Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |       
Autore: _Cthylla_    10/09/2013    2 recensioni
Freezer si sente minacciato. Qualcosa, o qualcuno, lo osserva. Lo ascolta. Nella sua vita "perfetta" in cui è lui ad avere il controllo su tutto si è aggiunta una variabile imprevista...l'ultimo esponente di una razza ormai estinta.
Cosa vuole da lui? L'ombra è veramente lì per cercare di fargli del male?
O è solo una sfortunata creatura che è finita lì per caso?
A questo punto...non resta che leggere e scoprirlo.
- Avviso: qui non esistono Goku, Vegeta e nessun altro sayan. Niente "scimmioni", ragazzi, mi dispiace.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cooler, Freezer, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ombre'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

= L’ombra della minaccia =

 

 

 

 

 

 

Era da qualche tempo che Freezer aveva notato che nel suo palazzo a Pianeta Freezer n.1 c’era qualcosa che, come dire, “non tornava”.

Non che si trattasse di veri e propri problemi, ma niente e nessuno avrebbe mai potuto togliere all’icejin quella sensazione; una bella sfortuna per chi gli si trovava attorno, perché non era piacevole avere a che fare con Freezer le poche volte che era inquieto.

Erano sensazioni che facevano sentire il tiranno addirittura un po’stupido, e questo lo faceva innervosire ancora di più: il grande Freezer non era stupido.

Eppure...

Sbuffò nervosamente entrando in bagno. Ecco, di nuovo quella sensazione, e anche stavolta non focalizzava neanche bene il perché.

Ah.

Ecco cos’era.

I bagnoschiuma erano stati messi in ordine di colore e, per quanto fosse un tipo precisino, non era stato lui. Magari era stata la schiava che faceva le pulizie, ma non l’aveva mai fatto prima d’ora.

Bagnoschiuma in ordine di colore, candele anch’esse messe in ordine di colore e disposte in modo perfettamente equilibrato, il letto senza nemmeno una minuscola piega in cui anche le lenzuola e le federe dei cuscini sembravano essere state stirate, le sue battle-suit nell’armadio messe in fila dalla più alla meno consunta…

Solitamente l’ordine gli piaceva, perché ordine significava controllo, e il controllo per lui era tutto; eppure tutta quella precisione gli dava l’effetto contrario, perché non era un “ordine” voluto da lui, ma da qualcun altro che sembrava essersi intromesso nella sua vita, nella privacy della sua stanza.

« mandami la schiava delle pulizie. Subito! » ordinò seccamente a Zarbon attraverso un comunicatore.

lo faccio immediatamente. –

La faccenda era snervante. Il pensiero di uno sconosciuto che metteva le mani tra le sue cose lo mandava quasi in bestia, e a quel punto c’era solo da sperare che si trattasse davvero della schiava delle pulizie; d’altra parte quello era il suo lavoro, e se fosse stato come sperava lui avrebbe solo significato che era diventata particolarmente solerte nello svolgere i suoi compiti, il che era un bene, più per la schiava che per lui: meglio lavorava, più tardi lui l’avrebbe sostituita, e di conseguenza lei avrebbe vissuto di più.

La schiava arrivò tremante due minuti dopo, domandandosi cos’avesse fatto, e convincendosi che Freezer l’avrebbe uccisa. Senza dire una parola il tiranno la condusse fino in bagno e le mostrò i bagnoschiuma e le candele.

« li hai messi tu così? » le chiese in tono secco.

La schiava osservò a bocca aperta quel che le stava mostrando. Che gusto! Che equilibrio! Che precisione! Lei non c’entrava niente, ma le sarebbe piaciuto avere tanto senso estetico. « i-in verità no, grande Freezer. Ho pulito e riordinato quel poco che c’era da pulire e riordinare » disse piano la schiava « Lei è sempre stato molto ordinato signore » osò aggiungere « ma ultimamente non trovo polvere nemmeno nelle superfici più nascoste ».

Proprio come temeva. La schiava non c’entrava, e quindi era opera di qualcun altro. « erano già così quando stamattina hai pulito?»

La schiava scosse la testa. « no, signore»

« hai notato qualcosa di strano entrando, o mentre eri qui, o quando sei uscita?

« no, signore » rispose la donna, a capo chino, pensando che quella fosse la conversazione più lunga che avesse mai avuto con il suo padrone. Freezer annuì lentamente, per poi congedarla con un cenno del capo.

Ringraziando il proprio dio la schiava uscì dalla stanza più in fretta che poteva.

Rimasto solo, Freezer se ne andò in terrazza a riflettere. Ecco, aveva avuto la prova: qualcuno entrava nella sua stanza dopo che la schiava delle pulizie se ne andava. Ma chi? E perché questo qualcuno avrebbe dovuto mettersi a pulire? No, non aveva proprio senso.

Che sotto quel rimettere in ordine si nascondesse una minaccia?

Che significasse “visto, anche se sei il guerriero più forte della galassia io posso entrare in camera tua quando voglio, e magari anche ucciderti”?

La potenza di Freezer solitamente lo metteva al riparo dalla paura verso qualunque avversario, ma l’idea di poter essere ucciso, come il pensiero di invecchiare e morire in sé, lo spaventava terribilmente -anche se non l’avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura- e anche l’idea di non avere il controllo su tutto lo spaventava ancor di più.

Di queste sue fobie avevano pagato lo scotto i sayan, giusto tre giorni prima, quando aveva distrutto il loro pianeta temendo che la leggenda del super sayan potesse avverarsi: aveva fatto esplodere il pianeta Vegeta, e lo aveva fatto in una delle sue forme depotenziate.

Controllo, controllo, la questione era tutta lì, e la situazione attuale alla fine lo avrebbe fatto impazzire.

« tanto ti scoverò prima o poi! » sibilò rientrando in camera, rivolto al nulla « dove sei? Dove sei?! » aprì l’armadio, guardò dietro le tende, aprì all’improvviso la porta del bagno, guardò sotto il letto, guardò perfino sotto i cuscini stropicciando federe, lenzuola, coperte…

Nel farlo sentì una specie di verso di disapprovazione che lo fece sussultare. « dove sei?!! »

Ma non ci fu risposta, e il rilevatore non segnalava altre presenze oltre alla sua. Che si fosse immaginato tutto? No, impossibile.

« non so chi sei o che cosa vuoi, ma quando ti troverò -perché  prima o poi succederà- te la farò pagare cara per tutto questo! »

Quanto casino per dei bagnoschiuma in ordine di colore! A tal proposito, decise che era meglio andare a farsi un bagno, che magari gli avrebbe calmato i nervi.

Aprì la porta, e fu a quel punto che guardandosi nello specchio vide qualcosa di nero alle sue spalle.

« ti ho visto! » esclamò, voltandosi di scatto e sparando un potente raggio letale…al nulla.

Ci fu un’esplosione, il suo colpo aveva divelto il muro. Bel disastro, ci mancava solo quello, adesso.

« eppure io SO che ci sei! Io lo so! » esclamò.

« grande Freezer, va tutto bene? » gli domandò Dodoria facendo capolino da quel che restava del muro, attirato dall’esplosione.

« sì. Va tutto benissimo. Ho solo pensato che fosse ora di ristrutturare la stanza » disse il tiranno, voltandosi ed entrando in bagno con estrema nonchalance « voglio che tutto sia a posto tra due ore, chiaro? ».

Detto questo chiuse la porta.

« avete sentito cos’ha detto il grande Freezer! Vuole tutto a posto tra due ore! Muovetevi! » esclamò Dodoria, rivolto a dei soldati. Zarbon arrivò poco dopo.

« ma che è successo? »

« lo ha fatto ancora » fu la lapidaria risposta del brutto alieno rosa.

« ah ».

Entrambi osservarono la porta del bagno, piuttosto inquieti. Ovviamente si erano accorti anche loro del fatto che ultimamente Freezer sembrasse sul punto di dare completamente di matto. Non era la prima volta che distruggeva la sua stanza, e una volta l’avevano sentito borbottare qualcosa riguardo a un intruso che metteva in ordine le sue cose e lo spiava. Come se fosse stato possibile!

La distruzione del pianeta Vegeta tre giorni prima era stata un’ulteriore conferma che la sanità mentale del loro capo fosse decisamente a rischio. Si poteva distruggere un pianeta alleato per una stupida leggenda?!

« non pensi che dovremmo dirlo a qualcuno? » fu la cauta domanda di Dodoria.

« a chi? A suo padre? A suo fratello? E dici che ci prenderebbero in considerazione? Ah, macché. Forse sta solo passando un periodaccio » fu la risposta di Zarbon, che non voleva guai.

« è da un mese che si comporta in modo strano, Zarbon! E i suoi “periodacci” sono pericolosi, e… che cos’è?! » allibì Dodoria vedendo qualcosa di scuro comparire per un attimo alle spalle di Zarbon per poi sparire immediatamente. Quest’ultimo si voltò.

« di che parli? »

« mi era parso di avere visto…ah, lascia stare. Probabilmente mi sto soltanto facendo contagiare da Freezer ».

 

 

 

@@@

 

 

 

La stanza era a posto, i soldati andati, ma Freezer sentiva di dover assolutamente fare qualcosa. Non poteva continuare in quel modo, a perdere la testa ogni due per tre e a vivere col pensiero di essere costantemente osservato.

Si sdraiò sul letto. « cosa vuoi da me? » domandò al vuoto « vuoi farmi impazzire? Vuoi uccidermi? Caschi male. Non cederò allo stress, e nessuno può uccidere l’onnipotente Freezer, mettitelo in testa ».

Ovviamente non ci fu risposta, come era successo prima. In compenso Freezer notò che i soprammobili erano stati disposti diversamente da com’erano messi in precedenza, con più gusto.

« e non capisco che senso abbia questo rimettere in ordine le mie cose ».

Silenzio, completo silenzio. Testardamente, Freezer fece un nuovo controllo con il rilevatore. Niente. Eppure lui sentiva che c’era qualcuno, e che questo qualcuno lo stava ascoltando e osservando.

« lo so che ci sei » ripeté « se proprio non vuoi farti vedere fatti almeno sentire, maledizione, perchè parlare da soli è da matti, e io non lo sono. Anche se probabilmente i miei uomini stanno cominciando a credere il contrario… ».

Nulla.

« …e la colpa è tua. Ma voglio essere generoso: se adesso ti farai vedere di tua spontanea volontà non ti ucciderò, cosa che invece accadrà, se ti troverò da solo, e puoi stare sicuro che prima o poi ci riuscirò ».

Non era un discorso molto incoraggiante per far uscire qualcuno che stava nascosto  presumibilmente per paura, e infatti non ottenne risultati.

« come vuoi tu. Allora si fa a modo mio. Sei qui da un mese, probabilmente conosci la Squadra Ginew e il potere di Guldo di fermare il tempo. Posso chiedergli di farlo in qualsiasi momento, senza preavviso. Lui fermerà il tempo,  ti intrappolerà, e a quel punto la pagherai per quel che stai facendo ».

Ancora silenzio.

Il tiranno sentì un rumore nel bagno, e si precipitò subito a controllare, ma non vide nessuno. Solo che il tappeto era stato raddrizzato, gli asciugamani ripiegati e messi ordinatamente uno sopra l’altro, mentre i bagnoschiuma e le candele erano di nuovo come Freezer li aveva trovati.

In preda ad un nuovo scatto di rabbia l’icejin buttò tutto quanto all’aria.

Quella storia doveva finire.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Passarono due giorni, nei quali Freezer contattò la Squadra Ginew ordinando loro di recarsi immediatamente al suo cospetto.

La squadra di mercenari era in parte lieta e in parte inquieta per quella convocazione improvvisa: stavano radendo al suolo un pianeta, come da ordini, e se Freezer aveva detto loro di sospendere l’operazione per raggiungerlo immediatamente doveva essere successo qualcosa di grave.

« per cosa pensate che sia? » chiese Recoom agli altri.

« non ne ho idea, ma penso sia qualcosa di estremamente serio, altrimenti Freezer non ci avrebbe fatti venire qui con tanta urgenza ».

Camminarono in silenzio lungo i corridoi bui. Dovevano ammettere che Freezer sapeva come gestire gli spazi per far sì che le sue povere vittime si spaventassero a sufficienza prima di incontrarlo: in tutto l’ambiente c’erano due luci piuttosto fioche, per giunta tremule, che creavano ombre su ombre somiglianti a demoni fuggiti dall’inferno.

Non che questi fossero nulla in confronto a Freezer.

« eccoci…Gees, dov’è il tuo rilevatore? » si stupì Barter.

« che? Ce l’ho addosso! Dov’è il tuo piuttosto!...eh…hai ragione, non c’è più! »

« ehi, nemmeno io ce l’ho più! » esclamò Guldo.

« io neppure! » allibì Recoom.

« e anche il mio è scomparso. D’accordo, questo è strano » mormorò Ginew, arrivando finalmente a destinazione « eccoci, grande Freezer ».

« era ora ».

Ginew notò immediatamente che Freezer era veramente tetro quel giorno. Lo si capiva già da come muoveva la coda. « cos’è successo? »

« come mai non avete i rilevatori addosso? »

Preso in contropiede, Ginew non seppe cosa rispondere, quindi fu Gees a parlare. « li avevamo, ma mentre eravamo nel corridoio sono scomparsi ».

Si aspettarono che Freezer lo rimproverasse aspramente per una tale idiozia, ma così non fu, e lo videro annuire lentamente. « quindi avete notato da soli che qui c’è qualcosa di strano. Ho motivo di credere che nel mio palazzo si sia introdotto qualcuno che, non so per quale motivo, non riesco a trovare » disse, sorprendendoli « e che oltretutto ci ha appena sfidati. Non pensiate che vi abbia rubato i rilevatori perché altrimenti l’avreste localizzato, con lui non servono: nonostante io avverta la sua presenza, i rilevatori non lo fanno ».

« questo è impossibile. I rilevatori avvertono la presenza di ogni essere vivente…»

« evidentemente le cose non stanno così, no Ginew?! Altrimenti l’avrei già trovato!» “anche se effettivamente non mi spiego questa cosa” aggiunse mentalmente.

Per quel che ne sapeva Freezer, non erano molte le specie che potevano nascondersi dai rilevatori, e anche per loro il problema era stato risolto calibrando quegli aggeggi in maniera che li trovassero.

“Anche se in effetti… sì… a pensarci meglio ci sarebbe qualcuno che i rilevatori non potrebbero mai trovare” rifletté.

Quella che gli era venuta però era un’idea impossibile, dato che gli icejin di razza Shadow, più comunemente chiamati shadowjin, si erano del tutto estinti con la grande guerra che aveva decimato gli icejin e distrutto il loro pianeta natale.

Gli shadowjin erano abbastanza rari, e stando ai racconti di suo padre oltre che una razza a parte formavano anche una “casta” a parte; non era molto comune che interagissero con gli altri icejin, e si sposavano solo con appartenenti alla loro stessa razza.
Si riconoscevano facilmente, tutti quanti avevano la pelle completamente nera e gli occhi rossi, variava solo il colore delle loro biogemme, ma non era solo il colore della pelle a distinguerli dagli altri: gli shadowjin, semplicemente incrociando le braccia davanti al petto,  potevano nascondersi nelle ombre o diventare loro stessi tali per diverse ore, il che li rendeva delle perfette spie, perché… come rilevare il livello di combattimento di un’ombra?
Sfortunatamente per loro, tale abilità andava a discapito del resto dei loro poteri. Come a dire che, una volta bloccate loro le braccia e tolta loro la possibilità di diventare ombre, erano finiti.
I clan icejin, dietro cospicui pagamenti a quella razza che mai si era mischiata con loro, avevano utilizzato le capacità degli Shadow, che durante la guerra non avevano capito a favore di chi schierarsi: non erano riusciti a mettersi d’accordo, così si erano divisi tra i vari clan, ed era stata la loro fine.
Se tutti quanti avessero servito il clan Cold probabilmente ne sarebbe rimasto qualcuno, ma così non era stato: si erano dunque uccisi tra loro, o erano stati uccisi dai vari clan icejin quando scoperti, e avevano finito per estinguersi.

« hai ragione. Hai in mente qualcosa di preciso? »

« l’intruso non potrà nascondersi per sempre. Se Guldo fermerà il tempo senza preavviso, avrà buone possibilità di trovarlo e intrappolarlo. »

« ottima idea, come sempre del resto » concordò Ginew « tutto chiaro Guldo? »

« sicuro. Quando dovrei?... »

« senza preavviso vuol dire senza preavviso » disse Barter « magari l’intruso adesso è nascosto proprio qui, e se diciamo quando fermerai il tempo si nasconderà particolarmente bene ».

« hai sentito? » Freezer si rivolse al vuoto « ultima chance di mostrarti prima che ti troviamo da soli. Vieni fuori! Adesso! »

Dal soffitto caddero, uno dopo l’altro, i rilevatori della Squadra Ginew, ognuno in testa ai rispettivi proprietari.

« è lassù!!! » Recoom sparò un colpo energetico, senza ottenere altro risultato che danneggiare la volta della stanza.

Freezer pensò che chiunque fosse forse aveva paura di lui -certo che ce l’aveva, tutti temevano l’onnipotente Freezer- ma a giudicare da quel che aveva fatto sembrava non temere per nulla la Squadra Ginew, o il potere di Guldo di fermare il tempo.

« così facendo non otterremo nulla se non distruggere il mio palazzo! » li fermò Freezer seccato « attenetevi al piano. E tu » guardò verso il soffitto « vivi nel terrore, d’ora in poi ».

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: _Cthylla_