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Autore: BlackEyedSheeps    10/09/2013    6 recensioni
Era lei.
Lei che cercava di confondersi fra la folla, di mimetizzarsi con la rumorosa fauna turistica, di seguire un gruppo di persone di cui aveva appena intuito le traiettorie, ma una volta che Clint aveva agganciato l'obiettivo, difficilmente se lo lasciava sfuggire.

[Clint/Natasha]
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agente Maria Hill, Agente Phil Coulson, Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nick Fury
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Compromised'
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Still this pulsing night, a plague I call a heartbeat

Just be still with me, ya wouldn't believe what I've been thru

You've been so long, well it's been so long

And I've been putting out fire with gasoline.

(Cat People (Putting Out The Fire) – David Bowie)

 

 

5 MESI DOPO
New York, USA
S.H.I.E.L.D. Central
Ore 6:00

 

“Di' la verità, ti sei messa nei guai”, Clint nemmeno guardava in direzione di Natasha, fissava le porte dell’ufficio del direttore Nick Fury con aria perplessa.

“Pensavo la stessa cosa di te.”

Sembravano usciti entrambi da una situazione mattutina affatto condannabile. L’uno con un ciuffo di capelli evidentemente in disaccordo con la linea che aveva tentato di dar loro con il pettine, il segno delle cuciture del cuscino ancora visibili sulla guancia rasata di fresco. L’altra con addosso una t-shirt dello SHIELD, appena accaldata, di ritorno dalla sua seduta di jogging mattutino, probabilmente nemmeno a metà strada.

A entrambi una telefonata senza spiegazioni. Un richiamo urgente alla centrale, l’alba che si affacciava timida.

I clamori della loro complicità europea si erano placati, anche se non del tutto estinti. Clint era tornato alle sue attività con la stessa professionalità di prima, a Natasha avevano cominciato ad affidare incarichi di limitata importanza ma che aveva permesso all’organizzazione di valutare le sue qualità sul campo. Non aveva mai dato loro motivo di credere che fosse mossa da doppi giochi. O da scarse motivazioni.

Il fatto che ora si trovassero lì entrambi, richiamati con la stessa urgenza, non fece che scatenare una certa dose di curiosità e aspettativa.

“Ho sentito che ti sei trasferita.”

“Un bilocale, nel Queens.”

“Una conquista.”

“Un posto vale l’altro.” La serafica risposta. “Sono almeno libera di scegliere come muovermi.”

“Qualsiasi cosa tu abbia bisogno... New York la conosco bene.”

Natasha gli scoccò uno sguardo valutativo. “Me la cavo benissimo da sola.”

L’uomo si limitò ad alzare le mani a mo’ di resa. Come non detto, sembrava dire.

La porta dell’ufficio di Fury si aprì e ne fece capolino il viso severo di Maria Hill. I due si guardarono l’un l’altro, affatto rassicurati dalla prospettiva della donna ad assistere al colloquio, quale che fosse la motivazione della sua presenza.

Il direttore li aspettava, sovrastando scrivania e terminali con la sua inconfondibile postura.

“Agente Barton, agente Romanoff.” Scese i due gradini che lo separavano dal resto del gruppo. “Credo sia arrivato il momento di testare quanto proficua sia stata la vostra precedente collaborazione.”

Nessuno dei due capì all’istante.

“Ci sono dei problemi a Berlino. Billmann vi dice niente?”

Capì, dalle loro espressioni, di averli quantomeno impressionati.

 

***

 

Erano diretti ai camerini per recuperare divise e attrezzature, e ancora non si capacitavano del fatto che Fury aveva affidato loro una missione. Insieme. O almeno non se ne capacitava Clint. Natasha non aveva fatto una piega alla faccenda. Spinta forse dalla prospettiva di avere fra le sue grinfie l’uomo che le aveva scaricato addosso quel mostruoso ammasso di guai.

Berlino, una copertura e una moltitudine di documenti sui quali studiare un piano d’attacco.

La Hill sarebbe stato il loro contatto. Questa volta, potevano giurarci, non avrebbero avuto nessun privilegio.

“Hai intenzione di portare quel tuo arco?” Natasha si stava spogliando, senza dare a vedere di preoccuparsene.

Lui le diede una sbirciata rapida, recuperando la giacca della divisa.

Quel mio arco è un’arma.”

“Un’arma vistosa.”

“Tu non hai la più pallida idea… di cosa sappia fare con il mio arco.”

Lei gli lanciò uno sguardo obliquo, mentre si rivestiva. “Se stavi cercando di farla suonare erotica, ci sei riuscito poco.”

Clint chiuse l’anta dell’armadietto senza darle la soddisfazione di vederlo sorridere.

“La lavatrice.” Esalò Natasha, prima di lasciarlo andare.

“Come?” Clint la osservò confuso, un passo già fuori dagli spogliatoi.

“C’è una lavatrice nel mio appartamento”, dal tono sembrava stesse parlando di qualche repellente mostro a tre teste. “Sai usarne una?”

“Uhm… sì?” le rispose, un po’ disorientato dalla domanda.

“Ti eri offerto per qualsiasi cosa avessi bisogno”, fece scontrosa “ti rimangi la parola data?”

Stava chiudendo la zip della tuta con un po’ troppa foga. Non sembrava affatto abituata a chiedere favori. Si stava sforzando.

“Di ritorno da Berlino?” fu tutto ciò che lui le chiese.

Lei si rilassò.

“Di ritorno da Berlino.”

 

End.

 

N.d.A:

E siamo alfin giunte alla conclusione di questa piccola avventura.

Siamo due autrici che da anni non prendevano più in seria considerazione l’idea di scrivere una fanfiction (almeno una delle due). Convinte che niente avrebbe mai schiodato questa granitica convinzione, abbiamo dovuto smentirci clamorosamente.

Il fatto di avventurarci a quattro mani in questo fandom, prendere le redini di una storia che vedeva come protagonisti i due “Avengers” che più ci sono rimasti nel cuore, ci ha spronato a scriverla e concluderla; siamo felici di constatare di esserci anche divertite molto nel farlo.

Chiediamo scusa a chi non si rispecchia con questa nostra visione dei personaggi o della storia, ma ne abbiamo voluto dare una nostra versione.

Ringraziamo chi si è fermato a leggerla, anche solo per dargli una sbirciatina. Ringraziamo chi ha voluto farci sapere che non stavamo proprio andando nella direzione sbagliata e, infine, ringraziamo Joss Whedon per averci fottuto definitivamente il cervello.

 

Il titolo della fanfiction (A Plague I Call a Heartbeat) si rifà a una frase della canzone "Cat People (Putting Out Fire)" del Duca Bianco - David Bowie - canzone che tanto ci ricorda, per testo e musica, i nostri due. (Ascoltatela!) Il copyright va tutto a lui.

Come ai rispettivi proprietari va quello di tutte le citazioni che trovate all'inizio di ogni capitolo.

 

Ora non resta che minacciarvi che siamo tornate per restare. E che molto probabilmente vedrete presto altre storie con inciso, a fuoco, il nostro nome sopra.

Tutto il resto… è nebbia.

 

Sere & Eli.

  
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