Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Orchid_    12/09/2013    1 recensioni
"Ecco il segreto più profondo,
che nessuno conoscerà’ mai
Radice delle radici
Germoglio dei germogli
... più alto di quanto l’anima possa sperare
Più vivo di quanto la mente possa celare
Prendo il tuo cuore lo porto con me, nel mio."
Perdonate la sdolcinatezza. Dunque, voi conoscete Lily e Severus? Io sì, personalmente. Lei è bella, intelligente, raggiante come lo sono i suoi capelli, ma particolare, quasi stramba. Lui è cupo, pare sempre di cattivo umore, ha capelli neri e naso lungo, ma per primo ha colto la straordinarietà di lei, e diventano amici. Migliori amici. Trascorrono insieme gli anni della scuola, conoscono gente intellettualmente vivace con cui dialogare, ma le loro strade iniziano a dividersi. Lei pian piano riesce a farsi un gruppo di amicizie e, dopo iniziali dissapori, diventa amica anche di una banda di "casinisti", che, nonostante gli scherzi e le burle (una delle vittime è il nostro Lui), sono scolasticamente brillanti. Uno di loro si innamora di Lei. Ma anche Lui è innamorato di lei, da anni, anche se morirebbe pur di ammetterlo. Per gelosia, la insulta, buttando all'aria anni di amicizia.
Sono stati la mia ispirazione, mi hanno aperto gli occhi. Questa storia è per loro, per voi tutti.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
(Questo primo capitolo vuole essere una breve introduzione a quella che sarà poi la storia. Nella presentazione, ho brevemente parlato della storia di questo Lui e questa Lei, due miei amici che, però, adesso non si rivolgono più la parola. La similitudine tra loro due e Severus e Lily è estrema e non c'è modo di esprimerla se non con una storia. Una storia che deve essere per forza questa. Sarò il più fedele possibile ai fatti narrati nei libri, mi limiterò semplicemente ad aggiungere momenti che potrebbero incastrarsi con quanto raccontato da zia Row. Dunque, a risentirci :) spero che la storia piaccia!)


Severus Piton era consapevole che sarebbe diventato un mago. In realtà, in quel caldo luglio, di anni ne aveva ancora 10 ma lui sentiva la magia dentro di sé e si aggrappava ad essa con ogni fibra del suo essere. Era la sua speranza. Era la sua via d’uscita da quella vita troppo stretta. In genere non ci si aspetta un atteggiamento di questo genere nei confronti della vita da parte di un individuo così giovane, ma Severus non è mai stato solo un bambino: purtroppo, la vita lo aveva fatto crescere troppo in fretta. Ma non pareva rammaricarsene troppo.  
Quel pomeriggio estivo era iniziato come tanti altri pomeriggi –estivi e non – con le urla dei genitori. Tobias, suo padre, era un uomo burbero ed estremamente insofferente verso qualsiasi cosa. Che fosse la precaria situazione economica della famiglia, l’alcol o chissà cos’altro, Severus, a quel tempo, non lo sapeva. Sapeva solo che la voce di suo padre cominciava a crescere e talvolta diventava violento verso Eileen, sua madre. Ne aveva paura. Quest’ultima, con gli anni, avrebbe lasciato il posto al disprezzo, ma, in questo caldo pomeriggio di luglio, Severus aveva dieci anni ed era terrorizzato. Era sdraiato sul letto di camera sua, dove le persiane chiuse e la finestra aperta  garantivano l’oscurità e un minimo di refrigerio.  Stava facendo volare un sudicio foglietto di carta, lo seguiva con lo sguardo e si meravigliava nel vederlo piroettare.     
“SEI UNA DONNA INUTILE! UNA BUONA A NULLA!”  
“Ecco, accidenti… E’ tornato a casa” bisbigliò piano a sé stesso, mentre il foglietto improvvisamente finì a terra, in un punto imprecisato della stanza oscura. Severus sentì le viscere aggrovigliarsi. Non poteva sopportare un’altra lite. Sentiva ancora bruciare la pelle del viso, pensando a un paio di giorni prima.
“Tu e quello scempio di figlio! Cosa mi hai messo al mondo? UN’OSCENITA’! Uno scherzo della natura, come te!” 
Tobias quel giorno aveva bevuto troppo vino a pranzo, alla taverna. O forse era il caldo. Eileen gemeva. “Dai, stai calmo, Tobias. Mettiti seduto comodo, posso anch…” la donna non fece in tempo a finire la frase, sopraffatta dalle urla del marito.Severus cercò di farsi scivolare quelle parole addosso. Lui non era uno scherzo della natura, anzi. Prima o poi avrebbe dimostrato quanto valesse. Era fiero di non essere un banale Babbano, come il padre, stupido e insignificante.
Dunque, aprì la porta di camera sua e scivolò silenziosamente per il corridoio, scese le scale. Si ritrovo nel piccolo soggiorno, accanto alla cucina dove i genitori continuavano a strillare. E non solo: sentì per l’ennesima volta il rumore di piatti che si infrangevano e pentole che si abbattevano per terra. Il bambino sbirciò dalla porta socchiusa e ne scorse la madre, in lacrime in un angolo della cucina, che ormai implorava tregua, dal canto suo, il padre era ben lontano da abbandonare l’ascia di guerra, era livido in volto e  gli unti capelli neri erano scompigliati tutto intorno al viso.
Severus uscì. Solitamente, camminava seguendo il corso del fiume che scorreva lì vicino. Diede il via libera al consueto flusso di pensieri, in genere incentrati sul suo prossimo futuro. Hogwarts. Sorrise tra sé e sé.  Non poteva aspettare ancora un anno. Non vedeva l’ora di mettere le mani su libri di magia, studiare come controllare questa energia che sentiva dentro di lui, imparare a miscelare pozioni, filtri e intrugli di ogni sorta. Il giorno in cui sarebbe andato a Diagon Alley per le spese per il primo anno scolastico sarebbe stato solo il preludio di una nuova vita, che certamente sarebbe stata migliore di quella attuale. Si guardò le mani e la giacca – assurda – che stava indossando e immaginò di avere la divisa addosso. In più, il verde (poiché già, certamente, sapeva quale casa lo avrebbe accolto) gli sarebbe stato proprio bene. No, decisamente non poteva aspettare. Era quello il suo mondo.  I pensieri avevano preso il sopravvento e Severus si ritrovò in un parco giochi. “Accidenti” pensò. Non amava quei luoghi, si teneva lontano dalla folla e soprattutto dagli altri bambini. “I Babbani sono stupidi, ma se possibile, i bambini Babbani lo sono mille volte di più. Niente a che vedere con i giovani maghi!” pensava.  Si guardò intorno e venne subito indicato da un paio di bambini che fino a un momento prima giocavano ad Acchiapparella con altri. Ridevano di lui. Severus sbuffò e voltò loro le spalle. Decise di cercare un posto all’ombra dove riposare e magari esercitare il suo potenziale magico. Giunse in un gruppetto di cespugli abbastanza isolato, vicino all'ombra di un tiglio, e pensò che sarebbe stato un giaciglio perfetto. Cullato da una brezza fresca, si addormentò. Dopo un tempo indefinito - che, comunque, ipotizzò essere non superiore alle due ore - sentì schiamazzare. Imprecò. Il suo cuore fece uno strano balzo, ma non se ne spiegò il motivo, lì per lì. Tirandosi su, vide due bambine che si rincorrevano lanciandosi vicendevolmente una palla. Non era abbastanza vicino da visualizzarne bene le fisionomie, vide che una era alta, slanciata e bionda e doveva essere più grande rispetto all’altra. L’altra… Era una bambina minuta, i capelli rosso scuro le arrivavano quasi alla vita e, proprio in quel momento, gridò: “Tunia, Tunia! Guarda! Ti prendo!” Lanciò la palla e, dopo essersi fermata a mezz’aria, sfrecciò molto più velocemente di quanto non fosse stata tirata verso l’altra bambina. La palla colpì quasi con violenza la spalla di Petunia e la sorella minore sussultò.
“Ahia!” - esclamò – “Lily, questo è un altro dei tuoi numeri da circo! Mi hai fatto male, stavolta lo dico alla mamma!”  la biondina era scarlatta in volto e il suo tono era furioso.               
“Tunia, ti prego! Non lo faccio apposta, non so come sia possibile! Scusa… Io non volevo farti male!” Lily aveva la voce rotta. Aveva voglia di sorprendere la sorella maggiore, ma non intendeva farle del male. A volte le succedevano cose strane, ma i genitori non l’avevano mai presa sul serio anche se erano affascinati e felici della fantasia e dell’estro della figlia. Petunia si mostrava estremamente contrariata a tali fenomeni, alle volte la accusava di voler solo attirare l’attenzione su di sé, altre volte le dava della squilibrata.                                  
“Non mi interessa. Hai qualcosa che non va, Lily. Mamma e papà ti manderanno via, andrai in collegio o magari in un manicomio e allora imparerai… oh sì, se imparerai!” disse Petunia, con disprezzo. Si era sempre meravigliata di come la famiglia potesse essere cieca. “Le ci vuole una lezione!” pensò. E poi, molto onestamente, non riusciva ad accettare il fatto di venire continuare eclissata dalla sorella minore.        “Petunia, io… Io…Scusa! Io…” Lily ormai aveva la voce rotta dal pianto. Quelle parole le avevano fatto male.
Severus era rimasto immobile nel suo nascondiglio, senza quasi respirare. Una parte di lui avrebbe voluto correre da quella bambina così minuta e rassicurarla. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Ormai non stava più ascoltando la discussione fra le due sorelle, la felicità di aver trovato una strega lo aveva inebriato. A un certo punto, vide Petunia, infuriata, allontanarsi a passo veloce.
Lily rimase per un attimo ferma, guardò la sorella andarsene via svelta e, dopo essersi asciugata gli occhi, la raggiunse correndo.  
Severus percepì tutto lo sconforto e l’immensa tristezza nella bambina. Si mise dritto e la seguì con lo sguardo rapito mentre si allontanava. Quando sparì, si alzò in piedi e si diresse nella direzione opposta, verso Spinner’s End. Per una volta, i suoi pensieri non si proiettarono nel futuro. O meglio, in un futuro molto più prossimo. Pensava che sicuramente non avrebbe dovuto aspettare un anno per rivederla e che magari, nonostante il suo essere così introverso e impacciato, sarebbe pure riuscito a parlarle.
Innumerevoli “chissà”, “magari”, “forse” danzavano della mente di Severus, ma c’era un solo nome a troneggiare, in mezzo a tutti quei pensieri: Lily.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Orchid_