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Autore: Trich    09/09/2013    3 recensioni
Motivi per cui il quartiere di Rose Tyler e del suo strambo fidanzato
corse il rischio di restare disabitato.

Solitamente non sono una fan di Ten 2.0, ma questa raccolta mi stava chiamando da un po'. Da ieri mattina, in realtà. Ma sono una persona piuttosto impulsiva. Non ho idea di quando aggiornerò, ma essendo un'insieme di one-shot, non c'è il problema dell'ansia. Yeah.
Green Lane numero 17, l'indirizzo di Rose e del Dottore nell'universo parallelo.
Fluff, credo, e scene idiote, di sicuro. Yeah di nuovo.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10 (human), Rose Tyler, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“La vecchina sembrava così innocua”
 
 
La prima volta che accadde si erano trasferiti da poco nella nuova casa. Steccato bianco e cassetta della posta,  proprio così. Stavano disfacendo l’unico scatolone che avevano portato dalla villa dei Tyler, pieno di cianfrusaglie che Rose aveva raccolto nel tempo passato nell’universo 2.0, quando il campanello suonò. Se in un primo momento il Dottore aveva pensato ad un’irritante Jackie pronta per un ulteriore round di “Be’, se proprio volete andare a vivere insieme, sappiate che mi aspetto dei nipotini prima della fine dell’anno! Non pensate mica che io sia stupida, so bene cosa facevate dentro quella cabina… Più grande all’interno… Bah! Tutte scuse, alieno perverito che non sei altro…”, dopo un attimo di riflessione si rese conto (non senza un sospiro di sollievo) che quella non era la solita scampanellata di cinque secondi made-in-Jackieland che precedeva sempre il suo arrivo.
Nonostante queste riflessioni, aprì la porta con cautela. La prima cosa che notò furono le scarpe, un paio di pantofole viola vecchio stile che coprivano quasi per intero la scritta di benvenuto dello zerbino. La proprietaria delle scarpe, una signora dai capelli bianchi ed una specie di kimono orientale, era in piedi di fronte a lui, con un recipiente circolare tra le mani.
“Buongiorno,” sorrise gioviale. “Sono Miss Maple. Abito nella casa accanto”. Indicò la suddetta casa con un cenno della testa, poi avvicinò il piatto coperto di carta argentata al Dottore.
Lui lo osservò pensieroso per un attimo, poi allargò la bocca in un sorriso esaltato. “Splendido! Semplicemente splendido! E io che pensavo che questo genere di cose accadessero solo nei film. È incredibile quante cosa si possano scoprire in questo modo! È così casalingo! Cos’è, una torta? Geniale, davvero. E immagino l’abbia fatta lei? Per darci il benvenuto nel quartiere? Ma è meraviglioso! È passato parecchio tempo dall’ultima volta che qualcuno mi ha regalato una torta. Non ci avevo mai pensato prima, ma probabilmente è proprio questo, ciò che mi mancava! Una torta!”
Miss Maple lasciò il piatto nelle sue mani. “Sì, ehm, benvenuti nel quartiere. Spero che vi troverete bene, qui…”. Con aria titubante, si avviò lungo il vialetto che portava fino al cancello pitturato di fresco.
"A presto!" la salutò felice il Dottore, chiudendo di nuovo la porta.
“Rose!” chiamò, raggiungendola di nuovo nella cucina. “Miss Maple ci ha portato una torta!”
Rose sollevò le sopracciglia, voltandosi a guardarlo. “Chi diavolo è Miss Maple?”
“È la nostra vicina, Rose! Abita nella casa accanto e ci ha portato una torta per darci il benvenuto nel quartiere! Non è fantastico?” Posò il piatto sul tavolo e tolse la carta argentata. “Mi passi un coltello?”
“Non abbiamo coltelli, Dottore.”
“Oh. Sì, è vero, hai ragione. Oh, le forbici andranno bene. Basterà disinfettarle con il cacciavite… ecco, così andrà benissimo. Ma dovremmo risolvere la faccenda dei coltelli, sai. E delle forchette”.
“Ed i piatti”.
“Le lampadine”.
“Domani. Ora passami una fetta di quella torta”.
Il Dottore lasciò una scia di briciole sul pavimento nel passare un pezzo di dolce a Rose (le forbici non erano il mezzo adatto per tagliare un dessert, decretò) e se ne prese una per sé. “È davvero interessante, questa faccenda. Secondo te dovremmo portare anche noi delle torte ai vicini, per- OH SIGNORE CHI HA MESSO QUESTA ROBA DENTRO LA TORTA?”
Sputò ciò che restava del dolce sul tavolo, procedendo poi a pulirsi la lingua con le dita per eliminare ogni altra briciola rimasta. Ma ormai il danno era fatto.
Rabbrividì, deglutendo, e si volto verso di Rose. “Perché non mi hai detto che c’erano delle pere, qui dentro?”, esclamò, prendendo cautamente in mano il resto della torta.
Rose represse una risata. “Perché non ne avevo idea,” replicò, scuotendo la testa. “L’ultima volta che ho controllato eri tu quello con i sensi paranormali”.
Il Dottore sembrò smarrito per un momento. “Ma- ma questo è un colpo basso! Non mi aspettavo una cosa del genere! La vecchina sembrava così innocua…”
“Ha messo delle pere, Dottore, non del cianuro”.
“L’avrei preferito. Almeno sarei morto velocemente e non avrei dovuto aspettare che questo sapore mi andasse via dalla bocca. Papille gustative ipersensibili, ricordi? Mi resterà per seeecoli.”
“Forse dovresti comprarti uno spazzolino”.
Il Dottore annuì. “Al più presto. Ma prima…”
Sotto lo sguardo sconvolto di Rose, lanciò la torta fuori dalla finestra aperta.
“Questa è una casa libera da pere. Dovrei scriverlo sulla porta. In più lingue, possibilmente. Pears-free. Potrebbe andare”. Si sfregò le mani con soddisfazione, rivolgendo a Rose un sorriso radioso.
“Hai lanciato la torta fuori dalla finestra.”
“Già!”
“Con il piatto.”
“Cos- oh. Ah, sì, è vero.”
“Avremmo dovuto renderlo a Miss Maple.”
“…”
“…”
“Be’, sarà per la prossima volta.”

Dovette passare tempo prima che Miss Maple smettesse di cambiare marciapiede ogni volta che incontrava il Dottore.



Bonjour!
Lo so, è piuttosto inutile, ma mi diverto a scrivere questa roba quasi quando mi diverto a leggerla. 
Ah, Ten.
*Ore e ore di sospiri ripetendo che le manca David Tennant, niente da togliere a Matt, ma Tennant... ahh*
So benissimo che la roba delle pere è esagerata (o forse no), ma insomma, mmm. No, okay, non ho scuse.
   
 
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