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Autore: plubuffy    10/09/2013    1 recensioni
-Ti parlavo di Taemin… - quando calò per alcuni attimi il silenzio, si trattenne a stento dall’imboccare la porta e mantenere la sua promessa – Taemin, ricordi? Il mio fidanzato? Che ti ho presentato ieri, per la miseria?!
-Oh, Taemin, certo! Ehm... qual è il problema?- chiese Jonghyun staccando il mouse dal pc e nascondendolo sotto al letto- non si sa mai.
Onestamente, Minho era sicuro che l’altro non avesse la più pallida idea di chi stesse parlando, ma decise di passarci sopra, sia per la sua salute che per quella di Jonghyun.
-Hyung…sono in crisi – piagnucolò infossando la testa fra le braccia, così che la sua voce giunse distorta e a stento comprensibile.
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Taemin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hola a todos!

Non ci credo, sto finalmente pubblicando qualcosa sugli SHINee! *^*

Che dire? È una fanfiction scritta a 4 mani con la mia Duckie ( Umpa_lumpa ) e si può dire che ha fatto più lei che io çç
La ha anche betata! Santissima papera che è <3 Comunque, era da tanto che volevamo scrivere una storia insieme, magari non troppo impegnativa e così eccoci qua, è un caso che sia uscita proprio questa coppia e questo prompt però siamo state fortunate! Lei scrive parecchio sulla 2Min (per farmi felice) e questa è la mia OTP preferita, perfetto no? I_I

... Non penso ci sia altro da aggiungere, speriamo che vi piaccia e se vi va di lasciarci qualche parere *sparge cuoricini*

Buona lettura,
Duckie and Me :3

 

 

                        ps. rimetto i link della papera, questo è quello di efp  mentre questo è quello di wordpress (:

 

 

Tre erano i grandi drammi della vita di Minho, secondo la sua modesta opinione: l’aver perso quella partita di calcetto in quarta elementare per colpa di un fallo male attribuito, la sua attuale vita sentimentale con i suoi fin troppi numerosi scompensi –non che si sarebbe mai abbassato a definirli tali- e, dulcis in fundo, l’aver scelto proprio Jonghyun come suo migliore amico.

-Hey, ma mi stai ascoltando? – domandò seccato, gettando un’occhiata sul cellulare che stringeva in mano.

Dall'altra parte del ricevitore il più grande sobbalzò
 - Sì sì- rispose senza prestare poi molta attenzione al suo amico, era troppo impegnato a non perdere mentre giocava al pc.

Minho tirò un lungo, rabbioso sospiro.

-Jjongie – esordì con un tono pseudo-zuccheroso – se non la pianti di giocare a diablo, vengo lì a casa tua solo per schiaffarti il mouse giù in gola

-...okay, qual era il motivo della tua chiamata?- rispose spostandosi dal computer. Non è che temesse molto Minho, ma, quando arrabbiato per un qualche “serio” motivo, poteva veramente essere pericoloso, e lui alla sua gola ci teneva... meglio non rischiare.

Il più piccolo, dal canto suo, sembrò soddisfatto di aver recuperato l’attenzione del suo amico (almeno per il momento).

-Ti parlavo di Taemin… - quando calò per alcuni attimi il silenzio, si trattenne a stento dall’imboccare la porta e mantenere la sua promessa – Taemin, ricordi? Il mio fidanzato? Che ti ho presentato ieri, per la miseria?!

-Oh, Taemin, certo! Ehm... qual è il problema?- chiese Jonghyun staccando il mouse dal pc e nascondendolo sotto al letto- non si sa mai.

Onestamente, Minho era sicuro che l’altro non avesse la più pallida idea di chi stesse parlando, ma decise di passarci sopra, sia per la sua salute che per quella di Jonghyun.

-Hyung…sono in crisi – piagnucolò infossando la testa fra le braccia, così che la sua voce giunse distorta e a stento comprensibile.

Okay, l’amico si rese conto che forse doveva cercare di sforzarsi un po' per ricordare cosa il suo migliore amico gli avesse detto in quella mezz'ora… facile.

Qualcosa con Taemin... e dei ragazzi... Taemin voleva fare una threesome con Minho? No era escluso.

Ah! I suoi ex, ora era chiaro, Minho e la sua dannata gelosia e dannata pure la sua voglia di competere!

-Minho-ah, sei davvero un demente, sono ormai storia vecchia, perché ancora ci pensi?-

-No, tu non puoi capire – bofonchiò, senza rendersi conto di sembrare una quindicenne incompresa in piena fase di autocommiserazione –  immagina di sentirti ripetere in continuazione “ah, sei il nuovo ragazzo di Taemin?”! E’ frustrante hyung! Non sai nemmeno quanto! –concluse piccato.

Se Jonghyun gli fosse stato di fronte, avrebbe goduto dello spettacolo di quel gigante preso a gesticolare furiosamente in direzione del vuoto, disegnando chissà quali strane cose nell’aria. Sarebbe stata una scena alquanto buffa, ma d’altronde Minho era così preso dalla sua agitazione da non realizzare quanto potesse apparire ridicolo per un osservatore esterno.

Ci mise alcuni interminabili secondi a calmarsi un poco e recuperare il respiro.
Solo allora si rese conto di un dettaglio che gli era sfuggito – un particolare che mandò la calma faticosamente riconquistata a farsi benedire.

-Mi hai per caso chiamato idiota, dumbhyun?

Jonghyun ridacchiò, Minho stava avendo una crisi veramente inutile.

-Porta rispetto per il tuo hyung! E comunque capisco che ti possa dare fastidio, ma non credi di star esagerando? Ti ha mai messo al confronto con loro?-

Il più piccolo decise di concedersi qualche istante per fare mente locale – sbraitare contro il più grande poteva anche essere divertente, ma per una volta che gli stava facendo la grazia di starlo davvero a sentire, era meglio approfittarne.

-…no – si decise infine ad ammettere.

L’adrenalina di qualche attimo prima si era spenta tutto ad un tratto, il tempo di rendersi conto di essere cotto di Taemin al punto tale da comportarsi in maniera così stupida.  Avvertì l’improvviso bisogno di lasciarsi andare a peso morto sul divano – un cuscino morbido ad attutire la caduta ed un sofferto sospiro sulla punta delle labbra.

-Ecco, hai visto?! E' inutile che ci stai a pensare! ti fai troppe pippe mentali, non fai capire a Taemin che hai, e, cosa più importante, fai perdere a me del tempo prezioso. Diablo mi sta aspettando!- esclamò non del tutto serio- era vero che per parlare con lui aveva dovuto interrompere la sua partita proprio sul più bello, ma era comunque il suo migliore amico e poteva anche smettere di giocare per un po'.

-Ora perché non te ne esci un po' con lui e torni in te stesso? Così che siamo tutti più felici?-

-…ti dirò hyung, non riesco a capire se il tuo è un consiglio da caro amico o solo un espediente per levarmi dalle scatole – ridacchiò Minho.

I suoi occhi a palla si erano assottigliati in due fessure e le labbra si erano increspate in un piccola risata prima ancora che potesse fermarle.
Tra l’altro conosceva Jonghyun da abbastanza tempo da poterselo immaginare sorridere dall’altra parte della cornetta – caloroso e sincero- e chissà per quale motivo quel pensiero lo rincuorava ancor più.

-Comunque, hai ragione. Voglio dire…io sono molto meglio di qualunque ex possa mai aver avuto, giusto? Ed anche se così non fosse, lo diventerò. Lo diventerò di certo. Non è così?

-Oh ecco che sei tornato in te! Ma non fare cose stupide, o mi toccherà consolarti se Taemin ti lascerà! Ora, che ne dici di lasciarmi finire di giocare? Tu non hai altro fare? Non devi vedere il tuo ragazzo o fare qualsiasi altra cosa che non implichi dare fastidio a me?- disse fintamente serio, ma stava già andando a ripescare il suo mouse da sotto il letto.

Il diretto interessato fu quasi tentato di rispondere ad almeno una delle svariate provocazioni dell’amico –“non sono certo io quello che sembra avere il quoziente intellettivo di un chihuahua” gli avrebbe potuto ad esempio dire- , ma alla fine lasciò correre, grato dell’aiuto che gli era stato offerto.

Ad ogni modo quando sentì l’altro armeggiare con chissà cosa dall’altra parte, non poté trattenersi dal lanciare almeno una piccola frecciatina.

-Hyung, non mi dirai che hai nascosto il mouse sotto il letto, vero? – le sue parole furono accompagnate da un ghigno malizioso –no, perché sappi che mi sarei portato comunque appresso il mio per precauzione

Fece appena in tempo ad udire un piccato borbottio – “è così che si ringraziano gli amici?!”- che la sua attenzione fu catturata da un tonfo sordo proveniente dall’ingresso.
Quindi si affrettò subito a chiudere la chiamata, non solo ricordandosi a stento di salutarlo, ma anche ignorando di sana pianta qualunque commiato l’altro potesse offrire.

Taemin fece un mezzo inchino quando Jinki, il coinquilino di Minho, gli aprì la porta- gli era simpatico quel ragazzo, sempre con il sorriso sulle labbra.

Si tolse le scarpe all'ingresso e si diresse verso il salotto dove lo aspettava il suo ragazzo che aveva appena posato il cellulare sul divano.

-Ehi- gli sorrise facendogli ciao con la mano

-Ehi –sorrise Minho di rimando.

La sua fronte era appena un poco imperlata di sudore, complici il caldo e l’agitazione di poco prima. Sebbene non avesse fatto nulla di male, si sentiva come un bambino colto con le mani in fallo.
Era grato che Taemin avesse scelto quel momento per arrivare.

-Ma tu non dovresti essere a lezione a quest’ora? – domandò curioso, una volta posatogli un leggero bacio sulle labbra.

Taemin arrossì poco sulle guance- non si era ancora abituato a quei gesti- sorridendogli.

-Sì, ma all'ultimo ci hanno avvisato che il professore aveva spostato la lezione, perciò ho pensato di passare qui- mentre parlava si era buttato malamente sul divano, schiacciando probabilmente il telecomando sotto i cuscini.

-Oh sai che mentre camminavo per venire qui, ho incontrato DaeJung? Te lo ricordi, quello con i capelli biondi e azzurri? Mi ha fermato e ci siamo messi a chiacchierare. Chiacchierare…era lui che parlava e io annuivo, che andavo di fretta! Che vuoi che m'importi di come se la sta passando? Può anche attraversare i binari di un treno mentre sta per arrivare per quello che mi riguarda-

Il più grande annuì distrattamente, facendo un piccolo cenno a Taemin per farlo spostare un poco più di lato.

-No, non lo ricordo – bofonchiò.

Le sue mani un po’ ruvide scivolarono con lentezza sul polso del compagno e gli occhi seguirono con avidità le sue stesse dita che giocavano con uno dei svariati braccialetti lì avvolti.

In realtà lo sapeva fin troppo bene chi fosse, ed era proprio quello il problema.

Sì, ne era consapevole che quella non fosse una tragedia, ma nondimeno Minho sentì la sua ritrovata serenità scivolare via, confusa fra le sue ansie, le raccomandazioni di Jonghyun e il terrore che Taemin potesse leggere il tumulto che lo travagliava nelle sue sopracciglia aggrottate e nella leggera smorfia che gli storceva la bocca.

Ma perché questi, con tante persone al mondo, proprio un ex-fidanzato doveva incontrare?

Taemin, dal canto suo, non aveva minimamente notato il malumore del più grande, troppo preso a giocherellare con il cellulare e a farsi mille problemi su come chiedergli un favore

-Ah, tu dopodomani sei libero?- gli chiese un po’ nervoso senza alzare lo sguardo –No, perché se sei libero ti dovrei chieder… se però non lo sei fa nulla, cioè non è niente di così importante…credo, comunque davvero…-

Era piuttosto buffo vedere il suo fidanzato balbettare in quel modo, con le mani appena un poco tremanti per l’agitazione.
Quel suo strano atteggiamento aveva di certo colto l’attenzione del compagno e acceso in lui un piccolo di curiosità – un’utile distrazione dai suoi cupi pensieri.

-Sì, non mi sembra di aver nulla da fare. Avevi in programma qualcosa?

Il piccolo alzò finalmente lo sguardo fissando la spalla di Minho

-Uhm, dopodomani arriva mia madre e devo andare a prenderla alla stazione, e volevo chiederti se ti andrebbe di accompagnarmi- nella sua voce traspariva ancora del nervosismo e iniziò a giocherellare con le mani del suo ragazzo pur di calmarsi un po'.

Quest’ultimo tentò di nascondere il suo sguardo perplesso di fronte a quell’atteggiamento così bizzarro.
Gli riusciva difficile comprendere il perché di tanta agitazione – che poteva mai essere chiedere un piccolo strappo?
Taemin aveva forse paura che il suo fidanzato fosse così tremendo da lasciare sua madre appiedata?
Forse riteneva Minho meno cortese dei suoi ex-fidanzati?

Perché no, lui era un dannato gentleman.
E sì, lo era certo di più di quel tal DaeJung .
Un gentleman, si rassicurò ancora una volta con stizza.

-Certo, perché no? Non è un problema – rispose con una punta di indifferenza – verso che ora? Così avviso Jinki-hyung di lasciarmi la macchina.

-Davvero?- un sospiro di sollievo lasciò le labbra di Taemin ora sorridente e molto più calmo di prima.

-Oh non immagini quanto mi faccia sentire meglio, è che è la prima volta che presento un mio fidanzato a mia madre e sapere che la cosa non ti dà fastidio mi fa sentire più calmo!-

Ci volle del tempo perché quelle parole si registrassero nella mente di Minho, affollata da un confuso turbinio di ansie e malefici DaeJung.
Ad ogni modo, non appena il suo cervello fu in grado di processare la situazione, uno sguardo perso fu tutto ciò che riuscì ad offrire al suo fidanzato.

-Come, scusa?
Era certo che quella fosse stata un’allucinazione acustica o qualcosa del genere. Aveva sicuramente immaginato tutto e, chissà, magari non esistevano nemmeno un Taemin o un Daejung.

 

-Beh sì, mia madre insiste di voler conoscere il mio fidanzato…gli anni passati non mi sembrava per niente una buona idea, anzi. Ora invece se tu sei d’accordo, mi piacerebbe presentartela… che ne dici?-

Il tono di voce andava via scemando, finendo con il diventare quasi un sussurro.

 

Taemin teneva tantissimo a far conoscere Minho a sua madre, anche se era parecchio nervoso all’idea. Sperava che il suo ragazzo riuscisse a calmarlo e che ne fosse felice, ma dalla sua reazione, non lo sembrava affatto.

 

Se solo Taemin avesse potuto leggergli il pensiero però, avrebbe scoperto che lo sguardo imbarazzante da pesce lesso che il suo compagno sfoggiava nascondeva ben altro.

Minho lo osservava, un poco rapito dall’agitazione del più piccolo e lusingato da ciò che gli era stato appena detto.
Per quanto stupido potesse sembrare, era certo che il petto gli stesse scoppiando dalla gioia –e per una puntina di nervosismo- a quella notizia.

Strano ma vero…Jonghyun ci aveva preso con le sue consulenze amorose.

 

-…però, se c’è qualche problema, possiamo sempre lasciar stare…- mormorò incerto Taemin non appena vide la strana espressione del più grande.

 

Fu solo allora che Minho si decise a tornare nel mondo degli esseri umani.

 

-No! Aspetta! – quasi gridò. Poi, rendendosi conto di aver un poco esagerato (se l’espressione sconvolta del più piccolo ne era una qualche indicazione), riprese con tono più basso: - non c’è problema, davvero.

 

Dovette dare fondo a tutte le sue riserve mentali per trattenersi dal dire qualcosa di troppo, specie una volta osservato il sorriso timido che increspò le labbra di Taemin (e forse anche le sue).

Quella strana euforia che gli scuoteva il petto fu tutto ciò di cui ebbe bisogno per accantonare le sue preoccupazioni in un cantuccio lontano e la malcelata contentezza che leggeva sul volto dell’altro bastò a farlo sentire ancora più innamorato di prima.
Forse era un po’ sciocco, ma al momento non gli dispiaceva poi molto.

 

-Quindi—

 

-Andiamo al cinema? – lo interruppe Minho.

-Cosa?

-C’è un film horror. Ricordi? Quello che volevi vedere. Andiamo!

 

Taemin scoppiò a ridere, abbandonando la schiena sul cuscino del divano.

 

-Ma come te ne esci?

 

Sebbene fosse una sorta di rimprovero, non suonava affatto come tale, viste le risa che lo scuotevano.

Minho non rispose. Gli offrì solo la sua mano per aiutarlo ad alzarsi.

Il modo in cui Taemin l’afferrò ed intrecciò le dita con le sue fu per il più grande una risposta più che sufficiente.

 

 

   
 
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