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Autore: ethelsgonnabeokay    11/09/2013    2 recensioni
Continua a correre. Che, tradotto, sapeva molto di "Continua a correre, Poison, continuate a provare, Killjoys: vedrete i vostri tentativi dissolversi in polvere, vi autodistruggerete, e solo allora vi ucciderò". [Dal secondo capitolo]
Ama stare in mezzo alla folla, ama essere al centro dell'attenzione, e grida: -Killjoys, fate rumore!- Un boato ci riempie le orecchie. Siamo ancora vivi. [Dal quarto capitolo]
Non sono riusciti a smacchiare quelli che hanno deciso di essere imperfetti, evidentemente. [Dal nono capitolo]
Killjoys, dovreste provare a trovarvi una persona a cui dare tutto. Sì, vi renderà maledettamente esposti alle delusioni e al dolore, ma se è la persona giusta vi darà un motivo in più per vivere e per combattere. [Dall'undicesimo capitolo]
Danger Days!AU, Frerard
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sembra di vivere in un sogno. O, per meglio dire, in un incubo.
Ormai sono passate quasi venti ore da che Grace è in mani nemiche, e non abbiamo dormito neanche per un minuto da allora. Vedo il rimorso nei nostri occhi, vedo i ricordi nelle labbra tese, il rimpianto nelle occhiaie, la voglia di salvarla nei nostri gesti quasi ossessivi: togliersi una ciocca di capelli da davanti gli occhi, strofinare i palmi delle mani contro i pantaloni, mordersi le labbra e martoriarle.
Eravamo rimasti fermi, a terra, incapaci di alzarci e combattere, incapaci di fare qualsiasi cosa tranne che vedere Grace trascinata via a forza sotto i nostri occhi, il suo sguardo che supplicava di salvarla. Non lo sanno, questo, i ribelli che ci giudicano; non sanno delle fitte al cuore quando la trascinavano via e della sensazione di vuoto che ancora proviamo nel non vederla più accanto a noi. Ci hanno accolti, è vero, ma saputo cosa è successo... non credono più in noi, non credono più nella causa, e non posso biasimarli. Abbiamo lasciato che ci portassero via una dei nostri, cosa può impedire alla BLi di portare via anche loro, di torturarli e ucciderli? Hanno paura, è vero, lo capisco, la ho anche io, ma i loro sguardi duri ci stanno uccidendo più di quanto non siamo già morti dentro.
-Sono inutile, ragazzi- mormora Party Poison, con le mani che gli coprono il viso. Un singhiozzo gli rompe la voce e spero con tutto me stesso che non stia per mettersi a piangere, non lui almeno... un altro singhiozzo, un po' più forte, seguito da altri che cerca di nascondere. Perfetto, è crollato anche lui, ora siamo davvero nella merda.
Mentre il fratello cerca di consolarlo, o quanto meno di farlo ragionare, di fargli capire che non è colpa sua – non ci riuscirà, è praticamente impossibile togliere qualcosa di mente a Poison, anche se è sbagliato – mi alzo ed esco. Non posso continuare a stare lì, dove mi sento inutile, nel pieno dell'oblio, non riesco a guardare persone che mi stanno a cuore che piangono e non poter fare niente per loro. Nel caso che PP abbia bisogno di me sa dove trovarmi, quel posto in fondo l'abbiamo scoperto insieme, anche se è diventato il mio posto felice – aka il posto in cui potevo pensare liberamente, e fuggire da qualsiasi altro problema che non riguardasse solo e solamente me – e spero che almeno per questa volta sia lui a venire da me.
Mi avvicino al baratro, mi siedo a cavalcioni di una roccia e lascio che le mie gambe penzolino giù nel vuoto. Strano, neanche da bambino avevo paura nelle altezze, nonostante scivolare da lì significhi morire spiaccicato a degli spuntoni di pietra abbastanza appuntiti. Non sono mai caduto, tanto. Gravità, non significa niente per me.
Il tramonto mi tinge di rosso, arancione e rosa, e io sorrido.
-Non sono riusciti a togliere il colore al tramonto, eh, Frankie?- la sua voce è una carezza per me, e non in senso figurato, ma letteralmente. Anche se è leggermente più acuta del normale, anche se si spezza sull'ultima sillaba del mio nomignolo, anche se si capisce benissimo che ha appena finito di piangere copiosamente,  mi guarisce un po' dalle ferite. Quanto basta perché quelle smettano di sanguinare, e le cicatrici smettano di pizzicare insistentemente sulla mia pelle.
Non so neanche il suo vero nome, ma riesce a salvarmi di nuovo. Sia da me stesso che da il resto del mondo. Anche se a questo punto credo che sia il dolore che mi provoco da solo la cosa peggiore; perché è ogni volta diverso e non conosco modo di anestetizzarmi. Vorrei dirgli che, con lui, tutto sembra colorato.
Mi giro e lo guardo, come a voler assorbire la sua immagine. Come a volermelo imprimere nella mente, per paura di dimenticarlo. Cosa che, per inciso, credo impossibile. Da solo, senza vestiti sgargianti e strani, sta lì nella sua semplicità, cosa che lo fa sembrare ancora più fragile e piccolo di quanto già non sia. Le gambe gli tremano appena; stringe i pugni, forse per darsi forza, forse per bloccarle, ma non funziona né l'una né l'altra cosa. Il mio sguardo risale piano verso il suo viso: gli occhi verdi scintillano all'inverosimile, quasi come se fossero finti, circondati da un alone di mascara e matita sbavata, così nero da far male; il naso leggermente arricciato, come sempre quando piange; i capelli lunghi fino al collo, rossi come le ciliegie mature, in cui si intravede appena la ricrescita nera come la pece. Il suo sorriso triste sembra brillare, forse perché è uno dei pochi sorrisi veri che faccia. Secondo lui sorridere veramente equivale a scoprirsi, scoprirsi troppo davanti a un'altra persona, perciò trovo meravigliose quelle labbra bianchissime incurvate appena all'insù.
-Frank, ti togli da lì? Dovrei parlarti- la sua voce spezza il mio provvisorio stato di coma, richiamandomi alla meno dolce ma altrettanto bella realtà.
-Vieni tu qui, è bellissimo.
-Sai, Ghoul, non siamo tutti capaci di volare come te. E con la fortuna che ho, scivolerei e-
-Non ti lascerei cadere- dico di scatto, e lui mi guarda ad occhi spalancati. -Non sto scherzando...- spero che non senta l'esitazione nella mia voce, ma quanto vorrei poterlo chiamare per nome. -... Party.
Mi alzo sbuffando appena, fino a raggiungerlo e – quando è diventato così alto questo cretino? – mi ci piazzo davanti. Poi gli chiedo, con una voce così dolce che non sembra la mia: -Cosa è successo?
-Perché te ne sei andato così?
-Andiamo, lo sai perché. Per darti il gusto di rincorrermi come nella scena di un qualche film romantico strappalacrime.- lui ride, mentre il mio cervello elabora quello che ho detto. Film romantico? Oh, ti prego, no. Possibile che io sia...
-Ti voglio così tanto bene che neanche ti immagini, sgorbio- … innamorato di lui? Evidentemente sì, dato che un abbraccio e una dichiarazione di affetto coperta malamente da un insulto riescono a farmi avvampare in viso. Sento il mio cuore che batte come una grancassa.
Per Dio, avevo sempre pensato che il mio cuore fosse antiproiettile. Che non mi sarei mai innamorato, neanche per scherzo. E ora sono cotto del mio migliore amico.
Mi lascia andare dopo pochi minuti che mi sembrano essere durati un'eternità. Eravamo troppo vicini, decisamente troppo vicini. -Sai cosa, Poison? La prossima volta ci dovresti provare, a sederti vicino a me. A sentirti sull'orlo del baratro- Come mi sono sentito io per una vita, e come mi sento ancora adesso.
Vi prego, fermate la mia lingua.
Lui stranamente annuisce, poi mi chiede: -Torniamo?- E io sussurro un risentito “sì”, mentre penso “Potremmo correre via da qui”.
 
Quella sera, non andiamo a dormire. Sappiamo che Party sta organizzando qualcosa, ha avuto lo sguardo perso per tutta la serata, e non è normale questo. Perciò, quando si alza in punta di piedi e si dirige verso la porta, sbatte contro di me che occupo l'ingresso.
-Frank?- chiede, quasi gridando.
-Ci siamo anche noi, fratellone- dice Kobra Kid.
Subito Ray gli da manforte: -Cosa pensavi di fare?
-Io... io volevo...- si morde le labbra, impaurito, indeciso, e questo è ancora più strano. -Volevo andare a salvare Grace.
Ci guardiamo in faccia per un attimo, sbigottiti.
-Non ti lasceremo andare da solo, idiota!- gli dico scompigliandogli i capelli, e lui sospira. -Ci dai cinque minuti per prepararci? 











Note dell'autrice:
Ok, prima di tutto perdonatemi per non aver aggiornato prima. Semplicemente mi sono successe troppe cose e non ce l'ho fatta: prima di tutto il fatto che sto realizzando solo adesso che i My Chem si sono sciolti, perciò non sono riuscita nemmeno ad entrare nel fandom senza cominciare a deprimermi, e poi ho avuto un crollo d'autostima assurdo, e ho quasi cestinato tutte le mie FF. Però sono felice di non averlo fatto, dato che questa Long per me ha una marea di significati.
Questo è stato uno dei capitoli che mi  è piaciuto di più scrivere, probabilmente perché sono una stronza masochista che va pazza per le storie malinconiche
E niente, solamente grazie a percybeth_2000 per aver recensito lo scorso capitolo c:
Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate, perciò se volete lasciate una recensione, anche per insultarmi :)

Ethel
   
 
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