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Autore: i hear the bells    08/09/2013    4 recensioni
One shot ispirata al capitolo 16 del libro “Passion” appartenente alla saga di Fallen.
E' raccontata dal punto di vista di Cam e riporta tutti i suoi pensieri e sentimenti.
La pergamena fu trascinata dalla corrente, si avvolse su stessa e affondò. Come il mio cuore.
Genere: Dark, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cameron Briel, Daniel Grigori
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei fare una breve premessa, questa one shot   è ispirata al capitolo 16 del libro “Passion”. Ho deciso di ispirarmi alla storia originale raccontandola dal punto di vista di Cam, descrivendo tutti i suoi pensieri e sentimenti.  E' un episodio che mi colpì molto e riscriverlo dal punto di vista di Cam non è stato semplice e sicuramente sarò caduta nel banale in qualche punto, ma spero che vi piaccia.
 

Dark a n g e l

GERUSALEMME, ISLAELE
27 NISSAN 2760 (Ca. 1 aprile 1000 A. C)
 
Ero seduto sulla sponda del fiume ascoltando la sua voce che mi riscaldava  il cuore, come i primi raggi di sole che sciolgono la neve dopo il gelo. Era vestita di bianco ei suoi capelli rossi e ricci, fluttuavano al vento seguendo le danze serene che riempivano l’aria di allegria e risate.
Tutto di lei mi faceva impazzire. I suoi occhi nocciola, le guance arrossate per l’imbarazzo di starmi accanto, le sue labbra che sapevano di noi, del nostro amore così sbagliato e così vero da spezzarmi il cuore. Amavo il suo carattere capriccioso e instabile, la dolcezza, la determinazione, la voglia di vivere e quel mistero  che portava dentro di se.
La sua voce delicata mi coccolava e rallegrava il cuore dai mille turbamenti che mi trascinavo viaggio dopo viaggio. Avevo trovato la mia stella, la mia luce personale.
Era l’arcobaleno che aveva riempito le mie giornate di colori . Con lei non ero solo l’angelo caduto, ma ero un uomo. Un uomo che aveva dato un valore alla sua inutile esistenza.
Seduto sulla riva di quel fiume, potevo finalmente riscattarmi per tutto quello che mi aveva donato da quando era entrata nella mia vita. L’avrei resa felice per il resto della sua vita, se solo avessi potuto…
Era il giorno del nostro matrimonio, il coronamento dei nostri sogni e del nostro amore. Nulla avrebbe potuto impedire la nostra unione, nessun uomo o creatura vivente su questa terra avrebbe potuto strappare la mia Lilith dalle mie braccia.
Sarei stato per lei un buon compagno, un amante passionale, un amico pronto a curarle ogni ferita, un marito protettivo e amorevole. E tutto questo senza chiederle nulla in cambio, mi bastava la sua presenza al mio fianco. Era tutto ciò che le chiedevo, era tutto ciò che desideravo.
Le sue lunghe braccia circondarono il mio collo e i battiti del suo cuore solleticavano dolcemente la mia schiena.
Le sue dita fragili accarezzarono il mio petto con sentimento ed io le strinsi tra le mie assaporando quel momento, quel momento che sapeva di eterno.
Avvicinò le sue labbra sul mio orecchio iniziando a cantare una delle tante canzoni che aveva composto per me, sorrisi ascoltandola con interesse.
“Ti amo Cam” mi sussurrò teneramente. Mi voltai a guardarla negli occhi, era così bella da non sembrare vera. I suoi occhi ardevano d’amore ed erano scintillanti come il resto del suo viso.
Mi alzai e l’abbracciai forte a me, facendo attenzione a non stringerla troppo, il solo pensiero di procurarle male mi angosciava facendomi sentire in colpa.
Ero troppo sbagliato per lei. Ero troppo innamorato ed egoista per lasciarla andare.
Restammo così per qualche minuto senza mai staccarci. Poi arrivò Daniel. Il mio bellissimo e potente fratello, il mio compagno di sventure.
Mi separai da Lilith per salutare mio fratello con affetto.
“Come stai, Dani?” urlò Lilith contenta, Daniel srotolò la pergamena che conteneva il contratto del nostro matrimonio. Era stata scritta interamente da mio fratello in aramaico . E come d’accordo lui avrebbe dovuto celebrare la funzione.
Era l’unico che ne aveva il diritto. Per me non era solo un semplice fratello, ma rappresentava tutto il mio passato e il mio presente. Non avrei potuto continuare a vivere senza il suo sostegno.
Lilith prese la pergamena e la fece passare tra le mie mani. Insieme iniziammo a leggere l’intero documento…
“Questa parte” osservò Lilith indicandomi un punto della pergamena.
“Dice che ci sposeremo sulla riva del fiume, ma sai che voglio sposarmi nel tempio, Cam.” Scambiai un’occhiata fugace con Daniel, poi presi la mano di Lilith accarezzandola dolcemente.
“Amore mio, ti ho già detto che non posso” come potevo dirle della mia vera identità? Come avrei potuto spiegargli che se un Angelo caduto entra nel santuario di Dio…il luogo prende fuoco all’istante.
“Rifiuti di sposarmi al cospetto di Dio?” replicò con una nota tagliente nella voce. “Nell’unico posto dove la mia famiglia approverebbe la nostra unione! Perché?”  Mi strattonò la mano liberandosi dalla mia presa, i suoi occhi erano colmi di lacrime, sapevo cosa stava provando. Sapevo che con quelle mie parole l’avevo ferita. Ma non potevo. Avrei fatto di tutto per lei, perfino uccidermi se me l’avesse chiesto. Ma non potevo sposarmi nel Tempio.
“Io non entrerò in quel luogo” dissi indicando con lo sguardo il Tempio. Lilith ancora una volta strinse i denti per non piangere, ma con me non poteva fingere, sapevo benissimo cosa stava pensando. Mi odiava, mi detestava per quello che le stavo facendo. Perché insisteva così per sposarsi nel Tempio? Il nostro amore era più importante che qualsiasi altra dimostrazione pubblica.
“Allora non mi ami” in quel momento mi sentii una lama tagliente affondare nel mio stomaco puntando al centro dell’anima.
“Ti amo più di quanto avrei mai pensato possibile, ma questo non cambia nulla” era tutto ciò che potevo dirle, ma non bastò. Il suo corpo magro incominciò a gonfiarsi per la rabbia. Perché non riusciva a capire che il mio non era solo un semplice capriccio? Perché?
Lilith strinse i pugni e lanciò un lungo grido assordante che fece tremare la terra. Non l’avevo mai vista così. Ad un tratto non mi sembrò neanche più lei. Il suo sguardo era carico di odio e ira. Tutta la sua dolcezza e il suo amore nei miei confronti parvero scomparire nel nulla.
Afferrò i miei polsi con forza e violenza, inchiodandomi all’albero . Non opposi la minima resistenza. Sapevo che non era lei in quel momento. E lascia che si sfogasse su di me. Senza dire una parola.
“A mia nonna non sei mai piaciuto” mi rinfacciò con crudezza. Le sue braccia tremanti continuavano a tenermi imprigionato in quella morsa di dolore e rancore.
“Ha sempre detto cose orribili su di te ed io ti ho sempre difeso . Ma ora me ne accorgo anch’io. Dai tuoi occhi e dalla tua anima” Mi trafisse con lo sguardo, mentre una parte di me stava lentamente andando in frantumi.
“Dillo!”
“Dire cosa?” chiesi inorridito .
“Sei un uomo malvagio. Sei…so cosa sei.” Era ovvio che lei non potesse sapere cos’ero realmente, si stava solo aggrappando alle migliaia di voci che circolavano sul mio conto nel villaggio. Tutti dicevano che ero uno stregone, che praticavo magia nera e che ero un seguace dell’occulto.
Tutto ciò che bramava la mia Lilith in quel momento, era che l’ammettessi. Avrei voluto. Una parte di me avrebbe voluto dirle la VERITA’ sul mio conto, ma non potevo. Avevo paura. Avevo paura che lei non capisse. Avevo paura di riversarle il colpo finale.
“Nemmeno una delle cose malvagie che pensa la gente è vera, Lilith” Dissi per difendermi. Daniele mi guardò con disperazione, avrebbe voluto aiutarmi, ma capiva che non glielo avrei permesso.
Posai ancora una volta i miei occhi su Lilith. La donna che amavo non c’era più. Mi osservava con disprezzo e con PAURA. Lei temeva che io fossi un mostro. Il mio cuore si spezzò definitivamente. Niente sarebbe stato come prima. Lei mi odiava, ma maggiormente aveva paura di me. Aveva paura che io le facessi del male. Lei l’unica donna che amavo, aveva paura di me.
Vidi delle lacrime rigarle il volto e le sue mani fragili scivolarono dai miei polsi fino a raggiungere il collo. Lo stesso collo che fino a qualche ora prima aveva abbracciato con amore.
Mi strinse la gola con violenza. Ma niente avrebbe potuto uccidermi. Nemmeno la sua collera.
Presi la decisione peggiore di tutta la mia vita.
“Lilith” supplicò Daniel, allontanando le sue mani dalla mia gola “Lui non è…”
Prima che potesse aggiungere altro, lo ammonii “Daniel. Niente di ciò che dirai potrà mettere le cose a posto.” Ormai ne avevo la certezza.
“Ha ragione. E’ finita” Lilith lasciò la presa dal mio collo e in quel preciso istante il mio corpo crollò a terra devastato. L’avevo persa. Avevo perso l’amore della mia vita per sempre.
Incapace di reagire osservai Lei afferrare il contratto matrimoniale e scagliarlo nel fiume; la pergamena fu trascinata dalla corrente, si avvolse su stessa e affondò. Come il mio cuore.
“Spero di vivere mille anni e di avere mille figlie, così che possa esistere sempre una donna che maledica il tuo nome” Mi sputò in faccia, ma a me non importava più di nulla. La mia esistenza non aveva più senso. Si voltò e corse verso il tempio. Tutto ciò che rimase del nostro matrimonio distrutto. Era il ricordo del suo vestito bianco che volteggiava nel vento assieme ai suoi capelli rossi.  
Tesi la mano verso Daniele per farmi aiutare . Non ero neanche in grado si alzarmi da solo. “Hai una Stella saetta Daniel?” Volevo morire. Non esisteva più nessuna ragione per continuare a vivere. La Stella saetta era la mia unica speranza . L’unico strumento capace di uccidere un angelo caduto.
“No.” Rispose Daniel, ma sapevo benissimo che stava mentendo. “Non parlare così. Tornerà da te, altrimenti…”
“Sono stato ingenuo a pensare di poter amare una donna mortale come se nulla fosse”
“ Se solo gliel’avessi detto…” mio fratello era troppo stupido. Possibile che non aveva ancora imparato la lezione?
“Dirglielo? Dirle quello che mi è successo, che è successo a tutti noi? La Caduta e tutto il resto?” Come poteva sperare che  avesse compreso la nostra identità? Era da sciocchi.
“Forse ha ragione su di me. L’hai sentita: l’intero villaggio crede che io sia un demone. Anche se non osano pronunciare quella parola” avevano ragione tutti, ero destinato a diventare un mostro. Dovevo solo accontentarli.
“Loro non sanno nulla” cercò di dire Daniel, ma ormai era tardi.
“Per tutto questo tempo ho cercato di negarlo, ma l’amore è impossibile, Dani”
“No, non lo è” invidiavo la sua resistenza. Aveva perso Lucinda così tante volte eppure continua a credere nell’amore.
“Lo è, per anime come le nostre. Lo capirai, potrai resistere più di me, ma lo capirai. Alla fine saremo costretti entrambi a scegliere” la mia decisione l’avevo presa…
Daniel tentò di convincermi a non essere precipitoso, a non prendere la scelta  sbagliata, ma non c’era più niente che potesse fare per indurmi cambiare idea.
Non potevo morire, ma non ero obligato a continuare ad amare.
“Non tutti siamo così fortunati da essere legati al nostro amore da una maledizione” avevo pronunciato le soli parole in grado di ferire mio fratello.  Ma volevo anche lui provasse un po’ della mia sofferenza, sapevo che aveva visto morire il suo amore tante volte da conoscere perfettamente il dolore di perdere la persona amata, ma lui non poteva capire ciò che stavo provando io. Per Daniel era diverso, lui aveva la possibilità di amare Lucinda per il resto della sua esistenza. A me non era rimasto più niente di Lilith.
Vidi mio fratello diventare furioso. E poi accadde.
“E allora vai. Nessuno sentirà la tua mancanza.” Aveva ragione. Nessuno avrebbe sentito la mia mancanza.
Raddrizzai le spalle e distesi le braccia in alto, in  pochi secondi le ali si spiegarono sollevandomi in volo. Il loro colore era bianco  e luminoso, brillante come diamanti, scintillante come la neve baciata dal sole, ma man mano che procedevo nel volo, un nuovo colore si fece spazio tra le mie ali. Erano dorate. Capii che avevo appena scelto. Avevo scelto l’Inferno.
  
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