente, lasciandosi indietro un ammonimento. -Sanji, vedi di andartene se non vuoi che altri ti diano dei fastidi. In fondo è solo a causa tua che si prendono certe libertà e interrompi il nostro lavoro.- disse al ragazzo dirigendosi verso al scala sentendolo riversare tutta al sua rabbia per quel commento.

Zoro era stato portato in camera del giovane cuoco e, seduto su una sedia con la gamba dolorante, osservava i movimenti del Padrone del locale nel preparare con cura tutto ciò che gli serviva per aiutarlo a liberarsi di quella cavolo di lama conficcata nella sua carne.
Gli occhi verdi del giovane spadaccino guizzavano dietro a quella larga schiena, cercando di attirare a suo modo l'attenzione, convinto che l'altro lo stesse ignorando solo per un suo principio, l’orgoglio. Lo stesso motivo che spingeva il ragazzo a rimanere in silenzio e attendere pazientemente il maggiore.
Zeff si voltò solo tempo dopo con un paio di bende tra le braccia e poco altro, segno che aveva semplicemente perso tempo, prima di prendere posto a sua volta sulla sedia di fronte al sedicenne. Aveva da subito notato quello sguardo serio e poco incline ad una conversazione che non fosse una lamentela. Lo stesso sguardo che animava il suo ragazzo biondo, tanto da far scoppiare una lite ogni qualvolta ce ne fosse l'occasione. In poche parole, Zoro sembrava sul punto di discutere con il Padrone del locale, il quale sembrava non avere la stessa voglia.
-Dovresti dirglielo ed essere più gentile con lui.- disse infine il ragazzo, cedendo suo malgrado. -In fondo è anche colpa tua.-
-Sta’ zitto, moccioso. Tu non puoi capire...- fu l'unica risposta che ricevette. -Sei qui solo da poco e quel marmocchio non lo hai ancora capito.-
-Io lo conosco bene, invece. Dormo con lui e so molte cose.- rimbeccò lo spadaccino con fare risentito, rimediandoci uno sbuffo ilare e un po' scocciato da parte del suo interlocutore.
-Dormire per un po’ con qualcuno non vuol dire conoscerlo. Noi siamo pirati, cose come il sentimento non esistono. Sanji deve crescere e andarsene, e tu con lui.- insistette Zeff, tirando via il manico di quel pugnale dalla gamba senza tanti riguardi, e Zoro strillò, impreparato, rendendosi conto di non essere ancora temprato nel corpo come avrebbe voluto.
-Mocciosi... dopotutto non sei stata la mia scelta migliore.- commentò l’uomo a quella reazione. -Un uomo impara a sopportare.-
-Che vuoi dire?!- chiese prontamente il sedicenne, con la voce tremante nonostante il tono alto. Gli occhi erano divenuti lucidi per un istante, e il sangue tamponato da bende colava verso il basso in rivoli rossastri fino a cadere in terra, dove piccole gocce si riunirono formando una chiazza per qualche secondo, prima che il pavimento in legno lo assorbisse senza dargli la possibilità di divenire rappreso.
-Sanji è un adulto.- ottenne solo in risposta. -Faresti meglio a tenere il passo, se veramente vuoi averlo con te.-
-Che cavolo vuoi dire?!- domandò nuovamente lo spadaccino senza riuscire a capire.
-Tsk. Non devo di certo aiutare io dei mocciosi. Piuttosto impara da  lui.- insistette il maggiore. Le sue mani si mossero verso un bottiglia di alcool prima di scoprire la ferita e versare sopra il liquido per poterla disinfettare a quel modo. Stavolta il grido di dolore venne azzittito prontamente dal minore, il quale si morse il labbro inferiore che rilasciò solo quando il bendaggio venne concluso.
-Resta qua per oggi e, non appena starai meglio, vattene. Non posso mandare via quel ragazzo se deve occuparsi di uno come te. Sei grosso a parole, ma siete su due livelli diversi.- asserì il Padrone nell’alzarsi dalla sedia, sentendo su di sé lo sguardo smeraldo bruciante di rabbia.
-Dammi ancora un mese.- rispose di rimando lo spadaccino. -Ti dimostrerò che valgo e Sanji verrà con me.-
-No. Tu per lui rappresenti un ostacolo.-
-Non vedo il motivo per cui tu debba offendermi così. Io diventerò lo spadaccino più forte del mondo!-
-Mihawk non sarà contento. Farà fuori un rammollito come te.- sospirò il cuoco. -Va’ via di qui appena puoi e lascia in pace Sanji.-
-No. Sanji mi terrà con sé.- si ostinò.
-Sanji non decide nulla. Questo posto è mio.- Zeff concluse così il suo discorso, prima di raggiungere la porta e fermarsi su di essa. -D’accordo. Ti do un solo mese. Se entro quel tempo limite non sarai maturato e Sanji non vorrà venire con te, te ne andrai senza fare storie.- 

Zoro era rimasto per il resto del giorno in quella stanza, esattamente come gli era stato detto.
Sanji, che di solito saliva almeno per la pausa pomeridiana, non si era fatto vedere per nessun motivo, al contrario, lo aveva ritrovato sulla piattaforma a fumare, mentre il Capo Zeff cercava inutilmente di attirare la sua attenzione con qualche allenamento, ritrovandosi a calciarlo di continuo e a redarguirlo per quel suo vizio che non piaceva nemmeno a lui. Eppure, nonostante tutto, si ritrovò a seguire quei movimenti delicati e la cura involontaria che ci mettevano le labbra del Giovane Cuoco nel buttare via il fumo dalla bocca.
Lo trovava quasi sensuale, ma non lo attirava minimamente quel particolare, era solo l’insieme: la postura, i gesti e il suo modo di fare genuino che lo facevano sembrare quasi etereo quanto stupido, con quel sopracciglio di cui non sopportava minimamente la vsita. Si ritrovò persino a chiedersi, quasi scioccamente, il motivo per il quale il biondo non avesse cercato di tirarselo via.
“Non lo irrita?” si domandò mentalmente prima che l’ennesimo calcio colpisse il ragazzo, facendolo cadere rovinosamente in terra; strillò per l’ennesima volta il suo disappunto e, gattonando, si allungò verso la sigaretta per recuperarla, facendo sbuffare ilare lo spadaccino, il quale si chiese come facesse quell’idiota ad essere più maturo di lui. A vederlo, difatti, sembrava proprio un bambino a cui era stato portato via il giocattolo, o forse ancor ‘peggio’ il ciuccio, visto il modo in cui mordeva nervosamente il filtro e fumava di continuo per ottenere uno stato di pace con se stesso. Fumava talmente tanto che lo si sentiva arrivare a distanza anche senza cicca in bocca; ormai la sua pelle era impregnata di quell’aroma di tabacco maleodorante.
Ci volle un po’ prima che la simulazione di un combattimento prendesse il via, per quanto Sanji avesse deciso di non mettere via la stecca, che si ostinava ancora a fumare nonostante gli venisse sfilata via ad ogni colpo ricevuto. Zoro dovette constatare che il ragazzo sapeva prenderle bene, ma anche i suoi colpi non erano niente male. Vedeva entrambi ballare quella danza sfrenata fatta di calci e sangue che di tanto in tanto li accompagnava, senza che se ne curassero. Nessuno dei due sembrava voler cedere; erano svelti, i colpi si facevano sempre più duri e il Capo impartiva ordini e redarguiva il suo allievo, incitandolo a fare meglio senza però elogiarlo. Il suo metodo consisteva semplicemente nel provocarlo, sapeva che il ragazzo era arrabbiato con lui, proprio perché per la prima volta aveva espresso il desiderio reale di cacciarlo da quel locale. E Sanji non  voleva accettarlo.
Nel continuare a guardarli, Zoro sospirò. Dovette convenire che entrambi erano molto simili, testardi, e poco inclini alla conversione. Non che lui fosse più espansivo, ma di certo da nessuno dei due avrebbero mai cavato un ragno dal buco. 

Nel frattempo, nel mentre i pensieri dello spadaccino avevano preso il sopravvento tirando le sue conclusioni, il giovane cuoco guardava malamente il Capo Zeff.
Non riusciva a capirlo. Sapeva di essere un peso per lui, ma non aveva mai voluto mandarlo via realmente da quel posto e ciò non gli stava bene. Non si sentiva pronto ad andarsene in giro per i mari per coronare il suo sogno, era convinto di dover rimanere lì per tacito accordo e ripagarlo del suo grande debito, ma quello sembrava ignorarlo. Non aveva mai tollerato molto quando qualcuno lo guardava con aria di sufficienza senza pensare ai suoi sentimenti, chiedendosi come mai l’uomo volesse sciogliere quella promessa fatta tempo addietro e che lui aveva tutta l’intenzione di onorare.
Tenne la mano sinistra fissa sulla sigaretta mentre con la gamba destra cercò di colpire Zeff con scarso successo nonostante lo avesse sfiorato, eppure la gamba di legno, meno flessibile di lui, lo aveva raggiunto dal
l’alto per calarsi sul suo capo. Incassò il colpo e chiuse gli occhi nel tentativo di sopportare il dolore come aveva fatto la prima volta da bambino, ma non diede la possibilità alle proprie gambe di cedere, non glielo avrebbe permesso; si piegò di poco per sostenersi e, con una nuova spinta verso l’altro, cercò di imitare il suo insegnante. Voleva raggiungerlo, era certo di poterci riuscire, e sperava che, una volta dimostrate le sue abilità, lo avrebbe apprezzato di più, ammettendo magari anche le sue doti culinarie. Ma fu proprio a causa di quei pensieri che si distrasse un attimo, giusto il tempo di permettere all’altro di farlo indietreggiare e farlo cadere in terra con un veloce De Ashi Harai Barai
2.
Sanji non si lasciò scoraggiare, al contrario tornò in piedi e cercò di contrattaccare, ma ancora una volta venne fatto cadere indietro, finendo persino in mare. La rabbia montò sempre più, facendo presa sul suo animo senza che la calma lo facesse ragionare. Si mosse senza pensarci su, e, tornato sulla piattaforma, scalciò agitato non riuscendo più a sfiorare il suo avversario, figurarsi colpirlo. Difatti quest’ultimo lo spinse a terra con facilità prima di bloccarlo con la schiena sulle assi e chinarsi su di lui per dirgli qualcosa e mollarlo lì, forse anche nella speranza che si calmasse. Ma Sanji non era tipo da lasciare tanto facilmente, era testardo e mai come quella volta si era sentito ferito nell’orgoglio. Solitamente sapeva cosa faceva e l’essere guardato non era un problema, ma un paio di occhi penetranti sembravano quasi distrarlo e aveva finito con il pensare a tutto fuorché al suo allenamento. Aveva fatto la figura dell’incapace.
Quando comprese di aver fissato la piattaforma per troppo tempo, si portò una nuova sigaretta alle labbra e si alzò. Solo in quel momento si accorse di aver rovinato il vestito che fino a poco prima indossava, l’acqua del mare non era l’ideale per immergerlo, ma ormai, la frittata era fatta. L’unica cosa a cui avrebbe dovuto pensare per i minuti successivi era il doversi cambiare e tornare ai fornelli. Lui era il cuoco, il suo aspetto avrebbe aspettato.

La rabbia provata dal ragazzo durante l’allenamento era ancora in agguato nel suo petto. L’aveva sopita, ma sembrava fremere ancora in lui.
Avrebbe voluto piangere e strillare, se solo ciò non fosse risultato ridicolo e argomento derisorio. E poi, le bellezze che aveva davanti agli occhi avrebbero dovuto conoscerlo per il cuoco fiero ed elegante che avrebbe potuto capire i loro cuori meglio del babbaleo che le aveva portate in quel ristorante. E chissà, magari uno di quelli avrebbe reagito male e ingaggiato uno scontro con il quale rovinarsi l’immagine, mentre lui, irritato com’era, avrebbe colto due piccioni con una fava: in primis si sarebbe sfogato, e poi avrebbe rimediato una donzella da accompagnare e chissà... magari sarebbe stata la volta buona. Specialmente con quel ragazzo fuori dai piedi, da quando era entrato nella sua vita sembrava avere meno opportunità.
Volteggiò nel locale per raggiungere una moretta dai capelli mossi e presentarsi a lei con un vassoio con un dolce. Un semplice sorbetto e nulla più, ma curato in tutti i dettagli; a partire dall’ombrellino, la cannuccia, i colori perfettamente mescolati e persino il cucchiaino con il flute stesso erano una vera opera, mentre lo stesso ordinato dal ragazzo con cui era al tavolo, era solo un bicchiere dalla stesse fattezze.
-Per te, My Lady.- disse lui nel servirglielo con la cura più totale, mentre all’altro sembrò quasi sbatterlo sotto al suo naso. -Tieni.-

-Oooh! Ma è veramente delizioso!- lo elogiò la ragazza, anche se il suo accompagnatore sembrò quasi grugnire.
-E questo sarebbe l’ottimo servizio?- chiese. -Cerchi di soffiarmi la ragazza.-
-Sta’ zitto, asino.- rispose il cuoco a quel dire, mentre la moretta sembrò prendere le sue difese.
-Andiamo, non essere ridicolo.- cercò di placarlo lei. -A me questo posto piace.-
-Beh, ricordatelo, qui non ci torneremo più.- commentò lui, adocchiando il biondo. -In quanto a te, farò in modo che tu venga cacciato.-
-Ti faccio i miei auguri.- rispose Sanji con non curanza, portandosi una sigaretta alle labbra. -È da quando è stato costruito questo posto che il Padrone mi vuole cacciare, ma non c’è ancora riuscito.- concluse prima di allontanarsi con il vassoio sotto il braccio.
Sarebbe stata una buona occasione, ma non poteva iniziarla lui la rissa, o almeno non davanti a una delle possibili candidate che gli offriva quel posto. In poche parole, prima o poi qualcuna sarebbe rimasta lì con lui e non poteva permettersi di fare sbagli.
-Sanji! A cosa devo l’onore del tuo ritorno così tempestivo?- lo accolse il Capo non appena lo vide tornare nella cucina. -Non hai mai perso l’occasione di poterti intrattenere con una ragazza.- lo prese in giro.
-Allora dovresti ringraziarmi. Vorrà dire che potrai tenerti un tavolo e una sedia in più.- rimbeccò con tono piccato il biondo.
-Voglio sperare che avrò anche le quote del tavolo sei, quello pieno di ragazze.-
-No.- asserì con semplicità il biondo, voltandosi verso l’uomo per fargli una linguaccia. Lo aveva appena superato per raggiungere i fornelli e riprendere il suo lavoro, sapeva che un altro tavolo presto avrebbe concluso il suo primo e reclamato il secondo. -Sarei un mostro se non offrissi la cena a tali bellezze.-
-Avranno almeno il doppio della tua età.- s’intromise uno dei cuochi, facendo ridacchiare gli altri. Non che al giovane cuoco importasse particolarmente se venisse sfottuto, ma non gli avrebbe dato l’agio di divertirsi alla sue spalle, così si avvicinò svelto a lui per assestagli un calcio sul volto.
-Prova a ripeterlo, cuoco di quinta categoria!- obbiettò.
-Sta’ fermo, Sanji! In fondo ha ragione, non uscirebbero con te, puoi anche farle pagare.- asserì il Padrone del locale.
-E allora? Ho messo tutto sul conto di un tizio che mi è antipatico. Dovrebbe ringraziarmi. Gli farò fare bella figura con la sua ragazza.-
-E allora fa pagare le donne e chiedi a lei di restare con te.- risolse la questione il maggiore dei due, ridacchiando a quel malumore peggiorato dalla gelosia del non avere nessuna curva da stringere.
-Tsk, quando vedrà la cifra non vorrà pagare. E la figura da tirchio farà il resto.-
-Sei un mostriciattolo, marmocchio. Io non ti ho insegnato questo.- fece notare il Capo, mettendo su un ghigno sarcastico. -Vedi solo di non combinarmi altri casini.-
-Che c’è? Paura di veder spazzata via una sedia o due?- chiese Sanji,  ricevendo un grugnito poco cordiale.
-Bada bene, moccioso... se mi fai fuori l’ennesimo servizio, compreso tavolo e tutto il resto, ti getto a mare legato come cibo per pesci.-
-E tu getteresti via il tuo miglior elemento?-
-Sei un pessimo soggetto.- affermò il maggiore, decidendo di raggiungere l’esterno della cucina per poi sparire, seguito da un borbottio molto simile a un “Detto dal primo di noi che ha la peggior fama non fa effetto”. Già, un brutto vizio quello di voler avere l’ultima parola, cosa che non era privilegio di molti. Ma solo lui riusciva a tenergli testa senza remore, anche se non era raro che il Padrone lo mettesse a tacere con qualche ponderoso calcio.

La serata passata non era stata delle migliori, per Sanji.
Esausto, aveva fatto ritorno alla sua stanza dopo aver lavorato e sistemato l’intera cucina da solo, come penitenza per aver fatto avverare le più oscure previsioni del Padron Zeff: far fuori tavolo, sedie e tutto il servizio solo per poter mandare a quel paese un cliente con il quale aveva preso a discutere fino a passare all’azione. Ora tutto ciò che voleva era gettarsi sul letto dopo fatto un bel bagno ma, aimè, purtroppo quel morbido materasso che aveva sognato di toccare era stato occupato da una presenza non molto gradita, con la quale aveva dovuto discutere per poi ritrovarsi a riposare fianco a fianco pur di non cedere. E così fu anche per le sere successive, dove pian piano dovette accettare quell’assurda presenza a causa del freddo a cui era stato ceduto il passo dal caldo estivo.
Un tremore scosse il corpo del cuoco, rifugiato sotto il piumone messo a rivestire il letto, mentre il suo ‘coinquilino’, fresco di doccia, lo osservava con un asciugamano al collo e una maglia a maniche corte rubata  al biondo.
-Ohi, com’è che stasera hai perso tutta la tua vitalità?- gli chiese ironico Zoro, avvicinandosi di qualche passo per potersi sedere al bordo del letto e alzare le spalle. -Se non altro, non correrò il rischio di ritrovarti al mio fianco ingrifato.-
-S... sta’ zitto, idiota...- obbiettò tremulo il suo interlocutore. -P... p... per chi... mi.... mi hai preso?-
-Per il maniaco che sei.- affermò come se nulla fosse lo spadaccino, voltandosi di poco verso di lui e sorridergli affabile. -Di’ un po’, vuoi che ti tenga al caldo?-
-Ma no... non ci p... pensare p... proprio... idiota.-
-Idiota sarai tu, stai morendo di freddo e ancora riesci a trovare il fiato per insultarmi.- constatò, scuotendo la testa con fare divertito nell’alzarsi e raggiungere le sue katane, riponendole al fianco del letto. -Credo che mi allenerò un po’, questo freddo è l’ideale per temprare il corpo e lo spirito.-
-E... e poi ti... ti chiedi p... perché vieni in... insultato.- constatò il biondo alle sue spalle.
-Hai un’idea migliore?- chiese l’altro.
-Si... t... ti avevo dato un compito.- asserì rimediandoci un’occhiata indagatoria dall’altro prima di chiedere spiegazioni. -Do... dovevi solo... dare fastidio a... ad altri.-
-Quanto sei permaloso.- fu l’unico commento che ricevette. -Di’, non è che volevi solo la compagnia di un coetaneo? Non sarebbe poi così strano, qui.-
-N.. no, io... se a... anche fosse?- venne spontaneo domandare dal biondo che, colto un pochino sul vivo, si era immediatamente messo a sedere, sentendo il calore fluire nelle sue guance sino alla punta delle orecchie, quasi certo, però, che il freddo gli sarebbe stato amico e non lo avrebbe tradito.
D’altro canto Zoro si accigliò, lui aveva detto solo così, per dire... ma a quanto pareva quel ragazzo era quel genere di persona imprevedibile, che sarebbe arrivato a fare qualcosa di stupido e lo avrebbe negato a se stesso pur di ottenere qualcosa di voluto, seppur imbarazzante. Certamente gli era costato molto dirlo, ma non gliel’avrebbe fatto notare; era vero che si divertiva a infastidirlo, ma era altrettanto vero che non sarebbe mai riuscito a dargli contro. Insomma, vivere per anni a stretto contatto con quei brutti musi doveva essere veramente stancante, così, senza preavviso, ignorò i suoi esercizi per alzare le coperte di quel letto mentre le iridi bluastre si sgranarono e una pronta protesta si fece sentire, ma incurante di ciò prese posto e, passato un braccio alla vita del biondo, lo tirò con sé verso il materasso, avvicinandolo al suo petto.
-Sei tu un idiota.- fu l’unica risposta che ricevette alla domande sconnesse e forse un pochino imbarazzanti, prima che una curiosità si facesse largo tra le idee del giovane spadaccino. -Ohi, ma è mai possibile che non appena qualcuno ti si avvicina tu dia in escandescenza?-
-Dove cavolo vuoi andare a parare?- domandò l’altro senza capire e, dal suo punto di vista, non aveva tutti i torti. -Se un maschio mi abbraccia, è naturale che io me la prenda.-
-E se lo fa una ragazza?- insistette. -Probabilmente ti ritireresti anche con le, sembra come se nessuno ti avesse mai abbracciato.-
-Ohi, testa verde, ma ti ascolti quando parli?- insistette il giovane cuoco. -E meno male che dicevi di non interessarti al mio culo.-
-Non vedo il nesso tra questo e il tenerti al caldo. Sei un ingrato, potevi mettere una coperta più pesante.-
-Imbecille, allora che cavolo te ne frega di quello che faccio?-
-Sei un amico, no? Allora ringraziami, perché non stai più tremando.- fece notare Zoro. -Strilli e strepiti ogni sera, ma alla fine resti sempre qui.-
-.È solo perché tu me lo hai imposto.-
-Ci credo, il tuo letto è così comodo.- ghignò lo spadaccino. -Ma devi ammettere che in due è anche più caldo ed è servito a non farti lamentare nel sonno.-
-Io non mi lamento nel sonno come i bambini.- bofonchiò il biondo a quel dire, tirando un calcio a Zoro sotto le coperte e rimediandoci in risposta un pugno sul capo.
-Se non la pianti di fare i capricci sembrerai un vero e proprio bambino.- constatò, ricevendo una pronta replica dai toni troppo forti che si ritrovò costretto a sopire posando una mano sulla bocca del suo interlocutore.
Fu strano, per la prima volta aveva toccato le sue labbra e un brivido, quasi un solletico, lo aveva percorso in tutto il corpo turbandolo per un secondo, giusto il tempo utile per parlare al suo posto e mettere le cose in chiaro, anche se per un attimo aveva quasi tentennato. -È vero, tra noi due sei tu quello più forte, e io, mi costa ammetterlo, non sono così preparato perché sin ora ho combattuto solo in un dojo. Quindi adesso ti lascio libero, ma sta’ zitto.- e nel dire ciò fece come era stato detto, ovvero tolse la mano dalla bocca di Sanji mentre un misto di dispiacere, appena accennato, aveva toccato i petti di entrambi.
-Cos’era questa? Un’ammissione?- chiese il giovane cuoco. -Non eri tu quello che non si rassegnava mai?-
-No, ho deciso di maturare.- fu l’unica risposta che ricevette. -E poi hai poco da parlare, perché i tuoi sorrisi e la tua sicurezza sono solo falsi, io non ho di questi problemi.-
-Ehi! Vuoi forse litigare?-
-Non chiedo di meglio, ma ora è troppo tardi. Dormi, ricciolo.- e con quelle semplici parole mise a tacere il discorso, per quanto quel quesito irrisolto fosse rimasto tacito nella sua mente: “Sanji aveva mai dormito abbracciato a qualcuno?”
Forse era vero, non mirava al suo fondoschiena ma a ben altro, e non riusciva a spiegarselo.











 

1 John Rackham, o Calico Jack, così chiamato per i pantaloni a righe e la giacca, si trasformò da quartiermastro a pirata quando assunse il controllo della nave del suo capitano. Charles Vane, lo sfortunato capitano dei pirati della nave Treasure, non aveva attaccato una nave da guerra francese, facendo montare su tutte le furie Calico Jack, che organizzò una protesta e, spalleggiato dal resto della ciurma, sbarcò Vane e i suoi fedelissimi su di una piccola scialuppa e li lasciò alla loro sorte. Tempo dopo Calico Jack incontrò Anne Bonny sull'isola di New Providence. La convinse ad abbandonare il marito e a unirsi a lui sulla nave, vestita da uomo. Nella ciurma di Calico Jack c'era già un altra donna pirata, Mary Read, anche lei, come Anne, vestita da uomo. Anne e Mary erano entrambe a bordo quando, nel 1720 un cacciatore di pirati attaccò la loro nave per ordine di Woodes Rogers, governatore reale. Durante il combattimento Calico Jack si nascose nella stiva insieme all'equipaggio lasciando Anne e Mary a combattere gli attaccanti sul ponte. Persero la battaglia e Calico Jack fu giustiziato e poi impiccato. 

2 De Ashi Harai (Barai): E’ una tecnica di gambe (O meglio piede) Judo, secondo la quale porta a interrompere i movimenti dell’avversario. In parole povere quando i due combattenti si ritrovano a camminare sul Tatami Uke (Colui che subisce) e Tori (Colui che attacca), bisogna riuscire ad assumere il secondo ruolo indicato al fine di portare l’avversario a seguire i propri passi movimenti per poterlo interrompere e calciare il piede. Per far si che ciò avvenga, il proprio piede deve assumere la forma di una paletta e girare la pianta verso l’interno, mentre l’esterno deve strusciare in terra.
N.B.: Ho volutamente usato un espressione del Judo, perché mi sono accorta che Zeff nel ristorante nel redarguire Sanji alle prime puntate, tira la tecnica “Ippon Seoi Nage”, una tecnica di braccio che carica sul dorso l’avversario per lanciarlo in terra – Come faccio a esserne sicura? E’ la mia tecnica di braccio (Te Waze) che non visto a spiegare se no non finiamo più XD
Ma ho motivo di credere per vari motivi che il Judo c’entri molto con Sanji e Zeff







Ave gentA! Lo so, lo so…  troppo corto x i mie canoni quindi… non uccidetemi x3
Che dire, dopo una luuunga pausa estiva, anche se con poco, mi ccio risentire XD Ok dubito che a qualcuno interessi ancora ma io sono tornata per concludere lol
Spere sarete in molti a recensire igh T__T *Ultimamente a crisi XD*

tognoz: Eccomi inalmente! Sisi, l’ho detto capitolo corto ma c’è lol. Che ne pensi? Dici che iniziano a essere gay ingenui? Tu sei Ivasama dovresti saperlo v.v

Notalone: Salveeee XD Spero tu mi stia ancora seguendo e mangari mi recensirai ancora lol amo le recensioni mi aiutano a invogliarmi a scrivere XD Sono in oltre ben felice di sapere che ti piace come scrivo e ciò che scrivo spero mi seguirai ancora <3 anche se sono lentucolisimo a scrivere er mancanza di tempo XD

My Pride: Ziaa eccolo inalmente il cappy XD (Ke ai letto ebetato staani <3) allora Devy leggo ecommento appena genny parte XD visto che già conosci la storia ecco una domanda importante: Ci vieni alla festa di Ady? XD e punto 2: Genny dice che qlk dice che a Lucca nevica bha -.- al massimo piove e io mi morirà dal freddo con i cosplay <3

SanjiReaChan: E rieccola tra noi yeee XD Ahahaha bellissimo que commento sklerotico spero che anche se poco anche qusto cappy ti piacerà <3

blue riza: eice di sapere che anche questa storia ti pice lol corto il capitolo ma ci sono sisi v.v e speriamo che continuerai ad amarla <3

orbit
: Salveeeee finalmente torno a casuccia attiva e anke su b si spera lol ma ci son osempre per pensare a voi recensori <3, visto che chi legge e basta non lo conosco se non ci sentiamo su fb…. ci vieni a Lucca o haida fare? XD

Winnipeg_: Inannzitutto: benvy new recensotrice (? *ha seri problei mentali*). Come detto e promeso dovevo postarlo e l’ho fatto XD  son lento per via del lavoro, qundo arrivano e iere cosplay sono sempre preso poi negli ultimi momenti ma ci sono sempre XD Tardi ma torno XD  spero tornerai a recensirmi <3
 
Laura B: Salve anche a te! Vedrai che non c’è sempre tutto scritto anche tu se vorrai potrai scrivere prim ao poi XD per adesso mi accontento di un tuo giudiio ne avrò altri? <3 metticela tutta ^^^

 

 

 

 

 

 

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