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Autore: Frank Ottobre    09/09/2013    7 recensioni
Sempre lo stesso incubo, sempre lo stesso sapore.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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                                                                                                                             Io non dimentico

                                                                                                                                 Capitolo 1

<< Sono passati anni ma quello che vedo non cambia mai. Sempre il solito Tommy. Sei sempre stato così tu, impaurito, debole… >>
 
Come al solito un "dolce" risveglio nella, ormai,  anche troppo familiare Whiteville City. Era sempre lo stesso. Non riuscivo più a dormire tranquillo, tentavo di addormentarmi creando il mondo perfetto, quello dove tutto ti va bene, quello dei sogni appunto. Niente. Sempre quell’ incubo. Sempre quel sapore.
Tentavo di dimenticare tutto mentre mi preparavo  per una nuova “splendida” giornata di scuola.
<< James? Sei sveglio? Presto o farai tardi >> si sentì dalle scale
<< Si, lo so, adesso scendo >>
Scesi le scale di fretta e furia.
Non mangiai neanche la buonissima colazione portafortuna che mi preparava mia nonna per giornate come quella.
<< In bocca al lupo! >> disse sorridendo
<< Crepi! >> risposi mentre chiudevo la porta
 
Per strada tentavo di ripassare le ultime formule. Ero nervosissimo e agitato.
Il test di chimica mi attendeva.
Mi stavo avvicinando con passo svelto all’ingresso della scuola. Erano tutti fuori che parlavano e giudicavano. Non mi sentivo a mio agio in pubblico, non sono mai stato uno a cui piaceva incrociare gli sguardi altrui. Velocizzai il passo per entrare subito in classe a ripassare ma soprattutto per evitare di stare ancora la fuori…
Ero sempre il primo ad entrare in classe e l’ultimo ad uscire. L’aula era illuminata dal timido sole mattutino. Accesi le luci e andai a prendere posto al primo banco. Tirai fuori i miei appunti che, in quel momento, valevano più di un milione di dollari per me. Iniziai a dare una letta veloce dove possibile, il test era importante e non volevo sbagliare.
<< Oh bene, sapevo di trovarti qui, ho bisogno del tuo aiuto >>
Alzai lo sguardo.
Era Liz , una delle poche persone con cui mi piaceva passare il tempo.
<< Di cosa avresti bisogno? >> risposi sorridendo perché sapevo che mi avrebbe chiesto qualcosa riguardante il test.
<< Pagina cinquantaquattro, Legami degli atomi, non ci capisco niente! >> disse preoccupata.
<< Ehm, non è un argomento che si può spiegare in cinque minuti >> risposi guardando l’orologio.
La campanella suonò. Anche gli altri stavano entrando ,pian piano, in classe.
<< Forza ragazzi non c’è tempo da perdere, mettetevi seduti e poi vi consegnerò tutto quello che vi serve >> era Mr. Lewis che puntuale come sempre era già dietro la cattedra a tirare fuori i test.
Liz era ancora davanti a me , immobile,  e mi sussurrò
<< Ti prego aiutami >> con tono disperato
Feci un cenno, l’avrei aiutata, se non altro ci avrei provato.
<< Signorina Jones, presto si vada a sedere>> disse Mr. Lewis agitando i fogli che aveva in mano.
Liz non disse niente e andò a sedersi subito al suo posto.
Mr. Lewis passò per i banchi a consegnare i fogli e una volta fatto si rivolse a noi
<< Molto bene. E’ inutile ripetere quanto valga questo test… quindi non mi rimane altro che augurarvi buona fortuna, ma se avete studiato non ne avrete bisogno. >>
Mr. Lewis era molto severo e vigile, specialmente nei giorni come quello. Nelle sue ore non si poteva minimamente pensare di copiare o altro, il metodo migliore era quello di prepararsi al meglio e studiare.
Il tempo a disposizione era poco.
Ero concentrato al massimo, talmente tanto che mi dimenticai di aiutare Liz.
Fui il primo a consegnare, ero soddisfatto. Ero sicuro di aver fatto bene.
Mentre ritornavo al posto per mettere via le mie cose rivolsi uno sguardo a Liz… era in difficoltà e fissava il foglio come per chiedergli di completarsi da solo.
Mi incamminai verso l’uscita.
Contento di aver fatto bene il test e pensieroso sempre a causa di quell’incubo…
 
<< Sono a casa >>
Attesi un paio di secondi. A casa non c’era nessuno. Posai lo zaino sulla sedia all’entrata e andai in cucina dove trovai un biglietto.
 
Sono da tua zia Amy, torno presto. La pasta è in microonde, scaldala per cinque minuti.
 
Ultimamente mia nonna andava molto spesso a trovare mia zia. Dopo quello che era successo le serviva un po’ di compagnia.
Io ,invece,  volevo solo stare per i fatti miei. Anche per me era dura.
Era sempre lo stesso, non cambiava mai, non volevo più chiudere gli occhi.
Quello che stava accadendo nell’ultimo periodo era qualcosa di indescrivibile. Una sensazione di disagio.
Non potevo non pensarci, non potevo dimenticare. Non era facile… svegliarsi tutti i giorni con il tormento di un incubo  e con il sapore del sangue in bocca. 

  
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