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Autore: breosaighead    10/09/2013    12 recensioni
SOSPESA
Eppure Keira non poteva fare a meno di inseguire le onde, benché nel farlo ingoiasse tanta salsedine. E in quei momenti avrebbe voluto una mano da afferrare, che la tirasse fuori dall’acqua e che stringendole le spalle la riaccompagnasse a riva.
«Senti, Louis, lasciami stare. Non sono la persona giusta con cui fare amicizia, anzi, con cui fare proprio niente»
«Non è vero. Non stavo scherzando quando ho detto che sei interessante»
«Te ne pentirai»
«Lascia che lo decida io»
«Come vuoi»
In effetti non spettava a Keira decidere, ma dopotutto il suo era solo un - piuttosto utile - consiglio da non sottovalutare, sopratutto perché sapeva che c'era qualcosa in serbo per lei proprio dietro l'angolo e che questo non avrebbe lasciato in disparte Louis se solo si fosse avvicinato troppo.
Keira sapeva anche di avere a disposizione due scelte: abbandonarsi e lasciarsi trascinare via dalla corrente o accettare, addirittura, quel braccio teso apposta per lei da Louis; ma lui sarebbe riuscito ad arrivare in tempo e a sorreggerla?
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mindtrip
(prologue)

 
 
 
 
Scrivere della propria routine non le era mai piaciuto sin da quando avevano cominciato a chiederglielo le prime volte a scuola e, con il tempo, era diventato ancora più odioso farlo.
Definendola estremamente noiosa, lei la paragonava alla Terra.
Difatti questa, instancabilmente, ogni giorno da quando si è formata compie il suo solito giro attorno al sole e al proprio asse, da ovest verso est, senza mai variare.
Non per niente noi comuni mortali siamo abituati a veder trascorrere le giornate, con il sole al mattino e la luna durante la sera.
Ma immaginate se questa quotidianità venisse interrotta, se tutto quanto cambiasse dall’oggi al domani o in una frazione di secondo in cui non avete nemmeno il tempo di battere le ciglia... tutto quanto si sconvolgerebbe.
E così era stato per Keira Bowen.
Ogni giorno come quello prima e come quello prima ancora, senza alcun accenno di novità che la facesse smettere di pensare al suo capriccioso piano di andarsene e lasciarsi tutto alle spalle. Abbandonare la casa con i suoi genitori, i suoi amici e soprattutto la sua monotona vita.
E Zayn.
Se davvero voleva fuggire, avrebbe dovuto abbandonare anche lui. Nessuno escluso.
A meno che lui non avesse deciso di seguirla, il che però era piuttosto improbabile, visto il suo storcere il naso a ogni cambiamento, anche se minimo.
Se in un tema le avessero chiesto di descrivere la sua vita fino ad allora, probabilmente ne sarebbe venuta fuori una lista della spesa senza un briciolo di emozione.
Ma ora, seduta con le ginocchia al petto e la fronte appoggiata su di esse, sulle scale antincendio abbandonate del loft in cui era stata assunta come baby-sitter di due mocciosi di cinque e tre anni, si pentiva di essersi lamentata e, non solo, si sentiva anche in colpa di non essersi mai accontentata di nulla e di aver voluto sempre di più, quando, in fondo, aveva tutto ciò di cui aveva bisogno.
Molti le dicevano che era un pregio aspirare a qualcosa in più, altri, come sua nonna, non la pensavano ugualmente: “La tua ambizione sarà la tua rovina.” le aveva detto tempo addietro l’anziana signora quando, pur di essere la protagonista del saggio di ginnastica, aveva fatto lo sgambetto a una sua compagna.
Ormai però era tardi per ricordare, pensare e piangerci su.
“Keira, non lasciare che tutto questo ti perseguiti come una palla da bowling che deve abbattersi su un gruppo di birilli.” ripeteva a se stessa, cercando di convincersene, ogni volta.
Le lacrime non le avrebbero riportato indietro niente di tutto ciò che aveva perso e che le era scivolato via come acqua durante una bracciata a crawl se non si tengono le dita unite fra loro.
Perché la vita è come il mare, ciò che porta a galla, sulla riva vicino ai tuoi piedi, così vicino da sfiorarti, lo rimanda indietro e se ti butti fra le onde nel tentativo di recuperarlo, puoi star certa che te ne andrai con esso, anche se sai nuotare.
Questo Keira lo sapeva bene, eppure, spesso, non poteva fare a meno di inseguire le onde, benché nel farlo ingoiasse tanta salsedine.
E in quei momenti avrebbe voluto una mano da afferrare, che la tirasse fuori dall’acqua e che, stringendole le spalle, la riaccompagnasse a riva.

 
 










Buonsalve,
allora, comincio col dire che questa è un po' una fanfiction "suicida" data la trama abbastanza complessa a cui sto ancora lavorando, ma mi auguro di fare un buon lavoro e che quindi ne venga fuori qualcosa di okay. 
Questo è solo al prologo, che spero vi abbia incuriosito abbastanza da proseguire con la lettura. 
Se potete e volete, vi invito a farmi sapere che cosa ne pensate, anche giusto così per sapere se ne vale la pena continuare,
un bacio.
Bri.
  
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