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Autore: Nerea_V    09/09/2013    6 recensioni
'Concentrati sulle cose semplici.
Semplice a dirsi. L’unica cosa che riuscivo a percepire era la superficie dura e fredda su cui ero stesa. Cercai di aprire gli occhi, ma nonostante sentissi le palpebre alzarsi non notai alcuna differenza. All’inizio vedevo una leggera luce, ma presto neanche quella mi raggiunse più e non vidi altro che buio attorno a me'
[NON FINITA - non so se o quando la finirò... scusate]
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ben Breaden, Claire Novak
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Leaves are fallin’ all around, time I was on my way
Thanks to you, i’m much obliged for such a pleasant stay
but now it’s time for me to go, the autumn moon lights my way
for now I smell the rain, and with it, pain
and it’s headed my way
Aw, sometimes I grow so tired
but I know i’ve got one thing I got to do.
 
A-ramble on, and now’s the time, the time is now
Sing my song, I’m goin’ ‘round the world, I gotta find my girl
On my way, I’ve been this way ten years to the day
Ramble on, gotta find the queen of all my dreams.
 
 
 
 
Concentrati sulle cose semplici.
Semplice a dirsi. L’unica cosa che riuscivo a percepire era la superficie dura e fredda su cui ero stesa. Cercai di aprire gli occhi, ma nonostante sentissi le palpebre alzarsi non notai alcuna differenza. All’inizio vedevo una leggera luce, ma presto neanche quella mi raggiunse più e non vidi altro che buio attorno a me. Nonostante tutto non riuscii a farmi prendere dal panico, sentivo la mia coscienza lentamente spegnersi e scivolare via insieme ad una strana sensazione di calore, che scorreva viscida da quella che doveva essere la mia testa. Cercai di forzare la mia memoria, per tirare fuori qualche altra informazione da quello che mi stava succedendo, ma più mi sforzavo più i ricordi sembravano sparire.
Sentivo sempre più freddo e la mia mente si ritrovò a vagare nei luoghi dove tutto era cominciato.
 
 
 
- Corri!- Gridò una figura che si precipitò verso di me, afferrandomi per un braccio. La forza con cui mi tirò dietro di lui, mi spinse a seguirlo a tutta velocità, senza capire effettivamente cosa stesse succedendo e chi fosse l’ombra che mi trascinava.
Ero confusa dal suo arrivo precipitoso, dalla sua urgenza. Poi mi tornò in mente perché ero lì. Stavo cercando i due ragazzini rapiti da un wendigo la settimana scorsa. Non potevo allontanarmi da lì, non prima di averli trovati.
Piantai i talloni a terra mentre cercavo di divincolare il braccio dalla sua presa. – Che fai?! Dobbiamo andarcene subito ragazzina!-
Ragazzina?! A me? Ma chi si credeva di essere quello. Senza più esitare girai il braccio attorno alla sua presa e spinsi la sua spalla a terra, storcendola in una posizione davvero molto scomoda. Era stato lui a cercarsela in ogni caso.
- Che diavolo fai?- Sbottò lui scioccato dal mio movimento improvviso.
Lo fissai in volto. Sembrava un ragazzo giovane, di bell’aspetto. Per quanto avevo intravisto prima era alto quanto me, forse di poco più alto, e magro, ma da quanto sentivo sotto la mano che lo teneva fermo era anche piuttosto muscoloso. Aveva un ammasso di capelli neri e mossi che a causa della corsa gli cadevano scompigliati e alcuni erano appiccicati per via del sudore al suo volto. Bocca sottile e incredibili occhi nocciola. Da quella distanza potevo anche vedere le piccole pagliuzze dorate che spuntavano qua e là, colpite dalla poca luce che arrivava in quella grotta.
Poi sentii un rumore di passi dal fondo del corridoio in cui ci trovavamo. Girai la testa di scatto, stava arrivando. Lasciai andare il ragazzo per cercare il mio lanciarazzi e la mia torcia, che avevo lasciato cadere, poi afferrai la figura sotto di me in malo modo, rimettendola in piedi, e la spinsi in una rientranza laterale. Abbastanza lunga per nascondercisi dentro, nelle ombre.
- Ti avevo detto che dovevamo andarcene.- Protesto in tono sommesso il ragazzo massaggiandosi la spalla ancora indolenzita.
- Se tu non avessi gridato poco prima, probabilmente non se ne sarebbe accorto. Anzi sono sicura che i tuoi piedini leggeri non abbiano attirato la sua attenzione mentre correvi a perdifiato qua sotto.- Dissi acida.
Non capivo ancora cosa ci facesse li sotto, ma di sicuro era un’altra palla al piede da portare fuori incolume e se non uccidevo subito la creatura sarebbe stato un grosso problema.
- Ragazzina, non sai di cosa stai parlando. Qui c’è in gioco la vita…- Iniziò lui, ma non lo lasciai finire.
- La vita di molte persone. Lo so. E non chiamarmi ragazzina!- Protestai. – Aspetta… Non mi dirai che un pivello come te è un cacciatore?- Chiesi desiderosa che chiedesse ‘che diavolo c’entra la caccia qui?’.
- Ehi non sono un pivello!- Rispose invece lui e io sbuffai esasperata. Anche questa mi toccava. Stare dietro a un novellino che non sa fare il suo lavoro. – E’ solo che non ho mai cacciato un wendigo. Quando me lo sono trovato davanti ho provato a dargli fuoco, ma deve avermi visto arrivare perché un attimo dopo era sparito.-
- I wendigo sono molto veloci, probabilmente si è spostato dal tuo raggio d’azione e poi si è messo a seguirti. Inoltre hanno un udito a dir poco eccezionale.- Dissi io. – Sarebbe meglio tacere quindi.-
Mi sporsi fuori dal cunicolo per vedere dove era andata a finire la creatura e la vidi a un centinai di metri da noi. Mi ritrassi velocemente e feci cenno al ragazzo di impugnare l’arma, sperando che in quella poca luce mi vedesse. Fortunatamente capì, ma non avevo tempo ne possibilità di spiegargli il mio piano, l’essere era troppo vicino e ci avrebbe sentito. Quando la creatura fu a pochi metri dall’imboccatura della rientranza, gli feci segno di uscire allo scoperto. Così lui, pensando che io lo seguissi e gli coprissi le spalle, uscì e punto il suo lanciafiamme improvvisato verso la creatura. Questa non si fece perdere in contro piede e subito scartò, andando alle spalle del ragazzo. Io nel frattempo sgusciai fuori dal vicolo il più silenziosamente possibile per riuscire a prenderlo senza che si accorgesse di me. Purtroppo qualcosa andò storto. Non sapendo quel’era il mio piano il novellino si girò di scatto verso la creatura dietro di lui e mi coprì la visuale di tiro. Imprecai tra me, e mentre cercavo una nuova angolazione il wendigo colse di sorpresa il ragazzo e gli assestò un colpo alla stessa spalla che gli avevo storto poco prima. Lui si accasciò gemendo a terra e io sparai il mio razzo, che però non andò a segno. La creatura alzò lo sguardo verso di me e poi fuggi via, nell’oscurità.
- Maledizione!- Sbottai andando verso la figura a terra che si teneva la spalla.
Lo aiutai ad alzarsi e gli controllai la ferita. Aveva due lunghi tagli che gli prendevano dalla spalla fino al pettorale, la maglietta già imbrattata di sangue. Sospirai, pensando che doveva fare un gran male. – Dove diavolo eri finita?- Chiese lui senza riuscire ad avere un tono duro, ma gemendo di tanto in tanto per il dolore.
Mi slacciai la camicia a maniche lunghe che avevo legato in vita e con l’aiuto dei denti strappai alcuna strisce di stoffa, iniziando ad avvolgerle attorno alla sua spalla, il più lentamente possibile. – Volevo coglierlo impreparato mentre si concentrava su di te.- Dissi annodando l’ultima striscia.
- Mi hai usato come esca?- Chiese scioccato guardandomi. Io alzai le spalle tranquilla e lui sospirò. – Queste cose in genere si dicono prima di un attacco!- Sbottò alla fine.
- Non avevamo tempo e lui ci avrebbe sentito. Così addio effetto a sorpresa.- Dissi.
Lui imprecò a bassa voce. – Avrei potuto rimetterci la pelle.- Disse guardandomi serio.
- Ma non è successo. E questa dopo, se proprio ci tieni, te la rimetto a posto io. Per scusarmi.- Mi chinai a riprendere la mie cose e lui fece lo stesso.
Ci guardammo attorno per capire in quale dei tre cunicoli inoltrarci. – Dobbiamo trovare quei ragazzi.- Dissi io.
- Penso di sapere dove sono.- Rispose lui. – Quando l’ho attaccato la prima volta era vicino a un ingresso, sembrava molto più largo lì dentro. Magari è la sua tana.- Disse.
- Meglio di niente. Proviamo ad andare lì.- Annuii.
Lo seguii lungo quel labirinto di tunnel mentre proseguiva sicuro verso la meta. Mentre camminavamo mi soffermai a pensare al ragazzo che avevo di fronte a me. Guardandolo bene in faccia sembrava essere ancora un ragazzino, ma dall’atteggiamento dimostrava già parecchia maturità. Dopotutto non si giudica mai un libro dalla copertina, e visto che lui si ostinava a chiamarmi ‘ragazzina’ tanto valeva dimostrare se lo ero davvero oppure no.
Così mentre procedevamo, chiesi. – Allora tu quanti anni hai?-
- Non dovevamo tacere?- Chiese. Non aveva tutti i torti, ma nonostante tutto io zitta non ci riuscivo a stare per più di qualche minuto.
- Era per rompere la tensione e rilassarci un po’. A quei ragazzi non servirà il nostro aiuto se arriviamo con i nervi a fior di pelle, sparando al minimo rumore.
Lui sospirò. – Ne ho diciannove.- Disse lui risoluto.
- Bene. Allora il ragazzino sei tu.- Risposi io schietta e contenta di constatare che ero io la più grande.
- A vedere i tuoi comportamenti non si direbbe. Sembri proprio una bambina, che giudica la maturità e la bravura solo dall’età.- Disse lui. – Tu quanti anni avresti?-
- Io ne ho ventidue.- Risposi concentrandomi su un piccolo rumore proveniente da u cunicolo laterale. – Però forse adesso è meglio tacere. Mi sa che siamo vicini e non voglio farmi scoprire prima di mettere in salvo i ragazzi.-
Il silenzio calò sul cunicolo in cui ci trovavamo. Il corridoio si faceva sempre più stretto e ad un tratto eccolo aprirsi su una stanza più grande. Più che una stanza era una specie di grotta, non molto grande, dal cui soffitto scendevano alcune stalattiti. In lontananza si sentiva l’eco di piccole gocce d’acqua che cadevano, ma quello era l’unico suono.
Mi inoltrai cauta, cercando di vedere se il mostro fosse lì dentro, ma non notai niente. Seguita a ruota dal ragazzo mi diressi verso l’altra parte della stanza, che da dove eravamo intravedevamo solo. Arrivati lì mi si strinse il cuore in una morsa. Nonostante ci fossi ormai abituata, non potevo non provare quell’orrenda sensazione ogni volta che trovavo le vittime delle creature che cacciavo.
Appesi a delle catene per i polsi, c’erano tre figure. Le due ragazze sembravano solo stordite, e con parecchie ferite superficiali, ad una prima occhiata, sparse per il corpo. I vestiti stracciati in più punti. La terza persona invece era quella messa peggio. Era un signore più vecchio rispetto alle ragazze, probabilmente un parente andato con loro a fare una passeggiata nel bosco, ed era molto pallido. Avvicinandomi per vedere se c’era battito, per fortuna c’era, notai un ampio taglio sul lato sinistro della faccia e la mancanza dell’orecchio sempre da quel lato del viso completamente sporco sangue incrostato.
- Aiutami a tirarli giù e cerca di svegliarli. -  Dissi.Così insieme all’aiuto dell’altro cacciatore li slegammo dalle catene e li adagiammo a terra. Poi presi a scossare e schiaffeggiare una delle due ragazze, che pian piano ripresero conoscenza, cominciando a tremare terrorizzate. Nel frattempo presi a cercare di svegliare il signore, senza risultati. Mi accorsi relativamente del ragazzo accanto a me che cercava di tranquillizzare le giovani, spiegando loro la situazione, quantomeno a grandi linee. – Dobbiamo andarcene.- Dissi dopo aver sentito un rumore proveniente dal tunnel dal quale eravamo venuti e guardandomi intorno fino ad identificare l’entrata di un altro corridoio. – Sei venuto da lì?- Chiesi speranzosa.
Lui annuì. – Sì c’è un’uscita diretta sul bosco.- Disse in conferma.
- Perfetto.- Dissi, poi guardai le ragazze che avevano preso a fissarmi. – Sentite, adesso vi portiamo fuori. Trasporteremo noi il signore fuori. Voi ce la fate a camminare?- Chiesi.
Una delle due annuì, mentre l’altra mi guardò preoccupata. – Quando il mostro mi ha preso sono inciampata. Penso di avere una caviglia rotta.- Disse con voce quasi inudibile.
Mugugnai infastidita. – Okay.- Dissi poi tornando concentrata sulla riuscita del mio piano. – Tu.- Dissi indicando l’altra. – Dalle una mano a camminare.- La ragazza annuì guardando preoccupata l’altra. - Mi dispiace ma dovrai sopportare un po’ di dolore se vuoi uscire viva da qui.- Finii tornando a guardare la ragazza ferita. Un altro rumore provenne dal tunnel, molto più vicino. – Bene allora andiamo.- 








Angolo autrice
Ok, eccomi qui con una nuova storia. E' un lancio nel vuoto per me, quindi siate clementi.
Ci sono molti misteri che pian piano si sveleranno, dovrete avere pazienza perchè è una storia che ho intenzione di tenere per le lunghe se tutto va bene. Questo soprattutto a partire dal fatto, vi avverto subito, che non aggionerò molto spesso. non ho ancora finito di scrivarla e quindi andrò molto a rilento perchè non ho molto tempo a disposizione, ma ci tenevo a pubblicarla.
Vi assicuro però che ho già tutta la storia in mente, si tratta solo di arricchirla e scriverla.
Detto questo, ho anche un banner pronto per lei, ma nonposso ancora pubblicarlo, per motivi che scoprirete poi, ma non vedo l'ora di farvelo vedere >.<
Comunque spero vi piaccia e spero che lasciate un commentino dopo averla letta, anche una critica. Basta che mi facciate sapere il vostro parere ;)
A presto!
 
  
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