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Autore: CathCarey    12/09/2013    2 recensioni
Figlia bastarda di Enrico VIII nata dalla relazione adultera con Maria Bolena, Catherine Carey ha quindici anni quando le viene ordinato di venire a corte a servire sua zia come damigella di compagnia Anna Bolena.
Catherine si ritroverà ad affrontare complessi e paura, passioni e intrighi, bugie e tradimenti senza mai lasciarsi intimidire dalle provocazioni.
Catherine ingenua e tanto inesperta sulla vita di corte si troverà ad affrontare una realtà molto diversa rispetto alla vita che faceva in campagna.
La storia è basata su alcuni aspetti dalla mia immaginazione, mi piace pensare che la storia sia andata così e non come la raccontano gli storici.
" Si sono una bastarda, ma sono la bastarda del re , e nelle mie vene scorre il sangue di un santo"
Cit : Diana 924
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
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E' mattina presto.
Molto presto. Gran Parte del cielo è  ancora scuro, ma gia si possono  scorgere i primi raggi opachi di questo  pallido sole di metà settembre.
E'  giorno di caccia. Mi hanno riferito che, solitamente, queste giornate sono  considerate gioiose dalla corte, poiché rappresentano  il buon umore del Re.
Sono giornate durante le quali lui può  godersi l’aria fresca e gli splendidi paesaggi che costituiscono il suo amato paese. L’Inghilterra. Sono  giorni in cui può  sentirsi ancora un ragazzo spensierato, senza grandi responsabilità o inequivocabili doveri, dovuti alla sua carica.
Giorni nei quali può mostrare   all’intera corte il suo innato talento per la caccia e per l’equitazione. Oppure tende  a rendere partecipe la gente del suo sorprendente fascino, del suo fisico prestante e del suo atteggiamento regale. Non per niente viene  considerato il più bel principe che l’Inghilterra avesse mai avuto. Enrico Ottavo d’Inghilterra.
Non sono  sicura che sarei riuscita ad essergli presentata il giorno stesso, poiché lui e gran parte della corte, sarebbero rimasti fuori tutto il giorno.
Ma questo non è  il mio principale pensiero. Avrei avuto tutto il tempo per conoscere il Re  e la sua corte.
Mia madre Mary, sorella dell'attuale regina Anna, mi ha spiegato tutto ciò che bisogna sapere della corte di Enrico.
Quando me ne ha parlato ho intravisto nei suoi occhi un velo di malinconia e tristezza.
Mia madre non è molto d'accordo che io sia venuta a corte, ma purtroppo a malincuore anche i figli devono lasciare il nido.
Mio fratello Henry è alla corte francese, dopo qualche giorno la regina ha dato ordine di trasferirmi a corte, con mia grande sorpresa e dispiacere.
Mi sarebbe mancata Hever, la campagna, mia madre, il mio patrigno William Stafford.
Il mio vero padre William Carey è morto quando avevo sei anni, ho pochi ricordi di lui, me lo ricordo di rado.
Ma non voglio essere assalita dai ricordi tristi, non oggi, oggi è il mio primo giorno a corte, sono emozionata, e ho paura.
Il re, mi ha procurato un posto come damigella di mia zia, è stato gentile da parte sua curarsi con così tanta premura.
Mi accorgo che la carrozza si ferma finalmente ad Hampton Court.
Il cocchiere mi aiuta a scendere e qualche servitore che si è accorto del mio arrivo prende i miei bagagli.
Tutti sanno del mio arrivo.
Mi guardo attorno molto incuriosita e con aria spaesata, mi ricordo improvvisamente che devo raggiungere mio zio Thomas Howard mio zio di secondo grado, e mio nonno, nell'altra ala del castello nel cortile murato di pietra.
Un servitore mi accompagna facendomi strada, mi guardo intorno e mi accorgo che è tutto bellissimo.
Indosso il mio abito migliore mia madre me l'ha regalato per l'occasione.
Le finiture del mio vestito sono in velluto azzurro , è puro velluto francese lasciando i capelli sciolti che scivolano ribelli sul retro del mio corpetto.
Il servitore mi accompagna e sospiro leggermente ringraziandolo e mi incammino con innata calma e sensualità, con un leggero timore.
Mi avvicino a mio zio, riesco a riconoscerlo e vedo anche il padre di mia madre, che qualche volta è venuto a farmi visita.
Sfodero uno dei miei sorrisi migliori , e mi inchino profondamente baciandogli la mano come se fosse il papa.
Mi alzo e dico con voce sommessa " Mio signore" guardando anche mio nonno baciandogli la mano e dandogli infine due baci sulla guancia.
Mio zio mi guarda soddisfatto dicendo " Benvenuta a corte Catherine."
E  così la mia storia ha inizio.
  
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