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Autore: Aura    08/09/2013    1 recensioni
Ivy soffre di emicranie. Quando le capitano non si ricorda più niente: non sa chi è, non sa chi ha intorno; viene perseguitata da un'immagine che non sa riconoscere, e non appena sembra più vicina a scoprire la verità scivola di nuovo nell'incoscienza.
Fino al blackout successivo: come una vita parallela quando si sveglia non ricorda quello che è successo, lo farà solo quando avrà un nuovo attacco di emicrania; come se il suo inconscio volesse ricordarle qualcosa, o qualcuno, che ha dimenticato.
– Paul dov'è lui? Dov'è Zach? – gli aveva chiesto, quasi urlando.
Lui l'aveva guardata con pietà, o almeno fu quello che Ivy lesse nei suoi occhi.
– Lo sai, non vuole avere più niente a che fare con te, in questi anni non è cambiato niente.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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blackout


***

Quando Ivy ricordò quell'amore travolgente e unico, il dolore di averlo perso le fece mancare il respiro.


***




Ivy e Zach erano due ragazzi come tanti, in mezzo a una folla nessuno avrebbe stretto l'inquadratura della telecamera su uno di loro; ma insieme erano qualcosa di unico.
Tutti i loro amici lo percepivano, se qualcuno li avesse chiesto cosa ne pensavano avrebbero risposto che Ivy e Zach erano sicuramente destinati a stare insieme fino alla fine dei loro giorni, ad amarsi in quella maniera così pazzescamente felice.
Il loro amore era felice, come se ogni momento lo scoprissero e ne festeggiassero, come se ogni loro bacio fosse il primo e l'ultimo. Ed era in qualche modo contagioso, perché la loro forza rendeva migliore chi li stava accanto, era un perenne promemoria dell'evidente impossibilità di accontentarsi di un amore che non fosse tale.
Si erano conosciuti quando Ivy aveva diciotto anni, nel marzo del 2131, o meglio, in quell'occasione fu Ivy a conoscerlo e a subire quello che comunemente si dice “colpo di fulmine”: non appena lo aveva guardato, dopo che lo aveva sentito ridere con un suo amico e raccontare qualcosa sull'esame che avevano appena sostenuto all'università, il suo mondo era cambiato e non era più stata capace di immaginarsi un futuro senza di lui.
La ragazza che le avevano appena presentato, Sasha, si era messa ridere:
– È mio fratello, vieni, te lo faccio conoscere!
Ma Ivy non si era mossa, tenendo ben piantati i piedi a terra.
– Non credo di potercela fare. – aveva detto, ancora trasognata. Poi aveva preso una birra e si era andata a rintanare in un angolo della festa, cercando di far rallentare il suo cuore che aveva preso a galoppare.


Zach l'aveva conosciuta sei mesi dopo, quando anche Ivy si era iscritta all'università. Aveva incontrato lei e Sasha che ripassavano su una panchina del parco del campus, approfittando delle ultime giornate calde, e Sasha era stata finalmente contenta di poterli presentare l'uno all'altro: aveva sempre avuto una sensazione riguardo a loro due, e non fu delusa quando vide la luce negli occhi del fratello mentre porgeva la mano a Ivy.
Si allontanò con la scusa di dover prendere dei libri che aveva dimenticato al dormitorio, sapendo che ormai la sua presenza era del tutto superflua.
Zach si era seduto accanto a lei.
– Che corso frequenti?
– Medicina. – Ivy era sorpresa: avrebbe giurato che non sarebbe mai stata in grado di parlare con lui, eppure in quel momento, per quanto felice, era in qualche strano modo anche a suo agio.
– Perché sorridi? – le aveva chiesto, sorridendole a sua volta.
Abbassò lo sguardo, mentre l'imbarazzo iniziava a farsi sentire.
– Mi piace la tua voce. – gli aveva confessato.
Zach le sfiorò la guancia.
– E a me piacciono le tue fossette.
Ma l'imbarazzo era misto a una strana felicità, una sensazione simile alla mattina di Natale: i regali erano una sorpresa, ma anche una conferma, perché li aveva aspettati e sapeva che sarebbero arrivati.
Così la sua razionalità non si intromise a frenarla, e lasciò che il suo cuore gioisse, mentre Zach la baciava: una sorpresa stupenda, ma al tempo spesso Ivy lo sapeva, era semplicemente destinata a lui.


Quando Paul gli chiedeva come mai avesse iniziato a fare coppia fissa con quella matricola, lasciandolo solo con i vantaggi e le difficoltà della vita da single, Zach alzava le spalle.
– È l'amore della mia vita, non potevo lasciarmela scappare. – diceva, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, riuscendo chissà come a risultare convincente.
Non era mai stato una persona sdolcinata e sognatrice, aveva sempre vissuto la sua vita in maniera piuttosto disincantata, e quell'affermazione era un semplice dato di fatto: non poteva essere altrimenti.
Non quando fin dal primo giorno aveva notato il rossore sulle sue guance e non ne era stato spaventato, non quando aveva scoperto che baciarla era più normale e necessario di respirare. Non dopo la volta che si erano addormentati uno di fianco all'altro, non dopo essersi svegliati, quando fecero l'amore per la prima volta, scoprendo come i loro corpi si incastrassero alla perfezione, quasi come se non fossero progettati per fare altro per tutta la vita. Poi Ivy non era solo quello, era anche il sorriso felice che gli faceva quando lo guardava, i baci che gli dava all'improvviso, le risate mentre lo prendeva per mano e iniziava a correre quando andavano in spiaggia. Era gli sbadigli che faceva mentre cercava di ripassare dopo una giornata al mare, soddisfatti e pieni di vita, era la luce fiera nei suoi occhi quando gli aveva mostrato i risultati del suo primo esame. Era il sussurro felice quando gli aveva detto di amarlo.
Ivy era ogni giorno, ogni ora, ogni minuto che la voleva nella sua vita.


Tre anni dopo non era cambiato niente, Ivy si sentiva esplodere d'amore e di felicità ogni secondo che stava con lui. Gli studi stavano andando bene, ed era fiera della persona che stava diventando, ma avrebbe lasciato tutto senza il minimo ripensamento, perché il fulcro più importante della sua vita era sempre e comunque Zach. Avrebbe potuto abbandonare la sua vita e andare a zappare le patate con lui, e la sua gioia non sarebbe stata minimamente scalfita.
Sapeva di essere fortunata, sapeva che in genere le persone non trovano la loro anima gemella a diciotto anni, e sapeva che il fatto che dopo anni le ginocchia le tremavano ancora per l'emozione ogni volta che lui la baciava era più unico che raro.
Per quello, quando aveva scoperto di essere incinta, era semplicemente stata ancora più felice: non aveva avuto paura per i suoi studi o per il fatto che fossero giovani; e quando poi aveva incontrato negli occhi di Zach la sua stessa felicità senza riserve sapeva che niente li avrebbe fermati.



***

gennaio 2143

– Paul dov'è lui? Dov'è Zach? – gli aveva chiesto, quasi urlando.
Lui l'aveva guardata con pietà, o almeno fu quello che Ivy lesse nei suoi occhi.
– Lo sai, non vuole avere più niente a che fare con te, in questi anni non è cambiato niente.

***





Febbraio 2135

Ivy ancora non sapeva di essere incinta, lo avrebbe scoperto un paio di giorni dopo; e la vita che stava crescendo dentro di sé le avrebbe fatto dimenticare per alcuni mesi la conversazione che aveva sentito per caso tra Zach e suo padre.
– Sei completamente impazzito? Non si rinuncia a queste occasioni, hai lavorato una vita per ottenere la borsa di studio.
– Non ne voglio discutere papà: è dall'altra parte del mondo, non lascerò Ivy.
– Butti il tuo futuro all'aria per una ragazzina?
– È lei il mio futuro, è più importante di quel master.
Le aveva parlato di quella borsa di studio: era il corso più importante a cui uno studente di scienze politiche potesse ambire, e le graduatorie erano praticamente impossibili da superare: solo tre persone su più di cinquemila in tutto il mondo potevano accedervi, e le aveva detto che una posizione nei primi cinquecento, alla quale puntava quando aveva fatto domanda, lo avrebbe avvantaggiato enormemente quando l'anno successivo avrebbe cercato lavoro come giornalista nella sezione politica dei principali quotidiani nazionali.
– Non capisci la fortuna che hai avuto? Tre persone su migliaia che hanno fatto domanda, e tu sei tra quei tre.
– Papà, non so più come dirtelo: non mi interessa: non è così che voglio vivere la mia vita.

Lei avrebbe rinunciato a tutto, ma non era pronta a come si sarebbe sentita nel sapere che anche lui lo faceva; sapere che si stava lasciando scappare un'occasione tanto unica le provocò una piccola crepa nel cuore: avrebbe voluto solo il meglio per lui, e le faceva male essere lei l'ostacolo tra Zach e la cosa migliore che potesse capitargli.

Poi quella conversazione le scivolò dai ricordi per qualche mese: quello che stava succedendo era più grande di loro, e di qualsiasi ambizione, in fondo; si sentivano fatti per amarsi, e un figlio in arrivo era la più forte prova tangibile che potesse esistere.
Ivy si incantava, guardando Zach parlare con la sua pancia: sembrava nato per essere padre, anche se si sforzava non riusciva a immaginare niente di più perfetto. L'aveva accompagnata a tutte le visite, e anche quella mattina di aprile era accanto a lei.

Ivy lo aveva capito non appena aveva letto lo sconcerto negli occhi dell'ostetrica, ma aveva fatto finta di niente, cercando di farsi forza, continuando a stringere la mano di Zach che ancora sorrideva.
Sfogò in quella frazione di tempo il suo lutto, in silenzio, nel petto un urlo soffocato, mentre il dottore si avvicinava all'ecografo e scambiava con l'ostetrica uno sguardo d'intesa.
L'avevano fatta rivestire e li avevano mandati in un altro ambulatorio, dove quel dottore con la voce lenta e pacata aveva detto quello che Ivy aveva già capito: il cuore di loro figlio aveva smesso di battere.
Lei aveva guardato per tutto il tempo Zach, incapace di distogliere lo sguardo dal suo viso quando anche lui stava capendo, come se stesse guardando un incidente al rallentatore.
Aveva visto la gioia scomparire dal suo volto, lasciando spazio al dolore, lo stesso che provava lei e che non avrebbe mai voluto vedere negli occhi della persona che amava più della sua stessa vita.

Zach era stato forte per lei, l'aveva consolata con le migliori parole possibili, dicendole che avrebbero avuto il loro bambino e la felicità di quel momento avrebbe scacciato via i brutti ricordi di quello che stavano vivendo.
Ivy era triste, sì, ma era preoccupata: non aveva avuto nessun segnale di quello che stava succedendo, aveva paura del perché fosse successo.

Il giorno dopo scese nel laboratorio della sua facoltà.
– Mike, l'altro giorno ti ho portato due campioni di sangue, ti ricordi?
L'assistente controllò il registro.
– Soggetto A e Soggetto B; i risultati per i test che mi hai chiesto dovrebbero essere pronti nel pomeriggio.
– Sto facendo delle modifiche nella mia ricerca, fai a tempo a fare un controllo sulla compatibilità procreativa?
Lui aggiornò il registro.
– Mi metto subito al lavoro, puoi passare a ritirarli verso le cinque.
A e B erano lei e Zach.



Era come se sapesse già il risultato, ancora prima di aprire la busta.
E nel frattempo tutte le sue convinzioni crollavano, una ad una: rivedeva la smorfia di dolore sul viso di Zach, mentre apprendeva che la gravidanza si era interrotta, ricordava la conversazione che aveva sentito mesi prima tra lui e suo padre.
Come potevano essere fatti per stare insieme, se poi di fatto la natura diceva che non era così? Se dovevano rinunciare a tutto l'uno per l'altro?
Ivy avrebbe rinunciato a tutto per stare con lui, l'unica cosa a cui si rese conto non poteva rinunciare era proprio la felicità di Zach.
Il foglio le scivolò dalle mani, cadendo beffardamente in modo che anche da terra potesse rileggere il risultato: Incompatibili.






Nda: Ho progettato questa storia come una one shot, ma al momento di pubblicarla ho iniziato a tentennare, dividendola in tre capitoli; per questo motivo la lunghezza dei capitoli sarà variabile, perché preferisco dividerli per contenuti piuttosto che per quantità di pagine, ecco perché l'ultimo capitolo sarà il più lungo.

Che dire, eccovi presentati Ivy e Zach, ma questo non è che il loro passato: da come si può intuire dalle ultime righe Ivy sta iniziando a maturare una decisione che li allontanerà. 

Al prossimo capitolo, il capitolo dei blackout! Ringrazio in anticipo chi si fermerà a scrivermi cosa ne pensa, a presto!

   
 
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