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Autore: felt0ned    09/09/2013    10 recensioni
Tre migliori amici ( Priscilla Clush, Clare Swallow e Robert Swallow) che affrontano un viaggio che cambierà le loro vite sentimentali.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Heart By Heart.
1° Capitolo.

<< Sei l'unica che mi capisce Prix; andremo a quel concerto, qualsiasi cosa accada.>>, disse Clare buttandosi sul letto con il telefono all'orecchio : << non capiscono.>>. << Clare, abbiamo un solo giorno prima dell'uscita dei biglietti. Come facciamo? Abbiamo 17 anni, e dobbiamo attraversare l'Inghilterra per arrivare a Londra, ho detto di nuovo a mamma che saremo responsabili, ma dice che siamo comunque troppo piccole per un viaggio simile. Abbiamo 17 anni, non 12. >>.
Clare fece un sospiro, quasi strozzato per le lacrime che scendevano sul suo pallido viso. << Clare, vado.. ci vediamo domani mattina. Solita ora, solito posto. Troveremo un modo.. Buonanotte piccola. >>. << Notte Prix, grazie per prima. Hai ragione, ce la faremo. " Non potete da sole perché siete troppo piccole " e gne gne gne.>> sbuffò Clare. << Notte ancora Prix, ti voglio bene. >>.
Sapevo che non ce l'avremmo fatta; mia mamma quando dice una cosa è quella, non cambia mai idea, lo fa raramente. ' Però tentar non nuoce ' pensai, e la mattina seguente avrei di sicuro riprovato, cercando di smuovere il lato dolce e comprensivo di mia madre. Era il 15 Ottobre, una nuvolosa giornata di quelle tipiche inglesi, ed ero seduta in cucina con la colazione già pronta davanti a me. << Buongiorno tesorino >> disse con un tono amorevole mia madre. << Dormito bene?>>. Feci un sospiro e alzai le sopracciglia. Volevo che capisse, ma non mi guardò. << Beh, in realtà no. Sai che giorno è oggi vero? >>. Si girò come se fino a poco fa lo avesse dimenticato, come se per lei fosse un fatto chiuso a prescindere. << Priscilla, ti ho detto che non puoi andare. Due ragazze di 17 anni non possono andare da sole da qui a Londra per un concerto, in uno stadio poi. Non se ne parla. Mi fido di voi due, mi fido anche di Clare, conosco la sua famiglia da quando mi sono sposata, ma non mi fido degli altri, Prix. Lo capisci che non è per te che non ti mando..?>>. Deglutii, e mi girai. Non volevo guardarla negli occhi. Credevo che sarei scoppiata a piangere, ma non lo feci. Non volevo che mi vedesse crollare, e poi la vendita dei biglietti era quel giorno alle sei di sera, qualcosa sarebbe potuta cambiare. Mio fratello minore sembrava quasi che fosse contento. Non lo faceva per cattiveria, ma era proprio nella sua indole; Luke ama infinitamente tormentarmi. Uscii di casa tranquillamente, infilai le cuffiette nelle orecchie per aspettare lo scuola bus, premetti la riproduzione casuale e partì More Than This. I miei occhi divennero da bianchi latte a rossi fuoco, ma trattenni le lacrime, presi il bus e arrivai a scuola.
I miei migliori amici erano Clare e Robert Swallow. Sono fratelli, infatti passiamo la maggior parte del nostro tempo insieme, e soprattutto a casa loro. Robert ha due anni più di noi, non che lui ce lo faccia pesare, ma è davvero un tipo in gamba, per la sua maturità sembra più grande. E' un po' il ragazzo che tutte vorrebbero, perché è dolce, simpatico, intelligente, e per molte ragazze è sexy. Io non lo noto, è come un fratello per me, ma sono abbastanza gelosa di lui. Io e Clare invece è come se fossimo la stessa persona. Non sentite mai parlare di Clare o di Priscilla ( io preferisco farmi chiamare Prix, ma ok), ma di Clare e Priscilla. Siamo tre migliori amici inseparabili, come quelli dei film o dei libri.
Arrivai a scuola, ma quel giorno non avevo davvero voglia di essere in quel posto.
<< Prix che fai, non saluti? >>. Mi voltai, e c'erano Robert e Clare che mi aspettavano appoggiati su una colonna. << Oh dio, scusate ragazzi ero sovrappensiero. Stavo pensando a quello che mi ha detto mia madre.. Come state? >> . << CHE TI HA DETTO TUA MADRE ?>> dissero i fratelli all'unisono, e io feci una smorfia: << Abbiamo di nuovo parlato del concerto. Mi ha detto che due ragazze di 17 anni da sole non possono andare a Londra per un concerto in uno stadio, e che si fida di noi, ma non per gli altri. Se avessi 18 anni andrebbe bene, ma 17 no? Che senso ha? >>. Clare era demoralizzata. Robert invece fece una smorfia di felicità, pensavo ci stesse prendendo in giro. Lo guardai male, e subito ci disse: << Ma siete stupide o cosa? Non vuole che andate da sole, vi manderebbe se qualcuno vi accompagnasse. >>. Lo guardammo sorprese. Come ho detto prima io e Clare abbiamo un rapporto speciale, e la maggior parte delle volte pensiamo la stessa cosa nello stesso momento. Ci guardammo e capimmo subito che avevamo pensato la stessa cosa. Robert si era quasi spaventato. << Vedi Robert.. tu hai 19 anni compiuti, porti la macchina, la mia famiglia si fida ciecamente di te.. >> Robert fece una faccia strana, aveva intuito sin dal principio che glielo avremmo chiesto, e sembrava come se si volesse far pregare. << E dai Robert, aiuta tua sorella e la tua migliore amica. E poi andremo a Londra, anche tu ti divertirai ! Sarà fantastico. >> lo implorò Clare. << Non sarai tu che distruggerai il nostro sogno, vero? >> disse con un tono dolce. Robert guardò Clare, e poi me. Allora ,con una faccia di uno che sta per dire di no in modo subdolo, disse: << e va bene. >> e io e Clare ci guardammo felici come non mai e lo abbracciammo all'istante. Non credevo che sarebbe stato lui a realizzare il nostro sogno.
Eravamo raggianti, convinte che ora nulla poteva fermarci. Alle lezioni, eravamo attente e concentrate. Mai successo prima di quel giorno. Per la prima volta quando andai a mensa ero convinta che avrei mangiato ognuna di quelle schifezze assurde che servivano, pur di ottenere ciò che desideravo. Mentre mangianvamo, avevamo deciso che saremmo andati subito a parlare con le nostre mamme. Uscimmo da scuola e visto che Robert era venuto in motorino, andò da solo verso casa mia, e io e Clare andammo con lo scuola bus. Quando scendemmo dal mezzo non eravamo più raggianti come prima però. Eravamo arrivate a quel punto dove devi scoprire se le tue speranze erano vere, oppure qualcosa che ci eravamo puramente immaginate. Ci guardammo tutti e tre. Clare aveva chiamato la mamma prima dell'uscita di scuola, ed era addirittura già dentro, perché la macchina era parcheggiata fuori. Volevamo avere una certezza, e magari la mamma degli Swallow avrebbe convinto la mia.
Appena entrammo, non ci diedero il tempo di posare le giacche che le mamme vennero incontro a salutarci. Io e Clare quasi tremavamo. Robert mi guardò e mi sorrise, quasi come se volesse dirmi che ce l'avremmo fatta. Presi forza, e dissi a mia madre quello che pensavo: << Mamma, abbiamo chiamato anche Marie per potervi parlare. Beh ecco, oggi tu hai detto che due ragazze di 17 anni non possono andare da sole fino a Londra per un concerto. Ma se ci accompagnasse qualcuno di un po' più grande di noi? >>. Mia mamma aveva capito. << Non se ne parla ugualmente Prix. Ha sempre 19 anni.>>. Incredibile come aveva distrutto i nostri piani, le nostre speranze in tre secondi. Noi tre ci guardammo distrutti. Marie Swallow invece ci guardò e sorrise. Non capivo che senso avesse ridere in quel momento.<< Ma perché no Isabelle? Sono tre ragazzi che si conoscono sin da quando sono nati, e mi fido di mio figlio, e anche delle nostre due ragazze. Non dovranno lasciare il paese, faranno un viaggio fra fratelli di appena una settimana. Non sono poi così tanti kilometri. Prenderanno il treno, e poi si muoveranno tranquillamente, Robert è già andato a Londra con la scuola. Sarà un'esperienza totalmente nuova per loro.>> disse la signora Swallow. Io, Clare e Robert non potevamo crederci. Ci lanciammo un'occhiata felice. Mia madre non aveva detto niente, però avevamo un sì a favore. Dopo poco la mamma fece: << Robert le accompagnerai al concerto?>>. Robert guardò mia madre come se gli avesse fatto una domanda sciocca, ma non aveva capito : << Ma certo, che le lascio da sole al loro destino? Ci penso io. >>. << No Robert. Loro vogliono andare in platea. Non possono andare da sole. Le accompagnerai anche dentro? >>. Robert sgranò gli occhi. "Dentro? A sentire i One Direction? Stava scherzando? " pensò il ragazzo. Poi si girò verso si noi. Ormai aveva detto di si. Cosa le sarebbe costato entrare per due ore per assistere ad un concerto? Tanto sarebbe dovuto rimanere lì con noi fino all'apertura dei cancelli, perché non ci avrebbe mai lasciate lì da sole per tutte quelle ore. << E va bene dai, le accompagno anche dentro. Farò le foto. >>. Guardai mia mamma; non capivo, le aveva detto che ci avrebbe accompagnate anche dentro, e lei non diceva nulla. Poi sospirò e parlò: << Robert mi fido di te >>. Andai ad abbracciare mia madre, Marie e i ragazzi. Ce l'avevamo fatta! Salimmo di corsa su per le scale per connetterci e aspettare di poter prendere i biglietti. Ora il mio sogno era reale. Fra due mesi avremmo visto i One Direction, li avremmo sentiti cantare, finalmente il nostro sogno di poter essere sotto quel palco e cantare a squarcia gola insieme e loro si era avverato; avrei anche passato una settimana intera a Londra con i miei migliori amici. Io e Clare eravamo troppo emozionate, ballavamo e cantavamo canzoni dei ragazzi, e Robert era collegato per prenderci i biglietti, e a pianificare il viaggio. Mi sembrava contento anche lui, se non fosse che avrebbe voluto tapparci la bocca per due secondi in quel momento. Io giustificavo il fatto che cantavamo le canzoni in quel modo così le avrebbe imparate. Lui rideva e faceva finta di tapparsi le orecchie.
Erano le 17.57, Clare che non ce la faceva a rimanere lì in camera per vedere se ce l’avremmo fatta a prendere i biglietti, e scese sotto con mia madre per preparare qualcosa per la cena. Io rimasi su con Robert,e  anche se ero troppo in tensione rimasi su, non potevo lasciarlo da solo. Lo pizzicavo sul braccio, mi piace dargli fastidio; anche a lui piace darmi fastidio. << Non distrarmi, altrimenti poi darete la colpa a me se non ce la farò e io non voglio vederti triste. >>. Era sempre dolce con me ( a differenza del rapporto che aveva con la sorella che si dicevano le peggiori cose in segno di affetto), e ogni volta mi colpiva questo suo lato. Ora erano le 18.01: erano usciti i biglietti. Nel tentativo di prenderli, l'acquisto fallì. Mi stava cadendo il mondo addosso. Mi alzai dalla sedia e mi misi in finestra. Dopo dieci minuti lo vedevo che ancora era lì sul computer. Non ce la facevo più ad aspettare. Dopo tutto quello che avevamo fatto, non eravamo riusciti a prendere i biglietti? Ero tutta concentrata su la mia delusione, quando da dietro una voce mi fece sobbalzare: << Allora, l'apertura dei cancelli è alle 16, zona prato, sezione verde. >> mi disse Robert dentro l’orecchio. Spalancai gli occhi, emisi uno di quei gridolini di gioia e gli diedi uno di quegli abbracci che si scordano difficilmente. Mi sorrise come solo lui sapeva fare, poi lo presi per mano e scendemmo giù facendo finta di essere tristi. Quando arrivammo in cucina Clare era già in pigiama. Avevamo deciso che per la notte sarebbero restati da noi. La mia migliore amica era bella anche in pigiama, e aveva la sua cascata di capelli mori legati in una coda fluente. La guardammo in modo che pensasse che non ce l'avevamo fatta. Lo sguardo di Robert e il mio si incontrarono e subito disse alla sorella :<< Clare ecco.. non ce l'ho fatta. I posti che volevate voi non ci sono più, in più non mi fa comprare nessun altro biglietto.. però ho trovato i migliori posti che ci sono per quel concerto, quindi..>>. Clare fece un urlo di gioia, e di nuovo ci abbracciammo tutti e tre. Adesso avevamo la certezza che li avremmo visti, che tutto quello che avevamo desiderato fin da quel momento si era avverato. Era così surreale, che quasi non ci credevamo. Così andammo su in camera mia a festeggiare.
Nella sera eravamo tutti in cucina, con il nostro laptop e sceglievamo l'hotel, l'orario del treno e tutto il resto. Robert come la sorella, si era messo il suo "pigiama". In realtà non era proprio un pigiama, comprava comunque dei vestiti che gli piacevano per poterli indossare come pigiami, portava infatti una canotta blu che esaltavano i suoi piccoli riccioletti castani, e un paio di pantaloni larghi color sabbia. Per casa usa una montatura di occhiali da vista, che a parer mio gli stanno benissimo. Clare dice che gli danno un look di uno di quei modelli di abiti "montati". Non mi chiedete perché. Parlando sempre di pigiami io avevo il peggiore fra tutti: me lo aveva preso mia madre il giorno prima credo, ed era orribile. C'erano orsetti rosa dappertutto. Così misi solo il sotto, e per il sopra indossai una canotta bianca, con delle ciabatte ( quelle non le avrei mai abbandonate ahah) enormi con sopra un mini unicorno, e i miei capelli mossi ed estremamente mori legati con un fermaglio. Quando scesi per andare a mangiare con i ragazzi, Robert mi fissò un attimo, poi si girò e fece una piccola risata mentre cercava degli hotel su internet. Mi sedetti sullo sgabello e cominciammo a mangiare.

  
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