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Autore: Grace82    10/09/2013    5 recensioni
La prima storia che scrivo sui miei adorati Damon ed Elena, umani, ma sempre con le stesse emozioni, la stessa passione e e gli stessi problemi.
Dalla storia:
-Smettila di urlare! Mi sono trovato a dover scegliere tra tradire mio fratello e mentire alla donna che amo e questa è l'unica cosa che mi è venuta in mente-
Quelle parole mi tolsero il respiro.
Una strana e inspiegabile felicità mi riempì il cuore.
Senza pensarci, spinta dalla rabbia e dalla frustrazione che provavo, mi avvicinai a lui e tirai verso di me la sua maglietta facendo combaciare le nostre labbra. Quel leggero contatto bastò per mandarmi letteralmente a fuoco.
Tentai di approfondire il bacio ma Damon, inaspettatamente, posò le mani sulle mie spalle allontanandomi.
-Elena, non posso-
-Scusami, io...io avevo capito...- dissi improvvisamente imbarazzata.
-Non fraintendermi, farei l'amore con te in ogni angolo di questa casa, ma tu non sei pronta, non ancora- ammiccò con un sorriso malizioso e assolutamente perfetto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I belong to you
 
 
Prologo- Il primo incontro non si scorda mai


Erano le 23.30 e Caroline ancora non si decideva ad uscire dal bagno perchè, a suo dire, il trucco era sbagliato e i capelli non avevano la giusta piega.
Siccome avevo già sonno non intendevo aspettare oltre, dato che avremmo trascorso circa tre ore in una misera discoteca, perciò le afferrai il braccio trascinandola  fuori da casa sua.
-Sei bellissima, come sempre- le dissi cercando di convincerla.
In reltà non ce n'era neanche bisogno, quella ragazza riusciva ad essere perfetta in ogni singolo movimento.
-Questa me la paghi- rispose sorridendo.
Arrivate di fronte l'edificio descritto da Caroline come il più fico della città, per quanto Mystic Falls possa essere considerata tale, entrammo, ma non ebbi neanche il tempo di togliermi il cappotto che la mia amica era già in pista.
Io, invece, mi diressi verso il bancone dove servivano da bere, intenzionata a passare lì tutta la serata.
-Una vodka lemon- chiesi gentilmente al barman.
Il primo bicchiere non tardò ad arrivare, seguito dal secondo e dal terzo.
Le litigate dei i miei, i problemi a scuola, le insicurezze: Elena Gilbert non c'era per nessuno.
-Quelli della tua età non dovrebbero bere- mi disse una voce alle mie spalle. 
Mi girai sconsolata, pronta a liquidare lo sconosciuto con una scusa qualsiasi, ma tutta quella decisione andò a farsi benedire quando i miei occhi incrociarono quelli del ragazzo che mi aveva rivolto la parola. A stento riuscii a mantenere chiusa la bocca, ammaliata dai due diamanti azzurri che gli incorniciavano il viso: erano la cosa più bella che avessi mai visto. Non si trattava di un semplice celeste, di quelli se ne trovavano tanti in giro, il loro colore era intenso, così intenso da entrarti dentro e spogliarti di ogni difesa.
Non mi ero mai sentita così vulnerabile di fronte ad una persona.
-Hai perso la lingua ragazzina?- disse sorridendo maliziosamente. Per fortuna quelle parole fecero riaccendere i miei sensori anti-stronzo.
-Mi stavo chiedendo come mai un adulto come te stia perdendo tempo con una ragazzina- colpito.
-Perchè alle ragazzine piace essere corteggiate da un adulto- affondata.
-Mi stai forse corteggiando?- 
-Vorresti forse che lo facessi?- 
-Forse- gli dissi sorridendo.
I sensori si erano improvvisamente sotterrati, ed io mi ritrovavo a flirtare con uno sconosciuto, uno sconosciuto incredibilmente sexy.
-Balliamo?- chiese porgendomi una mano. 
-Tranquilla non mordo- disse notando la mia indecisione.
Poi si avvicinò pericolosamente al mio viso, deviando all'ultimo verso l'orecchio - A meno che non sia tu a chiedermelo-
Il suo respiro si infranse contro la mia pelle, contribuendo ad aumentare la sensazione di calore che avevo nel basso ventre. Per un attimo mi ritrovai a pensare cosa quel ragazzo misterioso sarebbe in grado di farmi provare se con delle semplici parole era riuscito a mandarmi in tilt, e le immagini proiettate dal mio cervello erano tutt'altro che caste.
-Io non ti conosco- sussurrai appena, dando retta al minimo di razionalità che mi era rimasta.
-Ha importanza?- 
No, le uniche cose che meritavano la mia attenzione erano lui e i suoi occhi.
Mentre raggiungevamo la pista mi soffermai ad osservarlo: capelli corvini e leggermente spettinati incorniciavano il suo viso pallido e si intonavano con la camicia nera che indossava, jeans scuri nascondevano un sedere a dir poco magnifico, spalle larghe e fisico slanciato lo rendevano ancora più sexy, mentre un sorriso mozzafiato completava l'incredibile bellezza di cui era dotato. Mancava qualcosa?
Ah sì, ogni suo movimento era calibrato e dotato di un'eleganza fuori dal comune, per questo un turbine di emozioni mi sconvolse quando lentamente e con delicatezza fece avvicinare i nostri corpi, senza farli entrare realmente in contatto. Istintivamente gli circondai il collo con le braccia. 
Quando mi decisi a guardarlo negli occhi lo scoprii intento ad osservarmi, così gli rivolsi un'occhiata sarcastica.
-Un adulto non dovrebbe osservare in questo modo le ragazzine- dissi spinta da un'improvvisa sicurezza, dovuta probabilmente all'alcool.
-Non tutte le ragazzine sono come te-
-E' questa la frase che usi per portartele a letto?-
-No, di solito faccio anche così-
Con una mano abbandonò la mia vita andando a posizionare una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Poi il suo sorriso scomparve, e gli occhi, per quanto fosse possibile, divennero ancora più blu inducendomi a pensare che, qualunque cosa stesse per dirmi, fosse la verità.
-Non ho mai incontrato una ragazza come te-
Deglutii a fatica.
Solo dopo qualche secondo, diminuito leggermente il battito cardiaco, riacquisii l'uso della parola.
-E funziona davvero?- chiesi sarcastica.
Un sorriso beffardo fece nuovamente capolino sul suo viso.
-Di solito. Queste labbra e il mio amichetto lì in basso sono il sogno di ogni ragazza- disse ammiccando.
-Io ne ho tanti di sogni, ma stranamente tu non ci sei-
-Attenta, stai giocando col fuoco-
-Amo giocare- sussurrai avvicinandomi maggiormente e permettendo ai nostri nasi di sfiorarsi. 
Con un rapido movimento fece aderire i nostri bacini e, mentre una scia di brividi percorreva la mia colonna vertebrale, maledii me stessa per essermi lasciata sfuggire un sospiro, dovuto alla sorpresa e all'eccitazione. Sospiro che aumentò la sua sicurezza dato che, poco dopo, cominciò a far scorrere la mano su e giù per la schiena.
Posai lo sguardo sulle sue labbra. 
In quel momento desideravo prenderlo e farlo mio in ogni modo possibile: mi aveva stregata.
Le nostre labbra erano ormai a pochi millimentri di distanza. Avrei dovuto capire quanto fosse sbagliato, quanto fosse sciocco baciare uno sconosciuto che probabilmente si stava solo divertendo, ma il mio istinto insipiegabilmente si fidava di quei due fari azzurri, perciò, stordita dal profumo della sua pelle, abbagliata da quel sorriso magnetico, e incatenata dai suoi occhi glaciali, non potei fare altro che seguirlo.
-Elena! Elena!- una voce richiamò il mio cervello da una piacevole vacanza, ed io giurai a me stessa di uccidere chiunque mi stesse chiamando se non avesse avuto un buon motivo per interromperci.
Controvoglia mi staccai dal suo corpo, notando una chioma bionda che cercava di farsi spazio tra la folla.
-Caroline che succede?-
-Scusami, scusami tanto, ma mia madre è in ospedale, ha fatto un incidente, a me hanno tolto la patente, io non sapevo che fare e..-
-Ehi, ehi, ehi, ti porto da lei. Vai in macchina, io ti raggiungo subito-
-Ok- sussurrò in una piena crisi di panico.
Aspettai che si fosse allontanata per voltarmi e salutare il ragazzo, ancora sconosciuto.
-Io devo andare- gli dissi, non preoccupandomi di nascondere il tono dispiaciuto che accompagnava le mie parole.
-Lo so- 
-Buonanotte...- proferii lasciando volutamente la frase in sospeso sperando mi dicesse il suo nome.
-Damon-
-Buonanotte Damon-
Feci per voltarmi, pronta a classificare quel ragazzo come una delle tante sconfitte di Elena Gilbert, quando la sua mano mi afferrò il gomito e, con una mezza piroetta, fui attirata nuovamente contro il suo corpo, permettendo alle nostre labbra di incontrarsi in un contatto dolce e, seppur lieve, incredibilmente passionale.
Per quanto volessi approfondire quel bacio, sapevo che non potevo lasciare la mia amica da sola.
Per quanto volessi approfondire quel bacio, sapevo che lui era solo uno sconosciuto.
Per quanto volessimo approfondire il quel bacio, entrambi sapevamo che, in quel momento, era giusto così.
Poco dopo si staccò e mi guardò con un'intensità disarmante.
-Buonanotte Elena- sussurrò prima di lasciarmi sola.





---Note----
Ciao ragazze!
Spero che come inizio non faccia schifo! 
E' da tanto tempo che pensavo ad una storia su di loro ma solo ora ho trovato il coraggio di pubblicarla. Per me Damon ed Elena sono la perfezione, in ogni singolo aspetto della loro relazione, per questo ho aspettato tanto, volevo che tutto fosse alla loro altezza.
Siccome ancora non ne sono sicura, vi prego di dirmi se trovate qualcosa che non va già nel prologo.
Spero anche che non siate rimaste deluse dal ''poco contatto'' che c'è tra i due, ma anche per questo li amo: Damon ed Elena sono elettricità allo stato puro, tra loro c'è una tensione incredibile anche in un semplice sfiorarsi.
Che dire, spero vi piaccia!
Grace82


 
  
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